domenica 30 gennaio 2011

Khalid KHANNOUCHI - London Marathon

La notizia ha quasi due mesi, ma è ugualmente valida. Si parla dell’ex recordman mondiale di maratona Khalid KHANNOUCHI che spera di tornare a buoni livelli nei prossimi mesi, nonostante i 40 anni compiuti e le difficoltà famigliari con la (ormai ex) moglie Sandra che rimane comunque la sua allenatrice. Una simpatica inversione dei ruoli in cui molto spesso è l'atleta femmina a innamorarsi dell'allenatore maschio (numerosi esempi a ogni livello).

New York, NY — American marathon record-holder Khalid Khannouchi and Sandra Khannouchi, his coach and manager of 16 years, have announced that they will be divorcing amicably later this year. The couple met at a road race in 1994 and a year later began working together as coach and runner. They married in 1996. The couple will continue their working alliance. Both are relocating from Ossining, NY to Colorado Springs, CO this month.
Ms. Khannouchi, who will keep her married name for professional reasons, coached Mr. Khannouchi to successes including four Chicago marathon titles, the standing American record at the 2002 London Marathon, and numerous course records at shorter distances.
“No one can coach me better than Sandra can,” said Mr. Khannouchi. “So it makes sense that if I want to finish out my career on a high note, she is the person I should work with to get there.”
Mr. Khannouchi, who placed fourth in the 2008 Olympic Marathon Trials, has been recovering and training through a series of surgeries to resolve a chronic injury issue. He expects to be racing again in the coming months.

Un capolavoro di comunicato stampa! La storia di KHANNOUCHI mi ha evocato ricordi che si allacciano alla prossima grande trasferta, ovvero la maratona di Londra. Ritaglio il breve resoconto ufficiale della stratosferica gara del 2002, che ho avuto la fortuna di vedere in TV, quando Khalid mise d’accordo i grandi contendenti Paul TERGAT e Haile GEBRSELASSIE, realizzando il record del mondo. Di qui ebbe inizio la grande rivoluzione degli anni successivi.

Moroccan-born USA citizen Khalid Khannouchi achieved his ambition of winning the London Marathon and in a fascinating race he shaded his own world record by 4 seconds.
Meanwhile, Kenya’s Paul Tergat finally vanquished his nemesis Haile Gebrselassie and ran to within 6 seconds of the old world record, while Gebrselassie himself made an amazing debut of 2:06:35 (pushing deposed course record holder Antonio Pinto down to 4th on the all-time London lists). Such was the power of Khannouchi’s final surge, however, Gebrselassie finished nearly a minute down on the winner.
Defending champion, Abdelkader El Mouaziz, had the galling experience of falling at 20km. Although he recovered enough to reduce his best time to 2:06:50 and finish in 4th place, this was obviously small compensation to the highly competitive Moroccan. Behind him, South Africa’s Ian Syster removed over 6 minutes from his previous best to post 2:07:06 and move into world class, 23 seconds in front of European champion Stefano Baldini who in turn set a personal best.
The decisive moments of the race came as three leaders – Gebrselassie, Khannouchi and Tergat – wound up the pace on The Embankment with Big Ben in sight. The Ethiopian had been looking good at the front but when Khannouchi started a long surge for home he was quickly dropped. Although diligently drinking water throughout, the man who had set 15 world records ignored the sports drinks on offer and was now suffering the consequences with cramping in his legs. As in 2001, Paul Tergat chased the leader hard but was once again the bridesmaid. On this occasion he finished in a time that was out of the reach of all but one other man – unfortunately for Tergat that other man was also in the race.

Torniamo al 2010. A meno di 3 mesi dalla maratona è già annunciato il velocissimo parco partenti.
Tsegaye Kebede, ETH, 2:05:18
Patrick Makau, KEN, 2:04:48
Samuel Wanjiru, KEN, 2:05:10
Abel Kirui, KEN, 2:05:04
Bazu Worku, ETH, 2:05:25
Jaouad Gharib, MAR, 2:05:27
Emmanuel Mutai, KEN, 2:06:15
Viktor Röthlin, SUI, 2:07:23
Abderrahime Bouramdane, MAR, 2:07:33
Yonas Kifle, ERI, 2:07:34
José Manuel Martinez, ESP, 2:08:09
Marilson Gomes dos Santos, BRA, 2:08:37

Io arrivo dopo 20'. Dathan RITZENHEIN vince la speciale classifica "entro per ultimo ed esco per primo dalla lista". Dispiace che il suo talento non trovi adeguata espressione in prestazioni recenti.

Non è stato difficile individuare la colonna sonora della trasferta, ovvero "The flood" dei Take That. Nella seconda metà del video (dopo 3'30") ci sono grandi riprese del centro di Londra, sia dall'alto sia dalle sponde del Tamigi. Anche loro una storia da raccontare.


