mercoledì 28 dicembre 2011

Ancora Col Tempo

###   tre argomenti tre, quasi in continuazione al debordante post 14/10   ###

Piero della Francesca
S. Giovanni Evangelista
tavola 134x62cm
Frick Collection, NYC
Per chi non fosse passato ad ascoltarlo in chiesa nel giorno di Natale riporto il passo del vangelo di Giovanni (1,1-18). È un gran bel pezzo di letteratura: frasi brevi, ritmo serrato, logica stringente. Purtroppo non me lo posso gustare in lingua originale, ma la traduzione rimane comunque potente e solenne. Lo stesso brano era stato utilizzato nella cerimonia funebre dell'amico Alcide MURARO del giorno precedente, tanto per rimarcare che la fine della vita terrena corrisponde all'inizio di quella nuova.

In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta. Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto. A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli rende testimonianza e grida: «Ecco l'uomo di cui io dissi: Colui che viene dopo di me mi è passato avanti, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia. Perché la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato.

Ecco un altro bel pezzo di letteratura, buono per questa stagione, di sicuro più leggero e apparentemente giocherellone. Fra le Operette Morali di Giacomo LEOPARDI il "dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere" è forse la più nota perché è interpretabile nella sua interezza anche da uno studente delle scuole medie. A risultato ottenuto non si vedono più correzioni e limature.

VEND. Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi. Bisognano, signore, almanacchi?
PASS. Almanacchi per l'anno nuovo?
VEND. Sì signore.
PASS. Credete che sarà felice quest'anno nuovo?
VEND. O illustrissimo, sì, certo.
PASS. Come quest'anno passato?
VEND. Più più assai.
PASS. Come quello di là?
VEND. Più più, illustrissimo.
PASS. Ma come qual altro? Non vi piacerebb'egli che l'anno nuovo fosse come qualcuno di questi anni ultimi?
VEND. Signor no, non mi piacerebbe.
PASS. Quanti anni nuovi sono passati dacchè voi vendete almanacchi?
VEND. Saranno vent'anni, illustrissimo.
PASS. A quale di cotesti vent'anni vorreste che somigliasse l'anno venturo?
VEND. Io? Non saprei.
PASS. Non vi ricordate di nessun anno in particolare, che vi paresse felice?
VEND. No in verità, illustrissimo.
PASS. E pure la vita è una cosa bella. Non è vero?
VEND. Cotesto si sa.
PASS. Non tornereste voi a vivere cotesti vent'anni, e anche tutto il tempo passato, cominciando da che nasceste?
VEND. Eh, caro signore, piacesse a Dio che si potesse.
PASS. Ma se aveste a rifare la vita che avete fatta nè più nè meno, con tutti i piaceri e i dispiaceri che avete passati?
VEND. Cotesto non vorrei.
PASS. Oh che altra vita vorreste rifare? La vita c'ho fatta io, o quella del principe, o di chi altro? O non credete che io, e che il principe, e che chiunque altro risponderebbe come voi per l'appunto; e che avendo a rifare la stessa vita che avesse fatta, nessuno vorrebbe tornare indietro?
VEND. Lo credo cotesto.
PASS. Nè anche voi tornereste indietro con questo patto, non potendo in altro modo?
VEND. Signor no davvero, non tornerei.
PASS. Oh che vita vorreste voi dunque?
VEND. Vorrei una vita così come Dio me la mandasse, senz'altri patti.
PASS. Una vita a caso, e non saperne altro avanti, come non si sa dell'anno nuovo?
VEND. Appunto.
PASS. Così vorrei ancor io se avessi a rivivere e così tutti. Ma questo è segno che il caso, fino a tutto quest'anno ha trattato tutti male. E si vede chiaro che ciascono è d'opinione che sia stato più o di più peso il male che gli è toccato che il bene; se a patto di riavere la vita di prima con tutto il suo bene e il suo male, nessuno vorrebbe rinascere. Quella vita ch'è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll'anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?
VEND. Speriamo.
PASS. Dunque mostratemi l'almanacco più bello che avete.
VEND. Ecco, illustrissimo. Cotesto vale trenta soldi.
PASS. Ecco trenta soldi.
VEND. Grazie, illustrissimo: a rivederla. Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi.

Bianconiglio @ Disenyland Paris 04/2010
Per trenta denari è stato tradito Gesù Cristo, per trenta soldi il passeggere si porta a casa la speranza di un anno migliore. Coincidenza numerica! Il venditore conclude l'affare concedendo brevi battute al cliente e lasciandogli la soddisfazione di ogni ragionamento. Forse sono io fuori dalla corrente, ma ultimamente non vedo molto citato Giacomo, quello che, almeno nelle intenzioni, avrebbe dovuto essere il protagonista della seconda puntata di "grandi blogger del passato" (vd. post 12/03). Che cos'era il suo Zibaldone di Pensieri se non l'archetipo di ogni blog? Le 4'525 pagine sono rimaste nascoste per più di cinquant'anni dopo la morte dell'autore e pubblicate solo a fine ottocento (vd. note @it.wikipedia). Il suo genio illumina la storia della lingua italiana e la semplicità nella scrittura è stata forgiata a lungo nel ritmo e nella musicalità dei versi latini e greci, tanto che era in grado di comporre liberamente in entrambi gli idiomi.

