Beppe Severgnini e Stefano Lorenzetto classe 1956, nati con la macchina da scrivere e la carta carbone, poi cresciuti con tecnologie sempre più veloci e immediate fino a twitter, dove l'interista è uno dei pochi italiani da (quasi) un milione di follower ...
mentre il veronese si affida alla carta stampata e alla sua trasposizione online se mai qualcuno avesse voglia di rovistare in quarant'anni di carriera giornalistica, cinque in meno per Beppe che ha voluto laurearsi in giurisprudenza.
Domenica pomeriggio, vigilia di Ferragosto, c'è tanta gente in piazza ad Asiago per Severgnini, meglio di un venerdì sera ad ascoltare Giganti di Lorenzetto e il richiamo a un 'lavoro ben fatto' senza tradurre gravitas-dignitas-pietas.
Si riempie alla grande di sabato sera per Mario Giordano, classe 1966 e 4 figli, ai quali - è convinto - lasceremo un mondo peggiore di come ce l'hanno consegnato i nostri padri. L'indignazione non basta e crede si possano cambiare le cose guardandole in faccia e chiamandole per nome. Per questo continuerà col giornalismo d'inchiesta.
Piacciono? Non piacciono? Questi sono giornalisti che insieme a Massimo Gramellini, Aldo Cazzullo e pochi altri vivono di scrittura.
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