venerdì 28 gennaio 2011

Il record di maratona - il ritorno di Gebre

 
28/09/2008 - 35th Real Berlin-Marathon, tanti corrono il personale in scia a Gebre
qui sono con Gas, Giuliano, Matteo
  
soddisfatto quasi come Gebre
Parlando di cose di corsa insieme a conoscenti non molto addentro a cose di corsa, ogni tanto mi è chiesto "qual è il tuo personale in maratona?". Preferisco indicare il 2h28'06" di Berlino 2008 piuttosto che il 2h27'33" (*) di Treviso 2009, anche se la prestazione intrinsecamente migliore è il 2h28'22" di NYC 2010. La domanda successiva è "qual è il record del mondo in maratona?". Al momento Haile GEBRSELASSIE 2h03'59" ancora a Berlino 2008. Il commento spesso è "24 minuti non sono poi tanti ...". Di solito rispondo che per correre al ritmo di Gebre mi ci vorrebbero i pattini ai piedi, ma è un altro sport. A lui bastano le scarpe che chiunque può acquistare con meno di 100€ in un negozio specializzato. Magari in versione Gelbgrün Weltrekord.
Tornerà ai massimi livelli il nostro ever-smiling-runner? Sembra proprio di si. Dopo aver sopravanzato il capofila stagionale in pista dei 10'000m Josphat Kiprono MENJO in una corsa su strada in Angola a S. Silvestro, a Gebre manca un mese per la maratona di Tokio e sembra che tutto proceda per il meglio (vd. comunicati su TWITTER). Nella programmazione riesce ad allungare fino alla primavera con la presenza alla maratona di Vienna del 17/04, in una prova di mezza costruita attorno a lui, e alla Bupa Great Manchester Run del 15/05 sui 10km.


27/09/2008 - 35th Real Berlin-Marathon per pattini in linea, il giorno precedente al grande show di Gebre

mercoledì 26 gennaio 2011

Tre vicentini pubblicano libri

Negli ultimi tempi in modi diversi mi sono imbattuto in tre pubblicazioni di tre vicentini che della scrittura non fanno professione e che in qualche maniera si intrecciano, non solo in relazione al territorio di provenienza degli autori.

Il primo è famosissimo, Diego DALLA PALMA, nato a Enego nel 1950, al quinto libro, uscito nello scorso autunno. Il titolo "a nudo" è sintomatico per uno che ha costruito la sua attività professionale sull'immagine e sui cosmetici. Si spoglia del tutto, veramente, narrando accadimenti di famiglia, avvenimenti della vita e sentimenti che avrebbe potuto tenere celati o lasciarli noti solo a chi ne fosse già stato a conoscenza. Lo stile è impegnativo, greve e ha dilatato parole e pagine. Forse il ritornare sugli stessi argomenti e la ripetizione di termini e locuzioni sono funzionali all'approfondimento nella comprensione dello svolgimento della sua vita. Diego utilizza la scrittura come terapia che funziona meglio tanto più è sincera, porta nero su bianco il confronto con se stesso come esempio di quanto dovrebbe essere capace ciascuno con eguale coraggio. Mette quasi a disagio la narrazione degli eventi sottostanti a una vita che alle cronache mondane appare splendida, in verità risulta molto tormentata.

Anche Sebastiano ZANOLLI è alla quinta pubblicazione. Mi è certamente più vicino per età (ha 4 anni più di me) e per frequentazioni (la sua vita scorre sulla pedementana fra Bassano del Grappa e Breganze per aprirsi al mondo). Brillante dirigente all'interno del gruppo DIESEL, orgoglioso di definirsi "manager atipico", coltiva la scrittura come raccolta e rielaborazione della vasta opera di comunicazione che utilizza tutti i mezzi, dai più tradizionali ai più avanzati.
Sebastiano non lascia indifferente chi lo ascolta con le orecchie aperte, coinvolge intensamente e tanti commenti dei lettori suonano quasi come ex voto per l'illuminazione promossa dall'incontro. Lo stile è frammentario, un continuo a capo riga al termine di quasi ogni periodo. Posso interpretarlo come una tecnica positiva che costringe a riflettere: nel frangente che l'occhio insegue la frase successiva, la mente elabora la suggestione di quella appena letta. Allora l'occhio rallenta volentieri per lasciare echeggiare il pensiero.

Del terzo autore non so molto di più di quello che c'è scritto nell'articolo che ho trovato sfogliando il Giornale di Vicenza un paio di settimane fa. Mi ha molto colpito la storia non tanto del romanzo, ma di come è stato scritto e del perché. E ancora più inatteso è l'autore Umberto MATINO, coetaneo di Diego, che, in qualche maniera, rende merito a Sebastiano ed esprime il suo talento di scrittore verso i 60 anni. Raccoglie i dati, pensa di ordinarli per la stampa, sceglie il genere letterario più accattivante per la divulgazione, individua il referente per la valutazione in Eraldo BALDINI che gli trova anche la casa editrice Foschi. Di passo in passo segue una via di promozione fatta di incontri e conferenze, dove le migliori referenze sono date dai lettori stessi già in attesa dell'opera seconda. Ecco riassunto il cammino di successo de "La Valle dell'Orco" che sta nella soddisfazione della realizzazione stessa ancor prima che nei numeri di vendita.

lunedì 24 gennaio 2011

w03/2011 - Montefortiana Maratonina Demmy: tanto ingolfamento

ph. Tiziano
Giornata non positiva ieri alla Montefortiana Maratonina Demmy: ho corso lento rispetto alle mie abitudini, ho corso male, ho fatto molta fatica fin dal primo strappo al quinto km senza avere una corrispondente sensazione di velocità. Tanta era l'attenzione focalizzata sugli appoggi e sullo slalom fra i camminatori che non mi sono goduto il panorama dal crinale della collina che porta a Fittà in una delle poche domeniche di sole degli ultimi mesi. Un motivo sufficiente per tornare nei prossimi anni. Poi mi sono ristabilito lungo la discesa, ben controllata, e mi sono rinfrancato nel terzo finale, soprattutto dopo il bel passaggio per il centro di Soave.

ph. Tiziano
Parziale alibi è costituito dall'esordio su un percorso molto difficile da interpretare: per quanto avessi osservato l'altimetria, non sono riuscito a rendermi conto della sequenza di variazioni di pendenza. Mi ricordavo che la salita finiva al nono km, che c'erano due spianate, ma in gara ho sentito semplicemente i quadricipiti bruciare fino al GPM senza alcuna possibilità di dosare lo sforzo.

