venerdì 13 giugno 2014

Lo Sport del Doping, spruzzata lecita e ingiusta (Chris FROOME)

Volevo passarci sopra, poi un commento su facebook mi ha svegliato dal torpore "se sei malato te ne stai a casa e ti curi, non provi a vincere il Tour de France". I farmaci nascono per curare le malattie (o per nasconderne i sintomi) e molto spesso se ne fa un uso ingiusto anche se lecito ...


Chris FROOME sembra che possa inalare tranquillamente il broncodilatatore e che lo utilizzi fin da bambino. Allora magari gli serviva per superare le crisi asmatiche dopo le corse con i coetanei, ora per affrontare più sicuro i fuorigiri che asfissiano gli avversari. La storia del ciclismo è ricca di attestati medici ed esenzioni di stagione: dall'ematocrito naturalmente alto (prima che ci fosse un protocollo per l'EPO) ai rapporti testosterone-epitestosterone fuori norma. Resiste la storia dell'asma e i ricorrenti casi di positività al salbutamolo, come capitò anche ad Alessandro PETACCHI. Al di là delle soglie codificate, a volte omeopatiche (perché condannare Alberto CONTADOR e salvare Michael ROGERS per clenbuterolo?), non è giusto l'utilizzo del farmaco. Poi la Gazzetta conferma la regola del Doping degli Altri, proponendo ancora una non-notizia su un avversario di Vincenzo NIBALI in un giro all'estero: ora come allora bisogna affidarsi al commento di Michele FERRARI per capire come allungano Chris HORNER e Chris FROOME.

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