mercoledì 31 agosto 2011

Verso la Mezza del Brenta 2011 - la parte tecnica

Mezza del Brenta 2010
ritaglio al primo ristoro a 5km
Il titolo dell'ultimo post avrà deluso chi si aspettava qualche nota tecnica sulla gara che passa per le mie strade e che ho corso nelle precedenti cinque edizioni. E magari si sarà chiesto "ma questo beve o corre?". C'è un tempo per bere e un tempo per correre. L'anno scorso mi sono salvato dalla terribile sequenza, quest'anno l'unico inconveniente è la diretta notturna dei Mondiali da Daegu che prevede la maratona maschile. Sabato e domenica scorsi avevo impostato la sveglia giusto in tempo per gustarmi la parte finale della maratona femminile e della 20km di marcia maschile, ma l'orologio interno mi ha destato in anticipo per consentirmi qualche chilometro di spettacolo aggiuntivo. Anche stamane alle 03:30 ho applaudito Elisa RIGAUDO. Poi sono caduto fra le braccia di Morfeo per un altro paio di ore prima di alzarmi per uscire a correre. Tutta sta manfrina per dire ... forza Rero! Anche se non ti guardo da cima a fondo, avrai tutto il mio sostegno.

Partiamo per la Mezza del Brenta! Ovvero cominciamo dall'analisi della partenza. Il ritrovo è in zona arrivo, in Piazza della Libertà, uno dei salotti di Bassano del Grappa, ma per la partenza si scende al Ponte Vecchio (vd. immagini nel precedente post di presentazione della Gazzetta RUN). L'arco è stretto e saremo bravi a non spingerci, come saremo attenti ai profondi tombini in centro strada nella successiva Via Angarano dove sarebbe possibile allargare la sede solo rimuovendo le auto parcheggiate. Nel primo chilometro siamo tutti freschi e lucidi! Poi lo spazio abbonda in Viale Vicenza e lungo la SS248. La strada è prevalentemente in discesa e presenta alcune ondulazioni in zona Marsan, affrontabili con piglio deciso. I coni sulla mezzeria ci ricordano che abbiamo a disposizione solo la carreggiata destra.

IDEALUX @ Marostica, via Montello 70 - Street View by Google Maps

{[(   breve divagazione funzionale
Mezza del Brenta 2010 - primo ristoro a 5km
Il primo ristoro è ospitato da IDEALUX, il negozio di mio padre, che mi è capitato di segnalare a un amico molto attento, più volte in gara su queste strade. Si è avvalso della facoltà di non ricordare. Poi la memoria si è sciolta quando gli ho inviato la foto completa che ho utilizzato nell'incipit. Io guardo avanti e quasi non vedo la bottiglia. Lui probabilmente si è pure voltato per lo spettacolo dal lato B. Ecco a cosa servono i fotografi! A farmi apprezzare quello che mi sono perso per strada perché troppo concentrato sulla gara. C'è chi la chiama trance agonistica che permette di avvertire solo sensazioni che siamo preparati a recepire. Poco più avanti ci saranno mamma, papà, moglie, figli, sorella, nipoti, amici tanti che guarderò e sarò pronto a contare a uno a uno. )]}

Marostica - Castello Inferiore angolo sud-ovest
vista dall'incrocio via IV Novembre - via Roma
Dopo 6km arriviamo a Marostica. Fare attenzione ai lavori stradali in via Montegrappa quando al semaforo si devia dalla statale (accesso contro mano consentito solo per la gara). Alziamo comunque gli occhi perché si punta verso porta Bassano ed è un momento molto vivace perché è un buon posto dove raccogliersi all'ombra di tigli e ginko biloba (vd. punto [4] nella cartina presentata in precedente post). Sono previste sorprese! Corso Mazzini da porta a porta è molto bello e manca solo un giro di Piazza degli Scacchi per rendere perfetto il passaggio in centro. Purtroppo la prima domenica del mese coincide con il mercatino e vedremo l'invasione di bancarelle e gazebi. Accontentiamoci! Il Castello Inferiore sarà visibile girandosi a sinistra a metà corso oppure voltandosi ancora a sinistra al semaforo dell'imbocco di via Roma, dopo aver mollato le gambe lungo la discesa di via Rimembranza.

percorso @ Mezza del Brenta
Ancora un po' di curve (attenzione a non perdere lo spugnaggio in via Campo Sportivo) e dopo la rotonda ci immettiamo nella provinciale verso Nove. Qui rendo merito alla goffa cartina altimetrica perché per un paio di chilometri scendiamo davvero: non sono le gambe a farci correre forte, ma la pendenza all'1%. Questa è l'ultima illusione, rinforzata dall'incitamento del pubblico in centro a Nove fino al ristoro poco dopo l'incrocio. Già il passaggio del Brenta fa sorgere qualche dubbio - e siamo solo a metà gara! - mitigato da strade che sembrano ancora piane, e basta girare lo sguardo a nord per ricordarci che dobbiamo rientrare alle pendici del Grappa. Pensiamo a raccogliere la spugna per un momentaneo sollievo.

percorso @ Mezza del Brenta
A due terzi inizia la nemesi: svolta a sinistra alle Quattro Strade verso Travettore e all'orizzonte si materializza il Massiccio. A questo punto evitiamo di fare tanti conti col cronometro, escludiamo beep e vibrazioni del GPS e concentriamoci su come affrontare al meglio la sottile tortura. Rinfreschiamoci con gli ultimi due sorsi di acqua e buttiamoci nelle chicane della frazione, superiamo di slancio il sottopasso (mi direte come!) e arriviamo alla periferia sud di Bassano. Qui si fa più dura, soprattutto dopo lo spugnaggio, quando la pendenza è acuita dalla stanchezza e ci allontaniamo dalla via più breve che punta verso il centro, per ripercorrere all'inverso le strade della partenza. Ormai è quasi fatta!
Ubriachi più di fatica che dei profumi alcoolici che si elevano dalle grapperie d'intorno, centriamo la porta di ingresso e di uscita dal ponte, svoltiamo subito a destra e poco dopo a sinistra, preparandoci all'ultima rampa verso piazza della Libertà (vd. immagini già segnalate nel precedente post).

ingresso Ponte Vecchio lato ovest
partenza e ultimi 300m ca.
per l'uscita vd. precedente post
Rapide note conclusive (ho già superato 5'000 battute):
# l'anno scorso mi è stato riservato l'onore del pettorale nr.1; quest'anno mi è stato assegnato il nr.2 perché il nr.1 è per una persona speciale, a cui tutti vogliamo bene, oltre a essere stato un pioniere della maratona in Italia;
# rispetto alle foto pubblicate a segnare il clima di festa mancheranno le bandiere tricolori che l'anno scorso salutavano un'adunata di Alpini; propongo i tricolori sempre presenti per occasioni di questa importanza, senza pretendere quanto visto in piazza dei Signori alla StraVicenza (vd. precedente post);
# ci saranno sorprese e novità lungo il percorso; a chi ha già corso la Mezza del Brenta lascio il piacere di scoprirle;
# convocazione! [AV] Master, 21-42, amici blogger (segnalatevi), amici degli amici! ritroviamoci poco prima delle premiazioni di categoria, indicativamente verso le 11:50, dopo l'arrivo di tutti i concorrenti, per una bella foto collettiva sul palco; farò in modo che l'organizzazione ci conceda momentaneamente lo spazio e il microfono dello speaker per richiamare; chi è al pasta party allunghi l'orecchio e si tenga pronto; secondo quanti si presenteranno potremo fare fino a 3 file (in piedi a terra, seduti-accovacciati sul bordo, in piedi sul palco).

