martedì 31 maggio 2011

w21/2011 - Torino e Campolonga


un Voyager completamente carico di occhiali
Il week end è cominciato con una performance anomala: sabato mattina andata/ritorno a Torino per accompagnare mio padre Carlo a un ritrovo LIONS, tanto per cominciare a sdebitarmi delle numerose incursioni che lui ha fatto per me alle gare in giro per l'Italia (vd. il racconto della trasferta a Sanremo 1986). Da qualche anno Carlo partecipa attivamente alla vita dell'associazione e si dedica alla raccolta e selezione di occhiali usati nel Triveneto che poi vengono lavati, misurati e consegnati alle popolazioni bisognose (vd. sito istituzionale). Carlo ha avuto anche modo di assistere direttamente alle operazioni sul campo in Burkinia Faso all'inizio del 2011. Un viaggio educativo.

un rimorchio da riempire nel piazzale del Lingotto
Ho partecipato anch'io a questo turno di selezione occhiali in IDEALUX: svuotamento scatole di prima raccolta, scarto degli irrecuperabili, separazione per tipologia (sole, vista), conteggio e imballaggio a prova di urto. Mentre passavo fra le dita decenni di storia dell'occhiale, mi chiedevo: ha senso tutto ciò? Dal punto di vista economico forse no, perché un prodotto costruito ad hoc costerebbe molto meno e funzionerebbe meglio, ma verrebbe meno l'opera di sensibilizzazione e di coinvolgimento tipica delle associazioni. Se poi si fa coincidere la consegna con un tentativo di record da Guiness dei Primati e con il convegno nazionale, allora il gioco è fatto. Anche a livello comunicativo e di immagine.

59° convegno LIONS brulica di delegati
Partenza prima delle 5, arrivo al Lingotto prima delle 9 (primi primissimi), consegna materiale, giro all'interno della sala conferenze, ritorno a Marostica per le 13. Good job! Well done! Al di là del ragionamento che ho appena sviluppato, mi rimane il ricordo di un viaggio davvero speciale, aria fresca e pulita dalla burrasca della sera prima, una trasparenza fino all'orizzonte che esaltava tutte le varianti del verde. Ogni tanto fa bene sentirsi turisti sulle strade di casa, soprattutto quando le autostrade sono quasi libere dai tir.

Domenica mattina sono salito a Campolongo, località al di sopra di Mezzaselva, sul versante occidentale del monte Verena che scende verso il confine con il Trentino. A me piace molto, un po' più scomoda di altre parti dell'Altopiano di Asiago, ma il tragitto allungato e i tornanti supplementari valgono la pena per correre in mezzo ai boschi sul filo dei 1500±50m slm.  A maggior ragione se ci si trova in compagnia per la Campolonga Running.
Altopiano di Asiago - zona Campolonga
Appena arrivati fa fresco e bisogna vestirsi, ma non ci sono problemi a partire in canotta, perché la radura è ben esposta al sole. Poi si entra nel bosco e le sensazioni cambiano. Non sono nelle condizioni dello scorso anno e mi stacco presto da Said BOUDALIA, che se ne va di prepotenza, e da Stefano BENINCA', che si allontana più lentamente già nella prima parte a salire verso malga Mandrielle. Io mi assesto in terza posizione, che mantengo anche nella successiva lunga discesa verso Camporosà, dove cerco di controllarmi al meglio per evitare di scassarmi cosce e ginocchia come alla Montefortiana. Mi mantengo bene tra malghe Posellaro e Trugole per poi dilatare i distacchi sui miei inseguitori nell'ultima risalita verso il ritorno a Campolongo.
frai premi anche la foto di arrivo
Ho preso i parziali sulle tabelle chilometriche, ma non hanno nessun significato tecnico. Il tempo totale è praticamente identico a quello dello scorso anno (1h12'56" vs. 1h12'48" vd. link alle classifiche ChampionChip) quando avevo avuto una migliore continuità agonistica fino all'estate, affetto allora da forma lieve di "calcaterrite". Mi dispiace per il calo di partecipazione, causa la concomitante corsa in salita Santorso-Monte Summano. Questa è una gara che merita in tutto e per tutto: dal pacco gara, ai servizi fino allo stand gastronomico gratuito per i partecipanti. Io mi sono fatto raggiungere dalla famiglia e abbiamo fatto un picnic in compagnia degli amici Stefania e Cesare fino a metà pomeriggio, rosolati dal sole e rinfrescati dal vento che riusciva a tenere in quota l'aquilone, gioiosamente rincorso dai bambini. Cosa volere di più?

Qualche commento sulle gare altrui. Domenica mattina appena alzato non ho resistito ad accendere il PC e cercare i risultati del Passatore. Su podisti.net era già pubblicato dalla mezzanotte un comunicato parziale, più che sufficiente per avere la dimensione della super performance di Giorgio CALCATERRA. Così mi sono avviato contento verso la mia gara. Vi segnalo quattro resoconti che molti avranno già letto:
Al momento è in testa Andrea nella raccolta dei commenti, a cui ho contribuito anch'io (19-12-5-0).

