mercoledì 29 giugno 2011

w25/2011 - un week end in seminario

In Veneto ci sono molti luoghi devozionali sparsi su tutto il territorio. Se poi dico che ero in zona Padova, qualcuno potrà pensare alla Basilica del Santo - più volte citata nelle mie partecipazioni alla maratona che arriva nei pressi (vd. precedente post) - oppure a qualche abbazia fra i colli. Invece mi sono rinchiuso all'Hotel Sheraton vicino al casello di Padova Est insieme ad Antonella e a un paio di centinaia di persone per farmi coinvolgere nel seminario "Impara dai Campioni" tenuto personalmente da Livio SGARBI che avevo conosciuto tre settimane addietro in una sua incursione a Vicenza (vd. precedente post). La presenza scenica di Livio è notevole e acquista maggiore misura con tutto il team EKIS a supporto che controlla luci, audio, proiezioni creando una grande suggestione. E poi offerta di materiali istruttivi e di corsi successivi. Vorresti non cogliere un upgrade o una variazione sui temi affrontati?

ph. Giuseppe MONTANARI @ www.LivioSgarbi.com
È inutile fare il riassunto perché su Facebook c'è tutto in quanto Giuseppe MONTANARI ha postato all'istante, mano a mano che venivano presentati slide/video. Scorrendo, scorrendo si arriva al fondo e si trova l'esordio. Come iniziare a caricare il disomogeneo pubblico? Proprio con Rocky IV e le scene di preparazione nella baita di montagna in alternanza con quelle di Drago in palestra ultratecnologica. Poi Livio ammorbidisce subito i toni, per farci sentire a nostro agio, proponendo rapidi flash sull'impostazione PNL (altra specialità di EKIS) del lavoro che andremo a svolgere. Ci chiede una cosa essenziale: spegnere la mente critica, altrimenti diventa il limite per il fluire di nuove informazioni. Una cosa che ho fatto volentieri, altrimenti avrei faticato a seguire dei ragionamenti volutamente semplificati, a volte in bilico fra teoria elettromagnetica e meccanica quantistica, perché fossero attingibili a tutti e fossero poi innestati e reinterpretati nella propria esperienza.
Con un approccio superficiale un corso di questo genere può avere lo spessore di una pizza battuta, in verità è un'occasione per essere guidati a ripensare ad avvenimenti del passato e a ristrutturare i presupposti per il futuro che si vorrebbe vivere. Livio offre spunti di riflessione e mette la cornice generale, poi ognuno ci mette dentro il quadro della propria vita, quella già dipinta e quella che vorrebbe dipingere. Ci vorrebbero molti post per raccogliere i flashback rivissuti che hanno riempito una decina di fogli assieme agli appunti e agli esercizi, da svolgere singolarmente e in gruppo.
Ripeto, in Facebook c'è tutto (testi, audio, video, commenti) e i presenti al corso potranno (re)immergersi nell'atmosfera. Riporto un solo video, l'unico a sfondo atletico, perché è riuscito a commuovermi ancora, nonostante ricordassi l'avvenimento accaduto alle Olimpiadi di Barcellona 1992. Non è vietato piangere, anche da soli davanti al monitor.


Elenco i sei punti principali che sono stati ampiamente sviluppati fra pensieri, parole e azioni

  1. I CAMPIONI IMPARANO DALLE SCONFITTE
  2. I CAMPIONI FANNO TUTTO CIÒ CHE OCCORRE PER ESSERE CAMPIONI
  3. I CAMPIONI NON SI ACCONTENTANO E PENSANO IN GRANDE
  4. I CAMPIONI SI DIVERTONO
  5. I CAMPIONI SI SENTONO SPECIALI
  6. I CAMPIONI SONO CONSAPEVOLI DEL PROPRIO TALENTO

Semplice, vero? Come racconta anche Valentino ROSSI (citato più volte durante il seminario ... un vero benchmark su tutti i punti) in una bellissima intervista per la serie "Fratelli d'Italia" in occasione dei 150 anni dell'Unità d'Italia, al momento visualizzabile nella homepage. Con l'occasione ho ripassato anche la storia di Tazio NUVOLARI in poco meno di un'ora ben mixata. Da vedere.

WCh Osaka 2007 @ www.iaaf.org
Alex disgustato all'arrivo
Facile, vero? Non proprio, altrimenti non si capisce come si stiano disperdendo due eccezionali campioni dell'atletica come Alex SCHWAZER e Andrew HOWE, di cui metto a disposizione alcune considerazioni dall'ultimo speciale di SPIRIDON. Fra tecnici e dirigenti manca una figura intermedia di coach, anche non specialistica, di supporto a entrambi per guidare le carriere dei talenti che, nonostante tutto, continuano a frequentare piste e pedane.
Tra l'altro Alex ebbe già uno svarione simile dopo la precoce medaglia sui 50km ai Mondiali di Helsinki 2005, che lo portò a cercare strade diverse da quella vincente indicata dal suo tecnico Sandro DAMILANO. Ci volle proprio un intervento esterno per farli riunire verso la cavalcata trionfale delle Olimpiadi di Pechino 2008, preceduta dal pianto dirotto all'arrivo dei Mondiali di Osaka 2007, quando l'eccessiva prudenza trattenne Alex ancora sul gradino basso del podio.
Per Andrew il percorso sembrava in discesa fin dalle categorie giovanili, segnato dal doppio oro fra lungo e 200m ai Mondiali Junior di Grosseto 2004. Dopo sette anni sembra ancora indeciso a quale specialità dare la precedenza (vd. recente intervista fidal.it), quando si possono portare avanti in parallelo. Il suo idolo Carl LEWIS insegna, anche quando perse la gara con la sua miglior serie di salti (WCh Tokio 1991). Quel giorno si trovò di fronte il miglior avversario della storia, un Mike POWELL che detiene tuttora il record del mondo. A proposito ... 01/07 Carl compie 50 anni!
Alex SCHWAZER e Andrew HOWE: entrambi difettano al punto secondo della lista. Sembra che stiano facendo molto per non essere campioni. E l'ultimo speciale di SPIRIDON ne fa ampio riassunto.

