lunedì 31 ottobre 2011

w43/2011: NYC Marathon 2011, ENJOY!

###   sto post ha rischiato di uscire incompleto;
mi è stato prestato da Gas il libro La Valle dell'Orco di Umberto MATINO
e ho dovuto finirlo prima di partire per NYC;
aveva ragione il recensore nel GdV 09/01 (vd. post 26/01)
"interrompere la lettura prima di giungere all'ultima pagina è un'impresa"   ###

NYC 2009 - Top Of The Rock
mano ferma su fotocamera compatta Fuji FinePix f30
La gita a Venezia ha sommerso il post precedente senza lasciare spazio agli sviluppi atletici personali e ha messo il cappello alla preparazione che si è praticamente conclusa il giorno precedente. La stanchezza al ritorno in stazione dei treni mi ha fatto ricordare "cammina poco a NYC o ti uccidi ancora prima della maratona". Cosa avevo fatto per arrivare a tanto?

Sabato 22/10 ho eseguito un'ultima prova di sintonizzazione sui ritmi gara con un allenamento in circuito di 3,615km da ripetere quattro volte senza pause. Il primo passaggio è a 2km, il secondo è la chiusura di 1,615km che comprende un dosso di notevole impegno quando si corre in soglia. Di solito utilizzo il percorso per frazionati fino a 3km, in modo da recuperare nella porzione più disagiata. In questo caso la pendenza salita-discesa è servita per ulteriore qualificazione a simulare in parte i saliscendi di NYC, almeno nelle mie fantasie.

loop Levà-Longhella-Boscaglie (vd. Google Maps)
12'32" = 6'56" + 5'36"
12'31" = 6'55" + 5'36"
12'33" = 6'56" + 5'37"
12'28" = 6'54" + 5'34"

Alcune soddisfazioni: completo da gara (in particolare scarpe+calzini), tutto solo in campagna, ritmo regolare dall'inizio alla fine sotto 3'30", concentrazione sempre più focalizzata di giro in giro (a pelare le curve, a scansare le irregolarità dell'asfalto, a compensare il dorso della strada). Quando corro così mi faccio paura. Niente di particolare, ma questo allenamento è arrivato al termine di quattro giorni consecutivi di impegno aumentato rispetto allo standard. Poi al quinto ci pensarono i ponti di Venezia e Tommaso in spalla a spezzare le articolazioni!

Il Grande Sport nr.144 (vd. link sito - rivista pdf)
le performance che riscuotono simpatia
meglio Adamo o Steve JOBS? o la bella addormentata?
In questa ultima settimana i volumi sono già calati dai 90-110km/settimana a 80 ed è emersa la stanchezza. È sempre così! Spero sempre di sentirmi subito sollevato e invece mi ritrovo più ingolfato, in particolare alle cosce. Ci vuole pazienza e non mi sembra di aver fatto grosse sciocchezze. Anzi, ho rinunciato a inserire i frazionati brevi (per cercare la brillantezza che non serve) e ho mantenuto lavori di forza in salita (per coinvolgere la porzione di  muscolatura che si addormenta nei ritmi lenti). Mi auguro che le tante gare non mi abbiano prosciugato troppe energie nervose.

Mi è rimasto tanto male alla caviglia sinistra. Il mio primo pensiero al mattino è "come appoggiarla al meglio?". Ci ho fatto ancora qualche seduta di CEMP (vd. post 05/10) e di ultrasuoni. Sento l'effetto nelle ore successive, perché c'è una reazione fastidiosa che poi rientra. Che fare? Non c'è tempo per altro prima di NYC. Fornendole tutto il supporto del caso, spero che regga fino in fondo. Al rientro prevedo adeguato recupero e seria analisi della funzionalità, anche perché questo disordine all'assetto mi scombussola molto. In particolare il ginocchio sinistro in zona mediale e la schiena nella fascia lombare.

NYC 2009 - vista da Central verso sud; ESSEX HOUSE al centro del mirino (ph. Marilisa)

La sequenza di eventi che mi riporta nella Grande Mela è già stata descritta nel post 20/09 e la nuova compagnia ha fatto riorganizzare e ampliare lo standard ormai assodato, consentendo finalmente la partecipazione di Antonella che affida Camilla e Tommaso (sette e tre anni) alle cure di nonni e zii.

previsioni di estate indiana @ NYC 2011 (more & more)
temperature miti, poca pioggia ... manca il vento!
La maratona di NYC è speciale! Tanti l'hanno raccontata e la racconteranno in tante versioni, ma bisogna viverla per capirla. Si può coprire la distanza di 42,2km in mille modi e in mille posti diversi e ancora non si comprendere come la "città che non si ferma mai" blocchi il suo cuore per un giorno da dedicare ai gentili ospiti che invadono le sue strade. Tutto è concentrato ed esasperato, esteso per i giorni antecedenti e successivo alla gara: un clima che non ho vissuto a Berlino, Parigi, Londra, solo per considerare maratone con più di 30'000 finishers. E questo non succede da ieri: è cresciuto nei decenni, penetrando nella cultura della città, quasi felice di essere importunata. Non penso che il business plan di Fred LEBOW nel 1970 prevedesse tanto successo, contando i 127 concorrenti della prima edizione. Di sicuro sognava l'attraversamento dei cinque quartieri e migliaia di persone a riempire le strade ... Adesso il NY Road Runners Club sforna una cinquantina di eventi running all'anno nella metropoli (vd. sito).

NYC 1992 - Grete WAITZ accompagna Fred LEBOW
"Without you, there wouldn’t be us"
NYC Marathon è la più bella vetrina mondiale del running dove tutti vogliono ben figurare, la miglior scenografia dove poter interpretare al meglio la propria performance. Non è facile! E non è sufficiente conoscere a memoria il percorso (puntuale e precisa la descrizione di Orlando PIZZOLATO a pagg. 98-100 del nr.324 CORRERE ottobre 2011). Bisogna arrivare al colpo di cannone nelle condizioni migliori per correre con soddisfazione. Siamo o non siamo lì per questo? Lascio anch'io il mio promemoria in rapido elenco.

1. Viaggia leggero
a NYC non si muore di fame e nemmeno di freddo; sarà la città a riempire la valigia e non l'inverso; un cambio e set completo di gara in bagaglio a mano

Runner's Map
vd. CentralPark
2. Cammina poco
gli spazi sono grandi, i grattacieli sono alti e tutto sembra vicino; per quanto possibile utilizza metro-taxi; gambe e piedi ringrazieranno in gara

3. Corri poco
Central Park è grande e ondulato; non è obbligatorio visitarlo tutto nei giorni precedenti; per quanto siano memorizzabili i saliscendi finali, contano di più le energie che sono rimaste in corpo; non c'è più niente da aggiungere alla condizione fisica

4. Visita il giusto e Compra il necessario
ci sono tante cose da vedere, ci sono tante cose da fare, ci sono tante cose da comprare (ricordarsi il plafond della carta di credito); prepara una lista per tutto

5. Resisti al gorgo dell'Expo
nel pellegrinaggio al Javits Center per ritirare il pettorale si rischia la fulminazione; tutto quello che la fantasia del runner può immaginare concentrato in poche migliaia di piedi quadri (comincia ad allenarti con le conversioni!); o si fa come Ulisse con le Sirene (= tappi di cera nelle orecchie), ma si perde il gusto, oppure vale quanto detto sopra

NYCM Handbook
2011 official course
(vd. pdf 2010)
6. Prepara per tempo
il materiale di gara, la colazione, la lunga e fredda attesa a Fort Wadsworth (materiale di protezione a perdere e di appoggio), controlla l’offerta di cibo e bevande

7. Corri libero
possibilmente senza GPS e cardiofrequenzimetro; prepara le conversioni di ritmo in minuti/miglio o munisciti di fascetta all'Expo in modo da non occupare la mente a fare calcoli (facili da sbagliare); nel dubbio ... corri!

8. Verrazano Bridge
BE STUPID! START SLOW! il primo miglio è in salita al 3-4%; goditi la vista della baia; attento al vento

9. Brooklyn
non è il pezzo più famoso, ma a me è sempre piaciuto per la continuità del pubblico lungo tutte le 5mi pressoché rettilinee della 4th Avenue; bevi da subito, soprattutto se spira vento; controlla il ritmo, rischi di essere troppo veloce; primo magico incontro alla fusione di Lafayette Ave, la strada si restringe e l’incitamento si innalza ... scopri flussi di ormoni che non pensavi di avere!

