venerdì 24 giugno 2011

Inversione di flussi (1) - Renato CANOVA

Renato CANOVA impartisce istruzioni ai suoi atleti
Renato CANOVA? Chi è costui? A chi è entrato nel mondo della corsa da meno di dieci anni questo nome dice poco, forse meno di quello di Carneade. Eppure c'è lui dietro a tanti risultati eccellenti di atleti africani, ultimi in ordine di clamore quelli di Moses MOSOP (vd. precedente post). Non appare più di tanto, non quanto capitava quando seguiva atleti italiani di valore, o forse tanta comunicazione italiana si è dimenticata di lui, soprattutto dopo le discussioni seguite ai Mondiali di Helsinki 2005 quando Renato come tecnico raccolse più medaglie di tutta la spedizione italiana: perché non convincerlo a tornare in Italia, lui che per decenni fu una delle anime del settore tecnico FIDAL? Conosciamo la risposta nei fatti. CANOVA continua a lavorare dove sta, spargendo programmi e cultura tecnica in Africa e nel vicino Oriente. Calca la mano, Renato, e con lui vanno d'accordo solo atleti senza paura di fare fatica ...

Chi si prende la briga di controllare il profilo Wikipedia indicato nel link (preferisco quello in inglese molto più ricco di quello in italiano) trova tanti bei nomi e di sicuro la lista non è completa. In particolare a Helsinki 2005 fece impressione la doppietta oro/oro sui 3000 siepi con la ugandese Docus INZIKURU e il qatariano Saif Saaeed SHAHEEN (io continuo a chiamarlo con il suo nome keniano Stephen CHERONO), una specialità cara agli italiani per le medaglie recenti di Francesco PANETTA, Alessandro LAMBRUSCHINI e Angelo CAROSI (di Francesco e Angelo le ricordavo tutte, avrei avuto delle indecisioni su alcune di Alessandro).

Moses MOSOP @Eugene (Kirby Lee)
Perché parlo di Renato CANOVA? Di link in link, come capita spesso su internet, sono arrivato a questo buon articolo che parla di pericolose estrapolazioni applicate sui risultati di Moses MOSOP: [esordio a Boston 2011 in 2h03'06"] + [30'000m in 1h26'47" con negative split] = [maratona in 2h02']? All'interno dell'articolo trovo un link al forum di Let's Run. E chi trovo al centro di fuoco di domande? Proprio lui, Renato l'originale che riporta tutti gli split, tanti commenti in diretta e soprattutto l'indicazione "what Moses showed was absolutely impressive, and this is the reason because I think possible, in one year time, to try to run a marathon at an even pace of 29’ every 10 km (29’ / 58’ / 1:27’ / 1:56’), giving a final time under 2:02’30” in the marathon". Moses ha già prenotato un buon meteo alla prossima maratona di Chicago. Nel frattempo speriamo mantenga la salute e non si consumi in troppe gare.

Consiglio di leggere tutto il thread del forum Let's Run dove ho trovato tutta la competenza e la verve di Renato CANOVA, che quando si trova a relazionare in pubblico diventa paonazzo. Me lo ricordo a un convegno a Ferrara nell'autunno-inverno 1995 quando cercava di convincere tutti sulla "resistenza alla potenza" (ora tradotta in "extension of intensity") che riesce a far applicare ai suoi attuali atleti, di ben altra potenzialità rispetto a quelli di allora. Anche se Maura VICECONTE nel suo ambito ha fatto un piccolo miracolo nel 2000, ottenendo tempi su 10'000m e maratona che sono tuttora record italiani (31'05"57 - 2h23'47). Per i più pigri estraggo alcune perle dalle sei pagine fitte fitte (i testi di Renato nel forum sono facilmente identificabili dalla scritta rossa "coach") e le riporto in calce.