ph. Giancarlo COLOMBO sublime
anche a rappresentare la sconfitta
di Andrew - CI Torino 25/06/2011
Dopo due digressioni, comunque pertinenti, torno al seminario e più che sui pensieri e sulle parole (tutto su Facebook!) vorrei soffermarmi  sulle azioni, ovvero le pratiche di rilassamento e visualizzazione per un primo ancoraggio delle elaborazioni. I runners sono fortunati perché ogni allenamento è un buon momento per ripetere gli esercizi, in modo da allenare al meglio il corpo, la mente e lo spirito.
Sottolineo due momenti particolarmente significativi vissuti nella seconda giornata. Il primo al termine della sessione mattutina: dopo aver fatto una riflessione personale "quali sono i miei talenti?", Livio ci ha sfidati a chiedere a delle persone che reputiamo affidabili quali possano essere i nostri talenti. Da me sono partiti diciotto sms, sono tornate dodici risposte, per lo più a descrivere il carattere, fino a un anomalo acuto "sei un mito vivente" che apprezzo come sintesi più che come analisi. Quella che mi ha più colpito è "un tuo talento è spiegare facile le cose difficili" arrivata da una persona che non mi frequenta solo in ambiente running. Davvero?
Il secondo è stato il momento della rottura della freccia, di cui trovate anche due video su Facebook. Non è morto nessuno, in quanto è più facile ferirsi con le schegge di legno che con la punta di acciaio. All'occhio critico la prova appare più scenografica che sostanziale, ma quella freccia era stata lungamente caricata di ogni limite e freno verso la strada dell'eccellenza e, puntata sul giugulo, punto particolarmente debole del corpo, è stata spezzata con un deciso passo in avanti, compiendo un forte atto simbolico contro ogni paura. Poco dopo ci siamo ricomposti in sala per l'esplosione finale, quando Sara GATTI al mixer ha cominciato ad alzare il volume sul ritmo dei Black Eyed Peas. Ebbene si I gotta feeling that this life is gonna be a good life!


E alla fine ... TUTTI CAMPIONI? Secondo me sì, come ripeteva il pediatra George CLOONEY ai suoi piccoli pazienti nelle prime serie di ER. Un mantra che faceva bene all'anima ancor prima delle cure al corpo.

Due note aggiuntive extra corso, una seria l'altra faceta
  • in una delle sue numerose divagazioni, a me gradite, Livio ha lanciato questa provocazione: lo spirito cooperativo sta sormontando lo spirito competitivo, anche nelle dinamiche del pensiero evoluzionista;
  • io e Livio ci siamo trovati con la stessa maglietta by AM a righine bianche/blu in due varianti di colore: la mia blu/bluette, la sua blu/verde ... la maglietta dei campioni! attendo foto da Giuseppe.

lunedì 27 giugno 2011

Inversione di flussi (1) - Renato CANOVA bis

Impossibilitato a formattare un commento, pubblico un post aggiuntivo su un'intervista fresca fresca a Renato CANOVA in quel Reader's Digest dell'informazione del running che è http://racingnews.runnersworld.com/ Sono ripetuti concetti già disseminati nel forum di Let's Run (vd. precedente post), riorganizzati in quella che il redattore definisce lezione magistrale più che un'intervista.

Per i soliti pigri estraggo le perle
  • Boston changes the self confidence of many people, because the most important thing as a marathoner isn't the history.  Don’t look for the official records or something this. But in any case, it was, I think, the most exciting marathon of all time in every part of the world. Running 2:03, the way that Geoffrey and Moses used to run Boston, is something that , in my opinion, can change the history of this event in a mental point of view.  When athletes reach this type of value,  there is no fear, no fright about running faster, and it is possible to overtake the limit. The mental limit is the first step for doing this.
  • Mentally, the situation for these guys is the change after the marathon, that three athletes – Geoffrey, Moses, and Gebremariam – they best appear also like runners of 10,000m …. Gebre has 26:52, Moses 26:49, and Geoffrey last year ran a 27:27 in altitude that means something like a 26:45 at sea level. Athletes don’t wait to finish their career on the track slowing down before moving to the marathon.
  • The methodology is connected with the level of athletes. We needed to change the methodology. It's not the methodology coming before the athlete, but after the athlete. With this type of athlete, it is possible to look for a marathon under 2:03 in two or three years.
  • But if we go to analyze the competition  this year, the key was Ryan Hall at the beginning, Ryan Hall was very even and very good till 25 (kilometers), but after 25, there was a 5k in 15:07, that means all the athletes lost 25 seconds on the pace.  And I don't think that these 25 seconds could be recovered in the last part.  So if it was possible this year to have someone pushing from 25 to 30km, already this year the final was 2:02:45, it was already possible.
  • We need to discover something new in training. Because in the history of athletics, not much has changed  in the last 40-years, for example in the 800 meters or 1500. In the 400m, nothing has changed. No, we are speaking of 45 seconds today, forgetting that in the Rome Olympics, 1960, 51 years-ago the first and second were together (in the 400) in 44.9. For long distances, everything changes, because we continue to increase in every type of performance. The first key for changing started from Ron Clark in 1965, when for the first time, people not only spoke of general mileage, but of the qualification of mileage. This is the key for running fast.
  • What can happen if we are ready to reduce (by) three percent the difference between running a half-marathon like pace and a marathon, we can look for running under two-hours? Of course we need an athlete that, in that period, is running 26:20 for 10,000 meters preparing for a marathon. I don't know if at the moment there is one out there like this, but I know it is possible, also because a marathon is the only event in athletics now where they can keep the motivation. Or secondary motivation which is very important. So the most top talent that are young are moving to the marathon right now, so my idea that the world record on the track (ie, for 10,000 meters) will have a very long, very long life, because there is no longer the same interest around. The world record in the marathon can be beaten several times in the next years.
Ho riempito due post con quello che doveva essere un paragrafo di un capitolo della serie "sono forti sti americani". E infatti sono proprio forti sti americani a rivenderci un prodotto tutto italiano che ha ampliato il suo spazio nel palcoscenico atletico mondiale. Mi aspetto una pubblicazione arricchita nell'edizione nostrana http://www.runnersworld.it/ con tante note dal passato when he was a top coach of Italian marathoners in the 1980s and 1990s. E il direttore Marco MARCHEI potrebbe dire la sua.

venerdì 24 giugno 2011

Inversione di flussi (1) - Renato CANOVA

Renato CANOVA impartisce istruzioni ai suoi atleti
Renato CANOVA? Chi è costui? A chi è entrato nel mondo della corsa da meno di dieci anni questo nome dice poco, forse meno di quello di Carneade. Eppure c'è lui dietro a tanti risultati eccellenti di atleti africani, ultimi in ordine di clamore quelli di Moses MOSOP (vd. precedente post). Non appare più di tanto, non quanto capitava quando seguiva atleti italiani di valore, o forse tanta comunicazione italiana si è dimenticata di lui, soprattutto dopo le discussioni seguite ai Mondiali di Helsinki 2005 quando Renato come tecnico raccolse più medaglie di tutta la spedizione italiana: perché non convincerlo a tornare in Italia, lui che per decenni fu una delle anime del settore tecnico FIDAL? Conosciamo la risposta nei fatti. CANOVA continua a lavorare dove sta, spargendo programmi e cultura tecnica in Africa e nel vicino Oriente. Calca la mano, Renato, e con lui vanno d'accordo solo atleti senza paura di fare fatica ...

