venerdì 30 marzo 2012

Poteva Andare Peggio - Davide CASSANI

Alla ricerca di aggiornamenti sulla via del Giro delle Fiandre (vd. PS dell'ultimo post) sono entrato nel sito della Gazzetta dello Sport e ho trovato una notizia su Davide CASSANI (vd. link).

Davide MINUZZO & Davide CASSANI, NYC 2009
Cassani, incidente in bici
"Ho perso un'ora di vita"

L'ex professionista, oggi commentatore Rai, è caduto mentre rientrava a casa riportando la frattura dello zigomo e del piatto orbitale. "Forse dall'altra parte non mi hanno voluto, hanno deciso che devo stare ancora qua"

Davide CASSANI, ex corridore professionista e oggi stimato commentatore per la Rai, è stato vittima di un incidente lunedì sera a Milano. CASSANI, 51 anni, stava rientrando a casa con la sua city bike a scatto fisso quando all'altezza di una rotatoria in zona Lambrate è caduto battendo violentemente il volto. Banale la causa, eppure Davide ha rischiato la vita: la campana del pantalone si è incastrata nella catena, sbalzandolo. Violento l'impatto sull'asfalto. CASSANI ha perso conoscenza, riportando la frattura dello zigomo e del piatto orbitale. Si è svegliato un'ora dopo in ospedale, al San Raffaele, dove i medici hanno appurato fortunatamente l'assenza di danni all'occhio al cervello e alle vertebre. In giornata verrà trasferito al San Paolo dove domani verrà operato al viso. Ecco cosa ha scritto CASSANI sulla sua pagina Facebook per raccontare l'accaduto ... (continua @GdS).

Così si chiude l'articolo della Gazzetta, ma rimane aperto il dialogo fitto di Davide su FaceBook. Che potenza! Quasi 2'000 persone ricevono gli aggiornamenti, interessanti e ben scritti, per quanto concesso dall'editor di testo di FaceBook. Proprio bravo! E nell'ultimo post di ieri sera ci regala la sua visione delle Classiche del Nord.

21-42 meet Davide @ Reservoir, NYC 2009
Cari amici, se avete 10 minuti e voglia di leggere qualcosa naturalmente di ciclismo andate sul mio sito. È un pezzo che ho scritto per la rivista Bici Sport che è in edicola in questi giorni. L'ho scritto qualche settimana fa quando sulle strade della mia Romagna ho incontrato un ragazzino che da grande vuole fare il corridore e vincere una classica del Nord. Io gli ho raccontato le mie esperienze, le mie disavventure insomma di bello non gli ho lasciato proprio niente. Provate a leggerlo e ditemi cosa ne pensate.

Grandioso! Quindicimila battute che si bevono d'un fiato, come facevo un tempo con la bellissima rivista Bici Sport. Poi mi andò di traverso un editoriale del direttore Sergio NERI sul doping e non l'ho più comprato. Anzi, ho regalato la mia decennale collezione.

Non è difficile incrociare Davide CASSANI perché è un ottimo runner e corre la maratona sui livelli di Orlando PIZZOLATO nella stessa categoria. All'incirca. Qui pubblico un paio di foto del 2009: quasi ci scontrammo in Central Park, attorno alla Reservoir. Fu molto gentile Davide a posare con noi e ci anticipò il passaggio di consegne da Auro BULBARELLI a Francesco PANCANI. A proposito, chi ci sarà per il commento tecnico alle Classiche del Nord? Ecco il post dell'altro ieri, sempre su FaceBook.

Ora sono finalmente a casa, sto molto bene e, tempo 15 giorni, pronto a ripartire. Il Fiandre e la Roubaix le vedrò in televisione, tanto c'è super Silvio (MARTINELLO meglio specificare) al fianco di Francesco PANCANI ed io potrei rientrare all'Amstel Gold Race. Non avrò la forma del 1995 ma fa lo stesso. Quel giorno nonostante rimasi a ruota di GIANETTI per 20 km senza tirare un metro (non ce la facevo) riuscì a farmi battere in volata.


Cosa aggiungere di più? Spensieratezza e casualità si trasformano in disgrazia. Il pericolo è sempre dietro l'angolo, anche in una serata di primavera su una strada vuota. Lascio il commento musicale alla divinità assoluta della musica italiana. Il pezzo è del 1979, l'anno successivo al ritiro dalle scene, nemmeno quarantenne: da allora solo voce e poco più. Qui Mina prova a "spiegare gli uomini" alla giovane rivale, come Davide CASSANI prova a "spiegare le Classiche del Nord" al giovane ciclista: uno spettacolo da non perdere nelle prossime domeniche.

mercoledì 28 marzo 2012

w12/2012 - dalla StraVicenza alla Belluno-Feltre, passando per gli Amici dell'Atletica

GdV lunedì 19/03/2012 - pag.01
qui pdf completo pagg. 1,48-51
Ecco la copertina che abbiamo sognato in AV: la prima pagina del GdV riempita con la StraVicenza dei 10'000! Vinta la scommessa delle cinque cifre, ripagato il coraggio di spostare partenza/arrivo dalla prestigiosa Piazza dei Signori al più capiente Campo Marzo per ospitare al meglio il popolo che corre, perché la colonna di partecipanti male si radunava per le vie del centro fino a Piazza Duomo.

Trovate ampia cronaca, disanima tecnica, classifica completa e varia umanità all'interno delle quattro pagine del GdV (vd. pdf). L'immagine del torrente in partenza è impressionante e rende merito ai numeri ufficiali, a volte messi in discussione come quelli dei cortei quando si confrontano i dati degli organizzatori e quelli della questura. Ho risalito il viale da cima a fondo dieci minuti prima della partenza e c'erano proprio tutti. Chi ha corso sa quanto è lungo e largo il rettilineo di Campo Marzo.

Per una visione più arancione dell'evento ci sono anche cinque pagine all'interno della AV MASTER Letter (vd. pdf 2012-06). Dopo essere apparso a pag.50 del GdV, eccomi in azione (un po' sbiadito) a pag.7 nella webzine societaria. Essendo sicuro di non gareggiare dopo l'operazione al ginocchio, ho chiesto ai collaboratori AV "se non posso correre la StraVicenza, cosa posso fare per la StraVicenza?".

