Sono ingenuo fino all'osso se ogni volta mi stupisco dell'ipocrisia di questo mondo: si sapeva e se ne parlava da tempo, poi arrivano i giorni del mondiale e si scopre l'acqua calda solo perché i giudici, finalmente, hanno in mano un termometro ...
Per fortuna 'il doping era degli altri' e per la bici italiana-veneta-vicentina è pubblicità gratuita: non cambierò la mia Wilier per colpa di una ciclocrossista belga. E il giorno dopo Claudio Ghisalberti ci fa sapere che i motori nei mozzi sono ben più diffusi di quanto si pensi (a 20'000€), in attesa che i cerchi a induzione diventino più abbordabili (fino a 200'000€): chi paga una bici come un'auto media o una ruota come un'auto di superlusso full optional?
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