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10 Miglia delle Rose - percorso |
Avrei voluto intitolare diversamente il post di feedback settimanale, in quanto rientrante alle gare dopo la maratona di Londra. Avevo scelto la 10 Miglia delle Rose, una gara abbordabile per logistica e distanza da correre (+ dislivello quasi inesistente), ben condita dall'amicizia con gli organizzatori. Sono partito, ho passato il traguardo alle spalle del mai stanco Said BOUDALIA (la sera precedente alla Moonlight Half Marathon di Jesolo), ma non sono stato classificato, in compagnia dai primi nove che hanno guidato la gara ... tutti squalificati! Per taglio del percorso. La staffetta dell'organizzazione che ci anticipava in bicicletta ci ha fatto sbagliare un incrocio a Travettore, causa un'incomprensione con l'addetto a regolare il traffico sulla strada.
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San Luca via Collalto |
Ci siamo accorti alla prima tabella chilometrica, perché involontariamente siamo rientrati nel percorso, ma ormai era troppo tardi. Che fare? Proseguiamo verso l'arrivo. Aggiungiamo qualche giro per aggiustare la distanza? Non abbiamo modo/tempo di parlarne, non di corsa. Said, io, il mio compagno Diego BAÙ, Stefano MASETTO, Claudio BAGNARA, sesto, settimo, ottavo, nono, ... Poi aspettiamo il decimo per una dozzina di minuti. A quel punto si capisce che dietro i concorrenti avevano completato il percorso previsto. Che fare? Avessimo fatto tutti il percorso ridotto si sarebbe potuto aggiustare la distanza di gara. Invece chi ha passato il traguardo per decimo e undicesimo ha giustamente preteso il rispetto del regolamento per essere primo e secondo. Hai tagliato? Squalificato! Involontariamente? Squalificato ugualmente. Ci ha pensato il responsabile organizzativo Nicola CARPENESE a sistemare tutto e tutti. Un signore! Peccato che non riesca a farci riapparire nelle classifiche e forse rimarremo fantasmi presenti solo negli scatti dei fotografi. O siamo già stati cancellati anche nei jpg?
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vista da San Luca via Collalto verso nord ovest - bordo dell'Altopiano |
Quante volte ci è successo e quante altre volte ci succederanno situazioni simili!
Mi ricordo la SpaccaNapoli dell'autunno 1989. Non avevo idea del percorso (no internet, no cartine nei depliant). Anche allora seguii chi mi precedeva e all'arrivo il tempo fu compatibile con la distanza prevista di 10km. Seppi più tardi dal vincitore Walter D'URBANO che arrangiò il percorso con chi lo affiancò in bici per rimediare subito a un errore nelle vie tortuose. E si compiacque della precisa soluzione, degna di un geometra. Nessuno ebbe a lamentarsi.
Uno svarione più recente? Maratona dei 6 Comuni 2008 all'esordio quel 23/11, sopportato allegramente come peccato di gioventù da Andrea RIGO (come non parlare bene degli amici che fanno transitare la gara sotto i balconi di casa tua da campione del mondo?), ma ricordo commenti esacerbati, non solo per l'errore di percorso. Ora su quelle strade si corre una meglio gestibile mezza maratona.
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ovviamente l'acqua è per i bambini |
Torno a casa crucciato non più di tanto, perché è in programma una pronta consolazione enogastronomica. Astemi e vegetariani possono passare al paragrafo successivo, perché hanno già visto troppo!
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filetto alla piastra |
Avevo incontrato i prodotti di Angiolino MAULE durante la festa 21-42 a casa di BeppeP (vd. precedente post) che mi accennò a un futuro passaggio dell'originale in carne e ossa fra i colli sopra Marostica per controllare l'avanzamento dei vigneti che segue non solo a distanza. BeppeP mi disse che ci saremmo trovati da suo cognato Massimo, e pensai a MassimoV (compagno di trasferte 21-42) che ha sposato la sorella della moglie di BeppeP. Invece mi sono infiltrato in casa del cognato MassimoM, fratello della moglie di BeppeP, il quale ha sposato RominaV, mia compagna di classe alle scuole elementari, nonché mamma di due splendide bambine coetanee dei miei figli. Qualcuno ci capisce qualcosa? Un intrico di amicizie e parentele che ha dato vita a un pranzo strepitoso, nel patio protetto di una casa pensata per essere accogliente, disegnata e costruita dall'ospite stesso.