UNA GARA A MOLTE MANI, la composizione di Elena VERGA

Ho quindi supportato la cronaca degli speaker di Campo Marzo, offrendo loro la visione direttamente dal percorso di gara. Non avendo mezzi particolari a disposizione, ci siamo arrangiati con un collegamento telefonico, inserendo il jack dello speaker nell'impianto di diffusione - al mixer Alessandro PINO: così la mia voce dalle vie del centro arrivava al popolo in attesa fra gli alberi in germoglio.

Riccardo SOLFO e Paola VISONA'
alla Belluno-Feltre
Unica nota tecnica. Tanti si sono lamentati di "crono inferiori alle aspettative": nel post 08/03 avevo già anticipato che il percorso di gara non è scorrevole, pur non presentando grandi variazioni altimetriche. Gli amici dell'UltraBericus del giorno precedente si faranno una risata! Altro che 65km e 2500m D+ (vd. percorso)! Molte curve, continue variazioni di pendenza e di superficie di appoggio (asfalto, porfido, ghiaino su stabilizzato) sono sufficienti a far perdere 3-5"/km secondo le capacità di adattamento dell'atleta. La prossima volta si lascia in borsa il GPS e ci si gode lo spettacolo!

La StraVicenza è stata anche l'occasione di lancio della Running School nel capoluogo: già il martedì sera successivo abbiamo riunito un centinaio e mezzo di persone nel teatro del centro parrocchiale dei Carmini di Vicenza. Anche di questo evento c'è un resoconto in AV MASTER Letter (vd. pdf 2012-06) fra l'editoriale del presidente in copertina, il mio "invito che non ho fatto" a pagina 4 e la controcopertina con il prospetto dei servizi. Bella serata, coinvolgente soprattutto per i racconti degli allievi già "diplomati" dalla Running School che sono stati chiamati a raccontare la propria esperienza. Bravi a far girare le parole come a far girare le gambe!

gruppo compatto in corri-cammina alla media di 7'/km
all'arrivo in 3h30'±5' ... verso la Maratona del Santo
Eccoli quindi in azione cinque giorni dopo alla Belluno-Feltre del 25/03 per la quale mi sono posto analoga domanda come per la StraVicenza "se non posso correrla, cosa posso fare?". Così mi sono dedicato all'assistenza logistica e a un servizio fotografico lungo la valle, risalendo il gruppo fino a dedicare almeno uno scatto a tutti gli arancioni (e anche non) e notando che l'allegria cresceva mano a mano che il ritmo rallentava. Qui la selezione completa @PicasaWeb.

Non ero sicuro dei risultati considerata la combinazione perdente di [fotocamera compatta] + [scarsa abilità in sella], ovvero la mia scarsezza in bici unita alla manualità assuefatta alle prestazioni reflex, dove messa a fuoco e ritardo di scatto sono brevissimi. Mi ripeto sempre: non devi fare arte, semplice comunicazione. Così dalla scheda esce sempre qualcosa di buono! Sfogliare @PicasaWeb e poi commentare. Per chi volesse approfondire l'argomento "fotografia in gara", rimando al già sostanzioso post 26/10/2011 sulla Venice Marathon (qui l'album @PicasaWeb con la reflex).

evento completamente charity
(vd. Città della Speranza sulla testata)
Nel frattempo il venerdì sera c'era stato un incontro speciale, nel conviviale degli Amici dell'Atletica - ormai a cadenza annuale (vd. post 01/02/2011). Ospite d'onore il mitico Carlo VITTORI che ha dimostrato brillantezza e lucidità nonostante le ottanta primavere abbondanti, ben intervistato da Sergio CERONI e Mauro DALLA POZZA (qui uno slideshow video sulle note di Bruce SPINGSTEEN). Assicuro che dal vivo è molto più chiaro che per iscritto (vd. post 17/03/2011) e un ricordo particolare è stato riservato alla costruzione di un mezzofondista veloce come Donato SABIA, finalista olimpico sugli 800m alle Olimpiadi di Los Angeles 1984: la dimostrazione sul campo che le idee sull'allenamento della forza potevano estendersi oltre i confini di ciò che si considera velocità.

La presenza di VITTORI è stata l'occasione per far partecipare un amico speciale, ex allievo del professore, che aveva rifiutato di esserci negli incontri precedenti con la scusa "tanti sono vecchi, con la pancia e con i capelli grigi ... quando ci sono" (nel suo dialetto veneto di importazione suona meglio!). Forse per evitare di rovinare i ricordi? O forse è meglio darsi da fare per costruirne di nuovi? Anche se non olimpionici come i suoi o come quelli dei lanciatori Diego FORTUNA e Paolo DAL SOGLIO, presenti e divertiti dalla serata! Il clima è stato allietato da Giusy ZENERE, che si è dimostrata ottima animatrice e non solo con le barzellette. Proprio brava! C'è chi si è lamentato del repertorio un po' datato. Per me, che la seguo poco, era quasi tutto nuovo.

Nel precedente post parlavo di ritorni ... ecco gli America a Bassano del Grappa, che hanno riempito il Palazzetto dello Sport. Il primo ricordo netto è legato a "Survival" (commoventi e potenti le immagini di Easy Rider sullo sfondo). Qui il testo @azlyrics, comunque ben scandito nella canzone.


Col tempo mi sono accorto che tante sonorità mi erano note, fin dall'album di esordio, che conteneva anche questa A Horse With No Name (vd. testo @azlyrics), tutta spazio nel deserto e chitarre acustiche amplificate dal microfono posto di fronte alle corde.


Due canzoni quasi perfettamente legate, almeno nei tempi di pubblicazione, alle due medaglie olimpiche del più grande allievo di Carlo VITTORI ... Pietro MENNEA.

PS domenica c'è il Giro delle Fiandrela più bella prova del calendario ciclistico

lunedì 26 marzo 2012

Inversione di flussi (3) - a volte ritornano (Renato CANOVA e Claudio BERARDELLI)

Renato CANOVA in DVD
È passato ormai un mese da quando l'ho visto riapparire in una lunga intervista rilasciata al termine della Roma-Ostia: Renato CANOVA in carne e ossa, abbronzato, lucido e carico a molla per commentare la gara e sottolineare l'eccezionale periodo di Valeria STRANEO (al momento la migliore fondista italiana, vd. Stramilano @IAAF e Lisbona @IAAF). Renato in originale è fantastico! Per chi lo volesse sempre con sé ecco il DVD offerto da parte del team di preparazione Greg McMillan: tutto un mondo da scoprire nel paradiso di Flagstaff AZ, alle porte del Grand Canyon.