Mo on The Mall (Getty Imagese)
a Londra la festa continua
Allungo l'occhio verso l'amata Londra e verifico il rientro alle competizioni di Paula RADCLIFFE, dopo aver saltato la prova di Manchester di due settimane fa (vd. precedente post). Bupa utilizza la stessa cortesia di invitare un'abbordabile concorrenza casalinga. Lei non sta ancora bene e non riesce ad approfittarne per vincere. Mo FARAH invece non si lascia sfuggire l'occasione (vd. comunicato IAAF). Il passaggio al marchio NIKE lo ha trasformato "for double European champion Farah, it was the latest in a series of ever-growing list of high-profile victories this year, having won the New York Half Marathon, the European indoor 3000m title, the Bupa Great Edinburgh Cross, and the 5000m at the Aviva Birmingham Indoor Grand Prix" (vd. BBC Sport per un resoconto di tutto l'evento). Con l'occasione è stato collaudato anche il percorso olimpico di maratona. Scorre il countdown a Trafalgar Square: ormai mancano 13 mesi e poco più.

venerdì 27 maggio 2011

This time is different


Mio fratello Davide - già incontrato nel racconto della sua ultima maratona a Roma (vd. precedente post) - nella vita fa il Consulente Finanziario Indipendente, ovvero un libero professionista che analizza e consiglia i clienti in merito ai migliori investimenti da eseguire in considerazione del valore a disposizione, profilo di rischio e orizzonte temporale. IMAd² ha un sito dove è raccolto il materiale di presentazione generale e tanti commenti su vari aspetti finanziari. A un blog Davide preferisce una comunicazione formattata in un bel pdf che poi segnala ai numerosi destinatari della newsletter.
NYC 2010 - incontro con Joel GREENBLATT
dal commento Incontri a Manhattan
quanto vale una foto con chi non si fa fotografare?
Qual è l'ultimo tema trattato ... "BOLLE e bollicine"? Si parla di Roberto il bel ballerino o di Vasco ROSSI? Non proprio: "è tornata ufficialmente e con prepotenza la bolla sui titoli internet, in particolare sui titoli dei social network più diffusi. La lezione degli anni scorsi non è servita a nulla? Alcune “bollicine”, non così eclatanti, le coltiviamo anche noi, in casa nostra." Potrebbe non interessare più di tanto, ma sono 3'808 battute di testo scritte al meglio da Maila e Davide senza inglesismi e tecnicalità, le quali si bevono di un fiato forse per me che frequento lo stile da tempo (nel sito sono a disposizione 89 pubblicazioni degli ultimi due anni e mezzo). Si parla di Google, Facebook, Twitter in un modo diverso dal solito e in mezzo ci sta la frase che mi ha colpito "this time is different!" ... è applicabile solo alle bolle finanziarie? Un po' come l'enjoy di Marco MARCHEI a NYC 2010 ha cominciato a girarmi nella testa.

This time is different! Può essere la frase per convincere qualcuno che effettivamente qualcosa è cambiato magari per correggere l'andamento imprevisto degli eventi in un'esperienza precedente. Capita nella vita quotidiana, nei rapporti di lavoro, in quelli personali, in quelli affettivi. E si cerca di rimediare.

This time is different! Potrebbe essere una delle frasi utilizzate da Terrence MAHON per convincere Ryan HALL a rimanere a Mammoth Lakes. Sappiamo come è andata a finire (vd. precedente post ed è già pronta la terza puntata On a Running Mission from God).

This wine is different! Potrebbe dire Angiolino MAULE con cui abbiamo fatto conoscenza nel post precedente. A parità di vigneto, dubito che gli riesca un vino uguale di annata in annata, volendo lasciare nel prodotto finale l'evoluzione del tempo e della stagione, della fermentazione e della maturazione

This business is different! Potrebbe dire Sir Richard BRANSON (già citato in un precedente post) in cui mi sono imbattuto anche nei giorni scorsi durante la lettura di un libro prestatomi da Davide, in merito all'analisi di Mohnish PABRAI sulla prima grande diversificazione che fu la Virgin Atlantic Airways. Poi ha infilato un successo dietro l'altro e ormai non gli resta che ricevere, analizzare e finanziare progetti a cui appicicare quel marchio che mi ha riempito gli occhi a Londra. Potrà cambiare anche business, ma rimane costante la sua capacità di fare soldi.

Virgin London Marathon 2011 - The Mall

This time is different! Ci stanno torturando al Giro d'Italia. Dopo la trionfale cavalcata di Ivan BASSO del 2010 (in parte già commentata in precedente post), ci troviamo di fronte a un devastante Alberto CONTADOR in grado di ridicolizzare tutto e tutti. Un positivo all'antidoping che sta gareggiando in attesa di un giudizio che verrà. Per non alimentare discussioni gli italiani indagati non positivi sono stati lasciati a casa. This time is clean! Di altri eroi già squalificati, di cui sono state cantate molte gesta, si sono perse le tracce in classifica. Certi Processi alla Tappa potrebbero essere commentati da Federica SCIARELLI. Chi li ha visti? Emanuele SELLA ha perso il turbo? E Danilo DI LUCA? Ascoltare Don Marco POZZA certificare dal Nevegal la riabilitazione spirituale dell'abruzzese mi ha fatto tenerezza. A proposito di quella bella terra, dovrebbe esserci il rientro agonistico di Alberico DI CECCO al Passatore. Ce la farà a reggere il ritmo di Giorgio CALCATERRA? Un mio personale commento e augurio nel blog dell'atleta più unico che raro, oggetto di tante elucubrazioni (vd. tutti i post sulla "calcaterrite"). Un vero benchmark, direbbero gli economisti.

This time is different! Alla Campolonga Running di domenica mi è stato assegnato il pettorale [2] proprio come alla Dieci Miglia delle Rose. Riuscirò a non sbagliare strada e a essere classificato? Riuscirò a confermare la posizione dell'anno scorso? Allora fu l'ultima gara del primo ciclo "calcaterrite" post maratona di Parigi.