Sono arrivato in fondo senza raccontare come sto (salute generale, ultimi allenamenti, analisi del sangue). Rimpolperò il prossimo feedback. Posso solo dire che domenica non mi aspetto un crono particolare: condizione non finalizzata e probabile caldo non mi sono favorevoli per migliorarmi molto dall'anno scorso e aspirare al mio personale in questa gara (vd. considerazioni precedente post). Come già anticipato a Emiliano negli ultimi commenti c'è una possibile soddisfazione finora mai realizzata: una distribuzione con negative split ovvero la seconda parte più veloce della prima che diventerebbe più probabile invertendo il giro. Ora sapete perché.

lunedì 29 agosto 2011

w34/2011 - verso la Mezza del Brenta 2011: primo anniversario di Andrea, primo compleanno con Alessia

04/09/2010 @ Padova (BB con ottica annebbiata)
matrimonio di AndreaM, prima della cerimonia
con mio fratello Davide e BeppeP (vd. precedente post)
Non so quanto le faccia piacere, lei è una riservata, discreta e professionale fisioterapista, ma anche questa è una bella storia da raccontare. O meglio due in una, dal pomeriggio del sabato alla mattina della domenica.

Brindavamo il giorno precedente. Pur conoscendo perfettamente il calendario gare dei tanti amici invitati, l'amico AndreaM aveva fissato la data del matrimonio giusto il giorno prima della Mezza del Brenta (a proposito, chi non si è ancora iscritto si affretti!). Non mi era mai capitato di fare un rinfresco prima di entrare in chiesa! C'era chi voleva resistere e cominciare la preidratazione con acqua, ma per sollevare gli animi il prosecco millesimato funzionava molto meglio dopo il viaggio in corriera che ci ha portato da Marostica frazione Marsan al centro di Padova corso Milano. Così ho assistito alla più bella cerimonia nuziale della mia carriera in quel gioiello di chiesa che corrisponde a San Nicolò. Ho capito perché è richiestissima.

 esterno Sacrario Militare @ Asiago
Se la moglie proviene dalla zona poi ci si infila per il ricevimento in qualche amena località dei Colli Euganei. Così siamo stati accolti nello splendore del Castello di Lispida vicino a Monselice. Un qualcosa di grande in location strepitosa! Sparsi nell'ampio giardino larghi tavoli imbanditi, traboccanti di ogni sorte di delizie a buffet. Qui l'atleta comincia a scegliere! Non troppi fritti, non troppe salse. Anche col vino bisogna star leggeri, ma se cominci con Franciacorta Satèn la vita è in discesa. "Tutto il resto è pimpinella" ha sentenziato BeppeP guardando l'assortimento del tavolo. Così mi sono fermato evitando strani mix nello stomaco. Poi seduto al tavolo mi sono trattenuto da fare il bis delle portate e anche qui non si è bevuto molto, mentre fuori si stava preparando il gran finale, potenziale massacro per l'apparato digerente di un fisico non allenato al decathlon enogastronomico. Mentre si assisteva a un interminabile spettacolo pirotecnico, venivano illuminati i tavoli con frutta e dolci che replicavano la luculliana abbondanza di quelli degli antipasti. Che fare? Si assaggiano i più significativi e si salta del tutto il bancone dei superalcolici che avrebbe carburato i ballerini fino all'alba. Ben più tardi del previsto siamo rincasati con lo stesso mezzo collettivo.

interno Sacrario Militare @ Asiago
Come è andata il mattino seguente? Nessun disturbo intestinale (grande vittoria!) e una prestazione più che soddisfacente considerando tutto (vd. classifica 2010), un minuto e mezzo abbondante più lento del 2009 quando le condizioni atmosferiche furono più clementi, ma più veloce delle altre tre partecipazioni. Cinque edizioni calde finora per la Mezza del Brenta! Cosa è possibile pretendere dal meteo della prima domenica di settembre quando tanti hanno all'orizzonte la spiaggia e un bagno al mare? Per chi vuole divertirsi qui ci sono tutte le classifiche.

Qual è stato il primo pensiero durante l'ultimo incontro con Alessia? "Non avrai mica un matrimonio anche quest'anno, vero?" Lei ci tiene alle mie performance agonistiche, a volte più di quanto ci pensi io quando partecipo a gare non finalizzate. Ci siamo conosciuti al box massaggi del post gara alla Mezza del Brenta 2010 e quindi la prossima settimana festeggiamo il primo anniversario di rapporto fisioterapico. Lei mi aveva sentito nominare, io avevo sentito parlare di lei, ma non ci eravamo mai incrociati.

Sacrario Militare @ Asiago
i numeri che pochi leggono
Mi capita spesso di arrivare presto in zona lettini e di solito chiedo "chi ha le braccia più forti per muscoli di stoppa?". Il più delle volte sono le donne a rispondere affermativamente. Un anno fa vinse Alessia che si è presentata, rivelandosi poi molto brava, come mi era stato detto. Verificata la tragica situazione del momento, non risolvibile nei pochi minuti a disposizione in Piazza Libertà a Bassano, ci siamo dati appuntamento in ambiente più attrezzato (Centro Salus - Studio RX). Così è cominciata l'opera di riequilibratura che mi fa correre più sereno e più convinto, anche se lei continua a ripetermi - con tutto l'ottimismo del caso - che non mi sono rimaste tante cartucce buone nel cinturone.

La settimana scorsa si è quasi stupita guardandomi dalla testa ai piedi, disteso sul lettino. "Avrei dovuto farti una foto un anno fa!", ma io ricordo bene quando non mi appoggiavo completamente, molto bloccato lungo tutta la catena posteriore e ulteriormente grippato sul lato destro. Pochi esercizi regolari, quasi ogni giorno, sono riusciti a rilassare la lordosi lombari, a raddrizzarmi abbastanza le spalle e ad aprirmi la cassa toracica, in modo da distribuire il carico dalle fasce plantari alla nuca. Ero una combinazione fra quanto già segnalato a suo tempo per Stefano BALDINI (vd. precedente post) e quanto dichiarato da Orlando PIZZOLATO (vd. suo post del 13/10/2010 e dotto commento). Poi può succedere, per quanto controllati, che ci scappi l'infortunio (vd. post di Orlando del 16/02/2011; libera scelta fra i miei feedback settimanali).

Sacrario Militare @Asiago
cartina da guardare, anche solo per l'orografia
Oltre che per essere un benchmark assoluto nel running, parlo volentieri di Orlando anche per ringraziarlo dell'ospitalità sua e di Ilaria durante l'ultimo stage di Asiago (vd. post odierno liberatorio). Ho avuto modo di vivere per poco tempo lo spirito dello stage e di accompagnare alcuni fra i suoi atleti più performanti attraverso le strade dell'Altopiano: sabato dal Linta Park Hotel lungo il Barental fino a Monte Corno e ritorno per la parallela Valle di Granezza. Poco meno di 20km di unanime soddisfazione all'interno del bosco, ampliando in loop l'avanti-indietro di quasi due mesi prima (vd. precedente post).