Sto bene e mi sto allenando con continuità. Purtroppo sono rimasto ingolfato da una sequenza di allenamenti per me veloci che ho effettuato recentemente per testare dei materiali per un amico. Ulteriore conferma che non ho più il fuorigiri anaerobico e la capacità di smaltire l'accumulo di acidosi - e i suoi nefasti effetti - che un tempo mi permetteva di spianare le salite, almeno in parte.

ph. Tiziano
Porto a casa una mezza in 1h15', ottimo allenamento e buona prova di carattere. Magra consolazione vedere alcuni amici perdere gli stessi 3-5' rispetto a percorsi più performanti. Per questo si evidenzia una prestazione come quella di Francesco DUCA arrivato 4° in 1h10': sulla linea di partenza mi aveva avvertito come distribuire al meglio, consiglio che è riuscito a ben applicare su se stesso.

Un plauso per l'organizzazione che riesce a controllare sullo stesso percorso - con opportune e furbe deviazioni/separazioni - due prove di natura diversa in partenza ravvicinata: la gioiosa camminata dei 15'000 alle 8:30 e la competizione dei 1'500 agonisti alle 9:30.

PS inserite alcune foto di Tiziano: non potendo gareggiare, ci ha anticipati lungo le strade per fermarci in alcuni scatti ... è proprio bravo! i ritagli-ridimensionamenti per la pubblicazione uccidono i dettagli

sabato 22 gennaio 2011

Le gare si apprezzano dal vivo (2)

...   continua   ...

La descrizione di 3 gare in sequenza come 3 aneddoti per dire cosa? Per rendersi conto di 3 diversi livelli di comprensione di un evento sportivo. Uno vissuto dal vivo, uno osservato conoscendone il contesto e i protagonisti, uno guardato cercando di interpretare le immagini.
Un tempo, non molto lontano, c'era la speranza che una manifestazione fosse trasmessa in televisione per poterla vedere, quando non fosse stata raggiungibile. Questa era una caratteristica dei meeting di gran pregio in cui si concentravano i migliori atleti. Il giorno successivo cominciava la ricerca nelle pagine sportive del commento o del trafiletto che riportasse almeno i risultati. Sembra preistoria, vero? Oggi quello che non va in TV va su webcast; quando non è il canale tematico a proporre l'evento, può essere l'organizzatore stesso a produrre la trasmissione.
Per quanto riguarda i semplici risultati, non arriva sera che si trovano online tutte le manifestazioni gestite da segreteria informatizzata, se non addirittura con live tracking  durante la gara sull'interfaccia web. Nei grandi campionati i risultati dal campo sono messi a disposizione sulla rete negli stessi modi e negli stessi tempi con cui sono inviati ai commentatori e ai giornalisti.
A questo punto mi chiedo: in tutto questo bombardamento di numeri cosa si comprende veramente di una gara? O di un gesto tecnico? Come si apprezza?

Anna GIORDANO BRUNO
Passiamo dalla corsa a un qualcosa di più sofisticato, sempre rimanendo in ambito atletico. Quanti hanno avuto l'occasione di vedere da vicino una gara di salto con l'asta? Io ho avuto la fortuna di assistere anche a un record del mondo di Sergey BUBKA quando valicò l'asticella a 6,12m a Padova (30/08/1992), tuttora terza migliore prestazione di sempre. Considerando che il parterre adiacente alla pedana dello stadio COLBACHINI sta su un piano leggermente ribassato rispetto ai sacconi di ricaduta, l'impressione da sotto era che l'ucraino andasse veramente in orbita. Galattico!
Anna e la misura del salto record
Occorre forse far tornare a saltare l'ormai cinquantenne Sergey per vedere una bella esecuzione? No di certo. Tanti si arrampicano alla soglia dei 6 metri e non occorre certo vedere volare così in alto per provare una forte emozione. A me è capitato un anno e mezzo fa quando mi ritrovai davanti all'obiettivo della fotocamera il primo tentativo per il primato italiano a 4,45m da parte di Anna GIORDANO BRUNO al Campo Perraro di Vicenza domenica 17 maggio 2009. Non ero nella migliore posizione perché mi ero fatto sorprendere dalla parte opposta della pista, dovendo seguire anche altre gare, e Anna stava per lanciare la rincorsa. Mi sono detto "OK! Portiamo a casa qualcosa". Controllo i parametri di scatto, imposto la raffica, respiro profondo e via. Grande record al primo tentativo! È stato più facile inquadrarla di fianco alla tabella con la misura del salto.