martedì 21 giugno 2011

w24/2011 - vacanze al mare

Bibione - link Google Maps
Sono rientrato da una settimana di vacanza trascorsa in camping a Bibione. Frequento la località da quarant'anni e ne posso apprezzare l'evoluzione. Un tempo le tre zone (Centro, Lido del Sole, Pineda) erano ben definite e separate da zone selvatiche. Oggi è un continuum dal porto fino a ben oltre Piazzale Zenith, che rappresentava l'estremo limite orientale. Un tempo le costruzioni erano adiacenti alla spiaggia, oggi arrivano a un paio di chilometri nell'entroterra, dove ho visto nuovi complessi con locali in vendita. L'espansione continua perché la spiaggia ha un'ampia recettività, forse la maggiore del nord Adriatico. Qualcuno magari può divertirsi a misurare le larghezze delle varie località da Google Maps.
Da qualche anno ho scoperto la vacanza in camping, in quelle casette di legno semoventi che sono a metà strada fra la tenda e un locale in mattoni, offrendo i vantaggi di entrambe le soluzioni: il contatto diretto con la natura e la solidità delle varie apparecchiature che si utilizzano normalmente in casa. Le ultime proposte di allestimento superano 40m² forniti di tutto, fino al televisore LCD 32" di cui si può fare tranquillamente a meno per una settimana. Una buona disintossicazione per grandi e piccini, liberi di muoversi in sicurezza all'aperto invece di ipnotizzarsi davanti al monitor.
Il termine dell'anno scolastico ha coinciso con la settimana di Pentecoste (= invasione dei turisti di lingua tedesca che mantengono la festività religiosa anche nei calendari civili) per cui eravamo circondati da famiglie multi generazionali, la maggior parte composte da un paio di adulti e 2-4 giovani.
Sono state belle giornate, con temperature miti, scarsa umidità e vento fresco, in cui il sole è stato spesso velato. Mi sono divertito a correre avanti-indietro lungo le ciclabili che costeggiano la spiaggia e le vie interne. Ho calpestato l'amato bagnasciuga solo nell'ultimo tratto per raggiungere il faro sull'estuario del Tagliamento dove si confrontano a pari distanza Bibione e Lignano, da una parte e dall'altra del confine Veneto-Friuli.

Pula - link Google Maps
Nel suo ultimo post Orlando racconta dello stage a Chia, all'esordio in terra sarda: evocativo il testo e ben rappresentative le foto. Posso confermare che rendono bene la magia della zona, perché ricordo con molto piacere la vacanza di inizio giugno 2003. Facendo base a Pula, in una settimana abbiamo frequentato tutte le spiagge a sud-ovest fino a capo Spartivento, punta estrema dell'isola. Eravamo solo io e Antonella e potevamo tranquillamente fare gli zingari lungo la costa, partire a qualche ora del mattino e rientrare senza pensieri alla sera. Nell'inverno successivo arrivò Camilla e da allora ci orientammo verso località e approcci meno impegnativi per i bimbi.

Rodi - link Google Maps
Non sono molto amante dei bagni, ma in quel mare di Sardegna potevo rimanere immerso illimitatamente e avventurarmi anche al largo, io che nuotatore non sono. Solo in un altro posto ho provato la stessa sensazione, ovvero a Rodi, dove andai in vacanza nell'agosto 1998, a metà della costa orientale, appena sopra Lyndos. L'inizio fu traumatico, perché appena sulla scaletta dell'aereo ben condizionato fummo accolti da bollenti folate a oltre 40°C, che si mantennero tali per tutta la settimana. L'urto iniziale mi fece esclamare "prossimo anno, passo Fedaia!". Nonostante la bassa umidità rendesse tutto più sopportabile e l'acqua cristallina lenisse ogni disagio, l'anno successivo in qualche modo mantenni la promessa. Magari sarà la ripresa di un prossimo post intitolato "vacanze in montagna".

sabato 18 giugno 2011

In ricordo di Cosimo CALIANDRO e dintorni

Feltre 2008 - Giro delle Mura
ph. Chiara VACCARI
Mi ero ripromesso di non continuare con i necrologi. Poi mi sono ricreduto quando mi è arrivata un'immagine di Cosimo CALIANDRO scattata ancora a fine agosto 2008 da Chiara VACCARI in occasione di un reportage ufficiale al Giro delle Mura di Feltre. Chiara è una grafica professionista e in quel periodo iniziava anche la sua attività autonoma di fotografa, spremendo anche l'anima del sensore dalla sua amatoriale Canon 350D. Quando i soldi erano contati, preferiva investirli in ottiche di qualità piuttosto che nel corpo macchina. Come altrimenti seguire azioni rapide indoor senza obiettivi f2,8? Da allora i suoi scatti riempiono regolarmente le pagine del Giornale di Vicenza dedicate alla pallavolo. E non solo.

Torno a Cosimo e sinceramente non intendevo scrivere di lui perché non avevo molto da raccontare al di fuori della statistica reperibile in qualsiasi commemorazione (vd. articolo fidal.it). Non conosco la dinamica dell'incidente, ma quando ho letto dello scontro moto-con-auto ho avuto un sobbalzo: troppo facile avere la peggio quando si è a cavallo di due ruote. Un consiglio che do a tutti gli amici possessori di moto: vendila! Per quanto si è bravi a guidare è sufficiente sfiorare il terreno per farsi molto male. Spesso non per colpa propria: mio fratello Matteo è stato cecchinato da un autista uscito lungo da uno stop e il ginocchio lo ha fatto penare per anni. Oppure in situazioni strane: un mio amico discobolo - un bell'uomo di oltre 100kg abituato a sollevare pesanti bilancieri - si è strappato un polpaccio nel tentativo di frenare la caduta della sua poderosa Honda Africa Twin. Quando ho visto uno dei nostri migliori velocisti in sella a una Honda super motard non ho potuto fare a meno di dirgli: "Stai attento almeno, vero? Non tanto a come guidi, so che sei prudente, ma a chi ti sta intorno!". Come facevo a dirgli "vendila" se sprizzava orgoglio da tutti i pori? Passano in fretta i vent'anni per correre in moto e non solo in pista. In famiglia VIVIAN abbiamo avuto di tutto (Honda 125 MTX made in Japan, Aprilia 125 RR, Suzuki GSX 600 F, Harley Davidson Sportster 883, Ducati 900 Monster), ampiamente utilizzate anche da me, ma le ultime, che si aggiungono alla lista, sono state solo guardate: ho fatto un giro della via con Yamaha TDM e nemmeno quello con Yamaha Fazer 1000, rimasta sola in garage.