Lo stile di Orlando può non piacere, quando scrive su Correre o quando parla nelle telecronache Rai, ma di persona è un altro mondo, quando riesce a sintonizzarsi sulle esigenze dell'interlocutore. Poi è magnificamente assistito da quella forma di empatia fatta donna che ha sposato e si chiama Ilaria . Insieme formano una coppia vincente. Se li conosci non li critichi, al più puoi commentarli, come faccio anch'io nel blog di Orlando.

vista dal Linta Park Hotel verso est che allarga il panorama della foto di incipit nel post di Orlando

P.S.1 Mondiali @ Daegu KOR: l'atletica ad alto livello è sempre molto bella e si arricchisce di nuove storie con gli imprevisti del caso
# ho parlato tanto di Alex SCHWAZER che mi sembra giusto segnalare l'incisivo post di Mario DE BENEDICTIS e relativi commenti alla 20km di marcia
# ho parlato tanto di Mo FARAH che mi sembra giusto segnalare la storia di chi lo ha battuto, l'etiope che non ti aspetti Ibrahim JEILAN: dimostra che "vince il meglio preparato non il più forte" (qui l'ottimo David MONTI @ IAAF da leggere fino in fondo); qualche dubbio sull'anagrafe?

P.S.2 dopo l'allenamento sono passato al Sacrario Militare ... si vede? per diversi motivi non ero riuscito a visitarlo durante la permanenza a luglio e mi mancava nei relativi post; ho rimediato; le immagini possono apparire dissonanti con il testo, ma io le posto con la massima devozione, la stessa che uso nei rapporti che mi stanno a cuore

P.S.3 si è conclusa ieri la traversata coast to coast del nord America da parte di Alex BELLINI ... eccezionale! - tutti i link in precedente post

venerdì 26 agosto 2011

Ultimi libri di corsa

Perché parlo di libri? Forse perché da stasera fino a lunedì c'è a Vicenza il festival letterario LIBRIAMO (vd. precedente post)? Sono quattro mesi che ho in testa questo post che cercherò di espandere con argomenti correlati.

Comincio da Natale 2010. Che cosa mi regalo? Libri! Ancora regge l'ambiente Master The Shift by NISSAN in cui Terrence MAHON pontificava due volte a settimana (vd. precedente post). Proprio sotto Natale aveva fatto i suoi buoni propositi: nel 2011 voglio diventare più elastico! Così consigliava i suoi quattro libri di riferimento fra i quali ne ho scelto due: il classico dei classici su Active Isolated Stretching "The Whartons' Stretch Book" di Jim & Phil WHARTON (ho comprato l'originale Ed. 1996 @ amazon, ma esiste anche la traduzione italiana Edizioni CORRERE) e un più recente e innovativo, almeno nell'approccio, "The Permanent Pain Cure" di Ming Chew (Ed. 2008 @ amazon). Se il primo libro si focalizza su un nuovo modo di fare allungamento, ormai non più tanto nuovo, il secondo estende lo sguardo verso i tessuti che abbracciano tutte le strutture principali del corpo, muscoli compresi, ovvero le fasce.

Ming Chew è un ex body builder che raduna in modo coinvolgente le molte nozioni  raccolte dai diversi maestri che ha avuto modo di frequentare. "Allungati che ti passa" è il suo motto a cui aggiunge "bevi e reintegra". Così è capitato che diversi suoi pazienti guarissero prima che lui ci mettesse mano. Come in tutte le cose è richiesta attenzione e costanza di applicazione, anche quando sembra non funzionare. E poi non mollare quando sembra che non ci serva più.

Ormai scrivo poco di Terrence MAHON, ma l'uomo è attivo più che mai e i risultati dei suoi atleti parlano per lui: abbiamo visto Morgan UCENY vincere due prove della Diamond League sui 1'500m a luglio (qui si trova una bella intervista) e Jen RHINES correre ancora a 37 anni fino a 15'10"-31'30" sui 5-10'000m (qui si trova una bella intervista). Entrambe saranno ai Mondiali di Daegu KOR: Morgan ha vinto i 1'500m ai Campionati Nazionali di due mesi fa a Eugene OR, validi anche come Trials, Jen con 31'30" ha conquistato l'ultimo posto disponibile dietro a Shalane FLANAGAN e Kara GOUCHER. Vogliamo fare un confronto con i contemporanei Campionati Italiani a Torino?

Quattro mesi più tardi mi trovo a Londra per la maratona e proprio all'inizio di Charing Cross Road che scende da St. Giles verso Trafalgar Square si trova la fornitissima libreria Foyles. Per non perdersi all'interno ci sono mappe dettagliate per raggiungere il settore di interesse. Ci sono entrato tre volte: la prima per prendere visione, la seconda per approfondire, la terza per comprare. Alla fine sono uscito con due volumi: "The Anatomy of Stretching" di Brad WALKER (Ed. 2011 @ amazon) e "Running to the Top" di Arthur LYDIARD (Ed. 2007 @ amazon).

Stretching? Ancora stretching? Sì, stretching. Dopo essere stato a Bodies The Exhibition @ NYC l'anno scorso, ho immensamente apprezzato le tavole anatomiche. Alcuni amici hanno cercato una versione italiana che fino a qualche mese fa non era disponibile. Sono stato inoltre colpito dall'immagine di copertina che riproduce l'esercizio preferito di Ming Chew per allungare la zona pelvica e in particolare il malefico e difficilmente raggiungibile muscolo ileo-psoas. Nessun dubbio sul primo acquisto. Per il secondo la scelta è stata più combattuta di fronte all'ampia scaffalatura alla base della quale sedevo su uno sgabello con le gambe dolenti dopo la maratona.

Avrei mai potuto lasciarmi scappare una memoria riassuntiva di Arthur LYDIARD (vd. precedente post)? Mi sono fatto influenzare dalla dimensione, dalla formattazione e da una copertina che c'entra niente. Mi sembrava abbastanza povero nei contenuti, benché l'assenza di foto lasciasse tutto lo spazio al testo. Invece avrei fatto una grande sciocchezza a lasciare l'ultima copia sul ripiano. La font abbastanza compatto e la presenza di espressioni gergali made in New Zealand rendono impegnativo l'avanzamento nelle pagine dove Arthur raccoglie cinquant'anni di esperienze e alcune argomentazioni in controtendenza rispetto alle idee attualmente dominanti.
Le stesse considerazioni di Renato CANOVA sulla semplice vita dei kenyani, così performanti poi in pista (vd. precedenti post 24/06 e 27/06), sono già contenute fra le pagine 18-20 dove Arthur fa la controanalisi allo stupore generato dalla vittoria di Amos BIWOTT sui 3'000st alle Olimpiadi di Messico 1968 quando Sports Illustrated lo descrisse come un atleta che "non aveva mai avuto un allenatore, non si era preparato correttamente e non aveva mangiato il cibo giusto". Tante, tante perle, in particolare quelle sulle calzature, la nutrizione, i lavori anaerobici, la tecnica di corsa, il rapporto con gli atleti.

Lascio un ultimo link sul suo più caro atleta: How Did Peter SNELL Get to Be Peter SNELL? Nella pagina ci sono due video di 9' e 12'. Un breve amarcord sulla Nuova Zelanda e l'atletica di cinquant'anni fa. Da guardare anche se si capisce poco.

lunedì 22 agosto 2011

w33/2011 - il caldo fiacca e il lavoro paga

Rifugio Val Formica - ben oltre 20°C a 1653m slm
Comincio ricordando il carico di fresco, che non era poi così fresco, e fingo di averlo accumulato ieri in Altopiano. Scendendo in pianura dall'Alpago a metà settimana scorsa, sono stato accolto dal gran caldo che sembra durare per tutta la settimana. Che fare? Correre presto. Albeggia alle sei e quindi si possono ancora frequentare sentieri scabrosi prima che l'autunno ci costringa a ripiegare, noi mattinieri, sulle sole strade asfaltate e sicure. Sopporto discretamente il caldo, dopo essermi adattato.