Elena VALLORTIGARA
Una situazione ancor più strana mi è successa sempre a Padova qualche anno prima, quando Silvana SANTI organizzò uno dei più bei meeting mai visti in Veneto. Si erano appena conclusi i Campionati del Mondo a Roma, una splendida edizione con ottimi risultati, fra cui il record del mondo della bulgara Stefka KOSTADINOVA con 2,09m (30/08/1987) che resiste tuttora alle decine di attacchi, in particolare quelli recenti e risicati di Blanca VLASIC. Silvana riuscì a dirottare verso nord tanti campioni: altri anni, altre disponibilità, altra attenzione da parte del pubblico che riempì lo stadio all'inverosimile. Traboccante!Silvana ebbe anche la cortesia di accettarmi, junior allora di belle speranze, fra gli iscritti della gara di 3000m che visse sul duello fra Francesco PANETTA e Brahim BOUTAYEB, futuro campione olimpico dei 10'000m l'anno successivo a Seul. Mi presi mezzo giro di distacco e giunsi all'arrivo in 8'14".
Silvana, Elena e Silvia
Ero quasi disperso fra molti campioni, non tanto in gara, quanto nella zona di riscaldamento, stipati al di sotto della zona coperta in fondo al rettilineo d'arrivo. E c'era anche Stefka che non perse l'occasione per dare l'assalto al suo fresco record del mondo.
Ventitre anni dopo, stessa pedana, manto diverso. Sabato 12 giugno la giovane scledense Elena VALLORTIGARA tenta il record italiano under 20. Sono in giro per il campo con la mia reflex e stavolta non mi faccio sorprendere come con Anna. Ho già scaldato l'indice destro con i salti precedenti e l'area intorno ai sacconi è sgombra per scegliere la miglior posizione. Luce ok, impostazioni ok, one shot per non perdere l'esatto valico. Elena c'è, la sua allenatrice Silvia DALLA PIANA più che darle consigli tecnici riesce a smuoverle l'adrenalina che le consente la propulsione oltre l'asticella. Dopo esserci riuscita, Elena è più incredula che contenta: ci metterà qualche tempo per capire cosa-come è riuscita a fare e non molto per migliorare a 1,91m (Annecy FRA, 11/09) passando per un bronzo mondiale di categoria (Moncton CAN, 25/07).

Alessandro BERTO
Occorre assistere a un record per provare un'emozione? No di certo. A volte può bastare un'azione tecnica pregevole, magari eseguita da un giovane compagno di squadra, in condizioni di grande coinvolgimento. Nell'ultimo week end di giugno dell'anno scorso Atletica Vicentina ha organizzato la finale Oro dei CdS Allievi al campo Perraro di Vicenza. Buona pedana, grande tifo, carica agonistica esagerata, supporto audio by Alessandro PINO.
Francesco TURATELLO
Ecco due salti vincenti: 14,44m nel triplo di Alessandro BERTO e 7,04m in lungo di Francesco TURATELLO, entrambi in condizioni regolari (*). Solo due frangenti di una grande festa atletica che è preparata ogni giorno dell'anno all'interno dello stesso impianto, dove si svolgono gli allenamenti di Francesco e Alessandro assieme a tante altre decine di atleti. C'è chi ha il piacere di andarli ad ammirare anche durante la preparazione: balzi, scatti, salti ... ogni esercitazione è utile per dipingere ritrattini. Gusti per palati troppo fini? No, anche perché si può assistere a sfide improbabili da realizzare in gara. Può un saltatore contrastare un velocista negli sprint? Può un velocista competere con un saltatore nei balzi? Può un quattrocentista recuperare sul lanciato quello che ha preso da un centista in partenza? Dubbi che hanno quotidiana soluzione sulla pista.

(*) i record italiani allievi di salto in lungo e triplo appartengono a Andrew HOWE con 7,61m (Debrecen HUN, 13/07/2001) e 16,27m (Caen FRA, 30/05/2002)

...   continua   ...

mercoledì 19 gennaio 2011

Le gare si apprezzano dal vivo (1)

disegno Camilla
Già ho parlato del privilegiato punto di vista alla BoClassic, da cui ho assistito alla volata per la vittoria direttamente dal percorso di gara. La località accessibile (poco più di 2 ore di strada scorrevole da Marostica), il programma favorevole (gara nel primo pomeriggio) e l'inserimento nel mezzo delle festività natalizie sono stati sufficienti per consentire di portarmi appresso la famiglia al completo. Prima di tornare sui banchi di scuola Camilla ha voluto fissare i momenti topici della "Gita a Bolzano", così l'ha chiamata lei, di cui pubblico i disegni.
disegno Camilla
Nell'ultimo giorno dell'anno io sono andato a correre una gara su strada nel centro di Bolzano, lei invece ha registrato il viaggio lungo la Valsugana e l'autostrada del Brennero, poi il pranzo (che io ho saltato) seguito dalla gara. Lei voleva aggiungere anche la merendina e il viaggio di ritorno, ma si è accorta che le immagini non sarebbero state molto diverse da quelle del pranzo e del viaggio di andata. Quindi si è limitata a 3 raffigurazioni. I miei famigliari sono abituati a vedere immagini di gare di atletica scorrere sul televisore, ma l'emozione dal vivo lascia tuttaltre sensazioni e memorie, tanto da dover essere fissate nel quaderno delle vacanze, sovrastando anche il ricordo della festa dell'ultimo dell'anno.

ph. Giancarlo COLOMBO
ph. Giancarlo COLOMBO
Pochi giorni dopo è stato trasmesso in diretta su RaiSport il Campaccio che presentava una lista partenti molto interessante, fra cui il campione del mondo di cross in carica Joseph EBUYA e Leonard KOMON che nell'autunno 2010 ha segnato due primati mondiali su strada (10km e 15km). Dopo il primo giro ha cominciato ad allungarsi la fila che non ci ha messo molto ad assottigliarsi finché non sono rimasti i due più forti. Chi altri poteva reggere quel ritmo? Una sfida anche fra due fisici molto diversi: Leonard è il classico keniano sottile, con le caviglie che cedono sotto il lieve peso; Joseph è atipico, più strutturato rispetto agli usuali corridori degli altipiani del corno d'Africa. KOMON ha provato in tutti i modi a staccare EBUYA che ha atteso l'ultimo rettilineo per scatenare la potenza delle poderose cosce. Una forza della natura!
Conosco bene il tracciato, ci ho corso la prima volta nel 1990, quando la nebbia gelida solidificava in aghi di ghiaccio sugli alberi e ho atteso lunghe ore prima di fare la mia gara, avendo pilotato un gruppo di junior di Marostica. Ci ho corso altre volte in seguito e forse ci tornerò fra poco più di un mese per i Campionati di Società di Corsa Campestre. Guardando la gara riuscivo ad anticipare nella mente le variazioni, le curve e quasi sentivo l'erba morbida alternarsi alla gomma della pista sotto la piastra rigida delle scarpe chiodate.

