Enrico VIVIAN: Sergio Marchionne di Tommaso Ebhardt

lunedì 16 marzo 2020

Sergio Marchionne di Tommaso Ebhardt

Preso a dosi omeopatiche, il tempo della panca quotidiana, preso dallo scaffale, il tempo della presentazione ...

Tanta cronaca che ci si perde se non si ricorda, incrociando qualche mania che ci accomuna, perché siamo umani.

Resta un taglio di Storia, vissuto al fianco di un protagonista che non mi è mai piaciuto, ma potrei averci lavorato.

Sempre sovrassaturo da fare, mai finito fra più e meglio, che non pensa di finire, fra Ferrari e sigarette, a quota 66.

Cronaca fin troppo minuta per i miei gusti, poco appassionato di auto, come l'autore, fin troppo Bloomberg.

Così avido di notizie che quasi fatica a rimetterle in fila, dovendo scartare molto, della frenesia di un decennio.

Cosa avrà pensato in quell'ultimo mese in cui ha provato davvero a curarsi? Non c'era più tempo per le cose importanti.

Inoppugnabili i risultati, salvando due marchi ormai alla deriva e ristrutturando due aziende ormai in bancarotta.

Decuplicando il valore di FIAT in borsa e valorizzando il gioiello Ferrari, brand di lusso più che automobilistico.

Nel libro ci sono molte cose, impossibile ricordarle tutte, abbastanza per intuire l'enorme differenza di SM.

You have to make a bloody difference! Chiedeva ai suoi collaboratori (pag. 234) per entrare nel gruppo.

Guarderò in modo diverso l'evoluzione FCA e dintorni, che già alla morte di Sergio ha continuato diverso.