10. Verso metà gara
zona smorta; nel quartiere ebreo integralista in Williamsburg i runners sono ignorati; Pulaski Bridge abbastanza spoglio, Queens brullo

NYC 2011 Entry List ... caccia all'intruso e a due
monumenti del mezzofondo che provano i 42,2km
(studiare qui Mathew KISORIO #9 ... è speciale!
in post 22/03 suo padre a WXCCh Gateshead 1983!)
11. Queensboro Bridge
dislivello importante per la vera metà gara; come per Verrazano Bridge ti accorgi della tanta salita solo nella successiva discesa; si corre nel piano inferiore e i passi rimbombano; se proprio non è giornata, è il punto ideale per fare un dritto all'arrivo sulla 59th ... drop off! (Linus 2007, Orlando 2009, Haile 2010 ... negli anni delle mie partecipazioni)

12. First Avenue
uno dei motivi per cui si corre a NYC ... quanta gente, quanto tifo nella prima parte! si scende nel rettilineo dall'alto come una pop star sul palco; poi si cominciano a patire le ondulazioni delle tre miglia dritte dritte

NYC 2009 - Matteo @ Reservoir
rinviare stanchezza e pensieri al giorno dopo la gara
13. Bronx
in un miglio si entra e si esce; sui due ponti (Willis e Madison) e nelle curve si comincia a fare i conti con la fatica; da questo punto si deve tornare verso il traguardo

14. Fifth Avenue
lento esaurimento di quanto rimane da spendere; si costeggia metà Central Park prima di entrarci ... quanto è lungo?!

15. Central Park
le leggere ondulazioni provate nei giorni precedenti appariranno ben più dure! mi auguro che la cautela iniziale, la corretta idratazione e il tifo assordante siano sufficienti per proteggere dai crampi

NYC 2009 - primo giro di pinte all'Irish Pub
16. Arrivo e rientro
la maratona non si conclude sulla finish line; OK! viene fermato il tempo di gara, ma c'è da raccogliere la borsa con gli indumenti e rientrare in albergo;
"keep on walking! it's the best way to avoid cramps" mi disse una generosa assistente nel 2007 mentre mi trascinavo dopo l'arrivo; il mio materiale stava sul penultimo bilico, il sessantasettesimo, e per tornare in appartamento camminai 6-7km

17. Celebrate
c'è sempre un buon motivo per festeggiare; anche solo quello di essere a NYC!

18. Enjoy
chiudo con l'augurio che sta anche nel titolo (vd. post 11/01 ... ne ho fatta di strada!) e che ha permeato la prestazione dell'anno scorso (vd. resoconto nel post di Andrea RIGO 26/11/2010); fortuna e bravura mi hanno fatto guadagnare un numero a due cifre e un pettorale che riporta il mio cognome; quando giovedì scorso hanno cominciato ad arrivare le comunicazioni dell'organizzazione mi sono venuti i brividi; siamo a NYC e non a Las Vegas, ma spero di giocare bene la mia mano ... quando mai più?! domenica 06/11 sarà un bel giorno per morire!


PS non sono capace di seguire Jay-Z nel suo rap (vd. testo); mi accontento del ritornello di Alicia KEYS

Now you're in New York
These streets will make you feel brand new
Big lights will inspire you
Let's hear it for New York, New York, New York

mercoledì 26 ottobre 2011

w42/2011 - Venice Marathon, anticipazione NYC

###   arrivo lungo anche questa volta e sono contento perché vorrei pubblicare con frequenza settimanale, come già mi ero proposto; ho ancora qualche scritto in bozza   ###

la trance agonistica di Fabrizio
e dei fratelli Davide e Andrea ...
come è andata a finire? @ TDS
"Papà, perché non hai corso oggi?" mi ha chiesto Camilla lungo la riva degli Schiavoni, quando ci siamo allontanati da piazza San Marco per raggiungere i finishers ai giardini S. Elena. Mi sono sentito in difficoltà a spiegarle che "non posso farle tutte". Dopo la presenza alla Mezza del Brenta (vd. post 06/09) e alla Sleghe Lauf (vd. post 20/09), per diversi motivi si era persa le due ultime vittorie alla Maratona della Castellana (vd. post 05/10) e alla Padova 21 (vd. post 10/10) e si sarebbe divertita molto in entrambi i casi, perché le zone di arrivo erano entrambe attrezzate per intrattenere il pubblico, in particolare nella più grande piazza d'Europa. La vogliamo confrontare con la più bella piazza del Mondo?

Camilla mi aveva accompagnato anche nella trasferta alla Venice Marathon 2008, quando tanti amici avevano voluto fare il contropelo prestazionale alla maratona di Berlino del mese precedente. In quattro settimane si recupera, ma è difficile ripetersi sul record personale (vd. post 28/01). Così mi sono inventato una sessione fotografica lungo la via che conduce dall'attraversamento del Canal Grande all'arrivo. E piazza San Marco? Si costeggiava, ma non si entrava. L'esordio del passaggio doveva essere l'anno scorso, in occasione del 25° anniversario della maratona che agli inizi si fermava alla punta della Dogana. Invece nel 2010 la minaccia di acqua alta ha consigliato prudenza e così il debutto è stato spostato di un anno.

l'ingresso di mio fratello Davide
al personale sul muro di 3h20'
Potevo mancare? Le previsioni confermavano con largo anticipo "meteo splendido" e aria fresca per correre buoni tempi. Così mi sono messo a capo di un gruppo di 6 famiglie, comprensive di 8 bambini dai 3 ai 7 anni, che andavano a tifare parenti e amici in questa location unica al mondo. Quando vado mai a Venezia se non in queste occasioni? Ah, dimenticavo il passaggio di luglio con i giovani di Atletica Vicentina (vd. post 07/07) quando siamo stati onorati dell'ingresso a Palazzo BALBI dal lato buono, ovvero dal Canal Grande.

Così io, Tiziano e Marilisa ci siamo armati delle nostre amate fotocamere Canon (rispettivamente 40D, 1Ds Mark III e 7D) e ci siamo avviati verso piazza San Marco. Grande delusione all'ingresso! Il lato buono del passaggio, quello che consente di avere la Basilica sullo sfondo, è transennato per un cantiere e l'accesso è consentito ai soli operatori accreditati. Che fare?

Cercando c'è sempre una soluzione. Girando per la piazza trovo Pierluigi BENINI, fotografo ufficiale B2R nelle mie tre ultime trasferte a Parigi/NYC 2010 e Londra 2011, che si è messo nella zona libera fra ingresso/uscita della piazza, pur essendo lui autorizzato per sistemarsi ovunque. Una Posizione = Doppio Scatto. Meglio del CiaoCrem, anche se io preferisco i prodotti Kinder, come i migliori atleti italiani (vd. post 29/06).

Giancarlo COLOMBO @ Venice 2011
http://FotografoTiziano.it/
E in questo caso cos'è la Nutella, il lovemark per eccellenza? Ecco apparire il migliore, attrezzato di tutto punto con Canon 1D Mark IV, piazzato dove pochi fortunati possono entrare, l'occhio della tigre che ancora lo distingue dopo molti anni sui campi di gara.

Tiziano ha materiale equivalente a quello di Giancarlo COLOMBO: in queste situazioni conta più l'arte della raffica, conta più la mano delle ottiche luminose. E infatti domenica ho capito a cosa serve EF 28-300mm f/3.5-5.6L IS USM: nelle condizioni di luce che ci sono capitate è possibile fare tutto con un'unico corpo macchina, senza cambiare obiettivo. Qui si legge quanto pesa/quanto costa il gioiello descritto per esteso. Per me è come un Porsche Cayenne (vd. post 10/10): non lo reggerei!

Tiziano mi aveva raccontato dell'emozione provata al nostro passaggio a 40km della NYC Marathon 2010, quando lui non ha potuto partecipare per gravi motivi di salute che si stanno risolvendo: affrontò il viaggio con la moglie Marilisa per amor di compagnia e della città. Dopo più di vent'anni di esperienza professionale (tanti a bordo campo del Vicenza calcio), confessò "mi tremavano la mani!". Forse anche per questo esistono gli stabilizzatori nelle ottiche più sofisticate?

i primi scortati da Orlando
http://FotografoTiziano.it/
lezione di toni morbidi e naturali
Io avevo il mio umile 70-200 f4, più che sufficiente per portare a casa gli scatti che ho pubblicato e molti altri che ho subito diffuso fra gli amici domenica sera, contenti di ricevere un ricordo. Io ringrazio loro per le emozioni e l'occasione di viverle insieme a tutti i partecipanti alla gita a Venezia. Galattica! Qui l'album completo @PicasaWeb.

Il vertice assoluto? Quando Agostino si è fermato in piazza San Marco a salutare il figlio Leonardo e a baciare la moglie Veruska, nonostante fosse attanagliato dai crampi. Dubito di riuscire in quest'impresa in un finale di maratona: nonostante le urla, sono riuscito a non vedere Tiziano in Central Park! Ad Antonella non rimane che atterrarmi per farsi notare. O anticipare sulla First Avenue la cieca trance agonistica che avrò raggiunto sulla Fifth Avenue: fra le due strade c'è la decina di chilometri fatale per i non maratoneti (vd. NYC Marathon map).

Altre scene? La più bella è stata persa in diretta, ma l'ho recuperata da YouTube. Mi auguro non diventi un tormentone a effetto spettacolare, ma sia guardata con tutto il rispetto e la devozione che merita. A dire il vero l'avevamo anticipata in qualche modo, perché Stefano aveva suggerito "perché non facciamo tutti i ponti prima che siano bloccati dagli atleti?". L'orario avrebbe potuto permetterlo, se non fossimo stati intercettati dagli atleti disabili e da quell'immenso campione che è Alex ZANARDI. Ecco il finale!