Subito un amarcord dal 1991, quando si corse il Campionato Italiano di Mezza Maratona alle sei di sera del sette luglio in centro a Verona. Quando scesi dall'auto nei pressi di piazza Bra mi chiesi "come facciamo a correre in queste condizioni?". Se non ricordo male la temperatura era sui 35°C e l'umidità molto alta. Mi consolai con un pensiero "alla fine conta la classifica di società, il caldo c'è per tutti e io lo sopporto bene!".

Atletica Veneta Comunicati - link
foto da me rubata ai CdS Marcon
(vd. precedente post 17/05 )
Così mi feci pilotare dai più esperti compagni di squadra, che mi mantennero nel gruppo buono attorno alla ventesima posizione, mi fecero bere il più possibile e mi liberarono negli ultimi chilometri per contribuire con il mio decimo posto alla vittoria dei Carabinieri. Una gioia e una disgrazia! Infatti il decimo arrivato era l'ultimo estratto a sorte per l'antidoping e ci misi un'ora per reidratarmi e consentire ai reni di produrre un campione di liquido sufficiente a riempire le boccette.

Nelle ultime settimane ho corso quasi sempre su percorsi ondulati che mi hanno lasciato tanto mal di gambe. Ieri mattina non avevo intenzione di tornare ad accumularne così, nonostante fosse domenica, sono partito presto e ho corso in campagna. Cosa saranno 30m D+ su 15km? Io li sento, soprattutto confrontando andata e ritorno, quella pendenza del 0,5% che fa smollare in discesa e costringe allo sforzo supplementare in salita per mantenere lo stesso ritmo. Quello che mi è successo ieri e mi ha dato soddisfazione, a discapito delle pulsazioni che sono aumentate. Ebbene si! Dopo quattro mesi sono tornato a farmi abbracciare dalla fascia del cardio. Fra ritmo e pulsazioni preferisco tenere il ritmo, soprattutto quando si avvicina a quello di maratona: le pulsazioni saliranno meno quando sarò più allenato e il meteo più favorevole. Un buon indice di affaticamento è stato la difficoltà di recupero dopo l'arrivo.

Rifugio Val Formica a un mese all'inaugurazione
Sono tornato a casa e mi sono avviato con la famiglia verso l'Altopiano, prima ad Asiago e poi a Cima Larici e più precisamente in Val Formica. Avevo già parlato della località che bisogna raggiungere volendoci arrivare, in quanto non è di passaggio, ma su una laterale della SP 349 in Val d'Assa (vd. precedente post 04/07) solo sfiorata dai miei percorsi (vd. precedente post 20/07). Essendo punto privilegiato d'incontro con l'amico Sandro BREGOLATO, che presiede il comitato di ricostruzione e avviamento e qui taglia formaggio, ho avuto occasione di visitare tre volte il rifugio che fino a prima non avevo degnato di uno sguardo nemmeno sulla carta geografica. Assicuro che alla prima visita di inizio luglio ci voleva un grande sforzo di fantasia per immaginare quello che ho visto ieri. Allora mi ero posto le due domande già ampiamente argomentate in precedente post: what's the brand? what's the driver? Vittorino docet.

Atletica Studi - link
Qui ho dimostrato la mia ignoranza dei luoghi, pur apprezzandone la bellezza, e l'incapacità di vederne la forte attrattiva, pur avvicinandomi volentieri anch'io. Potrei inserire la foto del parcheggio pieno di auto, in cui sarebbe utile la presenza di qualcuno che indirizzasse, ma non sarebbero considerati i molti gruppi di persone che arrivano a piedi dai sentieri intorno. Il ristorante è saturo e sconsiglio di presentarsi senza prenotazione. Mi si dice che d'inverno sarà ancora più frequentato. Penso che approfitterò della prossima salita collettiva in Altopiano per gustare in compagnia le gioie gastronomiche. Prima data possibile sabato 17/09 in modo da reintegrare subito quanto speso alla Sleghe Lauf.

Complimenti a chi ha visto oltre alla scomodità della strada (ultimo pezzo sterrato, vd. traccia su Google Maps) e allo stato dimesso delle altre costruzioni intorno e ha posto un riferimento di assoluto prestigio per ogni stagione, investendo e lavorando molto in prima persona e coinvolgendo la famiglia tutta.

Alex SCHWAZER & Michele DIDONI @ Daegu
Michael TUMI superstar! Chi si è già stancato di vederlo dovrà abituarsi per gli anni a venire. Pubblico due recenti copertine su riviste specialistiche. Ha perso quella della rivista federale (17,4MB che valgono la pena di essere scaricati e sfogliati) solo perché è stata preferita la staffetta junior 4x400m a quella promesse 4x100m, entrambe vittoriose al campionato continentale e al primato italiano di categoria. Come è dura scegliere nell'abbondanza! Michael è in partenza per i Mondiali di Daegu KOR dove sarà sui blocchi della 4x100m assoluta. In bocca al lupo! Mi auguro trovi un posto anche Matteo GALVAN, in questi giorni in raduno con tutta la squadra. Riuscirà a convincere il selezionatore?

Aggiungo un'ultima recentissima foto di Alex SCHWAZER scaricata dal sito fidal.it. Lo vedo molto bene impostato e ben tirato con una plicometria da grande gara. Lo stesso non si può dire di Michele DIDONI (vd. precedente post). In fin dei conti la sua presenza è tecnica e non agonistica. Non è una bella coppia? Domenica mattina vedremo quanto funziona. Sveglia all'1:50! Chi ha fisico può fare un dritto dal sabato sera.

PS 24/08 potenza dell'indicizzazione di Google! il mio blog anticipa in classifica il sito stesso della Val Formica! me ne sono accorto stasera quando ho controllato dopo essermi iscritto al Libro degli Ospiti ... come si fa a non essere amici della Val Formica?

mercoledì 17 agosto 2011

Dal tacco-punta alla punta di penna, passando per la maratona

Alex SCHWAZER @ Barcellona 2010
ph. Giancarlo COLOMBO (con exif)
A volte ritornano! Comincio con una foto di Alex SCHWAZER che sia bene augurante al nostro atleta sulla via dei Mondiali di Daegu KOR. Ho adocchiato i programmi gara (vd. sito IAAF) e penso che mi focalizzerò sulle finali interessanti perché sono a rischio indigestione. Non ho più lo stomaco di una volta. Come per l'alcool. So che guarderei tutto e mi informerei su tutto, soprattutto da quando internet è riempita di tutto. Il fuso orario è generoso (differenza di sette ore, ovvero otto meno una perché la Corea non adotta l'ora legale) e porta le finali concentrate nelle ore serali 19-21 del Far East alle comode 12-14 italiane. Il problema sarà per le prove lunghe su strada in partenza alle 9 locali che corrispondono alle 2 di notte italiane. Vincerà il sonno o la sveglia?

L'atletica ad alto livello è molto bella e quando è ripresa al meglio diventa stupenda. Penso ad alcune specialità tecniche, p.e. il lancio del disco, scrutato da molte telecamere da inusuali posizioni che permettono di apprezzare al meglio ogni prova di cui programmi dilatati consentono la messa in onda. Capita poche volte di entrare in pedana con l'atleta (vd. foto Diego FORTUNA in precedente post). Una gioia per i cultori.

