Londra 2008 - la preghiera del podio dopo l'arrivo
Ci siamo lasciati nell'ultimo post con il saluto di Haile GEBRSELASSIE che si chiedeva se la famiglia dell'atletica avesse potuto fare qualcosa per evitare questa tragedia di Samuel WANJIRU. La frase sembra retorica, legata alla commozione e alla circostanza, ma sono convinto che non lo sia.
Mi ricordavo alcune foto dopo l'arrivo della maratona di Londra del 13/04/2008, ma non pensavo di ricostruire la scena con una sequenza di scatti così coinvolgente, grazie a Getty Images. Questa fu l'unica vera sconfitta di Samuel in maratona, quando alla seconda esperienza sulla distanza non riuscì a staccare Martin LEL su The Embankment prima del rettilineo finale su The Mall. Guai a portare Martin in volata! Quasi imbattibile, anche in mezza maratona.
Londra 2008 - la grande lotta su The Embankment
Avevo già indicato il resoconto ufficiale all'interno di un precedente post da cui estraggo "they passed half way in a spectacular 62:14, one of the quickest first halves ever seen ... The pacemakers slipped away at 30km (1:28:29) ... Wanjiru took up front-running duties, reducing the leading group to five with Lel, Mutai, Kifle and Goumri on the young Kenyan’s heels. At 18 miles they were still 7 seconds inside Haile Gebrselassie’s 2007 world record pace, with 4:45 miles needed to beat the Ethiopian’s mark. But the long run for home from Docklands to Westminster would be into a headwind and cold rain clearly had an effect". Guidò i primi sei sotto le 2h07' e imparò la lezione in vista delle Olimpiadi: staccare tutti per tempo, senza paura.
Londra 2008 - l'abbraccio sincero del podio
L'anno successivo il record del mondo di maratona era stato portato da 2h04'26" (30/09/2007) a 2h03'59" (28/09/2008), sempre da Haile GEBRSELASSIE sempre a Berlino. Cosa fece Samuel il 26/04/2009? Ci riprovò, fin troppo convinto, passando a metà gara in un esagerato 1h01'35" che lo fece rallentare nel finale rispetto alle proiezioni: con 2h05'10" migliorò il record della gara di 5" e il personale di 14" dall'anno precedente (qui il bel video Universal Sports). Tutta la storia nel resoconto ufficiale con la prima grande sfida contro l'etiope Tsegaye KEBEDE con cui si ritrovò di nuovo fianco a fianco in un drammatico finale a Chicago 2010, la sua ultima maratona.
Londra 2008 - The Mall
Era prevista la partecipazione di Samuel anche a Londra 2011 di un mese fa, dopo il ritiro nella prova del 2010, ma rinunciò per un problema a un ginocchio. Così una fetta di budget si riaprì per il ritorno di Martin LEL, di nuovo a regolare in volata per il secondo posto un grande Patrick MAKAU. Emmanuel MUTAI si era già involato dopo 30km (vd. resoconto ufficiale) a completare la sua risalita nella classifica e nei tempi, fino alla vittoria e al record della gara (13/04/2008 4° 2h06'15"; 26/04/2009 4° 2h06'53"; 25/04/2010 2° 2h06'23", 17/04/2011 1° 2h04'40"). Altre morti precoci di atleti nel pieno vigore delle forze? Tra i più famosi ricordo Ivo VAN DAMME BEL (1954-1976) e Bronislaw MALINOWSKY POL (1951-1981), quest'ultimo già citato in precedente post dove è possibile trovare un bel video dei Campionati Europei di Roma 1974. Accomunati dalla doppia medaglia olimpica, rispettivamente argento-argento in 800m - 1500m a Montreal 1976 (battuto da Alberto JUANTORENA e John WALKER) per Ivo e argento-oro sui 3000 siepi a Montreal 1976 - Mosca 1980 per Bruno, accomunati dall'incidente in auto che li ha portati via, proprio come Steve PREFONTAINE USA (1951-1975).
Bravo Martin! Alla prossima sfida!