Cosa ci era successo? Avevamo fatto il giro per le Zattere e siamo sbucati in corrispondenza dell'ultimo ristoro, ovvero al primo ponte [-14]. Chiedo fiducioso all'addetto "possiamo fare il percorso di gara? manca ancora un bel po' per i primi ...". "No! Stanno arrivando le carrozzine" e ad attenderle ci stava un nugolo di biciclette. Poco dopo è passato proprio Alex. Che fenomeno! Ha trasformato una somma disgrazia in immensa opportunità. Qui il racconto di tutta la performance su podisti.net

Marco BETASSA @ Venice 2011
Riporto un paio di contributi di amici, in particolare di Marco BETASSA che sono riuscito bloccare nello scatto che avrei voluto regalare a tutti. Poi sono cominciati i problemi di affollamento sulla via di uscita dalla piazza.

Ciao Enrico, ho ammirato le foto che ci hai inviato relative alla Venice Marathon: fantastiche! Con questo colgo l'occasione per ringraziarti e scambiare alcune impressioni. Che meravigliosa che è la Venice Marathon! E che meravigliosa che è Venezia! Ci ero già stato in un paio di occasioni per la maratona, ma sono stato troppo poco tempo per visitare la città: semplicemente fantastica! Sarà perché ci sono stato con mia moglie, sarà perché l'hotel crea un'atmosfera particolare, ma il mio pur breve soggiorno veneziano mi ha entusiasmato.
 
Parlando della maratona, sono contento di essere sceso nuovamente sotto le 2h40’. Era da New York 2007 che non succedeva. Mi sono allenato intensamente e sono soddisfatto del risultato. Ho avuto un piccolo cedimento dopo il parco San Giuliano e un cedimento più marcato quando siamo entrati in laguna, a partire dalla zona della dogana. Forse mi è mancato qualche "lungo" in più, ma non devo rammaricarmi ...
 
Agostino PADOVAN @ Venice 2011
da ottimo fisioterapista è sicuro che
sono riuscito a bloccare un crampo
al vasto mediale sinistro
Dal cognome e dal racconto si intuisce che Marco non è un serenissimo. Riporto invece il commento di Agostino PADOVAN in risposta alla stessa mail generale di invio delle foto. Dal cognome e dal racconto si capisce che è un veneto s'ceto (= indigeno autoctono).

Ciao a tutti, nonostante la prestazione cronometrica onorevole, ma per me assolutamente deludente, quella di ieri è stata un'esperienza fantastica.
La Maratona mi è piaciuta tantissimo in quasi tutto il percorso e non capisco molto le critiche che ho sentito spesso da parte di chi l'aveva fatta in passato. Credo che dovendo tracciare 42km su strada asfaltata non si possano pretendere spettacolarità paesaggistiche per tutto il tragitto. 
La riviera del Brenta, Parco San Giuliano e, perchè no, il Ponte della Libertà con i campanili di Venezia che si avvicinano...e ve lo dice uno che su quel ponte si è fermato tre volte per i crampi!
Ingresso a Venezia emozionante e passaggio in Piazza San Marco indimenticabile, impreziosito a dismisura dai nostri "supporters" che ci hanno accolto in maniera incredibile fino anche a seguirci passo a passo (grande Stefano!!!).
Spirito di gruppo incredibile nell'organizzazione, dagli autisti ai fotografi, tutto con spontaneità e grande partecipazione. Spero che ci ripeteremo presto, dopo gli opportuni festeggiamenti.

Altro da dire? Si! Ma vorrei che fossero i protagonisti ad aggiungere altre storie e sono pronto a raccoglierle. Voglio concludere con una canzone che si riferisca alla città per le scenografie e l'eterno romanticismo che si espande fra le calli. Giorgia o Madonna? YouTube mi risolve il dilemma impedendomi di caricare il bellissimo video "è l'amore che conta" (da guardare in HD a 720p). Troppo recente? Così ripropongo l'eterno sogno pop di Madonna che si è lanciata al mondo dimenandosi in gondola. Poi ha fatto tanta tanta tanta strada. Altro che una maratona!



PS1 per chi vuol visitare Venezia con i bambini deambulanti (dopo le esperienze con Camilla e Tommaso): tre anni sono il limite per lasciare a casa il passeggino, a quattro si è ancora quasi certi del carico in spalla sulla via della stazione, cinque anni sono sufficienti per girare senza patemi.

di ponte in ponte fino all'arrivo: come non voltarsi?
PS2 shooting or cheering? scatto foto o faccio il tifo? Camilla ha scelto di incitare gli atleti, rinunciando a usare la sua fotocamera. Buon segno! C'è speranza che non l'abbia contagiata. Eppure è sua l'immagine con la foglia gialla che accompagna il mio profilo Google. Già due anni fa reggeva la reflex da un chilo e mezzo.

PS3 per i 21-42 venexiani: Tiziano ha il CD completo con tutti i miei scatti originali che si vergognano di stare a fianco dei suoi.

PS4 per i Canonisti incontentabili: sta per uscire la bestia che metterà tutti d'accordo ... 1DX! Qui un'argomentata anteprima. Ecco la proposta Canon dopo l'artificioso tentativo di Nikon di unire fotocamera sportiva e di ritratto: downshifting nei Mpixel, upgear per i processori!

PS5 per gli automobilisti: ormai conto più visitatori che chilometri ... un dato di cui vantarsi o di cui preoccuparsi?

piazza San Marco in festa per la Venice Marathon 2011: l'avanti/indietro davanti alla Basilica

PSx Non son degno di commemorare Marco SIMONCELLI, proprio nel giorno dei suoi funerali, e per questo rimando al post 24/10 di Andrea RIGO. Non ero suo degno tifoso, perché non riuscivo a capire gli svarioni di giovanile esuberanza che hanno steso diversi avversari in pista, prima che uno dei tanti risultasse fatale per un accumulo di sfortuna impossibile da ripetere. Lascio quindi parole e foto ad Andrea, amante e praticante delle due ruote. Confesso che ho avuto la vista velata per un bel po' appena mi è stata comunicata la notizia, nonostante l'occhio nel mirino fosse protetto dal vento.

mercoledì 19 ottobre 2011

w41/2011 - nella valigia per NYC mancano le scarpe

###   arrivo lungo per tanti motivi e, con la scusa dell'urgenza del prossimo week end, guardo lungo perché ormai tocca a me; torno ad argomenti running in dimensioni sostenibili   ###

le mie caviglie domenica mattina; sul bordo dell'ombra
le cicatrici delle scarificazioni ai tendini di Achille
A dire il vero devo solo scegliere le scarpe. Le leggere, avvolgenti e performanti? O le morbide, protettive e accomodanti? Si notano ai piedi delle ultime gare, anche se le prime si vedono poco. Eppure mi hanno accompagnato in tutte le gare fin dal ritorno da NYC 2010 perché le avevo acquistate lì, nel negozio in Bryant Park dopo aver eseguito il test FOOT ID, lo stesso che troverete all'Expo della Venice Marathon. Approfittare! Ottima analisi e buon consiglio da portare a casa se il tecnico è competente e attento. Quello che non è capitato a me oltre oceano. Al ritorno in stanza al Park Central ho eseguito una prova comparativa fra le scarpe candidate alla gara e le sorelle nuove. Ho avuto la grande tentazione di fidarmi dell'intersuola nuova e consistente, la tomaia morbida e flessibile. Poi ho scelto due anni e mezzo di certezze lungo i 500km in cui mi avevano reso un servizio sicuro, anche nella maratona di Berlino 2008.

raccolta delle olive 2011
due vasche spremute a freddo, resa 12%
Camilla sulla scala, Carlo fra i rami
Marisa istruisce Tommaso a terra
Per l'ultima gara invece ho scelto un approccio cautelativo (vd. post 10/10), calzando il recentissimo acquisto che subirà i miei oltre 70kg per il migliaio di chilometri che vorranno durare: è il quarto modello della dinastia da me usato, che è stato arricchito e appesantito, tradendo la vena stradaiola e prestazionale propria della release 13, la migliore, che abbisognava di un leggero allargamento della porzione anteriore. Per il resto era perfetto! Infatti era il modello principe per chi correva la maratona da 2h30' a 3h10' (da 3'30" a 4'30"/km - conti tondi). Eppure per amor di novità, non sempre tutte utili, le aziende calzaturiere modificano tutto e aggiungono il contrario di tutto. Non va bene così.