Performances in the marathon took a big leap in 2011 as athletes race toward the magical sub two hour marathon. The World as well as Course Records at all the major marathons fell last year and 2012 appears poised to take another step faster as the major spring marathons are set to begin. Leading the charge into this new era of marathoning is Renato Canova. Largely regarded as the world's best marathon coach, Canova guided Moses Mosop to a 2:03:06 debut marathon in last year's Boston Marathon. In this new, exclusive DVD, Canova (with his enjoyable Italian accent) details every aspect of this new marathon training and how Mosop, who will go after the World Record at the Rotterdam Marathon, prepared for his 2:03:06 breakthrough.

Claudio BERARDELLI dal vivo
(vd. pdf)
Come scrivevo nei post 24/06/2011 e 27/06/2011 mi fa impressione vedere come ci venga ripresentato (e rivenduto) quello che è un prodotto Made in Italy, pur nella sua scienza universale. Grande Renato! Per il coraggio avuto nel reinventarsi quando il filone italiano del (mezzo)fondo, che tanto aveva contribuito a sviluppare, sembrava esaurito. Per chi avesse difficoltà a seguire CANOVA nel suo inglese "con gustoso accento italiano" ci sono ancora delle registrazioni di un convegno tenuto a Ferrara nell'autunno 1995, vendute fino a poco tempo fa su FIDAL.it. Volete mettere la "resistenza alla potenza" applicata a Davide MILESI con la "extension of intensity" applicata a Moses MOSOP?

Ecco il rientro anche di Claudio BERARDELLI, non solo solo per nostalgia e abbeverare le radici bergamasche. Stavolta è il suo mentore all'università a trascinarlo nel massimo convegno tecnico federale a San Vincenzo (LI) nel prossimo week end (qui la brochure completa @FIDAL), pur essendo lui restio a relazionare in pubblico (vd. incontro @NYC 2011 nel post 13/11/2011).

Cosa può dire Claudio che non abbia già detto nel materiale riportato/linkato all'interno del post 10/08/2011? Forse raccontare le nuove avventure di Mathew KISORIO e anticipare quanto il suo giovane allievo è pronto per sfidare Geoffrey MUTAI a Boston (vd. foto nel recente post 13/03). L'arte di allenare non è tanto nel riempimento delle tabelle di programma, quanto nel quotidiano adattamento alle situazioni contingenti. Sempre rispettando la fisiologia e l'obiettivo finale.

Qui mi fermo con il testo perché ho già seminato sostanziosi link e altri ne seguiranno. Non per niente siamo alla terza puntata di "inversione di flussi". Inserisco subito il video musicale e sul tema del ritorno ho pensato a una canzone che ha quasi l'età di Claudio BERARDELLI, a un artista che gira poco nelle radio forse perché è "troppo anni '80". Più o meno come gli Style Council del precedente post. Altro che ritorno! Auguro a Claudio e a Renato di continuare ad andare dove li porta la corsa.


Dopo le nostalgiche note di Paul YOUNG (tanto chiaro nella pronuncia da non necessitare di testo a fronte) torno a Renato CANOVA. Per chi sta valutando l'acquisto del DVD ecco un trailer che rende l'idea dei segreti raccontati nel seminario dell'estate scorsa.


Questo video è di qualche mese successivo e Renato commenta la prestazione di Moses MOSOP alla maratona di Chicago 2011 (vd. finale post 10/10/2011) e sottolinea pubblicamente che "nel finale Moses è stato più lento di Liliya ..." (brutta traduzione). Poi tante altre indicazioni tecniche di preparazione.


Torniamo indietro di qualche mese, alla Distance Night di Eugene, preludio al meeting Prefontaine Classic (vd. post 06/06/2011 e 09/06/2011). Ecco il commento a caldo di Renato, subito dopo il duplice record del mondo su 25 e 30'000m di Moses MOSOP.


Infine un altro show di Renato, una magistrale disquisizione fra capacità e resistenza lattacide. Forse interessa poco ai runner di lunga distanza.


Piace o non piace Renato? Aspetto di aggiungere a breve qualche video di Claudio.

N.B. attenti al copia-incolla dai campioni: prendere quello che serve e si è in grado di (far) digerire! piccolo esempio autoreferenziale: come non ho più stomaco per l'alcool, così non ho più fisico per il lattato! né muscoli, né sistema nervoso, né quello endocrino

mercoledì 21 marzo 2012

Dathan RITZENHEIN - sane dimostrazioni sullo stile di corsa

Maratona di Berlino 2008 - 35km
Sono reduce da un'anomala presenza alla StraVicenza 2012, che sarà ricordata come la prima edizione dei 10'000 partecipanti. Nei prossimi giorni raccolgo materiale per un unico resoconto, senza continuare a fare i lavori a puntate. Come invece capita anche stavolta! Perché è chiara l'origine dal precedente post 24/02, dove mi erano avanzati un paio di video molto belli che avrebbero allungato un post fin troppo pesante.

Proprio in quel post avevo citato una dichiarazione di Dathan RITZENHEIN "now that I have my next race on the horizon, the NYC Half Marathon, let me explain how it fits into the grand scheme". Un mese dopo vediamo l'evoluzione dello scenario per il ritorno alla pista dalla maratona: ecco il suo blog, ecco una lunga intervista 06/03 @RW.com (ricca di approfondimenti e argomentazioni), ecco un più sintetico comunicato stampa 15/03 @USAtoday.com (da leggere fra le righe di rapidi promemoria). È dura riconvertirsi al mezzofondo!

"Training is different, but I'm looking forward to it. The intensity is a big difference. I need to switch my mental mind-set. The workouts you are doing in the marathon are so long — you build into it.

"I started doing some workouts in the last few weeks; you've got to hit the pace right away. It's hard; shorter and more intense.

"You go into a very hard place in the marathon, but it happens over time. On the track, right from the get-go, your lungs are on fire, your legs are on fire, there's a real lactic buildup. I'm trying to get used to it again. It's a shock to the system. I can tell it's been a few years.