Domenica scorsa stessi protagonisti in un'altra arena. Passiamo dalla fredda e umida pianura padana al sole di Siviglia in Spagna (tanta gente in maglietta!), dagli ultimi verdi prati attorno allo stadio di San Giorgio sul Legnano (vincolati per garantire la salvezza della gara) ai sentieri in terra battuta del parco archeologico di Italica. Altra temperatura, altri appoggi, altra danza. Joseph EBUYA non è più il gatto sornione che aspetta il finale per la zampata vincente. Soffre fin da metà gara, si stacca, battuto non solo da Leonard KOMON, che nel finale piazza una progressione irresistibile, ma pure da altri tre suoi validissimi compatrioti.
Forse mi sono perso la parte più didascalica del filmato, ma le riprese a campo stretto hanno ben descritto la gara senza valorizzare molto il contesto che dovrebbe essere raccontato allo spettatore come se lo vedesse per la prima volta. Dove difetta il webcast, compensa internet, offrendo un programma evoluto di visualizzazione del percorso. Dettagli di storia, tracciato e altimetria nel programma ufficiale.

...   continua   ...

domenica 16 gennaio 2011

w02/2011 - riassunto di periodo


Inizio con un'immagine scattata da Google Earth di alcune delle corse collettive domenicali 21-42 dell'ultimo mese (19/12/2010 blu - 02/01/2011 giallo - 09/01/2011 rosso; mi manca il tracciato GPS di quella del 12/12/2010). Il centro è Marostica, sullo sfondo le pendici dell'Altopiano di Asiago, sulla destra c'è Bassano del Grappa con gli aspri bordi del relativo massiccio. Fra i due rilievi si vede l'imbocco della Valsugana.
Sono fortunato ad abitare in una bella zona che offre diverse soluzioni per allenarsi quando la luce del giorno permette di correre sugli argini di fiumi e torrenti e di passare per i sentieri delle colline, saltando di vallata in vallata.
Mi piace correre in compagnia la domenica quando l'occasione lo permette, quando non sono impegnato in competizione e sono riuscito ad anticipare al sabato l'allenamento più importante della settimana. Allora non mi interessa più di tanto il ritmo. Si cerca di rimanere compatti, magari ritornando sui propri passi per raccogliere i più bisognosi di attesa. Si cerca una salita più impegnativa, come la Val d'Inverno (il nome dice tutto!) che porta dalla frazione di Vallonara a quella di San Luca e corrisponde al tratto più aderente all'Altopiano del tracciato rosso.
Bassano del Grappa dall'alto
Si cerca il passaggio caratteristico, come il centro di Bassano che corrisponde alla parte più a destra del tracciato giallo. Località che difficilmente attraverso nei miei usuali percorsi in solitudine, che spesso si snodano nella campagna verso sud e lungo gli argini del Brenta (si nota l'ampio alveo fra le scritte nella parte bassa dell'immagine). Sono fortunato, lo ripeto, ma ci vorrebbe poco per migliorare la condizione degli argini di torrenti e fiumi per renderli più sicuri negli appoggi. Una condizione invece che è peggiorata tanto nel tempo, almeno dai primi anni 80, ovvero da quando corro per le strade di campagna, è il traffico, aumentato non solo per quantità, ma anche per velocità. Alcuni piloti sembrano in perenne prova libera per segnare il miglior tempo su strade nate per il passaggio di carri e trattori, ora trasformate in vie di raccordo fra i centri urbani e le zone artigianali e industriali sparse ovunque.
Marostica - Piazza degli Scacchi
15/01/2011
Una variabile su cui possiamo influire poco è il meteo: al nostro parallelo mancano il sole e le temperature miti di zone più meridionali della nostra penisola. Risulta quindi più difficile riscaldarsi appropriatamente senza appesantirsi col vestiario. D'altra parte non siamo svantaggiati come gli abitanti in quota (è sufficiente arrampicarsi al vicino Altopiano) e come gli europei d'oltralpe. Siamo abituati e affrontiamo volentieri.
Marostica - Piazza degli Scacchi
16/01/2011
Un aspetto positivo della zona pedemontana è di essere meno colpita dalla nebbia, spazzata regolarmente anche dal vento che spesso spira dalla Valsugana. Nessun problema per la sicurezza, almeno oggi, solo fastidiosa foschia, che l'ha avuta vinta a intirizzirci e a toglierci la soddisfazione di essere baciati dal sole, oltre a mortificare il paesaggio che tanto ci allieta.