Guardando allo stato delle mie caviglie la ragione dice "proteggi e sostieni i piedi" mentre il cuore canta "voglio le ali ai piedi". Mi era già capitato, anche a Berlino 2008, quando arrivai nella capitale tedesca trascinandomi tutta l'incertezza di una caviglia destra stranamente gonfia nella porzione laterale, tanto che all'inizio pensavo all'infezione da puntura di un qualche insetto. Da metà agosto non avevo fatto nessun lavoro specifico, a inizio settembre avevo fatto due mezze discrete, impegnato più ad ascoltare il piede e la spinta della gamba destra che a guardare il ritmo (vd. tracce numeriche in post 06/09). Anzi, vedevo i parziali dilatarsi e mi chiedevo "che fare?". Riuscii a ricomporre il puzzle solo eseguendo gli allunghi la sera prima della gara, quando ne feci uno con un paio, poi uno con l'altro, poi uno con il precedente, poi l'ultimo con il seguente ... la soluzione è per un occhio attento nell'ultima foto del post 29/09. Nel mio piccolo volavo anch'io!


Per chi non corre queste sembrano paranoie, ma attraverso i piedi passano tante sensazioni che in gara voglio trasformare in soddisfazioni. Da Altivole a Vedelago mi sono salvato perché in tutto erano solo 30km (vd. post 05/10), ma a quel punto, a NYC, stiamo solo entrando nel Bronx e manca tutta la Fifth Avenue e l'euforica tortura di Central Park (vd. mappa ufficiale): 12,2km che sono stati un calvario per i crampi del 2007 e un progressivo spegnersi nel 2009.

Las Vegas, ottobre 2000 - le più belle montagne russe
prima delle follie di molti parchi di divertimento
Due trasferte non soddisfacenti prima dell'esaltante esperienza dell'anno scorso che ancora incornicia questo blog e che Andrea RIGO ha avuto l'onere di pubblicare quando ancora non ero ancora apparso in questo mondo (vd. suo post 26/11/2010) [grazie Andrea per le tante visite che ancora adesso arrivano linkandomi dal tuo blog, sei sempre al top!]. Mi rileggo e mi vengono i brividi in anticipo, lasciandomi nuovi promemoria per i più ampi consigli di un prossimo post. La caviglia sinistra disturbava già allora, risveglio postumo di zoppia invalidante dopo la maratona di Parigi nell'aprile 2010.Sembra che siano proprio gli esiti delle operazioni ai tendini di Achille a rendere difficile il ritorno linfatico dai piedi, così il liquido ristagna dove normalmente dovrebbe essere drenato.

Saprò ripetermi a NYC? L'avvicinamento tecnico è buono, non brillante come nei due anni precedenti, le vittorie sono state confortanti e convincenti rispetto alle disponibilità in gioco. Per chi vuol divertirsi ho già seminato tanti numeri nei precedenti post, già interpretati fra lucidità e consolazione. Rimango un mezzofondista trasformato in maratoneta che fa fatica ad arrivare in fondo ai 42,2km. Motore e indole chiamano altrove, ma non me lo posso più permettere. Abbraccio con rispetto la nuova specialità che frequento da soli quattro anni.

Las Vegas, ottobre 2000 - Antonella mi seguirà a NYC
all'esordio nella costa est, perché nel 2000 e nel 2002
preferimmo la zona ovest e il centro (vd. post 03/08)
Per scaldarmi la vista e il cuore domenica sarò a Venezia insieme alla mia famiglia e ad altre famiglie per tifare parenti e amici. Tolta la visita in Regione a Palazzo BALBI (vd. post 07/07), negli ultimi sette anni sono stato a Venezia solo in occasione della maratona. Memore del buon servizio fotografico del 2008, potevo mancare al primo passaggio in Piazza San Marco? Finalmente potrò scattare con la Basilica sullo sfondo! Si è pure scatenata la gara con Tiziano, anche se lui ha abilità e strumenti di ben altro livello (vd. la gallery nel suo sito). "Ti presto la mia 7D!" tanto per mettermi in condizioni simili se lui si porta appresso la 1DS. "Mi tengo la mia 40D che conosco meglio!" benché 7D abbia raffica, sensibilità e regolazioni al top. Tutte fotocamere Canon per chi si fosse perso nelle sigle. Poi sulle ottiche si può discutere: molto dipende dal posizionamento e dalla presenza di pubblico. Molto probabilmente innesto 17-55 f2.8 per cogliere atleta e sfondo, senza dovermi preoccupare di sovrapposizioni. O preferirò il 70-200 f4 per isolare i soggetti? La luce sarà sovrabbondante.

Davide alla maratona di Roma 2011 (vd. post 30/03)
amputazioni, deformazione, esposizione senza sconti
La maratona degli altri è la buona occasione per recuperare in tempo i consigli per riempire i serbatoi di glicogeno. A chi affidarsi? Al maestro di una vita, quell'Enrico ARCELLI che si è convertito alla dieta a zona, ma quando si parla della sua amatissima maratona, il pioniere rientra nella tradizione che ha contribuito a elaborare, divulgare e radicare nella cultura sportiva. Ottimo articolo nel numero di CORRERE ottobre 2010 (pagg. 70-73). C'è qualcosa di simile nell’ultimo numero di CORRERE ottobre 2011 (pagg.104-106), più sintetico e meno esplicativo.

PS1 piace la colonna sonora del post? gruppo perfetto DEPECHE MODE, canzone perfetta "Walking In My Shoes" e album perfetto "Songs Of Faith And Devotion" (1993) ... forse il post non è altrettanto perfetto (vd. finale post 17/09).


PS2 è possibile che il link fra Venezia e New York sia Las Vegas? sono proprio forti sti americani ... chissà se i due casinò sono ancora in piedi ... nel deserto del Nevada vige la legge vista applicare nel film Ocean's Eleven: se non rendi sei abbattuto!

venerdì 14 ottobre 2011

Col Tempo - cronache cittadine e dal mondo

###   ho raccolto tre mesi di pensieri ... no big deal, just three stories!
... about connecting the dots ... love & loss ... death ...
not so much about running - skip where it hurts   ###

Marostica, Chiesa di S. Antonio Abate - sagrato
chi ricorda di aver già visto la scalinata dei Carmini?
Mi piacciono i matrimoni: è un bel momento di gioia per due persone che si promettono il futuro davanti a tanti amici. Mi è capitato di partecipare a molte cerimonie anche se non invitato. Nessun divieto di entrare in chiesa e contribuire all'assemblea che si riunisce per la festa, magari nella chiesa della mia parrocchia che è bella pur non avendo gran pregio architettonico. A sollevare l'ambiente verso assoluti vertici artistici è la pala di Jacopo e Francesco DA PONTE, che sta sul fondo dell'abside. Ricca di personaggi e citazioni, completa nella sua integrità, magistrale nell'esecuzione: purtroppo non apprezzabile per la distanza, nonostante le notevoli dimensioni (303x190cm), avvicinabile fin sotto il coro al di fuori delle cerimonie (ci porto regolarmente i miei figli quando scendiamo in piazza), valutabile fin dentro le piccole rughe nella trasposizione fotografica dello Studio BOZZETTO (vd. news nel sito).

Capita che una mia famosa conterranea, non compaesana, scelga la chiesa per celebrare il suo matrimonio, inviti qualche ministro del suo partito e la parte alta della città dove abito venga bloccata, in quanto la Questura aveva ravvisato motivi di sicurezza. Chi si merita tutta questa attenzione? L'eurodeputato Mara BIZZOTTO, che gli Indiana JONES del mio blog ricorderanno nelle immagini di uno dei primi post (vd. precedente 07/01 e qui il suo profilo ufficiale).

uscita dalla chiesa al matrimonio di Mara
Dopo aver raccolto pareri piccati dei commercianti sulla via delle spese (d'altronde in quel mattino c'era poco da lamentarsi ... era una splendida giornata!) e aver valutato lo zelante servizio di polizia (residente dentro le mura costretto a esibire documento di identità per accedere alla sua dimora in rione adiacente; rifornimento di materiale a un cantiere operativo impedito ad ascendere), mi sono avvicinato alla porta della chiesa per assistere allo spettacolo dell'uscita. Valeva la pena. I collezionisti di auto apprezzeranno la magnifica Lancia, gli ignari curiosi cercavano di capire chi giustificasse tanta cautela. Nelle foto non ho colto due chiome subito riconoscibili, ovvero quella fluente e impomatata di Luca ZAIA (più volte presente in questo blog fin da post 07/07) e quella increspata del quasi coetaneo Flavio TOSI, sindaco di Verona. Vivendo e frequentando per lavoro località sommamente romantiche, entrambi hanno avuto modo di gustare uno splendido angolo di Veneto, magari a loro poco noto, come forse ad altri invitati. Posso ripetere la frase spesso stampata sul fondo dei vassoi di pasticceria "Grazie Mara per la preferenza accordataci!". Proprio i locali del centro avranno avuto qualche ospite in più e magari tornerà.

un modo per ricordare Walter
Marostica era mai stata così bloccata? Il centro lo è regolarmente alla fine dell'estate degli anni pari, quando sulle strade che girano attorno alla piazza sono installate le strutture per accogliere gli spettatori della Partita a Scacchi (nel sito dedicato si trova tutto). Si sa, si sopporta, fa parte dello spettacolo. C'è stata recentemente un'occasione particolare in cui Marostica si è completamente fermata per rendere l'estremo saluto a un benemerito e rispettato cittadino, ovvero Walter VIARO, fondatore e grande condottiero di VIMAR (sono evidenti le iniziali? qui tutto sull'azienda). In un pomeriggio di metà di luglio 2008 si formò un folto corteo a seguire la bara dalla camera ardente della sede in viale Vicenza fino alla chiesa parrocchiale, un sommesso clamore che quasi contrastava con la sua vita operosa e silenziosa. Parola di chi ci abitava a fianco.

