giovedì 24 marzo 2011

Sono forti sti americani (3) - la rinascita del mezzofondo USA

Riprendo la risposta finale di Jeff GALLOWAY dall'intervista di Daniele MENARINI pubblicata nel penultimo numero di CORRERE (nr. 316 febbraio 2011, pagg.35-36) e già segnalata in precedente post. Come è rinato il mezzofondo statunitense?
"Da un po' di anni ha ripreso vigore l'attività nelle scuole. Ad alto livello sono aumentati i raduni collegiali e i migliori si allenano spesso assieme. Non è che debbano per forza essere amici, ma trovano uno stimolo in più nel lavoro in comune. Alcuni campioni simbolo oggi sono allenatori, basti pensare a SALAZAR, e questo è un elemento di forte motivazione. La più grande azienda del running ha investito molto in un progetto a lungo termine, con l'obiettivo di avere nuovamente americani forti che possano entusiasmare il pubblico. Nessuna di queste componenti da sola basterebbe a ottenere risultati, tutte insieme sì."

Riassumo i 4 punti indicati da Jeff per la rinascita del mezzofondo USA
  1. attività nelle scuole
  2. raduni collegiali
  3. campioni simbolo
  4. progetto a lungo termine

Estendendo i pensieri all'atletica tutta, e non solo al (mezzo)fondo, la ricetta USA è replicabile in Italia?
  1. L'attività nelle scuole è lasciata all'iniziativa degli insegnanti e alle collaborazioni con le società sportive, dove ci sono. L'attività universitaria è ridotta ai Campionati Nazionali, nulla a che vedere con il coinvolgimento, il valore e la visibilità dei Campionati Universitari statunitensi NCAA dove continuano a forgiarsi fior di campioni da tutto il mondo, intenti a completare in USA il corso di studi fino alla laurea.
  2. I raduni collegiali italiani sono gestiti dalla federazione con criteri meritocratici in base alle prestazioni in ambito giovanile (vd. recente convocazione), con valutazioni di opportunità e disponibilità in ambito assoluto (vd. recente convocazione) oltre alle prestazioni ottenute.
    Quanti non militari riescono a usufruire di queste opportunità di crescita? Non molti, se poi guardiamo il risultato finale, ovvero le convocazioni dell'attività assoluta. Consideriamo gli ultimi
    Campionati Europei Indoor: su 27 atleti, solo 1 maschio e 2 femmine non sono militari.
    Quali altre opportunità per un giovane talentuoso e volonteroso? Qualcosa di paragonabile al programma statunitense
    RunPro all'interno dei nostri confini? The purpose is to assist promising young distance runners in making the transition from collegiate to professional running.  The intent is to provide athletes with a comprehensive overview of what it takes and what is involved in becoming a professional distance runner - competing on the track, the roads and in cross country.  By increasing the number of talented runners training at a high level - from the 800 meters up through the marathon - the U.S. will continue its re-emergence towards competitive excellence in long distance running both nationally and internationally.
  3. Ci sono servizi di tutor da parte della federazione in tutte le specialità e fra le tante funzioni alle quali è reclamato Stefano BALDINI c'è pure quella di futuro allenatore per la maratona. Basterà? Tanti risultati in Italia sono nati dal confronto fra i vari gruppi legati a Luciano GIGLIOTTI, Giorgio RONDELLI, Giampaolo LENZI, Gaspare POLIZZI, Gabriele ROSA ... come adesso negli USA nascono dai gruppi legati al già citato Alberto SALAZAR, Jerry SCHUMACHER, Terrence MAHON, ... che sono attraenti anche per atleti esteri come il pluricampione europeo Mo FARAH che sta raccogliendo i primi frutti (vd. esordio vincente nella recente mezza di NYC). A metà anni 80 lo stesso Giorgio RONDELLI portò i suoi campioni Alberto COVA e Francesco PANETTA a correre con Alberto SALAZAR, tutti vergati con lo swoosh.
  4. Nike è una realtà planetaria, ma la sue radici sono nelle foreste dell'Oregon e un sano orgoglio nazionale hanno fatto investire molto in un progetto per lo sviluppo del mezzofondo USA. Al comando proprio Alberto SALAZAR, uomo Nike da sempre. Potevano gli altri marchi di materiale sportivo lasciare libera la scena? No di certo. Adidas, Asics, Brooks, Mizuno, New Balance, Reebok, Saucony, ... a inseguire Nike.
    È fantascienza pensare che in Italia un colosso come GEOX, azienda veneta fino all'osso, che si è comprato il marchio DIADORA, abbia voglia di investire nell'atletica come ha già fatto per il ciclismo? Ci penserà Gelindo BORDIN, alla direzione commerciale del marchio sportivo, a convincere Mario Moretti POLEGATO, fondatore e presidente dell'intero gruppo? Basterebbe lo stipendio di un Danilo DI LUCA per iniziare qualcosa di decente.
Per chi volesse avere un taglio particolare delle vicende atletiche USA negli ultimi anni consiglio la lettura del libro Run To Overcome di Meb KEFLEZIGHI. Tanto amore per il paese che gli ha dato l'opportunità di crescere come uomo, come famiglia, come atleta lo ha fatto diventare cittadino USA, senza mai rinnegare le sue radici eritree. Se Meb fosse rimasto in Italia, dove arrivò nel 1986 come profugo dalla guerra con l'Etiopia, cosa sarebbe stato di lui?
Altro appunto per chi ritenesse troppo facile per gli USA naturalizzare atleti già forti, magari come Bernard LAGAT, cresciuto comunque nella Washington State University, dove sbocciarono molti talenti kenyani. L'intenzione di procedere con l'italianizzazione di stranieri che si distinguono nelle categorie giovanili è già nei programmi della FIDAL, più volte ribadita dal presidente Franco ARESE. OK, ma quando riusciremo a portare quattro visi pallidi italiani sotto i 13' sui 5'000m come già successo in USA (Bob KENNEDY 1996, Dathan RITZENHEIN 2009, Matt TEGENKAMP 2009, Chris SOLINSKY 2010)? Noi siamo fermi ancora al 13'05"59 di Salvatore ANTIBO 1990.

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