Parlo di marcia anche perché c'è un rientro atletico in famiglia, comprensivo di conversione dall'antica azione tacco-punta alla corsa di mio fratello Luigi, il più giovane in famiglia. In tutte le categorie under 20 ha duellato da vicino con Michele DIDONI, l'attuale allenatore di Alex, il quale ha spazzolato quasi tutto fino a junior e ha raggiunto un precoce vertice con l'inattesa vittoria ai Mondiali di Goteborg SVE 1995. Devo stare attento a parlare di marcia perché fra i miei follower c'è Mario DE BENEDICTIS, fratello e partner tecnico di Giovanni  (rende di più la rappresentazione grafica della scheda su Wikipedia che quella IAAF) per tutto l'arco di una straordinaria carriera che ha abbracciato cinque Olimpiadi, da Seul 1988 ad Atene 2004, dall'oro in maratona di Gelindo BORDIN a quello di Stefano BALDINI. Giovanni c'era! In tre nomi ho riassunto una continuità vincente degli ultimi vent'anni, rimanendo all'interno dell'Arma dei Carabinieri.

LIBRIAMO 2011 - frontespizio
Chiusa parentesi storica e riapriamo quella tecnica. Quasi nessuno sa che fu Luigi il primo dei fratelli VIVIAN (vd. foto recente nel post 24/07) a iscriversi in una maratona cinque anni fa e poi desistette per problemi alla schiena. Di sicuro non gli fece bene l'incremento di chilometri di corsa quando a suo tempo era abituato a volumi di lavoro ben più consistenti distribuiti però fra piscina e bici, molto meno traumatiche. A vent'anni aveva infatti abbandonato la marcia a favore delle specialità multiple duathlon-triathlon dopo alcuni dissapori tecnici con i giudici e non solo. Luigi ha le ginocchia simili alle mie e anche in massima estensione rimane un incavo nel retro che rende evidentissimo anche il minimo sbloccaggio. Bisogna essere sempre perfetti per arrivare in fondo.

Proprio in occasione della foto già segnalata, forse corroborato dalla compagnia e dall'alcool, ha lanciato la sfida "in molti andate a correre la maratona di Venezia? ci sarò anch'io!". Ad alcuni è sembrato un colpo de mona del venerdì sera, ma domenica mattina Luigi si è presentato all'allenamento collettivo e qualcuno ha preso paura quando nella solita progressione finale ha staccato molti, gli stessi che non sanno che lui marciava a ritmi in cui tanti fanno fatica a correre (4'20"/km sui 10km da junior) e che correva a ritmi che tanti si sognano. Ricordo un allenamento in pista: prova secca sui 5'000m terminata ben sotto i 16' (= 3'10"/km). Chiaro? Luigi deve solo tradurre ed estendere il detto che "la corsa è una marcia a ginocchia sbloccate", cercando di guidare nella corsa l'avanzamento delle articolazioni come era costretto a fare nella marcia e in bici. Perché di suo tenderebbe a sbandare dal ginocchio in giù nella vista frontale.

LIBRIAMO 2011 - retro
presenta Alessandro ZALTRON
A sto punto mancavano due cose: un paio di scarpe decenti a contenere l'eccessiva pronazione e un minimo di programma a disciplinare la sua estrosità, a volte autodistruttiva. Per sistemare i piedi ho fatto presto: siamo entrati nella spelonca degli amici assortiti per uscire con un robusta e confortevole scarpa A4. D'altronde le estremità di Luigi non si sono mai lamentate. Un po' più difficile redigere un programma dove ho introdotto una doppia variante artistica che lascio alla sua interpretazione: [1] per interrompere l'azione di corsa, gli ho consigliato di inserire azioni di marcia in modo da qualificare al meglio quel run-walk-run che nel suo caso aiuta molto a reimpostare l'azione di corsa; [2] in attesa di una prova significativa (Mezza del Brenta 04/09?) per disciplinare i ritmi mi sono affidato alle sue sensazioni respiratorie, dopodiché le diciture lento-medio-veloce saranno convertite in ritmi.

A dire il vero manca ancora una cosa: il pettorale per la maratona di Venezia! Qualcuno rinuncia? L'organizzazione accetta il trasferimento di iscrizione fino a inizio ottobre (vd. scheda @ venicemarathon.it).

Ho seminato nel post le immagini del festival letterario LIBRIAMO 2011 che si terrà a Vicenza a fine agosto. Tutta la documentazione nel sito e maggiori dettagli nel programma. Un'occasione comoda e imperdibile per chi, come me, fa un minimo di scrittura, benché tecnica e amatoriale. Un modo diverso di vivere la città, vista magari con gli occhi di Antonio FOGAZZARO di cui si commemora il centenario della morte.

PS due note sulla foto di Alex SCHWAZER: [1] la sospensione colta da Gianfranco COLOMBO è sopportabile in un momento delicato come l'inversione del senso di marcia in curva (a maggior ragione sui 20km); [2] l'utilizzo di calze a elevata compressione sotto il calzino tecnico come iniziò Paula RADCLIFFE GBR sin dai Mondiali di Helsinki FIN 2005, quando ci deliziò con un fantastico assolo; un augurio per Daegu anche a Ruggero PERTILE che nella stessa occasione ebbe l'ultimo svarione agonistico, ottenendo un tempo superiore a quello di Paula.

domenica 14 agosto 2011

w32/2011 - un tranquillo weekend di Ferragosto in Alpago

coppia vincente! Lepiota Procera e Boletus Edulis
Smemorato! L'altro giorno mi è successo un piccolo incidente che mi ha fatto ricordare che non sono sempre sceso in salute dall'Alpago.
Al ritorno dalla corsa procedo con lo stretching rituale, per asciugarmi all'aria mi tolgo la canotta B2R e la appoggio sul corrimano della ringhiera in legno. Quando faccio per raccoglierla sento un dolore fortissimo alla falangetta dell'indice sinistro: una vespa si era momentaneamente annidata fra le pieghe umide, forse attirata dalla mimesi del colore giallo-nero, e ha aggredito la mia estremità. Tolgo il pungiglione incastrato nella zona di flessione del dito e provvedo a disinfettare con tintura di aloe fresca. In pochi minuti si gonfia tutto il dito e il fastidio si propaga fino al polso, facendomi perdere forza nella presa di tutta la mano. Dopo un giorno l'inabilità si converte in prurito sopportabile. Cose che capitano! Meglio una vespa o una zecca?

vista dall'abbaino in mansarda; successive velature azzurre segnano la profondità prospettica della valbelluna

Nell'estate 1982 è successo un incidente meno simpatico, che all'inizio sembrò innocuo e invece innescò il primo vero e proprio infortunio. A quel tempo avevo un eccesso di energie che mi consentivano illimitate partite di calcio sia nella piazzola alla base del villaggio sia nei prati ricavati nelle aperture del bosco che allora venivano curati. Accadde che occupammo un territorio apparentemente non presidiato e cominciammo a giocare nonostante il cielo grigio e l'aria pesante non lasciassero molta speranza. Più di qualcuno si lamentò per punture di vespa che si fecero più frequenti e ben distribuite. La foga agonistica copriva tutto. Si pensò che gli insetti fossero nervosi per il meteo e invece ci accorgemmo tardi che stavamo incautamente calpestando alcuni nidi sotterranei non ben evidenti fra l'erba.

per gli armenti e per i runner scorre acqua fresca a Casara Pal; deep cold soaking til 1983

Alla fine avevo collezionato una decina di punture soprattutto nella zona delle caviglie e la parte bassa della gamba. Tanto prurito iniziale si trasformò in discreto indurimento nella zona del tendine di Achille e del soleo sinistro. Al ritorno degli allenamenti in pista il fastidio non ci mise molto a degenerare in infiammazione che mi costrinse al riposo per alcune settimane e alle prime rudimentali terapie. Mancava poco alla fase nazionale dei Giochi della Gioventù dove non mi presentai al meglio e rimediai un 6'12" sui 2'000m più che soddisfacente per la condizione e più che sufficiente per contribuire alla vittoria della squadra. La scuola media Natale dalle Laste di Marostica vinse anche l'anno successivo con le ragazze. Anni gloriosi! Una foto di poco successiva è pubblicata in precedente post.

