sabato 23 giugno 2018

25 libri in 25 settimane (Pietro Greco - Storia di л)

Mio nipote se l'è bevuto in un pomeriggio, un paio d'ore di maggio, forse sorvolando tante implicazioni che rimangono oscure ...


di come sto numero salti fuori anche dove non c'entrano cose tonde, cominciando dai Sumeri, i primi a scrivere e a contare davvero.

Ordine e precisione agli albori della civiltà in Mesopotamia, fra calcoli algebrici meglio di costruzioni geometriche in sessagesimale.

E con Hammurabi arrivano leggi e un primo valore di л (3,125) e un metodo che viene esteso poi da Archimede 1'500 anni dopo.

E in parallelo, da tavolette a papiri, troviamo 3,160 fra gli Egizi, sufficiente per tutta la pratica fra campi inondati e piramidi al cielo.

Fino ad Alessandro Magno, che per poco unifica storia e geografia, e inizia un periodo di approfondimento.

E quel gran genio di Archimede incastra il cerchio fra poligoni a 96 lati (grazie Eudosso) e л fra 3,140845 e 3,142857.

Apollonio fa meglio con 3,14167 e qui matura l'epopea greco-ellenistica partita con Pitagora e geometrizzata da Euclide.

Con la dominazione romana si spegne la matematica in occidente mentre si accende nel vicino oriente, più numerica che geometrica.

In India (380 d.C.) arriviamo a 3,1416 (= circonferenza di 20'000 unità): perde una cifra e guadagna precisione, arrotondando per eccesso.

Poco prima in Cina con un poligono di 3072 lati arriviamo a 6 cifre esatte 3,14159 ... e poco dopo è aggiunta la settima cifra.

Attorno al 500 d.C. il valore di л è incastrato fra 3,1415926 e 3,1415927 insuperato anche nella cultura araba che torna a valori indiani.

(Fin qui il misterioso numero sembra la scusa matematica per ripercorrere la storia del mondo secondo Carl Boyer, Morris Kline e Lucio Russo).

O almeno fino al 1400, due secoli dopo Fibonacci, quando al-Kashi arriva (per via trigonometrica) a 16 cifre decimali.

Il pisano si forma nei porti del mediterraneo e si trova uomo giusto nel posto giusto nel tempo giusto per il rinascimento matematico.

Poi tanti artisti e pochi numeri in Europa, fino al nuovo metodo anlalitico di Viète, prima dei grandi geni all'opera.


Newton (1665) ed Eulero (1737) non sono fra i digit hunters, ma scoprono serie velocemente convergenti (20 cifre di л in un'ora di calcoli).

Lo svizzero battezza definitivamente il numero e indaga la natura di questo numero che non sembra razionale e manco algebrico.

Per altri due secoli si continua a mano fino a 700 cifre e nel secondo dopoguerra si sorpassano 1000 con l'aiuto della calcolatrice.

Poi arrivano i calcolatori e in 50 anni si superano 200 miliardi di cifre, fino alle recenti (puro sfizio) milioni di miliardi.

Senza alcuna regolarità, perché nel 1767 Lambert ne dimostra l'irrazionalità, come Legendre nel 1794 quella del suo quadrato.

Nel 1882 von Lindemann dimostra che questo numero decimale illimitato non periodico è trascendente (mettiamoci una pietra sopra).


Pietro Greco, laureato in chimica, giornalista e scrittore di opere scientifiche di carattere divulgativo (C) 2016 / 140 pagine.

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