Giulietta e Romeo HM 2012 (ph. Stefano MORSELLI)
Questa la situazione pre gara, forse un po' ingolfata, che ha portato Dathan RITZENHEIN a un ottimo crono di 1h01'52" (vd. classifica @NYRR.org) in un percorso non molto scorrevole (un giro completo di Central Park prima di scendere al Financial District lungo il fiume Hudson - vd. mappa e altimetria). Peccato che sia stato sopravanzato da 14 atleti, ultimo del treno di una decina di inseguitori.

Delle possibili divagazioni sulla lettura della classifica, segnalo solo che avanti a tutti c'è Peter KIRUI KEN che ha staccato con relativa facilità nel finale Deriba MERGA ETH. Cosa ha di speciale? Nello scorso autunno ha lanciato Patrick MAKAU verso il record del mondo a Berlino e un mese dopo Wilson KIPSANG al quasi record di Francoforte. Stavolta vuole arrivare con lo stesso ritmo in fondo alla maratona e ha scelto il biliardo di Rotterdam, dove lo attende Moses MOSOP (vd. @IAAF). In Olanda domenica 15/04 inizia la grande danza kenyana per i tre posti in squadra olimpica, continua il giorno successivo a Boston, per concludersi il 22/04 a Londra (vd. @ToniReavis)!

Torno a  Dathan RITZENHEIN e ai suoi video. Nella loro semplicità sono proprio ben fatti: le riprese sono ottime (lo sponsor non ammette approssimazioni), Dathan è un bravo dimostratore (affiancato da un allievo molto attento), montaggio coinvolgente, editing didascalico. Undici esercizi in quattro minuti, presentazioni comprese!


Ecco il primo round dedicato alla "flessibilità dinamica" in opposizione allo "stretching statico", senza considerare la situazione intermedia di "active isolated stretching" (vd. post 26/08/2011). Ci vuole una buona coordinazione per una corretta esecuzione degli esercizi e in sicurezza. Lo stesso dicasi per le "andature per la tecnica di corsa", alcune delle quali da affrontare con cautela. Quattordici esercizi spiegati in cinque minuti!


Vi è venuta voglia di fare qualche esercizio? Forse non miglioreremo molto l'estetica della nostra corsa, magari guadagneremo in efficacia. La foto iniziale risale alla maratona di Berlino 2008 e mi ricorda la fase in cui ho allungato un folto gruppo con il quale avevo corso in compagnia la parte intermedia. Fa parte del poker di scatti che compongono un quadro e di solito raccoglie commenti del tipo "quanto è brutto il tipo che ti segue!". Eppure quella maschera di sofferenza mi ha seguito per tutti i 7km finali, arrivando poche decine di secondi addietro in 2h28'. La seconda foto è di un mese fa, dalla Giulietta e Romeo HM. Alle mie spalle c'è un partecipante dalla geometria improbabile, eppure ha corso sotto 1h18' (vd. post 20/02 per trovare tutti i link, per i pigri ecco la classifica @WT). Quanto contano le apparenze?

A sto punto inserisco il video di un ex venditore di scarpe, ben editato dall'amico Giuseppe MONTANARI (due minuti che si bevono come un digestivo), tutto da vedere anche come il coach lo ha incastrato nel suo ultimo post "It's Not About Your Shoes".


Ecco il grande mix finale: Dathan RITZENHEIN parla di scarpe, in particolare delle Nike Free. Allungo l'orecchio e capisco qualcosa, ma non gliele vedo ai piedi in nessun frangente dei 23 secondi che dura il promo. Anche nei due video soprastanti ci sono più convenzionali ... lascio ai Nikisti più devoti identificare modello/stagione delle calzature. RITZ utilizza davvero le Nike Free?


Concludo con Shout To The Top degli Style Council (vd. testo @lyricsmania): tutta la loro parabola artistica all'interno degli anni '80. E così la loro memoria.


lunedì 19 marzo 2012

Io Non Ci Credo - Enter The Zone di Barry SEARS

no dida! tutto in copertina
Torno all'origine e faccio una virata su un argomento più sostanzioso e in parte già accennato nel post 13/03. Andrea RIGO e la sua provocazione "che ne pensate di quello che scrive Christopher McDougall?" ha generato una sequenza di post negli ultimi due mesi a partire da quello 20/01 e penso di aver presentato materiale a sufficienza perché ciascuno possa farsi un'idea, non solo sulla corsa. Chissà se Andrea ha modificato il suo iniziale "io non ci credo!". Proprio in questi giorni è tornato a parlare delle sue scarpe (vd. suo post 15/03) e si rende conto che alcuni dispositivi applicati alle sue calzature derivano dalle riflessioni di far lavorare più e meglio i piedi. A volte le provocazioni estreme servono per proporre ragionevoli applicazioni.

Una dozzina di anni fa ho assistito a una miracolosa conversione, degna di San Paolo, a opera di Enrico ARCELLI, il fisiologo di riferimento per chi corre, in Italia e non solo. Vado a memoria, ma se qualcuno ha in ordine gli ultimi tre lustri della rivista CORRERE dovrebbe trovare tracce a sufficienza.

In quegli anni lavoravo a Susegana e ogni giorno percorrevo le trafficate strade fra vicentino e trevigiano, quelle che dovrebbero essere sbrogliate dalla futura autostrada Pedemontana. La radio mi faceva compagnia e una delle mie trasmissioni preferite sulla via del ritorno era "Essere e Benessere" in replica su Radio24. Una sera sentii Enrico ARCELLI tuonare contro la dieta a zona, bollandola come "la solita dieta iperproteica di origine americana". Pensai "che strano! ho letto il libro di Barry SEARS e non ho trovato bestialità!". Mia sorella era andata in viaggio di nozze negli USA nell'autunno 1997 ed era partita con due ordini di acquisto: un libro è stato presentato un anno fa (vd. post 15/02/2011) e l'altro è in pole position oggi. Del Dott. Michael COLGAN ho perso le tracce (a dire il vero non l'ho più cercato), del Dott. Barry SEARS e delle sue idee sono riempiti libri e riviste.