CR XC 1992 Curtarolo (PD) con Wilfred KIROCHI
ph. Matteo
Mi ha commosso un commento "English may not be Renato's first language, but he made his point very well here" = "forse non scrive bene in inglese, ma si fa capire perfettamente". Confermo che CANOVA ha un approccio intellettuale evangelico del tipo "chiedete e vi sarà dato". A suo tempo molti suoi atleti avevano quasi paura di fare lunghi viaggi in compagnia di Renato perché è un oratore irrefrenabile quando parla di atletica, proponendo sempre informazioni significative: o sperimentate in prima persona o ben documentate. Mi ricordo che una sera un compagno di raduno a Tirrenia gli fece una domanda, appena dopo cena. Ci alzammo dal tavolo solo per andare a letto perché si era fatto tanto tardi. Si fermò mentre raccontava di Lasse VIREN che metteva pezzi di scotch sulla pista di allenamento alle Olimpiadi di Monaco 1972. Sono più di vent'anni che non conosco il finale di questa storia. Magari qualche suo ex atleta me la potrà completare.

Proprio in quegli anni cominciavano ad arrivare in Italia alcuni dei migliori atleti del mondo, soprattutto kenyani, non solo per gareggiare ma anche per lunghi periodi di allenamento, in quanto gestiti da gruppi italiani. Ho avuto occasione di conoscere da vicino il più grande talento giovanile della seconda metà degli anni 80, ovvero Wilfred KIROCHI ...

...   continua   ...

  • ancora sulla "resistenza alla potenza" = "extension of intensity"
    The normal index of specific endurance between HM and Marathon is about 5%. 
    This means, for example, that 60' can produce 2:06, and 59' in HM can produce 2:03:54, and I think was the index of Haile when bettered the record in Berlin.
    With athletes younger, I strongly think possible to reduce the index at 4%. This means that an athlete able running HM in 1 hour can run a marathon in 2:04:48, and an athlete of 59' can run in 2:02:43.

  • sulla reintegrazione e i valori ematici dei suoi atleti
    I give them the following special vitamins:
    a) Water from Keringet
    b) 4 mangos during the day
    c) Milk from their cows and goats
    d) Ugali from their mais
    e) Meat (nyama choma) from their veils and sheeps
    f) 1 hour every day of "mental drug" speaking with them for creating their self confidence and not fearing hard workouts.
    And, at the end of these processes, they can run with levels of haematocryt of 42 and of haemoglobin of less than 15, and you see the results.


  • filosofia di allenamento
    My phylosophy is: preparing long distances, but maintaining at the same time workouts for speed, you can easily prepare, in short time, a shorter distance.

  • sulla scelta di spostare Moses MOSOP dalla pista alla maratona
    I think it's difficult to understand what is the life in Kenya. I give you the example of Moses Mosop.
    He was on the track for several years, already representing Kenya in Olympic Games 2004 in 10000m. He won bronze medal in Helsinki 2005 (WCh), and silver medal in WCCh (Cross) 2007. He had PB of 12'54" (better than the PB of Komon) and 26'49" (better than the PB of Komon), and, having Bekele in front, NEVER COULD WIN ANY TOP CHAMPIONSHIP. 
    Last year he started running on the road : immediately 59'20" in HM.
    This year started full Marathon : immediately 2:03'06" (wind more or less, it was an amazing perfromance).
    After this, his motivation grew up, and you saw what was able to do last Friday, without a very specific preparation.
    So, forget about money (that in any case is much more on the marathon). I ask you: if you see some possibility to win Olympic in Marathon and to better the WR in marathon, do you want to remain on the track WITHOUT possibility of winning, or you move to Marathon?
    The answer is very easy, try to think only 3 seconds and you have the solution.

2 commenti:

Robi ha detto...

concetti talmente semplici e chiari da sembrare quasi "facili" da applicare anche per un comune mortale (della corsa) come me!!!
comunque preparazione fisica, cura dell'alimentazione, carica motivazionale e dedizione agli allenamenti danno i loro buoni frutti... e non solo nell'atletica!

Enrico VIVIAN ha detto...

@Robi: da trent'anni Renato non si smentisce, da quando lo leggo

mi ricordo un suo articolo del 1980 circa in cui argomentava sulla relativa facilità con cui il record del mondo di maratona avesse dovuto scendere a 2h05', come adesso parla di 2h02' senza accennare alla fatidica barriera

ora come allora operazione semplice e non facile, come hai scritto bene tu

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