Birmingham 2007 - CE indoor
ph. Giancarlo COLOMBO
Torno a Cosimo e non posso fare a meno di ripensare al suo immenso talento. Non si fanno certi tempi in gioventù (2'29"7 sui 1'000m e 5'32"8 sui 2'000m a 15 anni) se non si hanno grandi potenzialità che purtroppo non sono maturate completamente, ma ogni tanto davano saggio di quello che normalmente rimaneva inespresso. Sono rimasto impressionato dalla sua vittoria ai CdS di Corsa Campestre a Modena nel 2007 all'interno del Parco Enzo Ferrari. Lui correva il cross corto 4km mentre io mi preparavo a quello lungo di 12km e non avevo quindi dedicato molta attenzione alla gara, ma ho il ricordo nitido di quando è sceso come una furia dall'ultima collinetta, macchia bianca emergente in mezzo ai tanti colorati di qualità. Mi impressionò la possanza della sua muscolatura, che un mese dopo lo portò a sopravanzare tutti ai Campionati Europei Indoor di Birmingham. Quando si è forti e si sta bene si può essere vincenti sia sui prati che sulle piste indoor. Proprio come capitò a Genny DI NAPOLI nel 1993, quando ci distrusse sui campi ben ghiacciati di gennaio a Ferrara nel Parco Urbano e a marzo andò a vincere il suo primo Campionato Mondiale Indoor (notare nella scheda di Genny il poker di partecipazioni  1993-95-97-99 / 1°-1°-4°-4° / Toronto CAN -Barcellona SPA -Parigi FRA -Maebashi JAP).

Torno a Cosimo e indietreggio nel tempo fino a inizio ottobre 2001, CdS Giovanili a Rieti. Stagione quasi finita, ottimi crono e oro europeo junior sui 1'500m già archiviati, la forma ormai sbiadita, forse la salute non salda, ma ci sono da portare punti alla società e lui è sacrificato sui 5'000m. Sono in zona partenza, ai 200m, assieme al responsabile tecnico delle FF.GG. Vittorio DI SAVERIO, mio coetaneo come Genny. La gara è lanciata forte da Luigi LA BELLA che ben conosce i finali di gara di Cosimo e i relativi limiti di tenuta, il quale, verso metà gara, non regge più il ritmo e non regge più nemmeno la gara, tanto che accenna a uscire verso l'esterno della pista, anzi si ferma proprio. Vittorio non ci pensa due volte ad anticiparlo, dargli un calcione per farlo ripartire dicendogli "aho! c'è da correre per la società!" e forse qualcosa anche di più intenso. Cosimo arriva quinto al piccolo trotto in 15'56". In questo semplice episodio forse emergono i limiti del carattere che impedirono la continuità di risultati ai massimi livelli che gli erano destinati.

Roma-Ostia 2010
Passo a tempi più recenti, inverno 2010. Si ripete la stessa situazione di tre anni prima in cui Cosimo vince il cross corto dei CdS a Volpiano (TO) 21/02, poco prima che io mi perdessi nelle zone intermedie del cross lungo. Ha vita facile Cosimo a contenere Stefano LA ROSA e i compagni di squadra su un percorso ben preparato e scorrevole, interrotto solo da tre fossati artificiali. Quando è in condizione CALIANDRO è difficilmente battibile, anche su distanze non molto congeniali. Se ne accorge anche Daniele MEUCCI alla Roma-Ostia della settimana successiva, quando si trova a subire la volata di Cosimo dopo 21km che avrebbero dovuto sfiancare il pugliese molto più del toscano, indipendentemente da quanto successo nelle fasi intermedie di gara. Uno scontro fra grandi cattiverie agonistiche, risolto solo sulla linea di arrivo, con un crono di eccellenza 1h02'41" primato personale per entrambi e davanti il sogno di maratona, concretizzato per Daniele tre settimane dopo a Roma con 2h13'49". Per Cosimo il sogno rimarrà tale.

PS guardando meglio la foto dell'arrivo di Birmingham (un capolavoro di Giancarlo COLOMBO quando ancora lasciava i dati exif) noto come l'unico sguardo acceso è quello di Cosimo, mentre tutti gli altri sono rivolti alla pista; il secondo arrivato Bouabdellah TAHRI è uno che corre i 3000 siepi nello stesso tempo in cui allora ha corso i 3000 piani; il quinto ... leggermente sfocato ... è proprio Mo FARAH di cui siete forse stufi di leggere anche in questo blog.

mercoledì 15 giugno 2011

w23/2011: Gazzetta Run a Bassano del Grappa – una festa da ripetere ed estendere



discesa di via Gamba
prima di entrare nel Ponte Vecchio
Se mai qualcuno avesse avuto dubbi che potesse funzionare, me compreso, posso dire che tutto è andato per il meglio. Avevo messo in pole position la maggior criticità, ovvero il doppio passaggio sul Ponte Vecchio, di fronte al ritrovo di tanti bassanesi più propensi ad alzare il tono della serata con un aperitivo piuttosto che con una corsa. Temevo eventuali ingolfamenti per i doppiaggi dell’ultimo giro che invece non ci sono stati. La soluzione forse sta nel numero dei concorrenti, perché eravamo meno degli eroi delle Termopili (= 253 classificati nelle classifiche TDS vs. 300 spartani guidati da Leonida), il quale non ha permesso incidenti nei vari restringimenti del tracciato. Mi sono girato prima della partenza e riempivamo bene piazza Libertà delimitata in entrambi i sensi di marcia (partenza/arrivo a salire, passaggio a metà a scendere). Difficile trovare un percorso completamente cittadino di 3km abbondanti così coinvolgente e bello. Come al solito in gara non si apprezza molto, soprattutto quando si deve calibrare il passo fra porfido, ciottoli, lastroni, tombini, pilastrini, … ma i due giri del lungo riscaldamento mi hanno permesso di allargare la vista su scorci che non possono sfuggire nemmeno al corridore meno sensibile. L’aria era fresca perché al mattino la pioggia intensa e persistente l’aveva ripulita e aveva saturato di profumo di tiglio viale delle Fosse. Da nord soffiava leggera la brezza della Valsugana, per niente fastidiosa come spesso capita. Una serata perfetta!