Arrivo così al terzo argomento, quello che mi è sovvenuto già scrivendo il precedente post 23/12 e ho avuto l'accortezza di non riportarlo. Tutto merito degli orologi molli di DALÍ, un quadro poco più di un A4 che quasi si perde nelle pareti del MoMA @ NYC, e della recente visione del concerto di Andrea BOCELLI in Central Park @ NYC (vd. sito http://BocelliCentralPark.com/): è impressionante verificare in quali splendide ambientazioni abbia portato l'opera fuori dai teatri, continuando e amplificando il lavoro di Luciano PAVAROTTI. Ecco il video di presentazione del giugno scorso.


Perché non tornare a cantare in mezzo alla laguna di Venezia come hanno fatto finora solo i PINK FLOYD il 15 luglio 1989? Nella memoria c'è ancora l'orrore del giorno dopo, una città sommersa di rifiuti di ogni tipo. Un disastro ben organizzato.

Ci fui anch'io insieme ai miei fratelli e a tanti amici, usufruendo dell'appoggio logistico di appartamenti al Lido: arrivammo in tarda mattinata (la poca ombra in piazza San Marco era già presidiata), andammo in spiaggia e aspettammo la sera per giungere in vaporetto ai giardini pubblici (zona di arrivo della maratona) per poi risalire i ponti verso la piazza finché trovammo la combinazione migliore di visibilità in sicurezza. Finito il concerto ci allontanammo in tranquillità verso Sant'Elena e quindi al Lido.

In quegli anni la maratona di Venezia si fermava alla Punta della Dogana e sognava di attraversare il Canal Grande. Poi col tempo si è meritata il grande salto dello specchio d'acqua e solo quest'anno il rispetto per consentire ai settemila partecipanti di passare per Piazza San Marco (vd. post 26/10). Saremo migliorati abbastanza in questi venti anni? Nelle immagini da Central Park ho visto gente ordinata e talmente coinvolta dallo spettacolo da farsi scivolare la pioggia addosso. Incantata.

Ecco quindi un pezzo di quel delirio rock dei PINK FLOYD, nel brano legato agli orologi molli ovvero "Time" di cui riporto il testo. Non avrà la dignità letteraria degli altri due, ma rischia di essere più ascoltato e di sicuro più cantato, considerando che l'album "The Dark Side Of The Moon" (1973) è uno dei più venduti di sempre.


Ticking away the moments that make up a dull day
You fritter and waste the hours in an off-hand way
Kicking around on a piece of ground in your home town
Waiting for someone or something to show you the way

Tired of lying in the sunshine staying home to watch the rain
You are young and life is long and there is time to kill today
And then the one day you find ten years have got behind you
No one told you when to run, you missed the starting gun

And you run and you run to catch up with the sun, but it's sinking
And racing around to come up behind you again
The sun is the same in the relative way, but you're older
And shorter of breath and one day closer to death

Every year is getting shorter, never seem to find the time
Plans that either come to naught or half a page of scribbled lines
Hanging on in quiet desparation is the English way
The time is gone the song is over, thought I'd something more to say

Si parla molto di corsa, vero? Aggiungo che il concerto è stato chiuso da "Run Like Hell", una delle preziose gemme incastonate nella continuità dell'album "The Wall" (1979). Non la più famosa, non la più bella, ma è stata scelta per il gran finale (qui il testo @azlyrics.com; qui il concerto integrale @YouTube; qui la trasmissione completa della RAI @YouTube).

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Veramente un bel post!
Buon anno!
Siro

Enrico VIVIAN ha detto...

grazie dell'apprezzamento! a volte faccio fatica a capirmi da me stesso e ancor di più a trasporre in forma comprensibile

Anonimo ha detto...

Ciao Enrico
...azzo quanto sei ""impegnato"" ultimamemnte!!
Auguri di buon 2012

Enrico VIVIAN ha detto...

AUGURI ANCHE A TE!

affronto argomenti no-running che in futuro forse non avrò modo/tempo di approfondire

eppure tutto mi gira comunque per la testa: potrò scriverne?

Giuse ha detto...

Fantastico anche questo post!

Dalì è il mio artista in assoluto preferito, sarei rimasto ore a guardare The Endless Enigma http://www.gildanapoli.it/gildanews/2009/18_04/3Salvador-Dali-The-Endless-Enigma.jpg

Fighissima anke la canzone, che Aimè... non conoscevo!

Super

Enrico VIVIAN ha detto...

magica composizione di pensieri nella nostra mente

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