P.S. volevo scrivere di Mohnish PABRAI e di Joel GREENBLATT, di Friedrich NIETZSCHE e Ludwig WITTGENSTEIN, di Lady GAGA e Jennifer LOPEZ, del Golden Gala di ieri sera ... sarà un altro post! Segue antipasto.

This time is different! Potrebbe essere una bestemmia filosofica per Friedrich NIETZSCHE, uno che è arrivato a predicare l'eterno ritorno di tutte le cose. I suoi pensieri non hanno avuto modo di entrare nel breve ritratto di un precedente post limitato alla biografia e al sistema di relazioni per cui avrebbe potuto essere un grande blogger del passato.

lunedì 23 maggio 2011

w20/2011 - Angiolino MAULE un uomo genuino


10 Miglia delle Rose - percorso
Avrei voluto intitolare diversamente il post di feedback settimanale, in quanto rientrante alle gare dopo la maratona di Londra. Avevo scelto la 10 Miglia delle Rose, una gara abbordabile per logistica e distanza da correre (+ dislivello quasi inesistente), ben condita dall'amicizia con gli organizzatori. Sono partito, ho passato il traguardo alle spalle del mai stanco Said BOUDALIA (la sera precedente alla Moonlight Half Marathon di Jesolo), ma non sono stato classificato, in compagnia dai primi nove che hanno guidato la gara ... tutti squalificati! Per taglio del percorso. La staffetta dell'organizzazione che ci anticipava in bicicletta ci ha fatto sbagliare un incrocio a Travettore, causa un'incomprensione con l'addetto a regolare il traffico sulla strada.

San Luca via Collalto
Ci siamo accorti alla prima tabella chilometrica, perché involontariamente siamo rientrati nel percorso, ma ormai era troppo tardi. Che fare? Proseguiamo verso l'arrivo. Aggiungiamo qualche giro per aggiustare la distanza? Non abbiamo modo/tempo di parlarne, non di corsa. Said, io, il mio compagno Diego BAÙ, Stefano MASETTO, Claudio BAGNARA, sesto, settimo, ottavo, nono, ... Poi aspettiamo il decimo per una dozzina di minuti. A quel punto si capisce che dietro i concorrenti avevano completato il percorso previsto. Che fare? Avessimo fatto tutti il percorso ridotto si  sarebbe potuto aggiustare la distanza di gara. Invece chi ha passato il traguardo per decimo e undicesimo ha giustamente preteso il rispetto del regolamento per essere primo e secondo. Hai tagliato? Squalificato! Involontariamente? Squalificato ugualmente. Ci ha pensato il responsabile organizzativo Nicola CARPENESE a sistemare tutto e tutti. Un signore! Peccato che non riesca a farci riapparire nelle classifiche e forse rimarremo fantasmi presenti solo negli scatti dei fotografi. O siamo già stati cancellati anche nei jpg?

vista da San Luca via Collalto verso nord ovest - bordo dell'Altopiano
Quante volte ci è successo e quante altre volte ci succederanno situazioni simili!
Mi ricordo la SpaccaNapoli dell'autunno 1989. Non avevo idea del percorso (no internet, no cartine nei depliant). Anche allora seguii chi mi precedeva e all'arrivo il tempo fu compatibile con la distanza prevista di 10km. Seppi più tardi dal vincitore Walter D'URBANO che arrangiò il percorso con chi lo affiancò in bici per rimediare subito a un errore nelle vie tortuose. E si compiacque della precisa soluzione, degna di un geometra. Nessuno ebbe a lamentarsi.
Uno svarione più recente? Maratona dei 6 Comuni 2008 all'esordio quel 23/11, sopportato allegramente come peccato di gioventù da Andrea RIGO (come non parlare bene degli amici che fanno transitare la gara sotto i balconi di casa tua da campione del mondo?), ma ricordo commenti esacerbati, non solo per l'errore di percorso. Ora su quelle strade si corre una meglio gestibile mezza maratona.

ovviamente l'acqua è per i bambini

Torno a casa crucciato non più di tanto, perché è in programma una pronta consolazione enogastronomica. Astemi e vegetariani possono passare al paragrafo successivo, perché hanno già visto troppo!

filetto alla piastra
Avevo incontrato i prodotti di Angiolino MAULE durante la festa 21-42 a casa di BeppeP (vd. precedente post) che mi accennò a un futuro passaggio dell'originale in carne e ossa fra i colli sopra Marostica per controllare l'avanzamento dei vigneti che segue non solo a distanza. BeppeP mi disse che ci saremmo trovati da suo cognato Massimo, e pensai a MassimoV (compagno di trasferte 21-42) che ha sposato la sorella della moglie di BeppeP. Invece mi sono infiltrato in casa del cognato MassimoM, fratello della moglie di BeppeP, il quale ha sposato RominaV, mia compagna di classe alle scuole elementari, nonché mamma di due splendide bambine coetanee dei miei figli. Qualcuno ci capisce qualcosa? Un intrico di amicizie e parentele che ha dato vita a un pranzo strepitoso, nel patio protetto di una casa pensata per essere accogliente, disegnata e costruita dall'ospite stesso.