Alpago - località evidenziate e aggiunte
Come anticipato in precedente post mi sono fatto inviare le schermate da Google Map per segnare le principali località dell'Alpago e del Cansiglio che percorro volentieri. La maggior parte dei chilometri sono collezionati sulla strada che da Villaggio Quota 1000 (comune di Chies) porta a Tambre e in particolare il tratto da Casara Cate a Col delle Fratte prima che la discesa si faccia più pendente verso Pianon. Sono circa 2,5km con un dislivello di 50m, con pendenza variabile da 0 a 4%: un avanti-indietro che ripeto volentieri più volte, rimanendo quasi sempre all'ombra del monte Guslon (al mattino) o degli alberi (alla sera). Spesso faccio un unico avanti-indietro fino a Broz e si possono inserire la variazione su costa Mazzer e un'impegnativa deviazione da Pianon fino a Col Indes con gli ultimi 120m D+ su una strada bianca utilizzata d'inverno come pista per slittino. Durissima! Fino a qui sono completamente autonomo, parto e arrivo a casa senza muovere l'auto.

Cansiglio - località evidenziate e aggiunte
Con poco sforzo è possibile arrivare ai bordi del bosco del Cansiglio ed entrare nelle strade forestali. Un loop fattibile di circa 18km parte da Sant'Anna, entra nel bosco a Pian Rosada, scende all'imbocco della Val Bona e ancora in Valmenera per poi risalire a Pian Osteria-Campon-Pian Rosada e chiudersi in Sant'Anna. Allungando di 5km e aumentando il dislivello di almeno 100m D+, un altro bel loop parte da Pian Osteria, scende in Valmenera e sale per 350m D+ in Candaglia per poi scorrere sul miglior pezzo di strada bianca fino a Crosetta. A questo punto è sufficiente chiudere il giro sulla strada principale che taglia il Piano del Cansiglio fino a Pian Osteria. Tengo per ultimo il tratto più bello, ovvero la strada del Taffarel che parte da Col Mazzuc e taglia per circa 8km il versante interno fino alla strada che sale al Pizzoc. Il fondo è abbastanza sconnesso, ma il bosco è molto bello e profumato a quota 1'300m slm. Come utilizzarlo? Un avanti-indietro dal lato sud (anche da zona Cadolten) oppure è possibile farsi recuperare a sud dopo aver assalito Col Mazzuc da Campon-Palughetto ed essersi goduti i 300m D+ in unica soluzione.

Aggiunte del lunedì
[1] per chi si fosse dimenticato l'origine della festa odierna, ecco il documentato link a Wikipedia; oggi Don Sergio ci ha ricordato la proclamazione del dogma 01/11/1950 quando alle ore 9 furono suonate tutte le campane cristiane; una splendida rappresentazione dell'Assunta è presente fin dagli esordi di questo blog;
[2] la formazione di S.M. Natale Dalle Laste a Roma 1982 non è famosa come la nazionale di calcio in Spagna nello stesso anno e mi sembra giusto ricordare Giovanni MALUCELLO (80m), Fabrizio MARCON (80hs), Giuseppe PERON (lungo), Walter LUNARDON (alto), Marino VIERO (peso), Giuseppe MARCON (riserva)

mercoledì 10 agosto 2011

Inversione di flussi (2) - Claudio BERARDELLI

...   continua   ...

Claudio BERARDELLI @SpikesMag,com
Come già scrivevo nel penultimo post "spread my ashes here", forse è meglio continuare a episodi più che lasciare puntate aperte. Effettivamente in questo periodo sono successe "tante cose! troppe cose!" e non è solo il titolo del post 24/07.
Dopo un mese e mezzo recupero quindi il post 24/06 e chiudo in attesa di probabili contributi futuri. Mi sono trovato sommerso dalla storia di Renato CANOVA perché l'uomo non risparmia parole (non lo ha mai fatto) e gli attuali mezzi di comunicazione le amplificano e le fanno rimbalzare.

Torno soprattutto all'atleta che avevo lasciato solo indicato, ovvero quel Wilfred Oanda KIROCHI KEN che ha spazzolato tutto nelle categorie giovanili, vincendo fra gli junior (under 20) quando era ancora allievo (under 18), visto che non c'erano ancora manifestazioni mondiali per la categoria. Riuscì a vincere i 1'500m nelle prime due edizioni dei mondiali junior (Atene GRE 1986 e Sudbury CAN 1988), incastrandoci in mezzo anche due mondiali di corsa campestre (Varsavia POL 1987 e Auckland NZ 1988) diversissimi per condizioni di gara: un mare di fango nell'ippodromo polacco, un prato estivo nei campi di golf australi. Tutte gare stravinte, massacrando i giovani concorrenti, fra cui un certo Noureddine MORCELI ALG che avrebbe riscritto pochi anni dopo l'albo del mezzofondo veloce.

Cosa ci faceva Wilfred a Curtarolo nel febbraio 1992? Semplice, i Campionati Regionali veneti di corsa campestre, essendo lui tesserato per la GAAC PAF di Verona. Poco dopo aver ottenuto l'argento ai Mondiali di Tokyo JAP del 1991 e sulla via che avrebbe dovuto portarlo alle Olimpiadi di Barcellona SPA del 1992 è passato anche sui prati e fra le vigne poco a nord di Padova, già allora lottizzati e poco dopo cementificati. Wilfred sapeva correre i cross, anche quelli di 12km e ne diede prova fin dall'esordio della prova senior a 20 anni quando si classificò terzo nell'insidiosa palude in cui si era trasformato il campo di golf a Stavanger NOR 1989. Allora vinse il compagno di squadra Jonh NGUGI KEN (vd. anche precedente post), sempre ultimo al cancelletto di partenza per evitare fughe precoci. Nel mezzo si frappose Tim HUTCHINGS GBR che fu tra i primi a sperimentare la preparazione in altura in Kenya, quasi a mimare i metodi della squadra che si stava dimostrando vincente già da alcuni anni.

CR XC 1992 Curtarolo (PD) - ph. Matteo
l'onda dei giovani tifosi dopo aver staccato KIROCHI
Come andò a finire a Curtarolo? Wilfred si staccò nell'ultima parte e il terzo arrivò ben oltre il minuto. In condizioni normali non ci sarebbe stata gara, anzi, mi sarei onorato di fargli compagnia per quanto mi sarebbe stato concesso, ma Wilfred era fuori forma come spesso gli capitava. In Italia aveva tutto per allenarsi, la sua squadra - che sarebbe diventata la mia nell'anno successivo - lo aveva messo in condizione per avere il miglior allenatore (Lucio GIGLIOTTI) e i migliori compagni di squadra (Gelindo BORDIN; Francesco PANETTA, Salvatore BETTIOL & co.) nella migliore logistica per correre. Questa era la tendenza di allora, iniziata in Italia da Enrico DIONISI con Said AOUITA, perfezionata ed estesa da Gabriele ROSA col gruppo che ebbe in Moses TANUI e poi in Paul TERGAT i massimi alfieri. Si portavano i migliori atleti in Italia per lunghi periodi e si cercava di fornire loro tutto quello che sembrava potesse servire per correre forte. Non sempre arrivavano i risultati perché molto spesso il progetto di vita non coincideva con il progetto di corsa. Forse nessuno chiedeva a loro se fossero felici.