Molto meno famoso, ma non per questo il decesso ha scosso meno la comunità, era Leonardo RODIGHIERO, giovane atleta [AV] di 18 anni, che si è infilato con la sua Lancia Dedra al di sotto del guard rail sulla tangenziale SS 47 che abbraccia Bassano del Grappa sulla via della Valsugana. Cosa è successo? Non si sa. A volte basta un minimo sbandamento per una piccola distrazione. Dalle immagini delle lamiere accartocciate si può capire che non era rimasto molto da analizzare.

Giornale di Vicenza - 25/06/2011
In questi casi l'eco è enorme, l'improvvisa e traumatica dipartita di Leonardo segue di qualche anno quella più sofferta e prolungata del padre Enrico, mangiato da un tumore. Misteri della fisiologia! Quando un fisico giovane (qualche anno più di me) e sportivo (Enrico praticava sci di fondo e altre attività di endurance) è massacrato dalle proprie stesse cellule impazzite. Come al solito i problemi sono per chi rimane. Penso a una giovane moglie e a quello che è rimasto della famiglia, privata prima di un padre e poi di un figlio. Non sono concetti astratti, sono qui vicino a me.

Non sono andato al funerale, non ci sono riuscito, ma ho partecipato alla veglia di preghiera, con recita del Rosario. Ogni volta mi impressiona l'assemblea, numerosa come sempre in questi casi, quando prende il ritmo quasi unisono fra Ave Maria, Padre Nostro e contemplazioni varie. Forse qualcuno ci ascolta meglio, di sicuro ascoltiamo meglio noi stessi. Il finale è poi dedicato a quel canto lugubre e profondo "io credo risorgerò, questo mio corpo vedrà il Salvatore". Il concilio di Nicea avrebbe potuto fermarsi qui: c'è tutta la fede cristiana.

Sono invece riuscito a partecipare al funerale di Angelo CANTON, amico di famiglia e antico vicino di casa, per meglio dire di pianerottolo, quando quattro famiglie appena formate si trovarono ad abitare fianco a fianco e ad avere figli in rapida sequenza a fine anni 60 - inizio 70. Altri tempi! Le porte degli appartamenti erano sempre aperte e la community era molto reale e poco virtuale. Tanto che si ricostruì anche nelle vacanze in Alpago a fine anni 70 quando da tempo non si abitava più così vicino. Lascio immaginare l'aperta mansarda riempita di otto giovani dai quattro ai dodici anni.

Si può ben capire che Angelo avesse già la sua età, non più giovane, ma non così veneranda come tanti studi geriatrici vorrebbero farci dilatare. Non se l'è portato via la vecchiaia, bensì un diabete sempre più invalidante che l'ha consumato fino a stenderlo su un letto nell'ultimo periodo e lo ha rinchiuso nel suo dolore. Dalla foto si può immaginare l'uomo gaio e solare, sempre pronto alla battuta e ad animare la compagnia, che riusciva comunque a dipingere la vita del colore della maglietta che appare nella foto.

GIORGIONE - Col Tempo
Gallerie dell'Accademia 68x59cm
Post mortem ha messo ancora in difficoltà il parroco Don Franco che si è trovato a commentare nella predica l'insolita lettura dal Vangelo di Giovanni (2, 1-12) su le Nozze di Cana. Quando mai gli era capitato in precedenza? Eppure i figli Maria Teresa, Laura e Giovanni hanno voluto ricordarlo così, gioviale fino in fondo, nonostante un inguaribile tumore gli avesse sottratto l'amatissima moglie Lucia qualche anno addietro.

Il caso più strano che mi è capitato? Non proprio a me, ma al mio amico Michele. Il padre Eugenio era in fase terminale, ma lui ha voluto ugualmente partecipare al matrimonio di Andrea (il parziale resoconto in precedente post 29/08). Ha assistito alla cerimonia in chiesa, è arrivato fino al Castello di Lispida, donde è stato richiamato all'ospedale di Vicenza, dove il padre era spirato. Un particolare che avevo quasi scordato nella scrittura di quel post e che riemerge in questo. In pochi minuti siamo passati dalle congratulazioni per un amico alle condoglianze per un altro.

Come è possibile capire dalle date, non è da ieri che elaboro questi pensieri e raccolgo immagini, che sono state definitivamente liberati dalla morte di Steve JOBS che sembra c'entrare poco. In verità tutto quel che ha ruotato intorno alla scomparsa di Steve mi ha fatto riflettere molto e non riuscirò a trasmettere tutto.

La notizia è uscita dalla radio alle sei, giusto prima di partire a correre, e non mi ha impressionato più di tanto, in quanto sono e siamo circondati da persone tormentate da malattie mortali. L'allagamento è cominciato più tardi quando è montato lo tsunami comunicativo e si sono rincorse le onde informative. Ora sono in grado di vedere cosa è rimasto dopo che le acque si sono ritirate.

Mi fa impressione verificare come a distanza di una settimana il sito http://www.apple.com/ sia ancora avvolto dal sudario di Steve. Quanto ci vorrà per elaborare il lutto e riprendere la normale operatività? La pagina ha tutta l'essenzialità di un cimitero militare: bianco/nero, nome/cognome, anno di nascita/morte. Serve qualcosa di più? Non saresti in quella pagina se non conoscessi già Steve, dove trovi le sue invenzioni a fargli da corona nel menù sopra la testa.

Apple si fa bastare le quattro righe che tratteggiano la sua grandezza, quattro righe che non ho visto dedicate altrove a simili condottieri. Un amico mi ha segnalato un commento di Beppe SEVERGNINI sul Corriere "Addio Steve, ingegnere dei nostri sogni / Qualcuno dice che non ci hai lasciato, ti sei soltanto trasferito sulle nuvole". Chi ama Beppe si ritroverà piacevolmente nelle sue argomentazioni. Di lì sono saltato a Massimo GAGGI "Pifferaio magico. E spietato / Simbolo del sogno americano, ne aveva i pregi e i difetti: genio visionario, ma anche imprenditore duro e spietato". L'ovazione non può essere corale e ogni cronista deve rappresentare una faccia del prisma, ma il messaggio più spesso citato era stato scritto da Steve stesso sei anni prima e stava quiesciente negli archivi di YouTube, in casa del nemico Google.


Quanti lo hanno visto? Quasi tutti. Quanti lo hanno ben guardato, considerando che tanta parte della comunicazione è non verbale? Dura solo un quarto d'ora, il tempo normalmente concesso a un laureando per esporre la tesi. Tanto gli è stato sufficiente per riassumere la sua vita.

GIORGIONE - Giovanni BORGHERINI e il suo Maestro
46,5x59cm - lezione di coaching dal Rinascimento
NON VALET INGENIUM NISI FACTA VALEBUNT
Quanti lo stanno applicando? Un uomo da tutti considerato "potente" e che si definisce comunque "fortunato" racconta le sue debolezze, fin dal suo concepimento, di come si siano trasformate in certezze e punti di forza. Concordo con Livio SGARBI che sottolinea "Mi piace ricordare Steve JOBS per quel suo straordinario e memorabile discorso motivazionale ai neo laureati della Stanford University. Dal mio punto di vista, una lezione di life e business coaching strepitosa." (ecco il link al post). Anche Mirco GASPAROTTO ci aveva chiesto similmente "un'operazione un po' macabra" durante la presentazione di tre mesi fa (vd. precedente post 07/07): "provate a scrivere il vostro elogio funebre ... cosa vorreste si dicesse di voi?". Steve lo aveva già fatto, era lì a portata di tutti, ma forse nessuno osava guardarlo. Nonostante sperasse gli fosse concesso più tempo, la bomba nel suo corpo era innescata e il timer ticchettava inesorabile.

Campus di Stanford, Palo Alto CA - novembre 2000; la pista dove ogni inizio maggio si corre veloce
in lontananza lo stadio del football dove Steve JOBS ha tenuto il discorso ai laureati del 2005
perché STANFORD è costosa? http://www.flotrack.org/video/194833-Stanford-University-3-Minute-Tour

Non è difficile trovare tante parole. I quotidiani da giorni hanno altre notizie, i settimanali sono già usciti sul pezzo, poi rimarranno i mensili a celebrare uno dei riferimenti massimi del nostro tempo. Eppure il miglior commento è arrivato rapidamente, a poche ore dalla morte di Steve ed è stato scritto da Seth GODIN nel suo blog meritando più di 1000 retweet. Riporto integralmente "A Eulogy of Action".

libreria La Sfinge, adiacente alla Chiesa di S. Antonio
a fine settembre il presagio della scomparsa ...
... non sarebbe meglio "agire come Steve JOBS"?
I can't compose a proper eulogy for Steve Jobs. There's too much to say, too many capable of saying it better than I ever could.
It's one thing to miss someone, to feel a void when they're gone. It's another to do something with their legacy, to honor them through your actions.
Steve devoted his professional life to giving us (you, me and a billion other people) the most powerful device ever available to an ordinary person. Everything in our world is different because of the device you're reading this on.
What are we going to do with it?