Casi più vicini nello spazio e nel tempo? Comincerei da Fulvio COSTA, già citato in precedente post, nel quale avevo indicato link a uno struggente quadro dipinto da Orlando che sorvola sulla lunga agonia dell'amico fraterno, per lo più nel reparto di nefrologia dell'Ospedale San Bortolo di Vicenza visibile nella parte superiore della foto a Parco Querini. Se ne è andato a fine maggio del 1982, prima che avessi occasione di conoscerlo e allenarmi assieme. Per ultimo c'è Massimiliano Max CORSO, da cui ho avuto modo di prendere qualche randellata in campestre (p.e. Settimo di Pescantina 06/01/2008 amena località già nominata in precedente post) prima che un'accidentale caduta in un dirupo fra le amate montagne attorno a Feltre lo inghiottisse per sempre a metà luglio 2009. Qui un breve ritratto del compagno di squadra Tito TIBERTI e in calce il link al trafiletto del giornale, ma attendo aneddoti inediti dai molti che lo hanno frequentato. Come di quella volta che venne ad allenarsi in compagnia a Tezze sul Brenta, guardò nella borsa e non trovò né calzoncini né calzamaglia. Senza problemi corse con gli ampi pantaloni della tuta.
Non ci resta che ricordarli per mantenere vivo l'amore per la corsa.
Di Max Corso, che mai ho conosciuto di persona alle gare, mi hanno raccontato che avesse una forte repulsione per le calzamaglie e che si allenasse esclusivamente con i pantaloni della tuta durante l'inverno perchè "più maschi". Morire così tragicamente è un argomento toccante, recentemente, leggendo sul sito dell'Universitas Palermo ho appreso della morte di un giovanissimo ragazzo che, a quanto ho capito (ma devo ancora documentarmi) avrà avuto un incidente stradale in bicicletta... che dramma! E non credo nemmeno tanto che gli automobilisti investano o sfiorino i corridori della notte perchè non si vedono: a parte le scarpe e l'abbigliamento riflettente, è spesso la distrazione alla guida che provoca queste tragedie. A riprova di ciò diversi incidenti o tragedie sfiorate sono accadute in pieno giorno ai danni di ciclisti o corridori ignari di ciò alle loro spalle. E non ti nego che quando corro per strada mi volto spesso indietro se sono costretto a passare in certi tratti "a rischio". E nonostante questo... la prudenza non è mai troppa...
Wanjiru? Credo che non lo sapremo mai come sono andate veramente le cose, tranne da chi è stato veramente a contatto con lui...
@Filippo: grazie dell'ampio contributo! su Max attendo commenti da chi gli ha vissuto vicino a lungo; viveva con orgoglio, spontaneità e consapevolezza la sua atletica, come penso la sua vita
corro ormai da 30 anni per le strade di collina e di campagna attorno a Marostica e - starò invecchiando! - negli ultimi anni ho paura a frequentare certi tratti nelle ore di massimo passaggio di auto; questo è uno dei motivi per cui preferisco correre al mattino presto e rientrare a casa per le 7 o poco più tardi
anch'io dubito che sapremo la verità sulla morte di Samuel, perché avrebbe dovuto già emergere nella semplicità; se è caduto da un balcone si è arrangiato o è stato aiutato; qui non sembrano esserci pallottole vaganti; "Security Tapes Could Show What Happened to Wanjiru" recita il titolo di un trafiletto su racingnews http://racingnews.runnersworld.com/2011/05/may-19-bernard-lagat-headlines-5000-in-nyc-meb-keflezighis-plans-for-two-marathons-abel-kirui-will-defend-world-marathon-crown-what-really-happened-to-sammy-wanjiru-do-runners-like-pai.html dove si trovano i link al giornale kenyano online The Nation che sta seguendo da vicino la storia http://www.nation.co.ke/sports/athletics/Cameras+could+solve+mystery+of+Wanjirus+death+plunge+/-/1100/1164694/-/876apmz/-/