Angiolino MAULE in azione
Prima dell'arrivo di Angiolino sono state stappate due bottiglie di un produttore di Breganze, quel Firmino MIOTTI che ci ha preparato il palato con Sampagna e Pedevendo. Adesso che so dove si trova, potrei passarci anche di corsa!
Poi arriva il Grande Capo, con l'auto carica di famiglia (moglie e due figli) e di cartoni di vino, che subito vengono aperti per farne uscire bianchi Sassaia, Pico (nelle tre versioni) e rosso Canà dove l’elevata acidità volatile, che in un vino normale sarebbe eccessiva, qui è contenuta dall'alto grado alcolico, che la rende gradevole.
Il pranzo è abbastanza lungo per poter ascoltare la sua storia (Angiolino non è nato vignaiolo!) e la sua filosofia di coltivazione che ha radunato tanti altri produttori in sintonia nell'associazione VinNatur. Una ricerca continua! Ancora più significativo è il momento in cui si avvicina al vigneto e inizia a selezionare i tralci da tenere - e da guidare tra i fili di acciaio - e quelli da eliminare (= spampanare). Qui emerge la superiore abilità espressa da mani veloci guidate da occhio sicuro, rallentate solo dalla necessità di spiegare anche a parole "come si fa" a fare arrivare al meglio la linfa dalle radici ai frutti. Quando scatto capisco poco, ma successivamente apprezzo il retrogusto di una lezione magistrale, replicabile nell'attività sportiva e anche nella vita di tutti i giorni: bisogna saper togliere per avere frutti migliori.


vista da San Luca via Collalto verso est
Valle San Floriano e Pradipaldo, bordi di Altopiano e Monte Grappa


Non voglio trasformare questo blog in un continuo necrologio, ma intendo ugualmente segnalare due recenti scomparse, meno di vetrina rispetto a quella di Samuel WANJIRU:
  • Luciano FRACCHIA di cui si trova poco in archivi internet, sommerso dalla concorrenza del ben più famoso omonimo Giandomenico (alias Paolo VILLAGGIO); è il terzo riferimento essenziale per quanto riguarda la capacità di osservara l'atletica, già descritta in precedente post, di cui allora non avevo "una storia da raccontare"; ne hanno molte di sicuro il "milione di metri di pellicola" che Luciano ha raccolto e che mi auguro siano digitalizzati e messi a disposizione in un sito strutturato e indicizzato; qualche nota in più su atleticanet.it;
  • come centinaia di studenti che hanno seguito i suoi corsi, avrei molte "storie da raccontare" su prof. Alberto PARATELLA, uno dei docenti storici di ingegneria chimica a Padova, anzi, uno degli "importatori" dell'ingegneria chimica in Italia; un insegnante innamorato della matematizzazione delle reazioni chimiche (fra equazioni differenziali e condizioni al contorno), dei reattori (tutto fra CSTR e PFR), dei numeri adimensionali (Re, Pr, Nu, ... i suoi preferiti) e dei nomogrammi che poi riusciva a far apprezzare in esempi a volte semplici; ci ha regalato un'equazione sempre valida sia nella forma implicita (E-U)+(P-C)=A sia nella forma esplicita (Entrata-Uscita)+(Produzione-Consumo)=Accumulo che lui faceva applicare ai bilanci di materia, energia e composizione delle reazioni chimiche, ma è valida ovunque;
    anche ieri qualcuno mi ha chiesto, non comparendo l'aggettivo nel profilo del blog, "ma tu, che ingegnere sei?" ... "chimico" gli ho risposto; di solito la domanda seguente è "chi è l'ingegnere chimico?" ... ecco la risposta del prof. PARATELLA "l'ingegnere chimico è quello che ti fa mangiare domani la popò che hai fatto ieri", una delle prime battute durante il suo corso di Principi di Ingegneria Chimica, il primo corso specifico di Ingegneria Chimica dopo il biennio propedeutico (così funzionava l'università a cavallo degli anni 80-90 del secolo scorso).

giovedì 19 maggio 2011

Una Preghiera per Samuel e per Tutti gli Altri


Londra 2008 - la preghiera del podio dopo l'arrivo
Ci siamo lasciati nell'ultimo post con il saluto di Haile GEBRSELASSIE che si chiedeva se la famiglia dell'atletica avesse potuto fare qualcosa per evitare questa tragedia di Samuel WANJIRU. La frase sembra retorica, legata alla commozione e alla circostanza, ma sono convinto che non lo sia.

Mi ricordavo alcune foto dopo l'arrivo della maratona di Londra del 13/04/2008, ma non pensavo di ricostruire la scena con una sequenza di scatti così coinvolgente, grazie a Getty Images. Questa fu l'unica vera sconfitta di Samuel in maratona, quando alla seconda esperienza sulla distanza non riuscì a staccare Martin LEL su The Embankment prima del rettilineo finale su The Mall. Guai a portare Martin in volata! Quasi imbattibile, anche in mezza maratona.

Londra 2008 - la grande lotta su The Embankment
Avevo già indicato il resoconto ufficiale all'interno di un precedente post da cui estraggo "they passed half way in a spectacular 62:14, one of the quickest first halves ever seen ... The pacemakers slipped away at 30km (1:28:29) ... Wanjiru took up front-running duties, reducing the leading group to five with Lel, Mutai, Kifle and Goumri on the young Kenyan’s heels. At 18 miles they were still 7 seconds inside Haile Gebrselassie’s 2007 world record pace, with 4:45 miles needed to beat the Ethiopian’s mark. But the long run for home from Docklands to Westminster would be into a headwind and cold rain clearly had an effect". Guidò i primi sei sotto le 2h07' e imparò la lezione in vista delle Olimpiadi: staccare tutti per tempo, senza paura.

Londra 2008 - l'abbraccio sincero del podio
L'anno successivo il record del mondo di maratona era stato portato da 2h04'26" (30/09/2007) a 2h03'59" (28/09/2008), sempre da Haile GEBRSELASSIE sempre a Berlino. Cosa fece Samuel il 26/04/2009? Ci riprovò, fin troppo convinto, passando a metà gara in un esagerato 1h01'35" che lo fece rallentare nel finale rispetto alle proiezioni: con 2h05'10" migliorò il record della gara di 5" e il personale di 14" dall'anno precedente (qui il bel video Universal Sports). Tutta la storia nel resoconto ufficiale con la prima grande sfida contro l'etiope Tsegaye KEBEDE con cui si ritrovò di nuovo fianco a fianco in un drammatico finale a Chicago 2010, la sua ultima maratona.