Non posso essere tacciato di campanilismo perché provengo dall’altra sponda del Brenta, che un tempo fungeva da confine. Penso a come potrebbe dipanarsi una gara simile in centro a Marostica, che offre una logistica più ampia (partenza/arrivo in Piazza degli Scacchi, passaggi per le varie porte nelle mura scaligere), manca comunque di continuità con i riferimenti del centro storico. Ognuno faccia le proprie considerazioni sulle strade di casa sua.


piazza Libertà - amici felici alla partenza (da sx a dx)
AndreaR, DavideM, AndreaM, StefanoP, FabrizioV
Gazzetta RUN o no Gazzetta RUN, Bassano del Grappa merita una gara di questo genere: 10km è la giusta misura per riempire le strade e la prima serata della città. Un evento che può crescere molto coinvolgendo scuole e famiglie. Raddoppiamo e  vogliamo diluire la partenza di 500 partenti scalpitanti? È sufficiente anticiparla nella comoda via Verci e magari tornare sulla sponda sinistra del Brenta attraverso il ponte Nuovo, in modo da evitare che i simpatici incroci sul ponte Vecchio si trasformino in scontri. Raddoppiamo ancora e  vogliamo accogliere 1’000 concorrenti? Spostiamo la logistica in prato Santa Caterina dove la festa non ha confini di tempo e di spazio per ogni successivo raddoppio.


Ho ancora nella memoria la festa che Renzo ROSSO volle per i 25 anni della DIESEL nel settembre del 2003. Di tutte le location possibili sul globo scelse proprio prato Santa Caterina. Renzo chiamò il mondo a Bassano del Grappa e il mondo arrivò. BE STUPID! Recita la sua ultima campagna pubblicitaria e tutta la comunicazione collegata anche all’uscita del suo libro. Tante volte il limite è l’eccesso di raziocinio che pota la fantasia e la rende bonsai. Arriveremo mai alla brentana della Bolder Boulder già segnalata nel precedente postPrima di arrivare in centro sarà meglio muoversi dal quartiere Santa Croce, dove gli spazi non mancano fra Palazzetto dello Sport e campo di atletica. Una gara di 10km può rimanere nell'ambito cittadino, per la maratona bisogna coinvolgere il territorio intorno (vd. precedente post).


arrivo piazza Libertà
più sollevato che soddisfatto
Per un momento tolgo gas alle fantasie e passo alla mia gara che agonisticamente posso definire un mezzo disastro: in queste condizioni non avrei mai partecipato se non fosse stata così vicino a casa mia e organizzata da amici. Mi hanno salvato le terapie preventive e una struttura portante di elastico adesivo nero che scendeva dalla testa del femore fino a dietro il ginocchio della coscia destra. Alessia mi aveva costruito quasi un esoscheletro! L’assetto era sufficiente per correre gli allenamenti e sarebbe stato meglio non rischiarlo in gara. Pronti, via! Il pensiero si orienta a seguire il gruppo che guida cercando di fare attenzione ai passaggi più impegnativi. Sento che il ritmo è veloce, ma non mi preoccupo. Alla fine emerge chi rallenta di meno. Reggo metà gara, poi il resto è pura passione cercando di tenere in equilibrio la parte sinistra con quella destra, dove ancora venerdì mancavano all’appello ancora 5kg sulle bilance. Finisco la gara in posizione discreta, contento di aver tagliato il traguardo senza fitte, ben sapendo che il calvario inizierà dopo che i muscoli si sono raffreddati. Inevitabilmente. Adesso mi prendo tutto il tempo per tornare in salute e sulla salute costruire una condizione decente per gareggiare. Conoscendo i miei tempi lunghi e lenti, penso che ci rivedremo sulla stessa piazza fra tre mesi, in occasione della Mezza del Brenta.


Le foto sono di mio fratello Matteo che le ha raccolte in PicasaWeb.

giovedì 9 giugno 2011

Tempo simpatico e meno simpatico - aspettando Gazzetta RUN

...   continua: riprendo ed estendo alcune considerazioni dall'ultimo post   ...


Mezza del Brenta 2010
passaggio sul Ponte Vecchio
sarà sezionato a metà sabato sera
attenzione all'aperitivo da NARDINI
Moses MOSOP KEN è stato bravissimo! Qualcuno magari facendo i conti potrà dire "poteva andare più forte!", soprattutto guadagnare qualcosa nel primo terzo (2'56"/km) rispetto al ritmo che ha tenuto negli altri due terzi (2'52"+/km). Di sicuro i record di riferimento erano abbordabili e gli hanno permesso di partire cauto. Poi quando ha preso confidenza con il ritmo, un giro dietro l'altro fino a contarne 75 (tantissimi!), si è stabilizzato. Difficilmente vedremo un tentativo di miglioramento a breve, anche perché ci vorrebbe buona compagnia, quella che Moses ha fatto a Geoffrey MUTAI all'ultima maratona di Boston.

Passeranno quindi altri 30 anni? E cosa ci faceva Toshihiko SEKO JAP a Christchurch NZ all'inizio dell'autunno australe? Forse mancano le piste in Giappone? Il suo allenatore Kiyoshi NAKAMURA era solito portare il suo gruppo di lavoro in Nuova Zelanda per vivere i luoghi dove si ispirò Arthur LYDIARD (vd. precedente post). Lì Toshihiko trovò l'occasione e i giusti ritmi per girare, girare, girare, ...


Oltre ai tanti record personali, nella magica notte di Eugene è caduto anche il record europeo dei 10'000m che ora appartiene a Mohammed FARAH GBR e precedentemente era detenuto da un altro Mohammed che  di cognome fa MOURHIT, nato in Marocco e divenuto belga per matrimonio. Proprio come Said BOUDALIA è divenuto italiano. A me era simpatico Mohammed MOURHIT che si distingueva per una maglia diversa rispetto a quelle dominanti di Kenya ed Etiopia soprattutto nel cross, dove con una bella scalata partita nel 1997 riuscì a raggiungere il vertice in due edizioni consecutive a Vilamoura POR 2000 e a Ostenda BEL 2001. Si giocò anche importanti finali su pista in manifestazioni globali (mondiali e olimpiadi). A me era simpatico Mohammed MOURHIT perché era bravo a correre forte nonostante una notevole dismetria fra gli arti. Poi incappò nell'antidoping, positivo all'EPO, fu sospeso per due anni 2002-2004 e le sue prestazioni mi diventarono meno simpatiche. Provò a tornare e non fu più come prima. Ci penserà Mohammed FARAH a ripulire gli altri record di Mohammed MOURHIT? Dopo un 10'000m sotto 26'52"30 deve trovare un 3'000m sotto 7'26"62 e un 5'000m sotto 12'49"71. Duri, durissimi!