Conversione di San Paolo (1601)
CARAVAGGIO - olio su tela 230x175cm
Santa Maria del Popolo, Roma
Pochi mesi dopo ai microfoni della stessa trasmissione sentii lo stesso Enrico ARCELLI parlare in termini entusiastici della stessa dieta a zona. Cosa era successo? Che il dottore l'aveva provata su se stesso e, da acerrimo detrattore di una teoria che andava contro i suoi riferimenti più assodati, ne divenne il divulgatore più entusiasta, avendone provato in prima persona gli effetti più salutari. Scrissi allora tre righe via mail alla conduttrice della trasmissione (chi mi aiuta a ricordare il nome?) per capire l'inversione nell'opinione di ARCELLI, magari approfondito nel fuori onda. Lei non mi rispose per iscritto, mi chiamò invece al telefono. Fu una chiacchierata molto gradevole e mi fece capire che in fondo "lei era solo la conduttrice", non di certo la garante della continuità dei messaggi.

Da più di un decennio Enrico ARCELLI è un convinto zonista, con tutti gli accomodamenti che gli derivano da un'immensa esperienza, di uno che ha visto funzionare quasi tutto e il contrario di tutto senza mai rinunciare ai principi e al metodo scientifici. Così l'ho ritrovato anche nell'ultimo numero di CORRERE (329 - marzo 2012, pagg. 54-57) in una bella intervista di Sergio MEDA, come se il dottore non sapesse scrivere da sé. Preferisco comunque la forma del dialogo che rende più partecipe il lettore. Così sono passati anche molti termini scientifici che altrimenti avrebbero reso catramosa la relazione: GH e IGF sono già noti a molti, magari come agenti dopanti quando assunti in forma esogena, ma qualcuno conosce la proteina GLUT4?

Ecco la frase che mi ha fatto pensare: "Lo stesso Barry SEARS afferma, nel suo primo libro, che il rapporto carboidrati e proteine non è rigorosamente 0,75 ma un ambito ampio che va da 0,6 a 1". Perché citare l'originale e il suo primo libro? Mi piace che ARCELLI riconosca la validità di alcune indicazioni fin dall'esordio, magari poi disattese da alcune interpretazioni: mi sembra quasi un richiamo alla primaria ortodossia. Dal 1995 a oggi sono stati pubblicati numerosi studi ad affinare quelle stesse indicazioni e ad ampliare la bibliografia che nel libro d'esordio occupa ben quaranta pagine. Tutto un mondo di idee in continua espansione! Mi auguro che portino ad altrettanta salute e gioia di vivere in quel mondo viziato da eccesso di disponibilità.


Ecco alla fine il Vasco nazionale, senza tante presentazioni, che ha messo la base di musica a tante negazioni: insieme a "io non ci credo" c'è pure "io non mi muovo". Una canzone antirunner oltre che antimetafisica? Eppure la corsa potrebbe essere la medicina alla sua forma di depressione.

giovedì 15 marzo 2012

grazie RaiSport, grazie YouTube


Domenica pomeriggio mi sono perso la terza giornata dei Mondiali Indoor da Istanbul in TV. Tanto mi ero infervorato venerdì e sabato alla vista di tanta bella atletica (vd. post 11/03), che mi dispiaceva non rimanere con la gamba sinistra ben stesa sul divano, a far recuperare il ginocchio sinistro. Atleticanet.it mi suggeriva la soluzione nella replica del lunedì, magari senza guardare i risultati in modo da gustarmi le gare come fossero in diretta. Chissà cosa sarebbe andato in onda nelle quattro ore e mezza previste ... forse l'ultimo pomeriggio per intero?

Gianni BUGNO vince il Mondiale 1992
su Laurent JALABERT - Benidorm (SPA)
Lunedì mattina sto davanti al PC dopo le 10 e nella programmazione online di RaiSport c'è ancora l'atletica, come previsto alle 10:20. Mi collego poco dopo e vedo passare qualche pezzo di "Memorie di Sport", verificando che la differita di atletica è stata spostata alle 11:20. Vado avanti con le mie cose e mi riconnetto poco prima di mezzogiorno per verificare che sono ancora in onda altre amenità dal passato. Mi riconnetto ancora più tardi e niente atletica. In compenso vedo apparire maglie azzurre che conosco bene ...

Fra le "Perle di Sport" va in onda un capolavoro di Gianni BUGNO di venti anni fa, ovvero il Mondiale su strada di Benidorm, quello del bis dopo la maglia iridata dell'anno precedente a Stoccarda. Gli ultimi giri in forma integrale, comprensivi di commento originale del tridente Adriano DE ZAN, Vittorio ADORNI, Giacomo SANTINI. Cerco l'atletica del giorno prima e trovo ciclismo d'annata ...
# come è cambiato il ciclismo!?! soprattutto i telai delle bici e i profili delle ruote, che sembrano inconsistenti rispetto a quelli in voga adesso;
# come sono cambiati i ciclisti!?! fanno impressione senza caschetto protettivo; Maurizio FONDRIEST dopo il ritiro all'inizio dell'ultimo giro risponde "... le gambe non giravano ... non era giornata ...", altro che comunicati su twitter!
# come sono cambiati i telecronisti!?! i commenti sono tutti qualitativi, senza troppi apprezzamenti sui rapporti, sugli integratori, sulle pulsazioni cardiache, sulle velocità di soglia, ...

Bernard LAGAT vince 3000m
ai Campionati Mondiali indoor
(vd. @IAAF - Getty Images)
Allora mi ero perso la diretta perché in quella prima domenica di settembre 1992 ho accompagnato un amico a una fiera sportiva a Milano (esperimento mai più ripetuto) e al ritorno a casa ho visto e rivisto la volata lanciata da un commovente Giancarlo PERINI, famoso per la sua testa lucida come per la sua dedizione ai capitani. Sulle tre reti di allora non c'era tempo e modo di mandare in onda di più. Non era forse il caso di programmare un videoregistratore? Certo che si, ma avevo già perso la voglia di (ri)guardare e magari poi archiviare o cancellare. Forse non avevo abbastanza fiducia nel miracolo di Gianni BUGNO, reduce da una stagione deludente rispetto agli obiettivi programmati.