Londra 2008 - The Mall
Era prevista la partecipazione di Samuel anche a Londra 2011 di un mese fa, dopo il ritiro nella prova del 2010, ma rinunciò per un problema a un ginocchio. Così una fetta di budget si riaprì per il ritorno di Martin LEL, di nuovo a regolare in volata per il secondo posto un grande Patrick MAKAU. Emmanuel MUTAI si era già involato dopo 30km (vd. resoconto ufficiale) a completare la sua risalita nella classifica e nei tempi, fino alla vittoria e al record della gara (13/04/2008 4° 2h06'15"; 26/04/2009 4° 2h06'53"; 25/04/2010 2° 2h06'23", 17/04/2011 1° 2h04'40").
Altre morti precoci di atleti nel pieno vigore delle forze? Tra i più famosi ricordo Ivo VAN DAMME BEL (1954-1976) e Bronislaw MALINOWSKY POL (1951-1981), quest'ultimo già citato in precedente post dove è possibile trovare un bel video dei Campionati Europei di Roma 1974. Accomunati dalla doppia medaglia olimpica, rispettivamente argento-argento in 800m - 1500m a Montreal 1976 (battuto da Alberto JUANTORENA e John WALKER) per Ivo e argento-oro sui 3000 siepi a Montreal 1976 - Mosca 1980 per Bruno, accomunati dall'incidente in auto che li ha portati via, proprio come Steve PREFONTAINE USA (1951-1975).

Bravo Martin! Alla prossima sfida!
Casi più vicini nello spazio e nel tempo?
Comincerei da Fulvio COSTA, già citato in precedente post, nel quale avevo indicato link a uno struggente quadro dipinto da Orlando che sorvola sulla lunga agonia dell'amico fraterno, per lo più nel reparto di nefrologia dell'Ospedale San Bortolo di Vicenza visibile nella parte superiore della foto a Parco Querini. Se ne è andato a fine maggio del 1982, prima che avessi occasione di conoscerlo e allenarmi assieme.
Per ultimo c'è Massimiliano Max CORSO, da cui ho avuto modo di prendere qualche randellata in campestre (p.e. Settimo di Pescantina 06/01/2008 amena località già nominata in precedente post) prima che un'accidentale caduta in un dirupo fra le amate montagne attorno a Feltre lo inghiottisse per sempre a metà luglio 2009. Qui un breve ritratto del compagno di squadra Tito TIBERTI e in calce il link al trafiletto del giornale, ma attendo aneddoti inediti dai molti che lo hanno frequentato. Come di quella volta che venne ad allenarsi in compagnia a Tezze sul Brenta, guardò nella borsa e non trovò né calzoncini né calzamaglia. Senza problemi corse con gli ampi pantaloni della tuta.

Non ci resta che ricordarli per mantenere vivo l'amore per la corsa.

martedì 17 maggio 2011

w19/2011 - un week end da reporter, grandi rientri e triste dipartita

###   tante cose in un post che vale doppio, tanto testo per tante foto   ###

5000m - passaggio ai 200m
da dx a sx Giancarlo SIMION, Alessandro FABIAN
Ruggero PERTILE, Andrea ZORDAN ...

mezzofondisti, maratoneti, orientisti, triathleti
 Arrivano i CdS Assoluti su pista e mi trasformo in tecnico, dirigente, accompagnatore, fotografo per la mia società Atletica Vicentina in un week end che è stato quanto di più variabile e fastidioso fosse pensabile. Siamo passati dai 30°C assolati di sabato pomeriggio (gara di 10km marcia alle 15:15!) ai 15°C di domenica, conditi da raffiche di vento e pioggia a tratti, che hanno costretto al rinvio delle gare di salto con l'asta F e salto in alto M. Fosse una corsa su strada si potrebbe mettere in conto il degrado prestazionale, difficilmente accettabile in una competizione a squadre che somma i punteggi corrispondenti ai risultati nelle varie prove. OK, c'è la seconda fase a metà luglio sulla pista amica in Sportflex a Vicenza, ma per certi versi le condizioni rischiano solo di peggiorare.

Maurizio BOBBATO - 800m
Completamente inaspettato, almeno per me, c'è stato il rientro sui 5000m di Ruggero PERTILE che mancava dalle gare in pista da 4 anni ed è stato richiamato sul manto gommoso dai doveri societari, quasi come 16 anni prima, variazione cromatica da all black a giallo canarino fasciato blu, variazione di calzature da chiodata alla protettiva lunarfoam. Ha concesso solo il primo giro in compagnia, poi si è involato. Per chi si domandasse cosa sia la striscia scura per terra dico che non è una pozzanghera di acqua, bensì il sensore per rilevazione con chip. La tecnologia impigrisce ingegno e abilità che una volta permettevano la gestione a mano e a vista di gare ben più frequentate. Nonostante un programma orario molto ampio e le iscrizioni on line entro giovedì, siamo riusciti a dilatare i tempi arrivando alla fine con un'ora di ritardo (= ore 22).

Fra i VIP si è rivisto in salute Maurizio BOBBATO, che ha speso il minimo indispensabile per vincere 1500m (sabato) e 800m (domenica), precedendo in entrambi i casi atleti più giovani di 14-15 anni. Maurizio non è poi così anziano, essendo nato nel 1979. Chissà che ritorni a produrre risultati degni del suo talento che non può essersi fermato al bronzo dei Campionati Europei indoor del 2007.