venerdì 14 gennaio 2011

Jannis KOUNELLIS a Passepartout - Tiziano VECELLIO nel mondo


olio su tavola, 690x360cm
Santa Maria Gloriosa dei Frari
(Venezia)
Non capisco molto l'arte di Jannis KOUNELLIS e ho acceso la TV convinto di non entusiasmarmi più di tanto per l'ennesima puntata della mia trasmissione preferita. Invece ho assistito a un'intervista strepitosa in cui Philippe DAVERIO raccoglie compiaciuto le parole del pittore: il racconto di un greco innamorato dell'Italia, folgorato dall'Assunta di Tiziano, che vede l'identità del nostro paese nell'arte pittorica. Tante riflessioni sparse in mezz'ora di filmato come al solito rigoroso nella sua costruzione. La voce di Jannis è una cantilena, piana e meditata, che racconta la sua visione del mondo, guidata dalle domande dell'interlocutore.
A proposito di Tiziano, è interessante l'utilizzo di una sua opera "Ritratto di Giovane Donna allo Specchio" da parte di ENI per un'estesa campagna di comunicazione (esposizione, concorso, dibattiti a Milano) tutta giocata sul titolo del quadro. L'ho incontrato la prima volta nell'autunno 2002 all'interno della mostra che parzialmente ricostruiva in Palazzo Te a Mantova la collezione dei Gonzaga tanto splendida da essere denominata la Celeste Galleria. L'ho ritrovato al suo posto al Louvre in aprile 2010 quando ho compiuto una rapida sortita nel giorno precedente alla maratona verso la sala che raccoglie molti capolavori italiani.

olio su tavola, 77x53cm

olio su tela, 666x990cm
Al centro si trova "il quadro" per antonomasia, "La Gioconda" di Leonardo, che catalizza la massima attenzione. L'opera, ben protetta e osservabile solo da lontano, quasi scompare di fronte alle "Nozze di Cana" di Veronese che sta sulla parete dirimpetto. Tanti quadri stanno appesi sulla parte alta delle pareti, difficilmente osservabili. E la "Donna allo Specchio" dove sta? Sulla via d'uscita, dietro alla parete de "La Gioconda", vista da tutti, guardata da pochi.

olio su tela, 99x76cm
Ecco lo stesso quadro, ignorato dai più nella sua usuale locazione, è del tutto rivalutato nel momento in cui è scelto per veicolare un'insieme di messaggi da parte del potentissimo cane a 6 zampe, che abbaia forte per molti canali (in alcune radio era quasi una tortura nel periodo prenatalizio). Tutto finanziato da noi ogniqualvolta riempiamo il serbatoio nelle stazioni di servizio della compagnia.


martedì 11 gennaio 2011

Tre fratelli in Central Park (RW gennaio 2011, pag.22)

ph. Tiziano
Qualcuno forse è inciampato in questa foto nell'ultimo numero di Runner's World. Cosa ci fanno i 3 medagliati in questo angolo di rivista? Il titolo non lascia scampo e il testo giustifica l'intrusione, almeno in parte.
Rinnovo il ringraziamento che ho già rivolto personalmente al Direttore Marco MARCHEI sia per la pubblicazione sia per le lezioni che mi ha impartito e che voglio condividere.
Durante la corsa in Central Park del venerdì mattina mi sono attardato rispetto al gruppo 21-42 per fare alcune foto attorno alla Reservoir. Uscendo dal sentiero ho incontrato Marco e mi sono aggiunto alla sua compagnia per il miglio 25. Al momento di lasciarci mi ha salutato all'americana "enjoy!". Ecco il testo originale che avrebbe potuto rimanere nella sua mailbox: da verificare come sia stato trasformato in un comunicato [Real People] per RW.

Il tuo consiglio è stato terapeutico e mi è risuonato come un mantra nella fase di avvicinamento alla gara. Venerdì mattina ero pensieroso, ricordando i crampi che mi hanno fermato nel 2007 lungo la discesa dietro il Metropolitan Museum (proprio dove abbiamo corso insieme) e la vista annebbiata dalla tanta fatica del 2009. Io non volevo più tornare a NYC.
Stavolta dovevo correre con più lucidità. Dal Pulaski al Queensboro ho rinunciato ad agganciarmi a un folto gruppo poco più veloce, ho patito da solo controvento sulla First Avenue, ma ne ho messi molti nel mirino fin dal Willis Bridge e ho continuato lungo la Fifth Avenue e poi in Central Park. È stata la festa del sorpasso. Quella che è mancata a Fernando ALONSO la domenica successiva.
A proposito di spagnoli ti allego uno dei momenti topici, degno di una memoria lunga come la tua: dopo aver raggiunto un top marcato "Andalucia", mi sono girato per leggergli il nome “… RONCERO … cosa ci fai qui? dovresti essere più avanti! non correvi in 2h07’ poco tempo fa? sei più giovane di me!”.
Sul traguardo sono riuscito a essere un po’ retorico, quasi banale, ad aprire i polsi, più che ad alzare le braccia. Era soddisfazione vera.
Potrei unirmi al coro delle tante voci che esaltano, a ragione, la maratona di NYC. Ti aggiungo la foto di 3 fratelli VIVIAN il lunedì mattina in simpatica scaletta (tempi arrotondati) Enrico 2h30’ – Davide 3h30’ – Matteo 3h00’. Quello che conta tutti NYC finishers. Un giorno forse si aggiungeranno anche il fratello più giovane Luigi e la sorella di mezzo Anna.