Bassano del Grappa - Ponte Vecchio
Tanto per tornare a parlare di buona compagnia, in futuro Mo FARAH e Moses MOSOP potrebbero unirsi per attaccare uno dei record mondiali ancora abbordabili, ovvero l'ora in pista detenuto da Haile GEBRSELASSIE con 21'285m (Ostrava CZ 27/06/2007, vd. articolo IAAF). GEBRE si era mantenuto bene nel tempo, ma i suoi migliori record su distanze più brevi risalivano a 9-10 anni prima (vd. scheda IAAF)

2'000m   4'56"1  Bruxelles 22/08/1997
3'000m   7'25"09 Bruxelles 28/08/1998
2miglia  8'01"08 Hengelo   31/05/1997
5'000m  12'39"36 Helsinki  13/06/1998
10'000m 26'22"75 Hengelo   01/06/1998

Nel 2007-2008 era uomo da 26'51"-52" sui 10'000m ovvero tempi vicini a quelli dei nostri attuali pretendenti. Altri che si volessero aggiungere? Di sicuro possono dare man forte Gebre GEBREMARIAN ETH e Zersenay TADESE ERI, tutti atleti che non hanno paura di girare forte in pista. Un fantastico poker che si può radunare per dar vita a una sfida che non sia uno splendido assolo. Tra l'altro Zersenay è il detentore del record del mondo di mezza maratona su strada con 58'23" (21/03/2010, Lisbona POR) intrinsecamente migliore del record di Gebre dell'ora in pista: ci sono circa 3"/km di margine.


Bassano del Grappa - Piazza Libertà all'alba
La pioggia di sabato sera mi ha fatto tornare in mente quando Haile GEBRSELASSIE mancò un record del mondo di maratona durante una gara perfettamente lanciata e purtroppo gelata dalla pioggia. Stava proprio bene Gebre in quel biennio (oltre al record del mondo dell'ora in pista aveva segnato i due ultimi record di maratona a Berlino 2h04'26" 30/09/2007 e 2h03'59" 28/09/2008) e aveva iniziato bene il 2009 in quel venerdì 16 gennaio: dopo un passaggio a metà gara in 1h01'45", aveva ancora 30" di vantaggio ai 30km rispetto al'ultimo tempo di Berlino, ma le nuvole minacciose e le colonne di acqua all'orizzonte gli fecero presagire un destino gelido e bagnato. Rallentò e arrivò 2h05'29", lasciando allo sponsor il superpremio per eventuale record. Nonostante tutto aprì il solito sorriso (quello che gli ho visto perdere solo a NYC 2010) “I’m really pleased with this performance, this is my best time in this sort of weather. I’m not perfect for it. It’s not the rain from the sky, it’s the water on the ashphalt. I knew after halfway when we turned back, and felt the wind, and saw the rainclouds, it was gone (the record). There was a chance I could’ve dropped out, this weather is bad for hamstrings. This is better than Dubai last year (2:04:53) for me, so I’m happy”. Resoconto completo nell'articolo IAAF.


statua di Frank SHORTER a Boulder
che ho incrociato nel 2002 
Un atleta che odiava correre nella pioggia era Frank SHORTER che abbiamo già incontrato in precedente post. E quando si trovò ad affrontarla? Nel secondo momento topico della sua carriera, ovvero nel tentativo della conferma del titolo olimpico dopo quello di Monaco 1972. "The second was the Olympic marathon race in Montreal in 1976. I finished second despite a hairline fracture in my left ankle suffered right before the Olympic trials marathon two months before. There was no time to let it heal so I had no choice. I never thought about it during the race, nor did I let the constant rain bother me, and I hate running in the rain. The feeling I had when I crossed the line was pride. I had not given up on two counts". Traduco: Frank arrivò secondo nella maratona di Montrela 1976 nonostante la pioggia fredda e una microfrattura alla caviglia sinistra. Lì praticamente concluse la sua carriera ai massimi livelli. Poi continuò comunque, come in parte già descritto in altro precedente post. Il breve racconto si trova come risposta alla domanda "what do you consider your most courageous race?" all'interno di una bellissima intervista con domande raccolte dal giornale Denver Post in occasione dell'ultima Bolder Boulder, una gara di 10km con 50'000 finishers. Mostruosa! Più di tante parole valgono le immagini visibili nel link già indicato e nell’articolo, nel video e nelle foto.


aggiunto un tratto A/R prima di entrare in via Scalabrini
Non so quanti altri atleti abbiano patito l'acqua di sabato sera, di solito non mi faccio problemi e cerco di interpretare al meglio la situazione. Una gara in cui ho sofferto molto e ho una pessima memoria è la Treviso Marathon 2009 (vd. precedente post). Conosco le strade, conosco i paesi e ricordo molto poco di quella giornata buia. La SS Pontebbana mi sembrò un vero tunnel di fatica e il traguardo finale fu una liberazione senza troppa soddisfazione. Comunque mi sono salvato.

Ho un amico, invece, che ancora si tormenta per gli esiti devastanti della Dieci Miglia del Montello di quasi un mese fa, in quanto si è strappato il vasto mediale nella coscia sinistra. Continua a chiedersi "cosa avrei potuto fare per evitare l'infortunio?". Ci pensa e ci ripensa, ma continuo a ripetergli e a ripetermi "shit happens" come si può rivedere nel video già segnalato in precedente post (vd. traccia ai minuti 4'00"-4'40").

Spero di salvarmi ancora sabato sera alla Gazzetta RUN. Nonostante gli interventi per rimediare la leggera infiammazione al nervo sciatico, non sono in grado di correre perfettamente. O meglio, non ho problemi a correre piano e in piano, ma è tutto da verificare in gara. Soprattutto su un percorso così variato come quello di Bassano del Grappa, pieno di curve, pendenze e passaggi di superficie. Rispetto alla cartina pubblicata è stato aggiunto un pezzetto in andata-ritorno per completare la distanza.

lunedì 6 giugno 2011

w22/2011: un weekend formativo


Moses MOSOP @ Eugene (Kirby Lee)
Comincio dall'impresa che ha battezzato il weekend all'interno della Distance Night, succosa anticipazione del meeting Pre Classic tenuto il mattino succesivo: Moses MOSOP KEN (vd. precedente post) frantuma i trentennali record dei 25'000m con 1h12'25"4 e dei 30'000m con 1h26'47"4 fino a venerdì detenuti dal giapponese Toshihiko SEKO (Christchurch NZ 22/03/1981) rispettivamente con 1h13'55"8 e 1h29'18"8. Perché 25-30'000m e non 25-30km? Perché MOSOP si è sciroppato 75 giri di pista sul passo di 69"-70". La lepre lo ha tenuto calmo fino a metà e poi Moses si è scatenato sul ritmo che gli vibrava dentro. Lo testimoniano le tre frazioni di 10'000m: 29'19" - 28'42" - 28'46". "We started conservatively but by 15km I felt comfortable and so I pushed the pace and then really enjoyed the race. But 30k on the track is very difficult for the concentration” (vd. articolo IAAF). Io sono arrivato a fare l'ora di corsa in pista ed effettivamente ci vuole una buona dose di convinzione per non mollare mai e altrettanta abilità a girare in tondo. Non è banale. Bravo Moses che ha doppiato due volte Abel KIRUI KEN, secondo arrivato e attuale campione del mondo di maratona.
Quale miglior location di Hayward Field a Eugene OR? MOSOP non ha potuto fare a meno di ringraziare il pubblico per il grande sostegno. Ci vuole pazienza e competenza di palati fini per apprezzarne appieno lo sforzo. Un po' più facile esaltarsi per la grande sfida sui 10'000m con quanto c'è di meglio al mondo al momento da mettere in pista. Forse proprio l'incertezza ha determinato la grande sostanza della gara con i primi 9 arrivati sotto i 27'00", ben 7 con il proprio personale. Per comodità copio-incollo la parte alta della classifica, ma poco oltre i 27'00" ci sono altri bei nomi su cui riflettere.