Oggi c'è YouTube! Un miracolo di archivio in cui tanti riversano la propria passione. Ero molto curioso di vedere come era andata a finire la prova più lunga, i 3'000m, per il poker di protagonisti in pista: due forti kenyani, un somalo emigrato in Inghilterra e adottato in USA, un kenyano adottato in USA (quattro figli del corno d'Africa in tre diverse nazioni). Soprattutto dopo il numero da circo di Bernard LAGAT in batteria, quando è passato dove non si poteva passare, come ho visto fare in altro sport a Valentino ROSSI in un paio di infilate a Casey STONER e a Jorge LORENZO. Corre l'ultimo giro a filo del cordolo e nell'ultimo rettilineo lo tocca più volte senza mai perdere l'equilibrio e la fiducia di poter arrivare alla fine del corridoio che aveva intravisto. Nel video bisogna attendere il rallenti della vista frontale per rendersi perfettamente conto.


I suoi avversari non hanno studiato la registrazione della batteria, altrimenti non avrebbero lasciato il minimo varco al volpone. È facile parlare per noi dietro al monitor. In gara bisogna aver interiorizzato alla perfezione la geometria della pista, confrontandola di continuo con la posizione degli avversari. Bernard LAGAT si dimostra insuperabile maestro! Da notare in particolare la variazione di passo (ampiezza, frequenza) per sfruttare al meglio la minima occasione tattica. L'uomo va per i 38 anni (vd. scheda @IAAF, lunga come un papiro) e l'esperienza è tuttora ben sostenuta da eccellenti abilità fisiche.


Come si mantiene così bene? Ecco una recente intervista @RW.com. Chi ha pazienza di arrivare all'ultima risposta scopre che si allena una volta al giorno e si prende un giorno di riposo alla domenica ...

I pensieri di inizio anni '90 e le acrobazie in punta di piedi di Bernard LAGAT mi hanno fatto tornare in mente la trascinante euforia di MC Hammer di U Can't Touch This, coreografia all'altezza e ottima colonna sonora per il finale di gara.


PS1 se qualcuno mi indica video migliori sono ben contento di sostituire quelli già inseriti

PS2 non voglio avventurarmi in argomentazioni scacciarunner, ma le cose più belle ai Mondiali Indoor di Istanbul si sono viste nelle prove multiple con due eccezionali record del mondo da parte di Natallia DOBRYNSKA (vd. report e intervista @IAAF) e Ashton EATON (vd. report1 e report2 @IAAF)

martedì 13 marzo 2012

Born To Run di Christopher McDougall / di Daniel Lieberman

Back in 2005, Larry Weissman read a pile of my magazine clips and synthesized them into one smart question. "Endurance is at the heart of all your stories," he said, or something to that effect. "Got one you haven't told yet?".

Così iniziano i ringraziamenti che si raggiungono dopo quasi trecento pagine fitte e intense di Born To Run. Qualche difficoltà a tradurre? Allora sconsiglio la versione originale del libro scritto in un inglese impegnativo che ho rinunciato a capire fino in fondo per non perdere il filo del discorso. Christopher McDougall ammette anche "my friend Jason FAGONE helped me understand the difference between storytelling and self-indulgence". Forse non abbastanza.

Scrittore o giornalista? C'è una sottile differenza che ho iniziato a valutare da quando Riccardo SOLFO mi ha avvertito che, parlando di un comune amico che scrive, "Vale non ha ancora deciso se fare lo scrittore o il giornalista". Due approcci diversi. Se a qualcuno era sembrato pesante l'articolo dello stesso Chris nel post 20/01 sconsiglio il libro, benché la narrazione prenda più ampio respiro e le argomentazioni dell'articolo siano diluite in più parti e affrontate da diversi punti di vista. Sulla copertina qui a fianco manca il commento di Bill RODGERS, riportato sull'edizione che ho in mano, "McDougall's book reminded me of why I love to run". È vero: la soddisfazione vale l'impegno di leggerlo!

Scott JUREK e Arnulfo QUIMARE @ Copper Canyons
La trama sta tutta nel sottotitolo "Una Tribù Nascosta, Superatleti, e la più Grande Gara che il Mondo Ha Mai Visto" e volevo prepararmi a un ricco riassunto: durante la lettura ho inserito PostIt per segnare i punti topici, non volendo pasticciare il libro prestatomi dall'amico Sergio che me l'ha offerto dopo aver letto il  post 20/01. Solo che per fare un riassunto degnamente integrato dovrei scrivere un libro, un libro su un libro: non va bene.

Girando nei blog si trovano tante recensioni fra le quali segnalo Focus On The Little Things e Stacy Conaway. In particolare dal primo recupero un gran bel video (solo 10'!) da Discovery Channel che addensa ed esplica in immagini le tante argomentazioni del libro. Ecco il commento sottostante al video stesso che inquadra gli eventi in più ampia prospettiva. Altro che scarpe o non scarpe!

i chiodi per la massima spinta
sull'erba del Kenya @IAAF
Nestled in northern Mexico and the canyons of the Sierra Madre Occidental is a small tribe of indigenous people known as the Tarahumara. They call themselves Rarámuri, loosely translated as "running people," "foot-runner," "swift of foot," or "he who walks well." They are known for evading the Spanish conquerors in the sixteenth century and keeping their cave-dwelling culture alive and secluded. They are also known for their long distance running and their superior health, not displaying the common health issues of "modern" societies.
 
A recent National Geographic study (Nov. 2008) states: "When it comes to the top 10 health risks facing American men, the Tarahumara are practically immortal: Their incidence rate is at or near zero in just about every category, including diabetes, vascular disease, and colorectal cancer...Plus, their supernatural invulnerability isn't just limited to their bodies; the Tarahumara have mastered the secret of happiness as well, living as benignly as bodhisattvas in a world free of theft, murder, suicide, and cruelty."
 
So what is the Tarahumara story and what can we learn from them? How can we use their history as an example for our own primal living? For some they may not be an example of what is considered primal, but they are one of the closest we can find in today's world.


Se Focus On The Little Things ci aveva raccontato la storia del perché aveva letto il lbro e se ne era appassionata, benché non amasse la corsa, StacyConaway è molto più semplificativa e riassume brevemente ... A few things I learned:
 
la corsa a 5'/km è più economica con le scarpe
che a piedi scalzi @RW.com
Our bodies are born to run, and our feet don’t need correction.
Modern running shoes with all that padding and arch support and anti-pronation technology are actually the cause of many running-related injuries.
Chia seeds are a superfood (Conaway Labs is currently testing).
Barefoot running may be a better idea than you think (this theory also being tested, so far so good).
There is no independent research to show that running shoes reduce injuries or improve performance. None.
The popularity of distance running in America increases in times of national crisis ...
Instead of going full-barefoot, another option is to go with ‘minimal’ running shoes that offer a little protection to the sole of the foot ...