Inserisco il Comunicato Stampa di Atletica Vicentina del 16/07/2009 (by LucaCracco@yahoo.it)
CIAO MAX… CORRERAI PER SEMPRE NEI NOSTRI CUORI! OGGI A FELTRE L’ULTIMO SALUTO AL GRINTOSO MEZZOFONDISTA VENETO MASSIMILIANO CORSO
Oggi a Feltre, al dolore di familiari, amici e compaesani per il beffardo destino che ci ha improvvisamente privato di Massimiliano Corso, si è unito in un unico grande abbraccio il mondo dell’atletica triveneta. Noi mezzofondisti dell’Atletica Vicentina che l’abbiamo conosciuto concepiamo un pensiero unanime: sembra impossibile che se ne sia andato un ragazzo così pieno di energia, inarrestabile nella falcata in gara, travolgente nei rapporti con gli altri. Già perché nelle gare ci siamo sempre misurati con Max da avversari, sudando, sgomitando, lottando sempre per riuscire a batterlo (e talvolta – assai poche – qualcuno di noi c’è pure riuscito). Ma, tagliato il traguardo, siamo sempre stati tutti consci di indossare la stessa canotta, quella di persone che – seppure a distanza - condividono la fatica di duri allenamenti tenuti a qualsiasi orario e sotto qualsiasi tempo, anche il più impervio, e che in gara sanno portare lo sforzo psico-fisico verso l’estremo. E’ probabilmente la consapevolezza di questa comune ricerca del limite che crea tra di noi un legame speciale, come membri di una grande famiglia, desiderosi di scontrarsi sul terreno di gara e di incontrarsi nella vita. Con Max e altri amici-avversari, noi dell’AV avevamo pure organizzato un riuscitissimo meeting tra mezzofondisti lo scorso autunno a Tezze sul Brenta, intraprendendo inoltre un simbolico gemellaggio tra atleti di diverse società. La notizia della tragica scomparsa avvenuta domenica ci ha lasciato sgomenti e coscienti del vuoto incolmabile creatosi all’interno di questa grande famiglia. Mancherà a tutto il mezzofondo, regionale e nazionale, la possibilità di mettersi alla prova contro un corridore formidabile ma, ancor più, mancherà la vitalità, l’atteggiamento deciso e grintoso con il quale affrontava gare nell’atletica e nella vita, una cosa che credo tutti, almeno una volta, gli abbiamo invidiato. Oggi, a dargli l’ultimo saluto, di atleti eravamo in tanti, mentre le campane della chiesa suonavano a festa; perché Max noi continueremo a incontrarlo così: di corsa, con il sorriso sulle labbra, mentre solca i sentieri dei nostri cuori.
4 commenti:
Di Max Corso, che mai ho conosciuto di persona alle gare, mi hanno raccontato che avesse una forte repulsione per le calzamaglie e che si allenasse esclusivamente con i pantaloni della tuta durante l'inverno perchè "più maschi".
Morire così tragicamente è un argomento toccante, recentemente, leggendo sul sito dell'Universitas Palermo ho appreso della morte di un giovanissimo ragazzo che, a quanto ho capito (ma devo ancora documentarmi) avrà avuto un incidente stradale in bicicletta... che dramma!
E non credo nemmeno tanto che gli automobilisti investano o sfiorino i corridori della notte perchè non si vedono: a parte le scarpe e l'abbigliamento riflettente, è spesso la distrazione alla guida che provoca queste tragedie.
A riprova di ciò diversi incidenti o tragedie sfiorate sono accadute in pieno giorno ai danni di ciclisti o corridori ignari di ciò alle loro spalle.
E non ti nego che quando corro per strada mi volto spesso indietro se sono costretto a passare in certi tratti "a rischio".
E nonostante questo... la prudenza non è mai troppa...
Wanjiru? Credo che non lo sapremo mai come sono andate veramente le cose, tranne da chi è stato veramente a contatto con lui...