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Angiolino MAULE in azione |
Prima dell'arrivo di Angiolino sono state stappate due bottiglie di un produttore di Breganze, quel Firmino MIOTTI che ci ha preparato il palato con Sampagna e Pedevendo. Adesso che so dove si trova, potrei passarci anche di corsa! Poi arriva il Grande Capo, con l'auto carica di famiglia (moglie e due figli) e di cartoni di vino, che subito vengono aperti per farne uscire bianchi Sassaia, Pico (nelle tre versioni) e rosso Canà dove l’elevata acidità volatile, che in un vino normale sarebbe eccessiva, qui è contenuta dall'alto grado alcolico, che la rende gradevole.
Il pranzo è abbastanza lungo per poter ascoltare la sua storia (Angiolino non è nato vignaiolo!) e la sua filosofia di coltivazione che ha radunato tanti altri produttori in sintonia nell'associazione VinNatur. Una ricerca continua! Ancora più significativo è il momento in cui si avvicina al vigneto e inizia a selezionare i tralci da tenere - e da guidare tra i fili di acciaio - e quelli da eliminare (= spampanare). Qui emerge la superiore abilità espressa da mani veloci guidate da occhio sicuro, rallentate solo dalla necessità di spiegare anche a parole "come si fa" a fare arrivare al meglio la linfa dalle radici ai frutti. Quando scatto capisco poco, ma successivamente apprezzo il retrogusto di una lezione magistrale, replicabile nell'attività sportiva e anche nella vita di tutti i giorni: bisogna saper togliere per avere frutti migliori.
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vista da San Luca via Collalto verso est
Valle San Floriano e Pradipaldo, bordi di Altopiano e Monte Grappa |
Non voglio trasformare questo blog in un continuo necrologio, ma intendo ugualmente segnalare due recenti scomparse, meno di vetrina rispetto a quella di Samuel WANJIRU:
- Luciano FRACCHIA di cui si trova poco in archivi internet, sommerso dalla concorrenza del ben più famoso omonimo Giandomenico (alias Paolo VILLAGGIO); è il terzo riferimento essenziale per quanto riguarda la capacità di osservara l'atletica, già descritta in precedente post, di cui allora non avevo "una storia da raccontare"; ne hanno molte di sicuro il "milione di metri di pellicola" che Luciano ha raccolto e che mi auguro siano digitalizzati e messi a disposizione in un sito strutturato e indicizzato; qualche nota in più su atleticanet.it;
- come centinaia di studenti che hanno seguito i suoi corsi, avrei molte "storie da raccontare" su prof. Alberto PARATELLA, uno dei docenti storici di ingegneria chimica a Padova, anzi, uno degli "importatori" dell'ingegneria chimica in Italia; un insegnante innamorato della matematizzazione delle reazioni chimiche (fra equazioni differenziali e condizioni al contorno), dei reattori (tutto fra CSTR e PFR), dei numeri adimensionali (Re, Pr, Nu, ... i suoi preferiti) e dei nomogrammi che poi riusciva a far apprezzare in esempi a volte semplici; ci ha regalato un'equazione sempre valida sia nella forma implicita (E-U)+(P-C)=A sia nella forma esplicita (Entrata-Uscita)+(Produzione-Consumo)=Accumulo che lui faceva applicare ai bilanci di materia, energia e composizione delle reazioni chimiche, ma è valida ovunque;
anche ieri qualcuno mi ha chiesto, non comparendo l'aggettivo nel profilo del blog, "ma tu, che ingegnere sei?" ... "chimico" gli ho risposto; di solito la domanda seguente è "chi è l'ingegnere chimico?" ... ecco la risposta del prof. PARATELLA "l'ingegnere chimico è quello che ti fa mangiare domani la popò che hai fatto ieri", una delle prime battute durante il suo corso di Principi di Ingegneria Chimica, il primo corso specifico di Ingegneria Chimica dopo il biennio propedeutico (così funzionava l'università a cavallo degli anni 80-90 del secolo scorso).