Giovanna DEMO - salto in alto
Sono tornati a gareggiare quasi tutti gli atleti che vi avevo presentato in precedente post, tranne Anna GIORDANO BRUNO: Elena VALLORTIGARA infortunata prima di entrare in gara, Francesco TURATELLO corre i 100m e non salta in lungo per non aggravare un problema al tendine rotuleo, Alessandro BERTO in salute si conferma sulle sue misure. Purtroppo non è sempre festa per tutti!

Elena VALLORTIGARA è stata sostituita sul gradino più alto del podio del salto in alto dalla mia compagna di squadra Giovanna DEMO: flessuosa come un giunco, ha valicato l'asticella a 1,77m per poi arenarsi alla misura superiore. Non me ne vogliano i bei maschioni [AV], ma questa è stata la fase delle nostre belle donne che hanno vinto molto
    Aida VALENTE 4x400m - Laura STRATI salto in lungo
# la capitana Aida VALENTE sui 400hs e staffetta 4x400m ben supportata dalle compagne Anna BEGGIO, Nicole POZZER, Valentina REGINATO + un secondo posto nei 400m

#  Laura STRATI nel salto in lungo + un secondo posto nei 100m.
    Perché scatto foto? Primo perché mi piace osservare l'atletica e descriverne i gesti con le immagini. Poi perché il lavoro torna utile per arricchire la comunicazione [AV] su internet e sul Giornale di Vicenza, la bibbia della mia provincia. E questa volta è servito anche a Mauro FERRARO - addetto stampa FIDAL Veneto - che ha utilizzato 3+3 scatti a corredo del testo sia sabato sia domenica. Da considerare che sabato il solerte Delegato Tecnico, per amore di ordine e pulizia della manifestazione, ha lasciato fuori dal campo tutti i fotografi che si sono arrangiati dietro transenne e recinzioni e dalla tribuna. Di solito mi è sufficiente l'obiettivo 70-200, faccio fatica solo a entrare nella gabbia di disco-martello, ma sabato ho desiderato avere il 300 f2.8, l'arma preferita di Giancarlo COLOMBO.

    GdV 16/05/2011 in formato pdf
    Nel week end ci sono stati altri rientri agonistici, secondo programmi già dichiarati a inizio anno: dopo la prova a inseguimento durante la maratona di Vienna del 17/04, domenica Haile GEBRSELASSIE è tornato a fare una gara vera sui 10km a Manchester. Gli organizzatori sono stati gentili a non opporgli feroce concorrenza e la stessa cortesia era stata usata per un altro rientro di lusso, quello di Paula RADCLIFFE, dopo la lunga assenza per gravidanza e svezzamento del secondo figlio Raphael. Fra i 38'000 partenti Haile ha vinto inventandosi un'opposizione che non c'è stata da parte di Chris THOMPSON (ricordate la furiosa volata con Daniele MEUCCI ai Campionati Europei di Barcellona 2010?); Paula invece ha marcato visita. Più ritarda il ritorno alle competizioni e peggio è sulla strada verso l'ultimo grande obiettivo: l'Olimpiade di Londra 2012. Arrivo su The Mall.

    Altri criteri sono stati utilizzati dal New York Road Runners Club per allestire il campo partenti per UAE Healthy Kidney 10k, una dei 51 eventi di corsa previsti per l'anno 2011, per lo più all'interno di Central Park. Sono stati messi assieme tre fenomenali keniani già visti all'opera al Campaccio e descritti in precedente post. Leonard KOMON ha abbassato in solitudine il record del percorso segnato l'anno scorso da Gebre GEBREMARIAM, già più volte citato in precedenti post. Chissà che non ce lo ritroviamo felice e vincente sul traguardo di fronte a Tavern on the Green, ma della ben più prestigiosa maratona del prossimo novembre, proprio come accaduto a Gebre nel 2010. Il video di 4' spiega tutto più di mille parole: perché le registrazioni siano limitate a 10'000 (= 7'557 finishers), come si riesca a mescolare campioni e very normal runners in unico evento charity, come utilizzare per intero Central Park senza segregarlo (quanta nostalgia!), skyline di Manhattan negli occhi e nelle orecchie la colonna sonora degli 2U, presentata come la miglior cover band degli U2.

    Michael TUMI vince i 100m su Giovanni GALBIERI: il futuro della velocità italiana corre in Veneto

    ph. Giancarlo COLOMBO
    Sammy WANJIRU non è più fra noi. L'ho incontrato durante il briefing pre gara alla maratona di NYC 2010. Faceva quasi tenerezza nelle sue ridotte dimensioni che a malapena riempivano il piumino rosso con cui si proteggeva dal freddo.
    Oltre al necrologio istituzionale IAAF, segnalo le prime parole di Peter VIGNERON su runnersworld.com, scritte di getto appena confermata la notizia, come quelle di Amby BURFOOT nello stesso sito che ha incrociato parte del materiale che aveva già prodotto per descrivere le eccezionali imprese di Sammy.
    Un riassunto anche nel sito fidal.it In questo momento nella homepage del sito runnersworld.it ruotano le immagini di Sammy e di Pre: uniti nel coraggio guerriero in gara, uniti nella disgrazia, uniti nell'imperitura memoria, quasi a incarnare il verso del poeta greco MENANDRO, noto a tanti studenti italiani perché introduce un famoso canto di Giacomo LEOPARDI, che recita "muor giovane colui ch'al cielo è caro". Ci penso e mi dico: non così, non ora.
    Concludo con le parole twitterate da Haile GEBRSELASSIE "I am totally shocked of the news of the death of Sammy Wanjiru. My thoughts are with his family and all his friends and colleagues. Of course one wonders if we as an athletics family could have avoided this tragedy."