La prossima puntata prevede quindi foto in Central Park con 5 fratelli finishers. Per il 2011 sembra dura, già si parla di 2012. A dire il vero esiste già una foto dei 5 fratelli finishers, non in maratona, ma per i corsi di laurea, di sicuro più lunghi di 42,195km: qui ci sono 1 architetto, 2 ingegneri, 1 economista, 1 matematico cresciuti da 2 genitori eccezionali, oltre che infaticabili lavoratori, i quali non hanno avuto modo di praticare sport in gioventù, tanto c'era da fare in famiglia, sui campi, in fabbrica.
Papà Carlo era solito correre con noi durante l'estate e finché ha fatto attività di mantenimento. Da quando si è scassato una caviglia si è impigrito. Da 15 anni si diverte a coltivare l'ampio giardino che ha fatto assurgere a dignità di parco, molto ammirato da chi sale a piedi al Castello Superiore di Marostica.
Mamma Marisa è rigorosa nell'attività di mantenimento, dove trova anche buona compagnia. Quando non ci sono gli insegnanti di ginnastica, ci pensano i nipotini a farla correre.
Se il patrimonio mitocondriale - come ci insegnano i genetisti - è trasmesso dalla mamma e il pregiato sangue del papà trasporta l'ossigeno meglio di quello dei figli, qui si prefigura un possibile en plein famigliare: tutti 7 VIVIAN finishers! Fantascienza o incubo?
Quale location di maratona per la foto finale? Le cupole della Basilica del Santo come sfondo? Prato della Valle come Central Park? O vale solo NYC?

PS enigmistico: sapendo che i titoli di laurea sono in ordine anagrafico decrescente, è possibile farli corrispondere a ciascun fratello (sono esclusi dai premi chi conosce già la soluzione).

domenica 9 gennaio 2011

w01/2011 - esordio del blog

Sono un paio di mesi che faccio regolari comunicazioni via mail tipo newsletter a gruppi ristretti di amici compresi fra [AV] Master e 21-42, in particolare per sollecitare il feedback settimanale degli atleti che seguo direttamente. Nelle ultime settimane mi chiedevo se avesse senso aprirle a tutti coloro che avessero piacere di accedervi, allargando magari gli argomenti. Nel frattempo ho avuto buoni riscontri dalla pubblicazione su altri blog di due scritti che non avrebbero potuto andare in stampa
  • il resoconto di gara della NYC marathon 2010 in forma integrale (troppo lungo e ormai di scarso interesse per i giornali) che trovate sia fra gli Amici dell'Atletica sia, in miglior formattazione, fra i post di Andrea;
  • la risposta alla domanda “spiegaci come si fa ad andare così forte” (argomento intimo e troppo specialistico) che introduceva il resoconto NYC 2010 per gli Amici dell'Atletica; il primo commento è addirittura del prof. Sergio CERONI, tutto da meditare.
Spero di ricambiare verso altri la gentile ospitalità che mi è stata offerta prima che  mi convincessi e mi attrezzassi a entrare in questo mondo, che frequentavo e leggevo interessato, per lo più in silenzio. Intanto inizio, poi verificheremo le evoluzioni.
Spero solo di non esaurire la vena come Marco BOFFO che ha chiuso le comunicazioni con il racconto delllo splendido 4° posto al mondiale di 100km a Torhout in Belgio (giugno 2009) dopo un anno e mezzo di buoni scritti. Motivo: eccesso di "incomprensioni e tensioni inutili". Dopo aver avuto l'onore della pubblicazione su CORRERE come resoconto ufficiale della gara, come può superarsi? Poi sulla stessa rivista ci ha regalato il distillato di tante elucubrazioni sulla sua specialità.
Non ho così alte ambizioni. Ci sono solo da raccontare le cose che ci piacciono, darsi appuntamento per il ritrovo del fine settimana, organizzare la partecipazione alle gare. Dopo questa fase iniziale in cui scriverò spesso, tanto per rimpolpare, spero di riuscire a impormi la cadenza settimanale di un feedback e di un argomento attuale o del passato.A proposito: fra un paio di settimane esordisco alla Montefortiana Maratonina Demmy, dopo aver corso più volte la prova agonistica in centro al paese nel pomeriggio (4° nel 1989 il miglior risultato). Che emozione allora passare in mezzo al folto pubblico della sagra! Anche l'odore delle ciambelle fritte mi sembrava profumo. Andrea mi ha ben istruito sul percorso e l'altimetria del suo GARMIN è più significativa di quella ufficiale (vd. post del 2010). Mi preoccupa più la discesa della salita. Se mollo troppo il freno rischio di rompermi. Mi chiedo e mi conforto: se i piedi hanno superato la prova della BoClassic, non riusciranno ginocchia e schiena a reggere la Montefortiana?

sabato 8 gennaio 2011

Parlano di doping: Ivan BASSO nell'Arena di Massimo GILETTI (Rai1 domenica 02/01/2011)

Verificando le potenzialità e i contenuti di vari mezzi di comunicazione, sorvolo anche l'ambiente TWITTER e dopo un paio di passaggi sono incappato nell'indirizzo di Ivan BASSO. A me piace molto il ciclismo e mi sono chiesto: cosa scriverà Ivan nello spazio di un sms? Scorrere per capire. Durante l'ultimo Tour de France Lance ARMSTRONG qui distillava in poche righe il meglio dei suoi comunicati stampa, un criterio che gli ha permesso di raccogliere quasi 3 milioni di followers. Torno a Ivan e noto fra i messaggi che è stato ospite di Massimo GILETTI. Cosa avrà detto Ivan nell'Arena di Rai1? Di link in link trovo i video pubblicati nel suo blog. Due pezzi di 15' ciascuno su YouTube. Non penso di reggere il Massimo nazionale per mezz'ora in video. Mai paura! Li lancio, ascolto l'audio, mi guardo i momenti salienti e nel frattempo mi muovo nel PC.