A detta di Renato CANOVA (vd. pag. 9 del thread nel blog di LetsRun) fu proprio Gabriele ROSA a cambiare la tendenza e per primo a trovare le risorse per finanziare i camp direttamente nel paese di origine. Andava spesso di persona in Kenya a controllare l'evoluzione degli atleti, ma i risultati ebbero un'ulteriore evoluzione quando un suo coach di fiducia accettò di vivere con loro, entrando in sintonia e adattando giorno per giorno l'allenamento alle condizioni del momento. Questo stanno facendo Claudio BERARDELLI (per Gabriele ROSA), Gabriele NICOLA (per Gianni DEMADONNA) e Renato CANOVA stesso.

Non è facile scrivere di Claudio perché non si racconta molto e spesso si limita a far parlare i risultati dei propri atleti (vd. recente articolo "Habanera d'Italia" su CORRERE N.322 agosto 2011, pagg.21-22, a firma di Andrea SCHIAVON). Non gli manca la lingua, anzi, ma evita di costruire impalcature teoriche e cerca di portare tempi importanti e vittorie prestigiose di cui descrive i retroscena in maniera molto semplice e basilare.

Per anni ha vissuto mimetizzato nel gruppo di lavoro e solo nella primavera del 2009 ha iniziato a essere riconosciuto con maggior precisione, quando due suoi atleti kenyani Duncan KIBET e James KWAMBAI corsero 2h04'27" a Rotterdam (05/04/2009). Ho trovato un bel profilo su SpikeMag.com (parte 1 e parte 2) che lo descrive alla successiva maratona di Londra "... to pick out a most powerful or influential in the room would be an unfair task, yet chances are you wouldn’t immediately pick out the youthful slender Mediterranean-looking guy, deep conversation with Olympic champion Samuel WANJIRU ..." (vd. precedente post). Tutto in inglese ... be practising!

(da sx a dx) Martin LEL, Claudio BERARDELLI,
Luciano GIGLIOTTI, Stefano BALDINI
solo i tragici eventi kenyani a inizio 2008
hanno permesso l'incontro in Namibia e questa foto
www.stefanobaldini.net
“On occasion I need my athletes to run with a heart-rate monitor but westerners need to understand Kenyans were running in its pure, most natural form long before the advent of the heart rate monitor.”
“Let’s say I have an artistic approach but with scientific foundations, ... the way you have to show to them is artistic because you have to show to them a quick and easy way.”
I don’t believe too much in setting programmes with Kenyan athletes, but I believe that you must be there daily. Dr (Gabriele) Rosa showed me how to understand Kenyans and deal with them. I think that one of my secrets is that I know every single one of my athletes. I know their background, their family and economically how they operate.”
“They are sometimes late (for training) and you have to be patient and calm because they are very sensitive people ... Also never tell them they are not good or out of shape. Use another way around to explain this – use a tricky way.”
“Sometimes they (the Kenyans) can push hard (in training) but the following day go very easy because they feel they have worked hard (the previous day). But I believe the key with the marathon is to add (more) so you have to convince them that even if they are tired they have to add a bit of quality in your training and not to rest completely, so this will improve the quality of workouts.”
“I don’t think I’m so expert. The way I see it is when you are on the track one second means a lot but when you are training for the marathon one second means nothing. It is important for me to deal with track athletes because I am forced to be well organised. ... I believe athletics is becoming very, very competitive and you have to be very specific. If you want to remain in front you have to be very, very focused, and I fear taking on too much.”
“The main problem I have is to know how to push these people. Six days before the Rome Marathon, Benjmain Kiptoo, the guy who won in 2:07:17 was running 35km pushing. What is the limit of these guys? It is difficult to know. These guys are all individuals. Duncan (Kibet) and James (Kwambai) run 130km a week, while other people like Martin (Lel), for example, run 200-220km a week.”

Proprio su questo particolare tecnico Renato CANOVA si è scatenato in un biblico thread nel forum di LetsRun e ha colto l'occasione per una sintesi sull'evoluzione dei metodi di allenamento applicati alle prove di fondo. Un'altra lezione magistrale e il titolo è un omaggio al giovane collega "Duncan Kibet and James Kwambai : the role of Claudio BERARDELLI, and analysis of something new in training". Molto bello e significativo è il ritratto nell'incipit prima di partire per la tangente in 14 entusiasmanti pagine (per i pigri c'è un pratico copia-incolla degli interventi del Coach a pag.12).

06/11/2010 NYC Marathon - pranzo pre gara (sx - dx)
fratello Matteo, James KWAMBAI, ..., Tiziano ROSSI
ogni tanto al fotografo capita di essere fotografato
After the historical Sunday that changed the Marathon in the World, I like to speak about the young Italian coach of both the athletes at 2:04:27 (Duncan Kibet and James Kwambai). Claudio Berardelli is a very young (27 years), motivated and humble person. He's doctor in Science of the Movement, and from about 3 years works in Kenya. Looking at the results of his athletes, at the moment he can be considered the coach number 1 in the World in Middle and long distances.
His Marathon runners are, apart Kibet and Kwambai, Martin Lel, Robert Cheruiyot, Evans Cheruiyot, the number 3 in Paris yesterday, the winner of Rome in 2:07:17 and many others about 2:08.
On track, he's the coach of the Olympic Champion of 1500m W (Nancy Lagat), of the World Champions of 800m M-W (Alfred Kirwa and Janet Jepkosgei), and of the new Matthew Kisorio, second behind Mosop in Kenyan CC Trials.
We share without any stupid secret our experiences in training. If I teached something to him, I learnt a lot from his new experiences. We have to learn from the athletes, discovering every time new possibilities in training, due to the different talent and the different physiology of everybody.
So, we are now trying to better understand the connection between volume and intensity, because Kibet and Kwambai have a training of high quality with little volume (130-140 km per week), many times running only once per day. But, at the same time, Martin Lel and Robert Cheruiyot have a training of high volume. I will explain, step by step, what we are trying to understand and to analyse.

A cosa si riferisce la foto inserita? Noi siamo in quattro seduti all'estremità del grande tavolo di Serafina, noto ristorante italiano nella zona giusta di Manhattan, quella invasa dai maratoneti all'inizio di novembre, e il capo sala ci chiede se può far accomodare allo stesso tavolo anche altri clienti fra cui un atleta da due ore e quattro. Faccio due pensieri: chi può essere? Arrivano, si siedono e parlano in inglese. Allungo l'orecchio e sento che il piccolino di carnagione scura si chiama James. James chi? L'unico James da due ore e quattro che conosco è KWAMBAI. Facciamo una foto? Chi li disturba? Il solito scemo sono io, una parte che mi riesce bene. Dov'è Claudio? Non lontano, poco sulla destra, ma non ha voluto partecipare al quadro. Si è quasi scusato dicendo "è James l'atleta!". La prossima volta non mi faccio fregare e oltre alla foto insieme mi faccio siglare l'autografo. Appuntamento per sabato 05/11 ore 12? Soliti spaghetti alla bolognese? E la rituale Sprite per James? Se invitiamo anche Clio ZAMMATTEO potremmo essere anche più belli (vd. precedente post), ma evitiamo "pastin" di cui sto facendo un discreto carico in Alpago.

