venerdì 17 ottobre 2014

Morte del Maestro (Giovanni REALE)

Non è mai stato il mio maestro, non di persona come Pietro NICOLLI per tre anni, ma i suoi chiari, freschi, dolci tomi mi hanno accompagnato per il triennio di liceo e sono stati i più studiati assieme alle antologie di italiano e alle cantiche della Divina Commedia.

Se sono abbastanza in anticipo sfoglio la Gazzetta all'indietro prima di entrare in negozio, sorseggiando un caffè preparato con amore. Ieri era impegnata da un cliente di origine africana, asciutto come se corresse molto, che abitualmente passa fra gli scaffali in cerca di occasioni e novità stagionali. Così ho girato il Giornale di Vicenza, ovviamente all'indietro, e sono arrivato presto alla pagina della cultura, forata al centro dalla triste notizia.

Non avevo mai contestualizzato le sue parole, come-dove-quando fossero state scritte, un distillato senza luogo e senza tempo, ma sarei passato a salutarlo a Luino durante le ultime vacanze sul Lago Maggiore. Al volo, senza prendere appuntamento, per far vedere ai miei bambini questo anziano dal pensiero sempre giovane, pronto a ripercorrere l'ultimo secolo partendo da Friedrich NIETZSCHE ...

Non temeva i filosofi corrosivi, dagli atei ai panteisti (entrambi finti), da chi ripuliva le intuizioni nelle quotidiane passeggiate a chi le torniva come lenti fra le dita. Uno ha lasciato più aforismi che altro, Baruch SPINOZA uno delle più lucide costruzioni razionali e onnicomprensive. Come alcuni ritratti si arricchiscono di particolari, cosi i compendi di Giovanni REALE e Dario ANTISERI si espandevano nelle citazioni, le pagine crescevano per comprendere Il Pensiero Occidentale dalle Origini a Oggi. RIP!

2 commenti:

Tosto ha detto...

immagino che quello che torniva le lenti fosse Spinoza!

Enrico VIVIAN ha detto...

proprio lui! l'attività manuale stimola il pensiero e l'autonomia economica ne preserva la libertà: grande Baruch!

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