giovedì 1 settembre 2022

mio padre (di Pietro Galletto)

Riedizione allora maggiorenne, ben ingiallita dopo altri quaranta, ancora forte per chi ha vissuto quegli anni e vigorosa per chi ascolta gli echi ...

Il lockdown ha fatto riemergere tanti racconti di papà Carlo, allora bambino, che vorrei mettere in fila senza pretese, nei giusti spazi ormai spariti.

Mio nonno Matteo quasi coetaneo del padre Giuseppe, ventenni al fronte nella Grande Guerra, poi devoti alle famiglie, nonna Fulvia come Gina.

Dura in campagna, dura in città, dura per quasi tutti e ce n'era comunque per tutti nell'immensa solidarietà fra parenti, anche lontani, anche no.

Padova-Garda in bici perché non c'era posto in corriera, Pietro come zio Toni, Marostica-Mare verso fratelli in colonia, due ruote senza motori.

Subito in città nel secondo dopo guerra, un decennio dopo nelle campagne, poi tutto altro ritmo e quasi stessa fine di due uomini dell'Ottocento.

Senza tanto preavviso né sofferenza, ormai le cose erano avviate nell'ultima epoca religiosa e patriarcale, tanto discutibile e funzionale.

P.S. ho mescolato Longhella e Astichello, quando passava dritto per Nove e Brenta larga da Cartigliano: ponte di barche in buona stagione

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