    venerdì 13 maggio 2011

    Amici che hanno aperto le ali

    ###   nel week end ci sono in tutta Italia le fasi regionali del Campionato di Società Assoluto su pista e mi sembra il momento giusto per pubblicare questo post che li riguarda, anche perché ormai rischia di fare la muffa essendo stato scritto da più di tre mesi a seguito di un suggerimento di Andrea RIGO che mi consigliava: "scrivi di quando battevi ..."   ###

    Se la memoria non mi inganna ci siamo confrontati ad armi pari per l'ultima volta in un 5'000m ai Campionati di Società su pista a Belluno nel maggio del 1995. Avevo fatto un ottimo lavoro di ricostruzione durante l'inverno, stavo godendo di buona salute e ottima continuità: speravo quindi di migliorare nella stagione il mio 13'49"34 di tre anni prima.
    Ai CdS si corre per il crono, quello vale per la classifica, così non è difficile organizzarsi per l'obiettivo comune, soprattutto quando si corre su ritmi simili. Allora le FF.OO. avevano sovrabbondanza di atleti e misero a disposizione Salvatore ORGIANA per lanciare la prima metà gara e tanto fece fino ai 2'500m. Poi in qualche maniera ci alternammo fino a quando avanzai leggermente per vincere in 14'12". Non fu necessario voltarsi per controllare la situazione, fu sufficiente apprezzare con l'udito: di Giacomo ascoltai gli appoggi frequenti affievolirsi, di Ruggero bastò verificare il ritardo nella partenza dell'inseguimento di Chiara. Negli ultimi anni si è calmata, ma allora correva di fianco al moroso e urlava come una forsennata, regolare in quella gara per dodici volte lungo il rettilineo opposto a quello di arrivo.
    Finora ho scritto solo i nomi perché penso che siano riconoscibili i maratoneti LEONE e PERTILE che allora stavano affilando la loro tecnica per lo più in pista. Ho qualche anno di vantaggio su entrambi, tre su Giacomo e sei su Ruggero, e il caso vuole che tutti e tre abbiamo raggiunto la propria miglior prestazione sulla distanza dei 5'000m a 24 anni: Giacomo 13'47"90 già nel mese successivo e Ruggero 13'42"37 tre anni dopo in una serata speciale a Conegliano Veneto (TV).
    Giacomo cominciò a volare proprio nell'estate del '95 e nell'autunno acquistò una solida dimensione internazionale con il secondo posto alla maratona di Venezia in 2h09'34", poco dietro a Danilo GOFFI, molto avanti a un esordiente Stefano BALDINI. Un anno dopo avvenne la consacrazione con la vittoria di NYC 1996. Poi continuò per anni con fantastiche prestazioni cronometriche e mancò per poco la medaglia a una manifestazione globale.
    Ruggero ebbe un'incubazione più lunga e le vicende della vita lo hanno portato alla piena maturazione più avanti negli anni, consentendogli una longevità che lo proietta fino alle prossime Olimpiadi di Londra. Da un paio di stagioni è il migliore italiano in attività e non mi dilungo oltre perché tuttora riempie le cronache atletiche. Onore alla costanza e alla determinazione che tante volte fanno la grande differenza per l'espressione del talento, che molti erroneamente identificano con le sole potenzialità fisiologiche.
    Io avevo già irrimediabilmente segnato i tendini di Achille, ma ancora non lo sapevo, e l'operazione avrebbe aspettato 10 anni. Non avevo voglia di farmi tagliare. In quella stagione il colpo di grazia è stato dato da una distorsione alla caviglia sinistra (raccontata in precedente post), che al momento sembrava innocente e poi mi ha fatto infiammare disastrosamente l'articolazione. Così si concluse la mia ultima stagione buona della fase 1.

    Ryan HALL - on a running mission from God (2)

    ...   continua   ...

    Arriviamo alla primavera del 2010, un anno fa. Come tanti altri campioni USA, Ryan è coinvolto nell'azione di comunicazione diretta e ha un blog in ambiente competitor.com molto interessante, benché discontinuo, dove si esprime in semplicità e chiarezza (vd. resoconto della maratona di Boston 2010). Poco dopo, a metà maggio, cominciano i post all'interno di ambiente multimediale Facebook denominato Master The Shift sponsorizzato da NISSAN. Il team di lavoro attorno a Ryan HALL (moglie Sara, allenatore Terrence MAHON, fisiologa Rita KLABACHA, compagno di squadra Josh COX) pubblica quotidianamente a rotazione, ognuno nel proprio ruolo, e tutti assieme partecipano ai video dimostrativi. Qui c'è veramente di tutto e in pochi mesi viene dipinta la visione del running come si vive a Mammoth Lakes CA, località che ho avuto modo di visitare con una deviazione lungo la strada che mi portava da Bishop verso Yosemite Park a fine ottobre del 2000, molto prima che fosse eletta a zona protetta del fondo USA. Nel discorso di apertura del 14/05/2010 ci sono immagini da questo paradiso che si ampliano nei video successivi.



