Adesso, con gli esami antidoping, hanno beccato anche qualche keniano. Ecco, questa è una cosa che speravo di non leggere mai. Hanno un doping naturale, sono talmente forti che non ne avrebbero certo bisogno. No, questa non ci voleva.
Questo è il primo inciso a fine di pagina 46 dopo aver parlato di quel fenomeno assoluto di Wilfred KIROCHI, che ho avuto modo di vedere da vicino e di battere quando era fuori forma (due bei post di tre anni fa). Forse il Prof si è perso qualche numero perché nell'autunno scorso il Kenya contava 17 squalificati (14 per anabolizzanti e 3 per EPO) ora ridotti a 10 (7 per anabolizzanti, 2 per EPO, 1 per salbutamolo): una brutta lista in continuo aggiornamento.
Daniele Faraggiana era il medico di Bordin. Sgombriamo subito il campo dagli equivoci: è un amico e un ottimo medico. So che è rimasto invischiato in un caso di doping nel periodo in cui seguiva i lanciatori, ma con noi si è sempre comportato con grande correttezza e professionalità. E da persona pulita ...
Posso confermare la visione di Lucio a pagina 52. Nella primavera del 1989 il dottore mi sottopose al test del lattato a Tirrenia. Altro che strisce reagenti e macchinari portatili! Allora si riempivano capillari messi diligentemente in fila su una base adesiva, da analizzare successivamente in laboratorio. Ricordo che il grafico intercettava 2mmol/L a 2'57"/km: peccato che nella fretta il test fosse su base 800m e non 1'600-2'000m, quindi poco affidabile. Per chi vuol sapere qualcosa di più su Daniele FARAGGIANA ci sono diversi paragrafi da pagina 51 nel libro di Alessandro DONATI .
E arriviamo a fine pagina 63 dove inizia il capitolo specifico e Luciano se la prende anche con Alessandro per la semplificazione giornalistica che arriva alla gente "senza il doping non si possono fare grandi prestazioni". Forse Lucio dovrebbe andare a qualche presentazione di Sandro e sentire che trent'anni dopo forse concordano più di prima, anche nella radiazione alla prima positività grave accertata, forse il più grande deterrente all'abuso di farmaci nello sport.
Poi Luciano accenna al rapporto con Francesco CONCONI, o meglio, alla chiusura nel 1984, quando il medico ferrarese cominciò ad allargarsi troppo e l'autoemotrasfusione fu dichiarata doping, pur non potendo essere rilevata ai controlli. Da allora le pratiche e i farmaci a disposizione per il miglioramento delle prestazioni si sono espansi come i destinatari delle preziose consulenze. Per chi vuol sapere qualcosa di più ci sono molte decine di pagine su CONCONI nel libro di Alessandro DONATI.
Nessun dubbio, comunque, sulla pulizia degli atleti allenati da Luciano GIGLIOTTI, difesa e sostenuta fin dalla prefazione di Enrico ARCELLI. Chi ha provato a insinuare è stato querelato e non so come sia andata a finire, ma se a Roberto BARBI fosse stata anticipata la radiazione fin dalla positività per EPO ai Mondiali di Edmonton 2001 ce lo saremmo tolti per tempo dalla vista e dai podi, dove ha continuato a rubare premi e a rovinarsi la salute per altri 4 anni dopo essere rientrato alle gare nel 2005.
5 commenti:
Forse dovrei leggerlo questo libretto! Sempre puntuale e preciso, Enrico, BRAVO! Il Barbi purtroppo su fb è ancora convinto di essere nel giro...anzi un campione non compreso! (lui di campioni=provette è maestro)
il libro di GIGLIOTTI o di DONATI?
BARBI farebbe meglio a tacere, poi non so cosa ci sia da ascoltare
Gigliotti. Quello di Donati l'ho divorato in 3 giorni!
"La cultura del doping è folle, è falsa. Nella maratona non è assolutamente vero che prendendo l'Epo o qualsiasi altra cosa vinci le gare o fai record. Puoi anche andare più forte ma non arrivi di certo al traguardo. Il problema non è l'utilizzo e il trasporto d'ossigeno, il problema è il consumo di glicogeno, del serbatoio che ha il tuo organismo."
Questa frase proprio non mi piace, poi se non ricordo male il suo nome e quello di Arcelli è più volte citato nel libro di Donati...
purtroppo entrambi i libri mancano dell'indice dei nomi, ma non occorre avanzare molte pagine per trovarli entrambi
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