Leggo un commento pragmatico su di un uomo pragmatico, in un linguaggio semplice e diretto, inusuale per le quotidiane contorsioni di Seth. Che cosa ne faremo?

Uno dei miglior tributi che si può guardare/ascoltare è quello del Trio Medusa che ha remixato il discorso sulla base sonora di "With or Without You" degli U2 (vd. link @ kataweb), addensando e dilatando 14 minuti in 4. Che cosa ne faremo?

lunedì 10 ottobre 2011

w40/2011 - piace vincere a Padova

cambio sponsor!
se mi è regalata
chi la mantiene?
Sono nato a Marostica e mi sono laureato a Padova. In questa città ho abitato cinque anni e ci ho scorrazzato in bicicletta in ogni stagione, dal caldo estivo fin dentro le proverbiali nebbie invernali. Proprio nei giorni scorsi ho riesumato l'antico mezzo, una Bottecchia di età imprecisata che, costruita in robusto acciaio, non conosce l'invecchiamento e la fragilità tipici dei materiali moderni. Altrimenti come si garantirebbe il turn over di un mercato altrimenti sovrassaturo? La tecnologia è marketing e i telai in carbonio hanno raggiunto la perfezione, prodotti con la data di scadenza, nati per essere cambiati.

Tutto sto preambolo per dire che - appena ho guardato il percorso di gara - mi sono già visto correre per le strade, anzi, all'inizio c'era solo il vincolo di partenza/arrivo in Prato della Valle e la sequenza delle vie (vd. link al sito padova21) che mi rievocavano gli usuali tragitti, allora sopportati in ogni condizione meteo. Mi ricordo giornate trascorse completamente bagnato: la pioggia mi inzuppava fin dal mattino e la frequentazione scolastica non mi asciugava del tutto (soprattutto i piedi), poi andavo a correre facendo base ai campi del CUS (quanti si sono accorti della loro presenza al di là della diramazione del Piovego in via Gattamelata?), volavo in mensa alla 14:29 per rientrare da buon ultimo a lezione per le 15 circa (scarsa lucidità a Fisica Tecnica). Al termine tornavo in appartamento ad asciugarmi, stanco, affamato e istruito. Per fortuna non pioveva sempre.

cosa volere di più? bella vittoria e bel tempo, belle donne e belle auto fin dentro la bella piazza

In particolare con la partecipazione a questa gara sono tornato a calcare le strade che utilizzavo venti anni fa  in zona Forcellini, a sud dei campi del CUS. No GPS, no rotelle, ... come facevo a misurare?

percorso ufficiale
con zone topiche
Taratura fine in esecuzioni successive: riscaldamento in campo, lancio in pista sul ritmo, N giri del loop, rientro e controllo in pista. Smussando le variazioni del caso (p.e. l'inevitabile accelerazione finale), con approssimazioni sequenziali arrivavo alla precisione dei migliori GPS, magari confrontandomi con i compagni di allenamento che utilizzavano gli stessi percorsi. Stranamente gli atleti locali non avevano sviluppato un sistema completo di tracciati per i vari mezzi di allenamento. O forse non li volevano condividere. Così a inizio anni novanta si era costituito un folto gruppo di ospiti che ha rinfrescato la vitalità dei campi del CUS. [Nota per gli amici di Asiago: la pista degli impianti di via J. Corrado è a quattro corsie (si contano anche da Google Maps), più che sufficienti per l'attività di reclutamento e di qualificazione.]

Forse anche per questo ho distribuito omogeneamente domenica mattina, nonostante tutte le variazioni del caso (sopra/sottopassi a stradoni e ferrovia, ciottoli sulle riviere e curve di ogni gradazione)? Gli organizzatori magari pensavano di fare una cortesia a partecipanti e a sponsor evidenziando le borchie a terra con giganteschi flyer fissati ai pali invece delle usuali tabelle a lato della strada. Non sono stati ben compresi. Ho verificato la perfetta corrispondenza a 5km, segnalatami dagli amici FF.OO che mi anticipavano in candido Porsche Cayenne S, poi ho colto a 15km e infine all'arrivo. Primi 5km in 17'14", da 5 a 15km in 34'28", ultimi 6,1km in 20'59" (totale 1h12'41"). Con un minimo di ginnastica mentale e alla calcolatrice ho corso sempre a 3'26"-27".

W lo STAFF
Mi sarei accontentato di correre a 3'30" e riprovare il ritmo dell'anno scorso a NYC, dove se voglio ripetermi devo avere il coraggio di affrontare i negative split (sarà argomento di prossimo post). Invece l'animale da gara libero dal cronometro si comporta così: rilancia il ritmo a ogni curva, a ogni dosso, a ogni cavalcavia ... e in vista del traguardo allunga il passo, benché il compagno di squadra Edgardo non sia nelle vicinanze. Registra quanto serve e a casa trascrive, verifica i tempi (regolari) e le pulsazioni (OK attorno a 155bpm a regime, esattamente dove devono stare). Ho provato a salvarmi le caviglie calzando le scarpe intermedie, soffici e contenitivi zoccoletti da 315g per il mio numero US 10½, ma non sono state sufficienti. Stamattina il piede sinistro non reggeva l'appoggio. Poi la giornata si avvia e non ci penso più.

affezionato ai fiori
Un'altra parte per me molto rievocativa è stata via Fra' Paolo SARPI e via Pilade BRONZETTI, dove siamo rientrati dopo il lungo taglio trasversale per il quartiere Arcella saltando il cavalcavia di via Dalmazia, che non avevo mai utilizzato. La lunghezza non è confrontabile, ma le pendenze mi ricordano quelle del Queensboro Bridge a NYC. Come non è confrontabile la presenza di pubblico! Se nella Grande Mela c'è l'apoteosi dell'ingresso nella First Avenue, a Padova sono stato accolto dal deserto di una città che doveva ancora risvegliarsi (chissà cosa farà il sabato notte!). Perché tanto affetto per via BRONZETTI? Perché l'ho frequentata molto, essendo stato ospite di mio zio Roberto durante l'ultimo anno di corsi nella sua casa in fondo a una via laterale, e prima ancora perché nell'angolo con via Vicenza ci abitava la morosa, che raggiungevo percorrendo via SAVONAROLA. Mi ricordo strade molto frequentate e gli intasamenti sotto i portici soprattutto nelle serate di apertura di una discoteca molto in voga. Era zona ben frequentata per tutta la notte anche per la presenza di passeggiatrici per ogni gusto.

Prato della Valle allora era off limits. Se nell'attraversamento dei Giardini dell'Arena ero importunato dai venditori di fumo, che forse ha fatto invecchiare precocemente gli affreschi di GIOTTO nella cappella degli SCROVEGNI prima che fossero protetti da formidabile impianto di condizionamento e dalla limitazione degli ingressi, in una delle più belle piazze del mondo lo spettacolo era desolante, degna scenografia di un film come Trainspotting dove si potevano ripetere le litanie dei protagonisti davanti a Santa Giustina e in prossimità della Basilica di Sant'Antonio (vd. link @ WikiPedia & @ WikiQuote & l'allucinante colonna sonora @YouTube).

[AV] MASTER in Prato della Valle
arancio fra statue e obelischi
Oggi è perfettamente ripulito e non solo si può ripetere "choose life" ma si può urlare "choose run". Quello che hanno fatto i 589 finishers contati da TDS e le migliaia di non competitivi che si sono cimentati nelle camminate cittadine. Buon risultato per una prima edizione, ben sostenuta da marketing capillare, ma la piazza merita almeno cinque volte tanto. Da una parte gli organizzatori a recepire i suggerimenti, dall'altra l'amministrazione a coordinare la presenza di vari attori nel panorama comunale, quasi monopolizzato dalla società principe della provincia e non solo, ovvero Assindustria Sport Padova e la sua grande capitana Silvana SANTI.

Ripensandoci, la gara è stata il suggello di un weekend da paura, ben cominciato dalla partecipazione alla festa di Serena DALLA VALLE che ho già presentato in precedente post 12/07 . Stupefacente chi è stata in grado di radunare nello splendore di villa RAZZOLINI LOREDAN ad Asolo.

[AV] MASTER al femminile
Parlando con i presenti sono emerse relazioni insospettabili, degne di una donna che conosce tutto il mondo locale. Un buffet grandioso con vertici di prelibatezza. Ho assaggiato quasi tutto senza mangiare molto, ben annaffiato da bottiglie di vino ZONTA, dal Prosecco al Rivana, il miglior bianco a detta dell'amico BeppeP (sempre lui! vd. precedente post 24/07). La festa era di Serena, che ha compiuto gli anni giovedì, ma il compleanno era di mio figlio Tommaso, che ha posticipato la festa a sabato.

