Marostica 1992 (ph. CECCON) |
... Non voglio rifare il processo (la giusta sentenza finale è la cosa più importante), ma vorrei solo dire che non ho mai avuto risposte e spiegazioni nonostante le numerose procedure dei controlli non rispettate, come per esempio campioni di sangue spariti, andati tra le mani di ... non sappiamo chi.
Ho subito ingiustamente una squalifica di due anni, ma è come se fosse stata di sette: al mio rientro nel 2011 ho avuto tante porte chiuse da parte di alcuni organizzatori, manager e media, perdendo più energia nel cercare di poter fare il mio lavoro in modo giusto e dignitoso che nel fare pesanti allenamenti e pochissime gare. Per non parlare, poi, di danni morali, esistenziali ed economici subiti ...
Ma chi mi ridà quello che mi è stato tolto? Corse a me tanto care come le grandi classiche dove mi è stata negata la possibilità di partecipare, visibilità, possibilità di essere in grandi squadre, la medaglia Olimpica, la serenità personale e familiare.
Chi riparerà la tristezza di mia moglie che mi ha conosciuto e amato nel periodo più difficile della mia vita e ha dovuto subire anche lei questa situazione ingiusta vedendo considerato suo marito alla stregua di un criminale, quando invece criminale era questo accanimento nei miei confronti senza mai voler ascoltare la mia verità, preferendo giudicare, condannare e vietarmi l'accesso ai miei sogni che avevo, come gli altri, diritto di realizzare? Mi riferisco anche a certi articoli usciti senza mai intervistarmi, o quando di fronte a una mia buona prestazione si ricordava sempre la squalifica ...
Sono poco più di 4'000 battute (limabili) di Davide Rebellin e si possono leggere tutte, come quelle di Claudio Ghisalberti che ha riassunto il finale del processo quasi due mesi prima e chiudeva ... Davide Rebellin non ha infranto le leggi italiane. E ora lasciatelo correre. Anzi, applauditelo lungo le strade perché il "Rebella" a 43 anni, e 24 stagioni in sella tra i professionisti, è ancora uno dei migliori ... non prima di aver fatto dire al suo avvocato ... per quanto riguarda il doping, era un processo indiziario a carico di Rebellin, ma non c'era nessuna prova a suo carico. L'unico dato di fatto è la squalifica, però non siamo in grado di stabilire se la condanna inflitta a livello sportivo sia giusta o ingiusta. Sappiamo che ci sono state delle falle nella catena di custodia dei campioni, che alcuni di essi erano deteriorati e non più utilizzabili. Anche il metodo utilizzato per trovare il Cera al tempo non era validato.
Mi sembra un gioco più di carte che di sostanza (riassunto in parte sempre 01/05 @GaSport), dove l'atleta vince contro il CONI che deve dimostrare la "colpevolezza oltre ogni ragionevole dubbio", mentre il CIO può accontentarsi del "confortante convincimento del collegio giudicante". Quindi potrebbe essere giusta la squalifica del CIO alle Olimpiadi ed è giusta ora l'assoluzione dell'atleta in Italia, senza che l'uno abbia dimostrato il doping dell'atleta o questo la sua pulizia.
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