l'abbondante antipasto del venerdì sera
ha quasi saziato per il sabato mattina (Kirby Lee)
1 FARAH Mohammed GBR 26:46.57 PB
2 MERGA Imane ETH 26:48.35 PB
3 BETT Josphat Kipkoech KEN 26:48.99 PB
4 TANUI Paul Kipngetich KEN 26:50.63 PB
5 TADESSE Zersenay ERI 26:51.09
6 SIHINE Sileshi ETH 26:52.84
7 KISORIO Matthew KEN 26:54.25 PB
8 KIPTOO Mark Kosgei KEN 26:54.64 PB
9 KOMON Leonard Patrick KEN 26:55.29 PB

Solo Zersenay TADESE e Sileshi SIHINE non hanno ottenuto il personale, perché qualche anno addietro trovarono treni ancor più veloci per scendere a 26'37" e 26'39". Dagli USA un'altra lezione di coraggio e di fiducia nell'assemblare un campo partenti stellare. Gli organizzatori intendevano favorire anche le prestazioni dei gioielli di casa marchiati NIKE, ovvero Chris SOLINSKY e Galen RUPP già trovati in precedente post. Per la serie "non è sempre festa", il primo si è precauzionalmente fermato a un terzo di gara per un risentimento muscolare alla coscia, il secondo non è mai partito a causa dell'allergia che gli avrebbe inutilmente limitato la prestazione. L'uomo NIKE che invece si è portato via il piatto intero è Mo FARAH GBR, che ha vinto migliorando di 6" il record europeo di Mohammed MOURHIT BEL e di 42" il personale. Un balzo degno del miglior Ron CLARKE (vd. precedente post)! Lo svolgimento tattico è stato ancor più interessante, perché ha dovuto staccare per tempo quell'Imane MERGA - campione del mondo di corsa campestre - che ben conosceva fin dalla BoClassic 2010 (vd. post di esordio) ed era dato in forma vincente dopo il passaggio al Golden GALA della settimana precedente.

Passiamo ad altri argomenti. Sabato mattina sono stato a un seminario a Vicenza organizzato da DIVI Sport e dal titolo altisonante "diventa coach di te stesso per vincere nello sport e nella vita" ovvero è difficile esaurire il tema in quattro ore di presentazione. In verità sono state sufficienti per scoprire un Fabio VIVIANI molto brillante (lo conoscevo un po' come giocatore, molto meno come coach nel senso più ampio del termine) e uno strepitoso Livio SGARBI che, vi assicuro, rende molto più dal vivo che da internet. Nel senso che ha argomenti, impostazione, capacità interpretative e resistenza specifica per far volare due ore di dialogo con i partecipanti sul tema della prestazione sportiva eccellente, portando esempi vissuti di persona, immagini, video e coinvolgendo il pubblico in alcuni test dimostrativi. Esaltante! Qualcuno mi può dire "sono cose che valgono tanto quanto uno ci crede" e io posso rispondere "sono cose che funzionano tanto quanto uno le pratica". A quando il prossimo appuntamento? Presto, prestissimo fra meno di tre settimane: un week end per decuplicare i tempi di comunicazione e di applicazione. Dove? Vicino, vicinissimo: all'Hotel SHERATON di Padova. Quanto costa? Poco, perché compreso nell'azione di marketing nel nord est, dove il marchio EKIS è poco conosciuto. Tutte le informazioni nel link diretto. Attenti all'offerta che vale solo per pochi giorni: è una formula di vendita che mi irrita molto e di solito mi porta al rifiuto. Stavolta ho detto di si e mi sono già iscritto, prenotando un posto in più.

dopo il muscolo plantare,
forse stavolta ho disturbato il piriforme
quanto amore per i muscoli profondi!
Arriva la sera, il cielo si oscura e mi avvio verso Feltre. Non posso mancare al Memorial Max CORSO nella sua città, anche se comporta l'incognita di partecipazione a una gara breve su una superficie che frequento poco, quasi niente: la pista! Il gran cerimoniere di serata, mio ex compagno di squadra Manuel COMINOTTO, mi avverte essere coperta da manto in Sportflex molto compatto. OK! Perfetto per le mie scarpe veloci, quelle con i dentini in gomma dura. KO! La pista non drena l'acqua, che abbondante è caduta a scrosci, ma la accompagna verso il margine interno dove nel tempo si è scavata l'usuale fossetta. Quale problema? Nessuno per un atleta in forze. E infatti Manuel ha raccolto tanti amici per un treno che corre a 2'50"/km, ma solo lui regge fino alla fine per chiudere in 14'10". Nella serie precedente stavo viaggiando a ritmo tranquillo di 3'10"-12", pur soffrendo per il mal di gambe. A 3’350m una fitta improvvisa parte dal gluteo destro e scende nel retro coscia. Mi sono fermato all’istante e subito mi sono vergognato di non aver provato a continuare perché non sembrava così grave. E invece ... vediamo gli sviluppi nei prossimi giorni. Sono comunque una pippa! Non è possibile farsi male in questa maniera. Prima della gara ho avuto modo di pestare alcuni muscoli del bacino che hanno leggermente infiammato il nervo sciatico. Poi la situazione climatica non ideale ha fatto il resto.

Manuel, Giulio PAVEI e Sara
La serata è continuata poi in birreria a Pedavena, gran cerimoniere sempre l'amico Manuel. Non reggo il suo ritmo in pista, non reggo nemmeno il giro di caraffe di birra e mi faccio volentieri doppiare. Così sono tornato a casa intero e con la patente in tasca. Oppure dovrei imparare da Sara GALIMBERTI, guest star in pista e fuori, che aveva sempre il bicchiere pieno perché non lo svuotava mai. Chi è Sara GALIMBERTI? C'è un bel servizio su CORRERE nr.317 marzo 2011 pagg. 28-29 (Giancarlo COLOMBO si è ben divertito!) oppure è sufficiente una ricerca su Google. Sono più le foto in calzoncini-canotta o quelle in costume?