Così nel grande ritrovo di famiglia abbiamo ancora mangiato e bevuto bene, da MACULAN BiDiBi a uno spumante rosé. Sono ancora riuscito a non ingozzarmi e a fermarmi prima dei superalcolici. Poi arriva il pomeriggio e negli incroci di visite fra cuginetti, ci ritroviamo a casa di mia sorella Anna in un orario per cui mio cognato Andrea non può che far emergere dalla cantina una bottiglia per l'aperitivo serale. Non è ammissibile lasciare a metà una deliziosa Ca'del Bosco 2006? Più che un carboload, mi sembra un alcolload!

Adesso basta! Come direbbe Simone PEROTTI (vd. precedente post 17/09). Cinque gare in sei week end, solo perché uno è stato occupato dalla Finale dei CdS Assoluti, che si è dimostrato molto più affaticante di una gara (scorrere i post all'indietro fino a inizio settembre per trovare tutto). A parziale giustificazione c'è che sono state tutte perfomance sub massimali, non per indolenza, quanto per incapacità prestazionale. La miglior gara è stata l'ultima, quella affrontata con cautela calzando le scarpe da allenamento. Ora ho l'animo in pace e affronto nella calma degli allenamenti l'ultima sintonizzazione sulla via di NYC. Basta mettere a posto la caviglia sinistra perché in otto giorni ho infilato 60km sul piede di 3'30". Al posto dei cangianti panorami urbani mi aspetta la campagna sotto Marostica, osservato all'alba come anomalia antropologica dai ragazzi che attendono la corriera che li porterà a scuola. Loro si chiederanno "come fa a correre a queste ore?" e io riabtto "come fate a fumare appena svegli?".

all finishers all champions: dal sorriso chi è più soddisfatto?

Adesso basta! Scorro l'agenda e non trovo più feste in programma. La più pericolosa sarebbe stata quella di mio cognato Andrea (lo stesso di due paragrafi fa) che è solito santificare il compleanno con grandiosi ricevimenti nell'ampia casa. Se non sbaglio i conti, la base larga della piramide è costituita da diciotto nipoti a cui aggiunge i suoi tre figli. Una generazione insolitamente prolifica! Con un minimo senso geometrico si può immaginare il volume del solido. Da aggiungere poi la genealogia degli amici, storici compagni di tante avventure scout, in parte radunati nella Nobile Congrega del Bigolo (vd. espressioni rubiconde). Si è forse asciugata la cantina? No! Siccome il suo compleanno è ravvicinato con l'anniversario di matrimonio, ha deciso di portare tutta la famiglia qualche giorno in vacanza.

Moses MOSOP @ BoA Chicago Marathon 2011
Cosa ha fatto ieri Moses MOSOP sulle strade di Chicago (vd. risultati)? Nonostante un avvicinamento difficoltoso dopo la splendida primavera, con 2h05'37" (62'54"+62'43") ha abbattuto il record del percorso di Samuel WANJIRU, che non è male considerate le condizioni meteo non favorevoli, buone per gli spettatori, non per gli atleti (pieno sole e circa 20°C). Lascio alcuni link rapidi che se comincio ad argomentare ne viene fuori un altro post.

# sulle condizioni di Moses MOSOP prima della partenza segnalo un articolo di Scott DOUGLAS (per chi è curioso della preparazione) e intervista in più puntate di Sabrina YOHANNES (per alcuni particolari a corredo dalla viva voce del protagonista); Moses ha perso quasi un mese per un problema al tendine di Achille sinistro dopo lo show di Eugene (record del mondo 25-30'000m, vd. precedente post 06/06); le previsioni di Renato CANOVA continuano a essere verificate

Liliya SHOBUKHOVA
@Chicago Mar 2011
# strana la vita! Moses è stato convinto che conviene inseguire il record del mondo piuttosto che l'oro olimpico; due posti su tre sembrano prenotati da Patrick MAKAU e Abel KIRUI (sia concessa loro tutta la salute necessaria) e per il terzo rimane in pole position Geoffrey MUTAI, che, se tutto va bene, confermerà a NYC; non so se sussistano altri impedimenti incrociati fra tribù, manager e gruppi di allenamento (Moses e Abel fanno entrambi riferimento a Renato CANOVA); i selezionatori kenyani dovrebbero ricordare il positivo contributo di Martin LEL all'oro di Samuel WANJIRU  a Pechino 2008 (diverso allenatore, stesso manager)

# Ryan HALL è salvo! quinto in 2h08'04", preceduto di molto da tre kenyani sicuri assenti a Londra e da un etiope a portata di volata; non gli resta che ottenere un posto in squadra ai Trials di Houston a gennaio 2012 fra sole quattordici settimane ... risponde a questo e ad altro nelle interviste pre gara e post gara di Amby BURFOOT, mentre nel suo blog http://ryanhall.competitor.com/ non scrive da un mese e mezzo

# Liliya SHOBUKHOVA è una divinità in maratona: ha limato tutto quello che si poteva nella tecnica di corsa, ha recuperato la potenza mai perduta e ha distribuito al meglio in 2h18'20" (69'25"+68'55"); che dire? un'opera d'arte purtroppo in gara mista, per quanto abbia corso molto in solitudine nella seconda metà; l'oro olimpico sarebbe il suggello a un fantastico quadriennio e il passaggio a un sano controllo antidoping la migliore delle candeggine (vd. intervista @IAAF "più che il piacer poté la fame" e relativa scheda biografica)

# chi ha visto la gara maratona? perfetto e ininterrotto streaming su http://www.nbcchicago.com/! continuo a leggere delle difficoltà di proporre in Italia le maratone in diretta per tutta la loro durata; eppure sarebbe sufficiente guardare per replicare (copiare suona male); a me due ore e mezza sono volate! e c'era altrettanto tempo ancora per contare 35'558 finishers (20'154 maschi + 15'404 femmine ancora in debugging), di cui solo 147 italiani, tanto per confermare lo scarso appeal della bella prova di inizio autunno ... dove stanno l'Illinois e il lago Michigan? eppure è comparsa più volte la "sopraelevata", protagonista di tanti episodi di "ER - medici in prima linea" e oggetto di attenta indagine acustica nel film "Il Fuggitivo" con Harrison FORD

mercoledì 5 ottobre 2011

w39/2011 - piace vincere

###   contiene due succose digressioni in corsivo: saltare se l'argomento disturba   ###

ready to celebrate!
twenty sec after finish line
Foto Ottica Mauro
A chi mi chiedeva nei giorni precedenti "cosa vuoi fare domenica?" io rispondevo "voglio vincere!". Non avevo guardato la lista degli iscritti e pur avendo in mente lo schema già proposto ai miei adepti (vd. precedente post 29/09), avrei preferito la vittoria a un tempo di valore su una distanza spuria.

Era previsto ancora caldo e a tutti avevo consigliato di aggiungere 5"/km al ritmo gara. L'anno scorso a Maranello sono stato vestito fino all'ultimo per il fresco, sono stato favorito dalla lunga discesa verso Modena e sono stato sostenuto da ben altra condizione fisica. La differenza di 10"/km nei lavori in soglia anaerobica sono perfettamente ribaltatati nelle due prestazioni di gara. In precedente post 20/09 stimavo una differenza ben inferiore valutata sui 5-6" rispetto al 2010, che qui si sono amplificati per le situazioni non favorevoli presenti alla Maratona di Carpi.

Ho così cominciato con la sintesi che molti si sarebbero aspettati in fondo. D'altronde scrivo queste note tre giorni dopo gli accadimenti e tanti pensieri mi sono girati per la testa, ma la mia preoccupazione è focalizzata sulla caviglia sinistra, causa vera del rallentamento finale (34'38" - 36'05" - 36'42" le tre frazioni ufficiali ogni 10km nel sito TDS, millimetrico il posizionamento dei tappeti di rilevazione).

con gli organizzatori - sembriamo disorientati
non sapendo in quale obiettivo guardare (Canon 7D)
Foto Ottica Mauro
Chi se ne è accorto? Nessuno. Non certo chi mi incitava lungo la strada e nemmeno la numerosa staffetta di [moto]ciclisti che mi anticipava lungo la via. Quando mi sono accorto della sofferenza? Quando la pendenza si è invertita da Altivole verso Vedelago per incassare nel finale quel paio di decine di metri di dislivello messi a credito da Castelfranco Veneto a Riese Pio X (nei link si leggono le quote delle case comunali, ottimo riferimento da centro a centro). Una leggera brezza trasversale da Riese ad Altivole mi aveva piacevolmente frenato, facendomi sopportare la temperatura crescente. Perché rallentavo in condizioni di doppio favore, pendenza e vento? Perché ho cominciato a correre male! Eppure all'inizio mi sembrava di passeggiare a 3'28"/km, sensazione confermata anche dagli avversari che mi avevano visto scivolare via. "Sembravi volare!" è il commento di uno che mi ha accompagnato sul podio con cui mi sono confrontato anche in altre gare recenti.