    Passa l'estate e Ryan sembra bello carico in previsione dell'impegno alla maratona di Chicago, con un'escalation negli allenamenti che sembra inarrestabile, poi sfociata in uno stato di sovrallenamento che porterà l'atleta alla rinuncia delle gare autunnali (vd. precedente post). Di qui inizia una riflessione che lo conduce alla risoluzione del rapporto con l'allenatore Terrence MAHON. Per capire il clima del Mammoth Lakes Track Club è possibile leggere i post del 17/08/2010 e del 29/04/2011: il massimo coinvolgimento sconfina nell'asfissia. E Ryan vuole tornare a respirare.
    La macchina NISSAN è ben lanciata, tanto materiale è già prodotto e deve essere pubblicato, il senso tecnico dell'operazione rimane valido anche senza l'uomo simbolo che continua a metterci la faccia ma non la presenza. Così Ryan affida i suoi pensieri al blog e ben li argomenta fin dal post The Next Step in cui saluta e ringrazia tutti i compagni di viaggio degli ultimi 5 anni.
    Nei mesi successivi cerco segni specifici sull'avanzamento della nuova vita, ma Ryan rimane evasivo in merito alla sua reale condizione, tanto che alla presentazione del suo rientro alle gare in occasione dei Campionati USA di Mezza Maratona a Houston (29/01/2011) fa discutere più la lunga barba con cui si è presentato in conferenza stampa che le sue dichiarazioni. Anche nel suo blog spiega perché e come se l'è tagliata la notte precedente alla gara più che descrivere la gara stessa. Ci viene in soccorso il bene informato Amby BURFOOT ad aggiungere qualche nota tecnica. Non è male correre in 1h02'20" e perdere in volata da uno specialista come Mo TRAFEH!
    Sulla strada verso Boston la comunicazione non cambia registro, tranne la settimana precedente quando è pubblicato Time To Shut The Brain Off. Poi arriva il grande giorno e alla fine Ryan c'è! Ecco il suo resoconto Reflections on the 2011 Boston Marathon in cui si intrecciano estasi agonistica e mistica religiosa. Solo alla fine del post si lascia scappare un'affermazione che lascia trasparire le sofferenze passate su cui aveva glissato nei mesi scorsi "considering the rocky training over the last 6 months marked by stomach problems and injury (It wasn’t really until the last 6-8 weeks that I was able to train unimpeded) I couldn’t have been more pleased with the results".
    Per sapere qualcosa di più possiamo fare affidamento sulla moglie Sara, a questo punto l'unica persona ad aver vissuto sempre vicino Ryan in questi ultimi mesi.

    ...   continua   ...

    lunedì 9 maggio 2011

    w18/2011 - hands on


    Il titolo deriva da un cartellone che ho trovato al British Museum e invita i visitatori a "toccare con mano" alcuni oggetti della collezione del museo insieme ai volontari. Così l'esperienza tattile, mai capitata in precedenza, intensifica il rapporto con i materiali in esposizione, di solito dietro alle vetrine. Tanti visitatori mantengono un distacco quasi reverenziale di fronte a dei pezzi che difficilmente possono essere di gran pregio. Comunque mi sono goduto l'opportunità di mettere una mano su una replica della stele di Rosetta e in qualche modo mi sono sentito partecipe di quel trivio linguistico che ha permesso di iniziare a comprendere i geroglifici. Ovviamente l'originale è ben protetto in una teca.
    Per certe assonanze mi è tornato alla memoria un racconto di Sebastiano ZANOLLI, già citato in un precedente post, che descrive una gita nel museo paleontologico di un paesino arroccato in una vallata veronese al confine con lo spartiacque vicentino. Il titolo "Il martello di Bolca. Lezione di marketing dall’era terziaria" sembra ostico e poco propenso a introdurre un testo che si rivela divertente e istruttivo (da scolpire nella memoria le tre frasi lapidarie in maiuscolo). All'uscita dal British Museum, come dalla National Gallery e dalla Tate Modern Gallery, mi sono quasi sentito in difficoltà ad aver usufruito di tanta bellezza, ordine e pulizia senza aver pagato il biglietto di ingresso. Così non puoi esimerti dal comprare un catalogo o fare una libera donazione nel mega salvadanaio in plexiglas.

    Stele di Rosetta, copia a disposizione dei visitatori al British Museum

    Domenica mattina si è corsa la Gran Fondo a Marostica ed è stato un piacere vedere riempita la piazza degli scacchi da ca. 600 ciclisti che si sono suddivisi nei due percorsi (77km corto / 370 arrivati, 147km lungo / 184 arrivati). Sono sceso da casa poco prima del via, ho visto la partenza (quanti mezzi per tenere sotto controllo la gara!) e poi mi sono intrattenuto a parlare con diversi conoscenti. Giornata bellissima e quasi quasi avrei preferito fermarmi a chiacchierare perché avevo le gambe intorpidite, benché avessi mantenuto la promessa "solo forza e corsa continua". Tanto mi basta per stancarmi! Ho visto ancora un primo passaggio al di fuori di porta Breganze, al termine della discesa del Castello Superiore, e poi mi sono avviato.
    Dove vado? Seguo i ciclisti. Per quanto? Finché il traffico è bloccato lungo la vecchia Gasparona. Così ho spazzolato in andata e ritorno le strade che in parte avevo descritto pochi giorni fa e di solito evito perchè troppo trafficate e rischio di fare la fine di Wile Coyote. Spesso mi salvo lungo la ciclabile che arriva fino a Ponticello e passando per vie secondarie fra vecchia e nuova Gasparona (= futura autostrada/complanare Pedemontana). Confermo la bellezza degli sfondi che risaltavano maggiormente rispetto alle foto di settembre scorso perché privi di velature spazzate dalla brezza primaverile e illuminati dal sole brillante che fa maturare i frutti di maggio.

    ciliegie dei Carmini, raccolte prima che facciano festa solo i merli

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