@Filippo: grazie dell'ampio contributo! su Max attendo commenti da chi gli ha vissuto vicino a lungo; viveva con orgoglio, spontaneità e consapevolezza la sua atletica, come penso la sua vita
corro ormai da 30 anni per le strade di collina e di campagna attorno a Marostica e - starò invecchiando! - negli ultimi anni ho paura a frequentare certi tratti nelle ore di massimo passaggio di auto; questo è uno dei motivi per cui preferisco correre al mattino presto e rientrare a casa per le 7 o poco più tardi
anch'io dubito che sapremo la verità sulla morte di Samuel, perché avrebbe dovuto già emergere nella semplicità; se è caduto da un balcone si è arrangiato o è stato aiutato; qui non sembrano esserci pallottole vaganti; "Security Tapes Could Show What Happened to Wanjiru" recita il titolo di un trafiletto su racingnews
http://racingnews.runnersworld.com/2011/05/may-19-bernard-lagat-headlines-5000-in-nyc-meb-keflezighis-plans-for-two-marathons-abel-kirui-will-defend-world-marathon-crown-what-really-happened-to-sammy-wanjiru-do-runners-like-pai.html
dove si trovano i link al giornale kenyano online The Nation che sta seguendo da vicino la storia
http://www.nation.co.ke/sports/athletics/Cameras+could+solve+mystery+of+Wanjirus+death+plunge+/-/1100/1164694/-/876apmz/-/
Inserisco il Comunicato Stampa di Atletica Vicentina del 16/07/2009 (by LucaCracco@yahoo.it)
CIAO MAX… CORRERAI PER SEMPRE NEI NOSTRI CUORI!
OGGI A FELTRE L’ULTIMO SALUTO AL GRINTOSO MEZZOFONDISTA VENETO MASSIMILIANO CORSO
Oggi a Feltre, al dolore di familiari, amici e compaesani per il beffardo destino che ci ha improvvisamente privato di Massimiliano Corso, si è unito in un unico grande abbraccio il mondo dell’atletica triveneta.
Noi mezzofondisti dell’Atletica Vicentina che l’abbiamo conosciuto concepiamo un pensiero unanime: sembra impossibile che se ne sia andato un ragazzo così pieno di energia, inarrestabile nella falcata in gara, travolgente nei rapporti con gli altri. Già perché nelle gare ci siamo sempre misurati con Max da avversari, sudando, sgomitando, lottando sempre per riuscire a batterlo (e talvolta – assai poche – qualcuno di noi c’è pure riuscito). Ma, tagliato il traguardo, siamo sempre stati tutti consci di indossare la stessa canotta, quella di persone che – seppure a distanza - condividono la fatica di duri allenamenti tenuti a qualsiasi orario e sotto qualsiasi tempo, anche il più impervio, e che in gara sanno portare lo sforzo psico-fisico verso l’estremo. E’ probabilmente la consapevolezza di questa comune ricerca del limite che crea tra di noi un legame speciale, come membri di una grande famiglia, desiderosi di scontrarsi sul terreno di gara e di incontrarsi nella vita. Con Max e altri amici-avversari, noi dell’AV avevamo pure organizzato un riuscitissimo meeting tra mezzofondisti lo scorso autunno a Tezze sul Brenta, intraprendendo inoltre un simbolico gemellaggio tra atleti di diverse società. La notizia della tragica scomparsa avvenuta domenica ci ha lasciato sgomenti e coscienti del vuoto incolmabile creatosi all’interno di questa grande famiglia. Mancherà a tutto il mezzofondo, regionale e nazionale, la possibilità di mettersi alla prova contro un corridore formidabile ma, ancor più, mancherà la vitalità, l’atteggiamento deciso e grintoso con il quale affrontava gare nell’atletica e nella vita, una cosa che credo tutti, almeno una volta, gli abbiamo invidiato.
Oggi, a dargli l’ultimo saluto, di atleti eravamo in tanti, mentre le campane della chiesa suonavano a festa; perché Max noi continueremo a incontrarlo così: di corsa, con il sorriso sulle labbra, mentre solca i sentieri dei nostri cuori.
il funerale di Sammy
http://www.universalsports.com/news-blogs/article/newsid=536857.html
Posta un commento