da un anno sono bravo a ricompormi
sotto il portale di arrivo
Foto Ottica Mauro
Si lo so! Mi sono sentito bene fino a tutto il passaggio per Castelfranco, esaltante piazza Giorgione che si apre sul lato nord delle mura e sarebbe facilmente riempibile per l'occasione con una qualsiasi proposta sportiva per le scuole della città (idem per gli altri centri attraversati). Poi è iniziata la lieve salita verso Riese, il leggero rallentamento è stato confortato dal mantenimento delle pulsazioni. Sopportabile! Pensavo. Nel frattempo bevevo la maggior parte dell'acqua dalla bottiglia che prelevavo da ogni ristoro. Reintegratori e tè stavano in bicchieri, belli da vedere in fila sui tavoli, facili da versare con la presa al volo, difficili da indirizzare in gola. Mi ero ripromesso "sola acqua" e sola acqua è stata. Tanto per applicare uno dei tanti insegnamenti di Giorgio CALCATERRA (vd. precedente post 08/02). Un ciclista dell'organizzazione intendeva aiutarmi passandomi una bottiglia. Io gli ho detto "metti nel portaborraccia e te la chiedo più avanti". La bottiglia è arrivata fino all'arrivo al suo posto.

Ogni riferimento a quanto organizzato dalle nostre top runner alla maratona di Berlino è fortemente voluto. Tanti hanno sollecitato una mia opinione sul ginepraio che si è espanso in podisti.net nella presentazione di Stefano MORSELLI (da me apprezzato fin dal primo post) e nella involuta e sgrammaticata difesa di Tommaso TICALI, dopo aver goduto del video di Patrick MAKAU. Se i regolamenti, l'etica e l'estetica non sono deterrenti sufficienti a diseducative messe in scena, almeno sia di stimolo l'occasione agonistica per vivere in anticipo la gestione di gara in autonomia da ripetere sulle strade olimpiche di Londra. Berlino è stata una scelta tecnica? Si, perché insieme a Parigi è l'ultima delle grandi maratone a concedere tanta promiscuità.

nella piazza e sulla maglia un unico marchio, sulla portiera e in testa un unico mantra:
Start the Focus ... to NYC! per me come per Vittorino (vd. precedente post 20/09)
follow Seth GODIN: don't think about it ... just start ... keep starting! 

Attendo una medaglia per il riscatto! E fra un mese domanderò a Stefano BALDINI "scambieresti una delle cinque medaglie internazionali in maratona con un minuto in meno nel primato personale? ... forse due? ... e fossero anche tre?". Poi giriamo la domanda a Paula RADCLIFFE "cederesti un paio di minuti del tuo record del mondo per un oro olimpico che avresti passeggiato già due volte?" ... oooops, ci ha già pensato la IAAF ad appesantirlo, pur rimanendo ampiamente suo. Ora Mary KEITANY avrà vita più facile. Nei link dei due atleti le schede IAAF per quantificare.




Su Valeria STRANEO sospendo ogni commento, non essendo informato sui fatti. Certo che a leggere certi comunicati stampa nel sito FIDAL.it si rimane perplessi. Cosa avevi nella pancia, ALIEN? Certe dichiarazioni suonano come excusatio non petita. Se l'atleta dice qualcosa che non dovrebbe, è compito dell'addetto tagliare. Se l'atleta non dice qualcosa che dovrebbe, è compito dell'addetto aggiungere. Neanche una parola di ringraziamento da parte di Anna INCERTI verso il marito Stefano SCAINI?

sx Matteo 2h05'37" = 41'43" + 42'11" + 41'43"
mid Luigi 2h03'56" = 42'06" + 41'47" + 40'03"
dx Davide 2h16'56" = 45'29" + 46'17" + 45'10"
tutti e tre più bravi di me nella distribuzione
Torno alla Maratona della Castellana e parlo anche di altri. Ebbene si! C'eravamo tutti e quattro fratelli e tutti hanno fatto una degna prestazione, in linea con le previsioni. Matteo era un po' abbattuto (qualcuno era proprio arrabbiato!) perché Luigi ha effettuato il previsto sorpasso (vd. precedente post 14/09): è stato bravissimo in sole tre settimane a estendere la velocità dai 21,1 ai 30km; ce la farà fino alla maratona? Dura! In soli tre mesi di preparazione e soli tre allenamenti a settimana! Ma con un'interpretazione in maratona simile a queste due gare può scendere tranquillamente sotto le 3h all'esordio, come fatto da Andrea RIGO a suo tempo con un analogo approccio amatoriale. Matteo gli farà compagnia, anzi, conoscendolo, proverà ad anticiparlo. Può riuscirci se smette di biscottarsi il cervello correndo a mezzogiorno. Rimane Davide: tranquillo, tranquillo, tiene il suo ritmo quando è ora di gareggiare e fra una prova e l'altra si lamenta. Sempre con dignità e circospezione. Alla fine la soddisfazione di finisher è uguale per tutti. Ripropongo la stessa domanda del precedente post 29/09 guardando la foto di Matteo GALVAN e Michael TUMI: se uno non ci conosce, chi potrebbe indovinare la classifica?

è l'ora del brindisi! le bottiglie buone nel ghiaccio
Arrivo al finale: consigli per gli organizzatori! Qui c'è poco da dire: la pluridecennale esperienza si vede nella cura di tutti i particolari che permettono di realizzare un impianto di gara che può reggere l'urto di una partecipazione decuplicata (143 maratoneti + 368 trentisti = 511 classificati @ TDS), considerato che si tratta della stesa area che ospitava comodamente i tremila e più partenti della Maratona di Sant'Antonio. Anzi, ho vissuto quasi una desolazione agorafobica di fronte a tanto spazio non utilizzato e, in vena di flashback, ho ripercorso la canonica via per le strade interne fino a quella che allora era la zona di consegna delle sacche, oggi non più necessaria. Nostalgia di riempimento! Ce la faremo: magari cambiando il motto della manifestazione che fa il verso a quello della provincia, forse inventato dalla giunta di Luca ZAIA. Cosa significa "se la corri ti innamori"? Capisco se uno deve provare un prosecco "se lo bevi ti innamori", ma con i runner non funziona così. Quando si parla di "correre nel solco della tradizione" allora i valori devono essere comunicati e condivisi. Ripeto, io sono di casa, ho corso guardando un profilo leggermente diverso del monte Grappa e dell'Altopiano, ma l'onda del coinvolgimento deve suonare altre melodie per orecchi sempre più sofisticati. Allora sono superabili le inevitabili sovrapposizioni di calendario, anche se in regione andrebbero gestite con maggiore attenzione. Siamo già pronti per il prossimo anno? Qui vedo un'importante assegnazione (vd. comunicato FIDAL; scendere direttamente al terzo paragrafo per evitare le contorsioni burocratiche e regolamentari dei primi due ... se leggi ti viene il mal di testa).

una botta di vita per la mia caviglia sinistra: Campi Elettro Magnetici Pulsati a bassa frequenza @ Studio RX




PS cosa c'entra il video di Jennifer LOPEZ con la Maratona della Castellana? C'è chi la aspetta da più di quattro mesi (vd. precedente post 27/05). Allora avevo in mente di inserire il video "On the Floor" (che ovviamente quando corro diventa "On the Road") per il suo ritorno in grande stile (tamarro) firmato Pitbull. Io avrei preferito collaborare con Pharrel. Oggi si ripropone con il video "Papi", forse ispirato dal nostro premier, e ben sponsorizzato dalla bandiera automobilistica italiana nel mondo.


inaugurazione DIESEL VILLAGE @ Breganze
il papa del denim pontifica di fronte ai devoti
l'ignoto autore dello scatto deve essere speciale
Ferrari? No, FIAT. Dai morbidi e ricchi ritmi dei primi album (vd. "Love Don't Cost a Thing") J-Lo ha fatto down shifting come Simone PEROTTI (vd. precedente post 17/09) e adesso scorrazza su una FIAT 500, la stessa auto che mi ha accompagnato fino a Castelfranco Veneto, verniciata rosa, ma non c'era lei a guidarla. Forse Sergio MARCHIONNE la vuole proporre come nuovo presidente di Confindustria? Sarebbe un bell'acquisto per l'immagine italiana nel mondo. O suvvia, Emma sciogliti un pochino: hai solo quattro anni più di J-Lo e sembri la zia inamidata! Non c'è margine se anche all'inaugurazione del DIESEL VILLAGE la massima concessione sono stati gli zepponi accompagnati da borsa d'ordinanza LV. Invece il mio coetaneo Luca ZAIA rispolvera antichi ardori da PR in discoteca ... un look degno di Palazzo BALBI (vd. precedente post 07/07). I problemi italiani rimangono gravi indipendentemente dalle scarpe che porti. Anzi, se sono comode magari aiutano a trasformarli in opportunità.
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...