...   continua, perché ho già scritto anche troppo   ...

# record poco simpatici, medaglie poco simpatiche
# atleti a cui non piace l'acqua sulle gambe
# shit happens
# Gazzetta RUN a Bassano del Grappa sabato 11 ore 19 - un percorso inebriante per curve, saliscendi e passaggi in distilleria ... in offerta speciale

venerdì 3 giugno 2011

Ryan HALL - on a running mission from God (3)

...   continua   ...   e provo a chiudere perché sono passate più di tre settimane dall'ultima puntata; come temevo il sito Master The Shift non è più raggiungibile e il browser risponde "la pagina richiesta non è stata trovata"; mi auguro che NISSAN trovi altre forme di comunicazione, anche in Italia come ci racconta Stefano BALDINI   ...

Boston 2011 - Sara & Ryan
Per sapere qualcosa di più possiamo fare affidamento sulla moglie Sara, a questo punto l'unica persona ad aver vissuto sempre vicino Ryan in questi ultimi mesi. Riporto completamente il testo che per fortuna avevo già copiato. Anche chi non legge l'inglese vede che la parola God ricorre nove volte e pareggia i conti con Ryan solo considerando anche la presenza nel titolo. Dio vince se teniamo valido anche un Christ.

Ryan’s Boston Marathon: My perspective (April 22, 2011) by Sara Hall


"I am on a plane flying back from Boston and have been thinking about Ryan’s race yesterday. I am still somewhat in shock that he ran as fast as he did! It isn't that I didn’t believe he had the ability to run that fast, I did, but this race did not seem like the time he would run under 2:05 after all the training interruptions he had along the way due to his health. And it's not that I didn't have faith that through Christ all things are possible, but actually seeing a race like his unfold and see God’s hand at work is still a bit shocking!Few people know the full extent of Ryan's health issues this season. First there were the residual issues of overtraining from last summer and fall. But feelings of fatigue seemed mild to the days where he would wake up and immediately start vommiting because of the parasite that was wreaking havoc on his stomach. There were days where he would start a run and start walking because the strong medication used to kill the parasite was killing everything in his stomach. When his stomach was fine, it was something else, like tendinitis in his foot. It was extremely tough to watch because it seemed Ryan could not catch a break for the life of him. As soon as he’d have a good workout and start to gain momentum, it would get crushed by another issue.


NYC 2007 - Olympic Trials
This of course was all following Ryan's decision to have God be more involved with his training and not have a coach. We made some big changes and really went out on a limb, because we felt that this was what God was calling us to do. And though none of his health issues were a result of the new change, it was hard not to wonder why God would allow him to go through all of this when all he wanted was to grow closer to Him and have Him be a greater part of his running. It’s in hindsight now that I can see that though God was not protecting Ryan from all sickness and injury, he was developing character in Ryan and an experience that I know he will draw on for the rest of his life. I was amazed at Ryan’s perseverance through all of the health issues, which I know was God’s strength. Sure, he had days where I literally had to drag him out of bed to go run and times when he wondered if “all of this is even worth it” with how much he was devoting his life to running despite being frustrated over and over. But he never questioned what God had told him to do, or gave up faith in the promises God spoke to him.

Not to say that he showed up on race day completely unprepared. Ryan worked hard on the workout days he was able to run as he always has. But I think he’d be the first to admit that his workouts and half marathon race 3 weeks prior did not point to a sub 2:05, much less a PR. And the peace and confidence he had when he toed the line at Boston was nothing short of a miracle in itself. It will forever be a moment that reminds us to follow God’s leading, no matter what the circumstances may be, and to keep faith that “He will work all things together for the good of those who love Him and are called according to his purpose” (Romans 8:28)".

Sembra troppo? Non per Sara e Ryan HALL [Lettera di San Paolo ai Romani 8:28] Noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno. [8:29] Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all'immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; [8:30] quelli poi che ha predestinati li ha anche chiamati; quelli che ha chiamati li ha anche giustificati; quelli che ha giustificati li ha anche glorificati.

Dopo aver letto il post Running And Faith del 08/11/2010 scrivevo a un amico "capisco riflettere sulla Bibbia, pregare e invocare la Provvidenza, ma non puoi sperare che Dio ti scriva il programma di allenamento come fece a Mosè per le tavole della legge!". In realtà Ryan andava cercando la convinzione e la forza interiore per il compito a cui si sentiva chiamato. Il già citato articolo di Amby BURFOOT del 27/01/2011 ci fornisce qualche indicazione tecnica più precisa sulle nuove abitudini di allenamento
  1. sacralità del giorno di riposo settimanale;
  2. continuo utilizzo del cardiofrequenzimetro per valutare il recupero fra gli allenamenti più impegnativi e conseguente aumento del recupero stesso per essere in condizione di svolgere al meglio gli allenamenti più impegnativi;
  3. inserimento di variazioni nella corsa continua, sia in soglia aerobica sia in soglia anaerobica;
  4. diminuzione di junk miles.
NYC 2007 - Olympic Trials
In un atleta maturo come Ryan possiamo dire che certi adattamenti provengono da lontano e la validità del lavoro eseguito dovrà essere valutata a più lungo termine. Intanto ha portato a casa un grande risultato.
Vi lascio con un ultimo pezzo, che per fortuna avevo già copiato, in cui Ryan ci racconta come ascolti il suo corpo in modo da capire ciò di cui ha bisogno. Tutto questo scritto un paio di mesi prima di Boston.

Listening to Cravings (February 21, 2011) by Ryan Hall

I am looking forward to getting into this next weeks training. As of today I am not exactly sure how the week will look. I am targeting a couple of key workouts, but I am not sure exactly what days they will land on and what the exact workouts will be. You may think this is an odd way of training, and I suppose you would be right in thinking that. However, what I have found and continue to learn, is to listen to what my body craves.
It is very easy to develop routines in training. We repeat the same workouts over and over on the same days for years on end, but is this really what the body needs to reach its full potential? I have run through tired legs or little injuries for years without paying attention to any internal signs my body was giving me. My training philosophy was to always be pushing hard in training while trying to block out all signals of pain and discomfort. If I was feeling tired I took this as an obstacle to overcome, not a sign that my body needed rest.
So, as I prayfully approach my training this week, I purposefully haven’t set the amount of distance I will cover on every easy run or the exact lengths of my workouts. I know what types of workouts I need to do to be able to run well at Boston, and I plan on doing these workouts as my body craves them. I find that if I pay attention to how I am feeling on my daily runs I can tell when my body is ready for a big workout and when it is not. I am learning to give my body what it craves on a daily basis rather than force workouts and runs because I have them written on a schedule.

God bless America! E la sua capacità di raccontarci sempre nuove storie.
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...