Arrivo alla fine del programma e mi chiedo: cosa mi è stato raccontato? Le bellissime immagini dell'ultimo Giro d'Italia (produzione Rai) avrebbero potuto riempire tutto il tempo, invece è stata presentata la storia di Ivan in 3 puntate
  1. il bimbo che scalava in bicicletta i passi alpini fin dai 9 anni;
  2. la tegola della squalifica per doping e il successivo cammino di redenzione;
  3. la vittoria al Giro d'Italia 2010 (l'arrivo sullo Zoncolan fa venire i brividi).
Il tutto impastato dall'amore incondizionato della moglie Micaela e dei figli Domitilla e Santiago, ripresi nell'intimità famigliare, e dall'affetto di tanti amici. Tutto molto commovente. Davvero.

Forse L'Arena di GILETTI non pretende ulteriore approfondimento, ma ha sorvolato troppo sulla tegola, che non è accidentalmente scivolata su Ivan come sotto le mani di Ben HUR. Quanti mesi sono passati prima che ammettesse che le sacche siglate "Birillo" e sequestrate in Spagna durante l'Operación Puerto contenevano il suo sangue pronto alla reinfusione? Solo quando la minaccia del test del DNA stava per tramutarsi in realtà e lo avrebbe incastrato senza dubbio. Quante puntate della telenovela? Quali risultati? Squalificato per ammissione di tentata autoemotrasfusione senza mai essere risultato positivo all'antidoping. E non c'erano solo le sue sacche in frigorifero. Altra storia. Ormai sembra che funzionino meglio intercettazioni e perquisizioni dei controlli di sangue e urina.

Riflettendo rimane il dubbio: è possibile fare attività agonistica ad alto livello senza doparsi? L'intervista AP di inizio ottobre 2010 al Procuratore Antidoping del CONI Ettore TORRI non lasciava molte speranze (è sufficiente digitare "giudice Torri doping" in un motore di ricerca per avere l'imbarazzo della scelta fra le pubblicazioni), almeno nell'ambiente a cui fa diretto riferimento. Ivan fu il primo a cantare di fronte a Ettore, ma non troppo. Chi lo ha seguito ha imparato che conviene cantare bene per incassare lo sconto di pena. Un po' di pazienza e si torna in gruppo. Tutto come prima, solo che bisogna stare più attenti.

Provo a riformulare il quesito, specificandolo: è possibile fare atletica agonistica ad alto livello senza doparsi? Sono sicuro di si, anche se sono tanti i messaggi contrastanti anche nel nostro ambiente.

Concludo con un breve aneddoto personale. Mi è capitato che un collega di università, molto bravo a laurearsi in fretta, mi chiamasse al telefono dopo una decina di anni che non ci si sentiva. Mi racconta a lungo di come si fosse avvicinato anche lui alla corsa, dopo lustri di inattività, e mi chiede cosa prendere per migliorare il suo personale di 3h e mezza in maratona. Io gli parlo di integratori e lui mi fa capire che intende qualcosa di più impegnativo. Dopo avergli spiegato che ci sono molte vie per migliorare - allenarsi! prima di tutto - sbotta all'improvviso "non vorrai mica dirmi che corri la maratona in 2h e mezza senza prendere niente (di dopante)?". Ho provato a convincerlo. Dubito di esserci riuscito.

venerdì 7 gennaio 2011

Alfiere d'Argento 2010

Nel giorno dell'Epifania grande festa nella sala Consigliare del Castello inferiore di Marostica dove l'amministrazione comunale mi ha consegnato l’Alfiere d’Argento per la stagione 2010, massima onorificenza sportiva locale. Torno a vincerlo dopo 23 anni quando mi fu assegnato per la bella stagione junior del 1987 (campionato italiano su pista e maglia azzurra). Ecco una foto ravvicinata del trofeo, molto bello, adornato con le medaglie delle maratone di Parigi e NYC.

Giornale di Vicenza 07/01 pag.37

 
Gazzettino di Vicenza 08/01 pag.07


giovedì 6 gennaio 2011

w52/2010 - BoClassic 31/12, il giorno dopo

BUON ANNO A TUTTI!

Stufi di far festa? Le occasioni per tenersi in buona attività non mancano. Basta cercarle.


Dopo 17 anni dall’ultima partecipazione, ho avuto l’ardire di iscrivermi alla BoClassic agonistica, dove alcuni dei migliori mezzofondisti al mondo si sono sfidati per le strade del centro di Bolzano ieri pomeriggio. Mi sono immerso nella festa della bella città splendidamente preparata per accogliere i corridori. Speravo di correre più velocemente e riuscire a non farmi doppiare sui 10km totali. Invece Jida Imane MERGA, Mo FARAH ed Edwin SOI (tutti sotto i 13’00” sui 5000m in pista!) mi hanno infiocinato nell’ultimo rettilineo prima di entrare in piazza Walther. Sorpasso impressionante sia dal vivo che su RaiSport dove – mi è stato detto – ho fatto da comparsa anche nelle riprese al rallentatore. Grande lotta fino al nastro di arrivo! Vittoria risicata dell’etiope sul britannico.
 
Ecco un'immagine scattata dell’amico Stefano MORSELLI. Trovate tutto su podisti.net. Non avevo ben considerato la gara amatoriale che anticipa la prova top. Stesso circuito, distanza dimezzata. Vittoria dell’amico Gianni BRUZZI e ottima partecipazione di Alfonso, che comincia a esprimere progressi. Segnalo classifica maschile over 40, la categoria più frequentata. Chissà che non faccia loro compagnia il prossimo anno. Così arrivo più vivo a brindare la mezzanotte e magari sollecito meno le caviglie su un porfido che non ricordavo così esteso (ca. 80% del percorso o forse pù). Oggi non sono poi così distrutto.
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