Chiudo con le parole di Claudio che terminavano l'intervista su SpikeMag parte 2. “I’m a bit scared as well that everyone says I’m the best coach in the world. Tomorrow I could do the same good job but because of some reason they will say I’m the worst coach in the world.” Hai ragione, Claudio! Effimera è la gloria, ma tu sei già nella storia.

domenica 7 agosto 2011

w31/2011 - in hoc signo vinces

bravo chi decripta completamente
la simbologia retrostante alla grafica
Questo è il segno che rimane dell'incontro di lunedì scorso, quando ho avuto occasione di dialogare con Sebastiano ZANOLLI nel suo ambiente di lavoro in 55DSL e sono riuscito anche a disturbare la riunione tecnica-creativa per una delle prossime stagioni che si è interrotta per la pausa caffé. Quale posto migliore per mettersi a discutere in libertà se non di fronte alla macchina simbolo dell'aggregazione aziendale? Spazio ampio in angolo ben arieggiato con seggioloni e piano di appoggio degni di un bar. I collaboratori più avveduti utilizzano anche il frigorifero per mantenere al fresco i propri rifornimenti.
Sono arrivato attrezzato di tutto punto, come se dovessi avere sostegno per ogni argomento di potenziale discussione. Ho disatteso uno dei comandamenti che continua a ritornarmi per vie diverse "viaggia leggero!" e non che dovessi fare molta strada ... all'incirca un chilometro in linea d'aria! Io abito in centro a Marostica, 55DSL ha la sede all'imbocco di via Anconetta (vd. punto [2] nella cartina in precedente post), lungo una parallela della recente lottizzazione rispetto alla storica strada che ricalca la centuriazione romana della campagna vicentina. Allora Marostica stava al vertice nord del cardo massimo.

Dall'incontro ho intuito alcune cose. Ho forse capito perché Sebastiano, pur avendo competenze e abilità da coach di prima qualità, rimanga nel suo ruolo in azienda, orgoglioso dell'opportunità che si è guadagnato di guidare un marchio prestigioso, ruolo che gli offre applicazione della molta teoria che assorbe a saturazione della sua intensa giornata lavorativa, in continuo scambio sinergico.
Sebastiano legge tanto e si ricorda molto, anche di chi, come me, quasi lo interrompe nel suo flusso operativo; crede nel network e nel valore dell'insieme delle relazioni da sviluppare e condividere verso esiti comunque fecondi. Forse è questa disponibilità a renderlo così benvoluto, nell'interpretare quel ruolo di "manager atipico", come gli piace tanto definirsi.

la vallata dell'Alpago tagliata dal torrente Tesa che sfocia nel lago di Santa Croce; sullo sfondo il col Visentin

Trovo buon riscontro nel mondo dei coach. Forse perché incarno con discreta congruenza la metafora sportiva che molto spesso è portata come esempio nelle lezioni, fino a costruire intorno un intero seminario (vd. precedente post). A me risulta naturale parlare della mia attività, di quello che faccio e di quello che si potrebbe fare, non tanto nei campi di atletica quanto per le strade del mondo dove si raduna la maggior parte del movimento. A me risulta naturale anche cambiarmi la maglietta in pubblico (ne faccio di peggio in giro per il mondo!): se Andrea e Sebastiano mi regalano una maglia, io la provo subito, così non corre il rischio di rimanere nella confezione. Poi capita che Antonella prenda paura quando rientro in casa, come successo quando ha visto un fantasma aggirarsi per casa con la maglia "BASTA CHIACCHIERE" nella notte del cinque luglio scorso (vd. precedente post). Purtroppo non riempio bene col torace le taglie attillate di moda in tempi recenti. Addominali e glutei elaborati da core stability rimangono nascosti e dedicati alla corsa.

il bosco arriva fin dietro casa e viene tenuto a bada dall'azione tagliente di Carlo, che continua a vincere

Come dicevo ci siamo messi a parlare di fronte al crocevia nevralgico della socialità aziendale e ho avuto conferma della capacità di mettermi in relazione a persone del tutto nuove (o quasi) con un semplice passaggio o una presentazione. Vabbé, ero in buona compagnia e accreditato ai massimi livelli, comunque ho  verificato una volta in più che il running è un ottimo argomento e ho sicuramente sbagliato in passato a separarlo dalla sfera lavorativa, quasi segregandolo in un'area ludica e intima che rischiava esiziale interferenza con le competenze professionali. Parlavo comunque "di corsa", forse evidenziando quella cesura che la richiudeva in uno spazio limitato al risultato agonistico e non pervadeva invece la mia persona, diventando così un tratto peculiare della capacità di azione, struttur(azione), determin(azione). Ogni corsa comincia con un primo passo e io lo faccio volentieri ogni giorno. Ci sono molti che non ci riescono, pur volendolo almeno nelle intenzioni.

vista dall'abbaino in mansarda; col Visentin e apertura sulla valbelluna

Semino nel post le immagini dell'Alpago riprese dalla casa in cui i miei genitori Carlo e Marisa riescono ancora adesso a radunare gran parte della famiglia, dopo 35 anni di continua sistemazione e adeguamento degli ambienti. Qui sta bene chi non ha particolari pretese, chi apprezza la lenta e silenziosa vita del bosco (*) che abbraccia questo villaggio, mai cresciuto secondo le iniziali intenzioni dei costruttori. Qui siamo capitati e qui rimaniamo, finché Carlo e Marisa continueranno a curare gli ambienti che brillano per funzionalità e vitalità, con un ricambio generazionale che non si è esteso alle altre abitazioni.
Cosa fare a mezza costa dell'Alpago, in località Mont fra Chies e Tambre? Correre, mangiare, dormire, leggere, vivere in compagnia nella sana promiscuità degli spazi che da sempre caratterizza la casa.
Sebastiano si era anche interessato alla mia dieta e, se mi vedesse, prenderebbe forse paura. Appena arrivato ho cominciato con "pastin", specialità locale a base di carne di maiale, tanto cara a Clio (vd. precedente post) che ho già avvertito. Ho ammorbidito l'intenso gusto speziato con melanzane locali più saporite che mai e cappelli di Lepiota Procera che si elevano sui prati intorno.

vista dall'abbaino in mansarda; ricami di nuvole fra una pioggia e la successiva

Corro avanti-indietro sulle strade che tagliano la costa, se trovo supporto logistico entro da una parte ed esco dall'altra del bosco del Cansiglio (**). A suo tempo scendevo in pianura per eseguire i lavori specifici su pista, a Belluno o a Conegliano. Ora non lo faccio più, pur avendo la pista ben più comoda a Farra d'Alpago. Non mi serve. Di qui sono sempre sceso pronto per la stagione di settembre, anche quando al mattino, appena alzato dal letto, facevo fatica a scendere la stretta scala a chiocciola per l'acciacco del momento.

(*) anche a chi non piacesse il personaggio Raffaele MORELLI consiglio l'ascolto del podcast su RTL102.5 del 19/07 in cui dispensa alcuni consigli per le vacanze ... troppo tardi?

(**) il collegamento GPRS mi avvicina alla santità e mi impedisce di realizzare una cartina dei percorsi da Google Map; insisto nei prossimi giorni e magari la inserisco nel prossimo post di feedback; consiglio carta topografica TABACCO foglio 012 "Alpago - Cansiglio - Piancavallo - Valcellina"

PS forse porto fortuna agli atleti di cui parlo (vd. precedente post): Lauren FLESHMAN ieri ha vinto i 5'000m in 15'00" nella tappa di Londra della Diamond League con una bel chilometro finale in 2'50", quasi completamente ignorata dal cronista che si lamentava, a ragione, della scarsa regia della BBC; attendo resoconto nel suo blog
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