Qui torniamo al discorso scarpe. Ecco un primo articolo @RW.com con approccio scientifico che dimostra la maggiore economicità della corsa con le scarpe confrontata con la corsa a piedi nudi. Una pagina ben scritta che ha sollevato una ridda di commenti.

NATURE nr. 432 - 2004
qui l'articolo che ha vinto la copertina
Ognuno si confronti con le proprie credenze ed esperienze. Io ricapitolo i miei post più significativi in merito
20/01 Barefoot Running: come presentare la corsa a piedi nudi
24/01 Intervista a Peter SNELL: news dal passato
06/02 A piedi quasi nudi

Christopher McDougall ha concentrato nel capitolo 25 del libro le sue argomentazioni più solide sulle scarpe, dopo aver seminato per più di metà del testo varie considerazioni. Un altro capitolo molto significativo e di spessore raddoppiato è il 28, dove lo scrittore riassume la ricerca di Dennis M. BRAMBLE e Daniel E. LIEBERMAN, prima con il solido contributo di David CARRIER e poi con quello di Louis LIEBENBERG per provare la fattibilità della persistance hunting, che prevede la cattura della preda per sfinimento della stessa. Una pratica che si pensava necessitasse di una riproduzione di archeologia sperimentale o forse una dimostrazione per assurdo da parte del fisico/matematico Louis, e invece è stata ritrovata in voga nelle praterie a sud dell'Africa. Ecco un significativo video della BBC un po' artificioso e molto efficace ... (chissà se è mai passato in qualche trasmissione di Piero/Alberto ANGELA!).


La pratica della caccia apre poi un altro capitolo interessante, più dibattuto e grave di quello "scarpe o non scarpe", ovvero la dieta. Due dei maggiori protagonisti del libro sono vegetariani, anzi vegani, e si sono convertiti dopo aver verificato i danni provocati - su loro stessi e sui loro familiari - da quella che sembra essere la dieta standard statunitense. Eppure la loro scelta contrasta con quella che è stata l'evoluzione dell'homo sapiens, sostenuta e accelerata da una dieta ricca di più nutrienti proteine animali. Una dieta adottata anche dai semplici Tarahumara, compresi i pasti pre gara. Entrambi i casi sono contemplati nel libro.

NATURE nr. 463 - 2010
qui l'articolo che ha vinto la copertina
Torno ancora al più semplice "scarpe o non scarpe" (meglio evitare la divagazione "quali scarpe" ...) e noto nell'ultimo numero di CORRERE (nr.329 pagg. 97-98) che Luca DE PONTI se la prende proprio con Christopher McDougall senza mai nominarlo. Forse il Dottore non è entrato nello spirito che ho provato a spiegare nel post 20/01, forse non ha letto il libro, forse ha voluto dare una risposta semplice alla domanda dei lettori: cosa pensa della corsa senza scarpe?

Ecco allora il Prof. LIEBERMAN che si lancia nella corsa a piedi nudi! Dopo averla a lungo predicata ha cominciato anche a praticarla. Ecco la congruenza che mi piace, soprattutto da parte di chi non è obbligato a nessuna dimostrazione reale. Vedo già la sfida fra il famoso ortopedico/podologo italiano con l'emerito professore di biologia evoluzionistica umana: ecco un avversario degno per Dott. DE PONTI! Non uno scrittore! E confrontarsi a suon di verifiche sperimentali. Qui LIEBERMAN è molto prolifico, sia nel sito istituzionale @HARVARD.edu, sia nella pagina personale: qui il suo CV, qui le sue pubblicazioni ... c'è da perdersi! Serve la bussola dello spirito critico per orientarsi fra le informazioni che si estendono a dismisura.


Per chiudere il video Born To Die di Lana Del Rey che ha due meriti: l'assonanza/dissonanza con il titolo del post, l'esplosione di successo (30'000'000 di visite in 4 mesi) tutta da verificare col tempo. Lo inserisco per ricordarmi di controllare.


Se non lo inserisco stavolta non lo farò mai più! Lana Del Rey straccia Bruce SPRINGSTEEN per i click su YouTube, ma auguro a Lana di avvicinare minimamente Bruce per durata e sostanza di carriera. Anche la languida Lana è Nata per Correre!



domenica 11 marzo 2012

w10/2012 - Esondazione del Blog - Dopo l'Artroscopia

Il Grande Sport nr.153 - pag.02, ritaglio
Non solo il blog! Anche Il Grande Sport! Quanto presento in questo ambiente multimediale sta diventando abbastanza interessante per essere trasposto in più nobile format e stampato su carta. Il direttore Claudio STRATI aveva l'idea di una rubrica fissa sul mondo del running in una rivista locale che cerca di valorizzare le eccellenze sportive a volte trascurate. Detto, fatto! Ecco l'esordio ne Il Grande Sport!

Il Grande Sport nr.153
pag.02 completa
... È un giornale free, formato tabloid, stampa in rotativa full color, diffuso in oltre 40 comuni, e in più di 800 punti distributivi (compresi palazzi dello sport, grandi eventi sportivi, palestre, luoghi di ritrovo e allenamento dei gruppi sportivi) per un totale medio di 12'000 copie a numero ... La diffusione del quindicinale cartaceo avviene nelle province di Vicenza, Padova, Treviso, con particolare riguardo, viste le pagine dedicate agli sport invernali, all’Altopiano dei 7 Comuni e ai confinanti comprensori trentini ... questa è la presentazione che si trova nel sito. L'area interessata corrisponde più o meno a quella che avrebbe potuto essere la provincia di Bassano del Grappa (vd. inizio post 27/01).

AV MASTER Letter 2012-05 pag.02
Non solo il blog! Anche AV MASTER Letter! Chi mi segue da qualche tempo trova argomentazioni espresse in post precedenti e in parte riorganizzate per la webzine societaria, che si trova disseminata fra le news del sito societario. Qui riporto la pag. 2 del numero appena pubblicato 2012-05 che ospita la terza puntata sul discorso scarpe.

