mercoledì 30 gennaio 2013

La Spartathlon 2009 di Gastone BARICHELLO

Gastone & Leonida
La Spartathlon è entrata in questo blog con il triplice vincitore Scott JUREK (vd. post 20/11/2012) e poi con l'articolo apparso su The Economist (vd. post 22/01): adesso arriva per esteso nel racconto di un protagonista.

Nell'antica Grecia un Emerodromo era colui che aveva la capacità di correre per oltre 24 ore senza soste e normalmente il suo lavoro era quello di portare ambasciate per tutto il regno. Fidippide era uno di loro .Gli Emerodromi erano molto importanti nella vita delle antiche città greche e ancor di più per l'esercito, poiché rappresentavano generalmente i soli mezzi di comunicazione. Fidippide fu mandato a Sparta per chiedere aiuto prima della battaglia di Maratona: tagliando per le colline, corse per circa 250 chilometri. Erodoto ci tramanda che Fidippide raggiunse Sparta nel giorno immediatamente successivo alla sua partenza - impiegò quindi non più di 48 ore - e tornò presto indietro, se non immediatamente, il che farebbe pensare che abbia corso per 500 chilometri in soli 3 o 4 giorni (vd. @spartathlon) ...

Caratteristiche della gara (vd. @spartathlon): 247km (Atene - Sparta), circa 3000m D+, periodo fine settembre, tempo massimo 36 ore, 75 check point.


La partenza è alle 7 del mattino dinanzi alla maestosa Acropoli di Atene. Solo a respirarne l'aria ti senti parte di quella storia ... leggenda, mitologia, imprese sportive d'altri tempi si fondono in un'atmosfera che impone rispetto e quasi incute soggezione. L’agorà, luogo dove è nata la democrazia moderna, rimane nell'oscurità a fiancoAl via tutti i migliori Ultramaratoneti del mondo, Giapponesi, Norvegesi, Danesi, Tedeschi, Francesi, Russi, Belgi, Americani e sino a noi Italiani presenti con 24 Atleti. Essendo la Spartathlon la più prestigiosa delle Ultramaratone internazionali la "caratura" stessa della gara è di altissimo livello.

www.spartathlon.gr/racemap.html
Pronti, via! Mano a mano che il buio si dirada, la tensione si stempera e si inizia a sintonizzare ritmo e strategia di gara. Da Atene il percorso si snoda sulla costa fino a Corinto e all'omonimo stretto; qui siamo a 80km e la temperatura sale sensibilmente sino a 35°C con un elevato tasso di umidità: fondamentale bere continuamente e spugnarsi spesso. Il ritmo è buono e al 40° check point sito a Nemea (123km, circa metà gara ) transito 24°. Sul far della sera insorgono problemi di stomaco, forse causati dal forte caldo patito durante tutta la giornata, disturbi che mi costringono a rallentare, scivolando così attorno alla 40° posto. Giungo quindi alla parte più impegnativa del percorso in località Kapareli verso le 2 del mattino, dove il sentiero si inerpica su uno sterrato sempre più impervio, illuminato dalle "starlight" appese ai cespugli e alle rocce: salgo sulla montagna più alta della gara spazzata da un vento gelido a quota 1200m, per ridiscendere e tornare sulla strada in piano. Di tanto in tanto passano le macchine dell'organizzazione con a bordo atleti che per vari motivi non ce l'hanno fatta a proseguire oppure sono stati fermati  dai giudici per non essere transitati in tempo a qualche cancello.

Ivan CUDIN vincitore 2011 @flickr
Lo stomaco nel frattempo ha ripreso a lavorare egregiamente e a digerire nuova energia per le gambe che, seppur protestando per i continui dislivelli, macinano un buon ritmo. Ecco l'alba e con lei arriva la pioggia, siamo a 190km e ne mancano ancora 57 a Sparta, ma la mente è lucida e determinata: incremento il ritmo e risalgo posizioni su posizioni. A 10km da Sparta arriva una macchina della Polizia con lampeggianti accesi che mi si piazza alle spalle per tutelarmi dalle macchine che sfrecciano veloci. Entro a  Sparta e vengo accolto da festosi ragazzini in bicicletta consapevoli dell'impresa che sto per compiere. Passo il cartello dell'ultimo chilometro: la stanchezza, la fatica, i sacrifici fatti per giungere sin lì, tutto viene sovrastato da un'indescrivibile eccitazione. Finalmente vedo la statua del mitico comandante Leonida, punto d'arrivo della gara. Secondo il rituale gli tocco il piede e viene preso il tempo d' arrivo: 30h51'12'' (32° assoluto, 2° di categoria, 4° italiano - 380 partenti, 135 arrivati). Le ancelle vengono a dissetarmi con un' anfora d'acqua del sacro fiume Evrotas, come accadeva nell'antichità a coloro che arrivavano in pace, e mi pongono sulla testa una corona d' ulivo. Per la cronaca la gara è stata vinta dal 4 volte Campione del Mondo di 24 ore su strada Rioyki Sekya.

SPARTATHLON:  storia, mito, leggenda!

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Faccio ancora fatica a comprendere come si possa correre per un giorno intero e anche di più e che soddisfazione si possa provare!
Mi piacerebbe leggere i commenti di alcuni atleti che partecipano a queste gare e capire le motivazioni che li portano a mettersi alla prova su percorsi così lunghi.

Antonella

Enrico VIVIAN ha detto...

purtroppo non sono uomo di ultra e non so quanti uomini di ultra verranno a leggermi ... non molti! anche perché più che a scrivermi devono pensare a correre ...

Adriano ha detto...

Ti rispondo io Antonella.
Pur a livelli inferiori dell'amico Gastone da qualche anno mi cimento anch'io sulle ultramaratone (Novecolli, 24h) anzi a maggio proverò una 48h.
Le motivazioni per fare gare del genere sono tante : voglia di mettersi alla prova, cercare i propri limiti, sperimentare le reazioni fisiche e psicologiche indotte dalle molte ore di corsa.
Ogni volta è un'avventura che inizia con i primi minuti e termina quando le nergie sono completamente polverizzate.
Durante le crsi (che arrivano sempre) si spergiura che sarà l'ultima volta, poi una volta conclusa la prova si pensa : quando sarà la prossima?

Enrico VIVIAN ha detto...

GRAZIE del CONTRIBUTO, UOMO ULTRA!

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