venerdì 13 maggio 2011

Amici che hanno aperto le ali

###   nel week end ci sono in tutta Italia le fasi regionali del Campionato di Società Assoluto su pista e mi sembra il momento giusto per pubblicare questo post che li riguarda, anche perché ormai rischia di fare la muffa essendo stato scritto da più di tre mesi a seguito di un suggerimento di Andrea RIGO che mi consigliava: "scrivi di quando battevi ..."   ###

Se la memoria non mi inganna ci siamo confrontati ad armi pari per l'ultima volta in un 5'000m ai Campionati di Società su pista a Belluno nel maggio del 1995. Avevo fatto un ottimo lavoro di ricostruzione durante l'inverno, stavo godendo di buona salute e ottima continuità: speravo quindi di migliorare nella stagione il mio 13'49"34 di tre anni prima.
Ai CdS si corre per il crono, quello vale per la classifica, così non è difficile organizzarsi per l'obiettivo comune, soprattutto quando si corre su ritmi simili. Allora le FF.OO. avevano sovrabbondanza di atleti e misero a disposizione Salvatore ORGIANA per lanciare la prima metà gara e tanto fece fino ai 2'500m. Poi in qualche maniera ci alternammo fino a quando avanzai leggermente per vincere in 14'12". Non fu necessario voltarsi per controllare la situazione, fu sufficiente apprezzare con l'udito: di Giacomo ascoltai gli appoggi frequenti affievolirsi, di Ruggero bastò verificare il ritardo nella partenza dell'inseguimento di Chiara. Negli ultimi anni si è calmata, ma allora correva di fianco al moroso e urlava come una forsennata, regolare in quella gara per dodici volte lungo il rettilineo opposto a quello di arrivo.
Finora ho scritto solo i nomi perché penso che siano riconoscibili i maratoneti LEONE e PERTILE che allora stavano affilando la loro tecnica per lo più in pista. Ho qualche anno di vantaggio su entrambi, tre su Giacomo e sei su Ruggero, e il caso vuole che tutti e tre abbiamo raggiunto la propria miglior prestazione sulla distanza dei 5'000m a 24 anni: Giacomo 13'47"90 già nel mese successivo e Ruggero 13'42"37 tre anni dopo in una serata speciale a Conegliano Veneto (TV).
Giacomo cominciò a volare proprio nell'estate del '95 e nell'autunno acquistò una solida dimensione internazionale con il secondo posto alla maratona di Venezia in 2h09'34", poco dietro a Danilo GOFFI, molto avanti a un esordiente Stefano BALDINI. Un anno dopo avvenne la consacrazione con la vittoria di NYC 1996. Poi continuò per anni con fantastiche prestazioni cronometriche e mancò per poco la medaglia a una manifestazione globale.
Ruggero ebbe un'incubazione più lunga e le vicende della vita lo hanno portato alla piena maturazione più avanti negli anni, consentendogli una longevità che lo proietta fino alle prossime Olimpiadi di Londra. Da un paio di stagioni è il migliore italiano in attività e non mi dilungo oltre perché tuttora riempie le cronache atletiche. Onore alla costanza e alla determinazione che tante volte fanno la grande differenza per l'espressione del talento, che molti erroneamente identificano con le sole potenzialità fisiologiche.
Io avevo già irrimediabilmente segnato i tendini di Achille, ma ancora non lo sapevo, e l'operazione avrebbe aspettato 10 anni. Non avevo voglia di farmi tagliare. In quella stagione il colpo di grazia è stato dato da una distorsione alla caviglia sinistra (raccontata in precedente post), che al momento sembrava innocente e poi mi ha fatto infiammare disastrosamente l'articolazione. Così si concluse la mia ultima stagione buona della fase 1.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

...onore a costanza e determinazione.
Vale per Pertile e tanti altri,ma anche per chi ritorna a correre dopo un infortunio come te.
Ciao.

Enrico VIVIAN ha detto...

@Emiliano: grazie del riconoscimento! da una gara in cui i valori sembravano abbastanza allineati ci sono stati esiti ben diversi

nel mio caso più che di infortunio bisognerebbe parlare di sindrome in cui tanti elementi dovevano essere sistemati per tornare all'attività agonistica

Filippo Lo Piccolo ha detto...

Molto spesso sono degli episodi a bloccare la carriera agonistica di un atleta e... le scelte che egli fa.
Pertile è cresciuto di anno in anno e prima di gettarsi del tutto sulla strada era quasi sempre uomo da pista.
Ricordo molto bene (ma molto da lontano per quell'epoca che valevo si e no 15'50" nei 5.000m) un Pertile gareggiare con Daidone a suon di 14' e spiccioli - 14'10" non di più, alle finali dei societari.

Accade che si ha la continuità e si rompe quel muro dei 14'00", decisivo per diventare "grandi".
Peccato, l'avevi già infranto, è proprio qui il brutto dell'atletica, la fragilità del proprio corpo...

A livello riduttivo rispetto a te, so molto bene che fino ad 1 anno fa esatto pochi problemi mi fermavano, sono certo che avrei corso attorno i 14'30" nei 5.000m, poi quella maledetta caviglia destra...
Oggi ancora tanti fastidi, allenamenti discontinui, nulla di irreparabile ma... questi mezzi risultati sono frutto della "vita di rendita" che... dura poco purtroppo!

Enrico VIVIAN ha detto...

@Filippo: quale onore! un altro commento ... e spero di avere anche quello del diretto interessato! ieri Ruggero ha corso ai CdS e ho avuto modo di parlargli senza avvertirlo della pubblicazione

l'addetto stampa della FIDAL Veneto ha utilizzato una mia foto per illustrare la gara http://www.fidalveneto.it/content.asp?ContentId=2982 (magari sarà oggetto del prossimo post)

Ruggero è stato molto bravo a crederci e a fare le scelte giuste, anche quelle di operarsi per tempo e darsi una prospettiva lungimirante nella sua carriera

effettivamente 14' sui 5'000m è un bel muro, ma non lo sovraccaricherei di troppo significato: l'ho abbattuto a 20 anni in un'occasione molto speciale, poi ci ho messo 3 anni per gestirlo appieno

anche allora per motivi di tanta fragilità che a volte confina con la scarsa cautela e la minor pazienza, per quanto mi riguarda

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