Impara dai Campioni a pag.08
AV MASTER Letter 2012-05 
Da sfogliare anche l'uscita precedente 2012-03 e la spiegazione successiva nella pubblicazione 2012-04, per verificare la conversione in pdf, all'interno del quale mi sono concesso alcuni link, considerato che la webzine online non assurgerà a magazine stampato. Non per questo rinuncia a una grafica curata (grazie a Valeria e Siro PILLAN) e a solidi contenuti coordinati dal direttore Riccardo SOLFO, giornalista professionista. Stiamo raccogliendo molti consensi, pur nella nostra interpretazione amatoriale.

rivista federale 2012-01
Tranquilli! Non sono ancora arrivato alla rivista federale! Mi sembra giusto segnalarla (qui tutti i pdf @FIDAL) perché rimane il punto di riferimento per le sapienti collaborazioni (RLQ in testa) e le splendide foto che compongono gli articoli (molte di Giancarlo COLOMBO).

Traducendo Nicola SAVINO si potrebbe dire che questo è un discorso scacciarunner, invece la corsa abbonda all'interno della rivista (p.e. l'articolo di Andrea SCHIAVON su Vivian CHERUIYOT a pagg. 28-31 ... Andrea scrive anche su CORRERE) oltre alla splendida copertina della vittoria di Gabriele DE NARD ai Campionati Italiani di cross. Commossi gli occhi al cielo, quasi a cercare l'immagine del papà scomparso nell'autunno scorso.

Marzia CARAVELLI
Mondiali Daegu 2011
Una storia speciale è quella di Marzia CARAVELLI (pagg. 20-23), che a trent'anni arriva ai suoi massimi risultati, ispirata dal sogno olimpico a un passo dall'avverarsi. Vi lascio all'ottimo testo di Andrea BUONGIOVANNI. Ho lavorato tre anni con il babbo di Marzia, quando lei era under 20 e lui non era molto contento dell'attività sportiva della figlia, dopo aver inseguito anche la madre fra gli ostacoli. Nella storia di Marzia leggo anche di un'operazione ai legamenti crociati così noto la lunga cicatrice sul ginocchio destro, quello della gamba di attacco, quasi distorto sopra l'ostacolo perché la distanza le va stretta. Altro che i tre piccoli buchi sul mio ginocchio sinistro!

Sono inchiodato a casa in questa convalescenza e guardo volentieri i Campionati Mondiali indoor a Istanbul. Trasferta al risparmio per RaiSport: mancano le interviste a bordo campo e i contributi tecnici a rallegrare il quasi monologo di Franco BRAGAGNA, al rientro in una grande manifestazione dopo l'assenza ai Mondiali di Daegu (vd. post 08/09/2011). È quasi onnisciente con una dizione precisa, ma è la voce giusta per intrattenere un pubblico televisivo sempre più limitato? per accompagnare gli spettatori fra gli sterminati numeri e storie dell'atletica? per ricapitolarci di continuo - autolesionista! - la presenza di ex squalificati per doping? per sferzare gli atleti con le sue interpretazioni tecnico-tattiche-esistenziali? per criticare a ogni sbavatura giudici e regia? per valutare l'elasticità della pista se manca qualche centimetro o qualche centesimo alle prestazioni pronosticate? ... sono sempre più scacciarunner. Guadagnerà Franco qualche spettatore in più?

chiesa di San Vito a Marostica - il perno dei percorsi nella campagna nella luce di primavera (vd. maps.google)

Ero già sulle mie gambe senza stampelle fin dalla prima discesa dal letto dell'ospedale, quando l'infermiere che mi assisteva mi ha suggerito "provaci!". E il ginocchio sinistro ha retto. Poi non ho insistito e ho utilizzato il supporto. Neanche l'ombra del dolore di sette anni prima, quando al primo appoggio a terra dopo la scarificazione ai tendini di Achille ho pensato "qui si sbrega tutto!". Entrambi operati, non avevo un piede sano su cui scaricare il peso. Da quel dolore, da quel pensiero ha avuto un nuovo inizio la carriera agonistica che pensavo esaurita.

i punti sugli accessi si sono assorbiti, il ginocchio rimane gonfio, il quadricipite si è dimezzato

Per quasi una settimana non ci sono stati miglioramenti, ginocchio sempre sofferente, a causa delle profonde incisioni per favorire la crescita di una cartilagine robusta (vd. immagini e registro operatorio nel post 04/03). Ho già guadagnato estensione articolare, ho iniziato la ginnastica isometrica, pedalo in bicicletta con rapporti leggeri, quasi ridicoli, come fossi sulla cyclette che mi è stata prescritta. Ora il più gran fastidio è all'addome, ormai un colabrodo per le iniezioni di anticoagulante.

Ponte Vecchio a Bassano del Grappa - la luce del primo pomeriggio esalta i riflessi sulla poca acqua del Brenta

Allungo l'occhio sul paesaggio pedalando sulle stesse strade abituate a vedermi concentrato sugli appoggi a terra. Ne approfitto per fermarmi a scattare con il cellulare, come il meno attrezzato dei turisti, e qui riporto un paio di immagini che forse rendono l'aria tiepida e la luce intensa della primavera entrante. Ho due mesi o forse più per seguire l'evoluzione della stagione in questo modo e magari riabituarmi alla sagoma della sella.

Concludo con due canzoni che magari tanti ascoltano alla radio senza quasi riconoscerle. Recupero i Kasabian con Goodbye Kiss, dopo l'esordio in questo blog con Days Are Forgotten nel post 25/11/2011. Da seguire il testo @azlyrics perché non è facile incastrarlo nella melodia.


Bravi, giovani, energetici … sono passati per Padova un paio di settimane fa. Come verificabile nel video, i Kasabian possono permettersi di riempire ampi stadi con le loro esibizioni. Continuo con i più recenti Young the Giant e la loro Cough Syrup (vd. testo @azlyrics). Niente effetti speciali, solo fantasia e coreografia a bordo piscina, quelle che servono per un risultato piacevole e delicato.


PS sono le mie connessioni mentali malate o nel cantante c'è un qualcosa di Fabio DE LUIGI e di qualche suo personaggio?
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