Dimensione giusta e ritmo giusto per chi si orienta già fra gli argomenti, pronto a saltare di palo in frasca anche di notte ...
e stupirsi per le curve studiate da Apollonio (III a.C.) buone per descrivere ogni moto delle formule di Newton (XVII d.C.).
O teorie buone per (non) risolvere equazioni a inizio '800 diventano descrizioni e funzionamento delle particelle subatomiche.
Due esempi sull'irragionevole efficacia della matematica in natura, un'invenzione umana che si fa linguaggio del mondo.
A volte controvoglia degli stessi autori, quasi increduli delle loro scoperte che sembrano contronatura rispetto alle loro credenze.
Così continua la salita di nano in nano sulle spalle di gigante in gigante per allargare l'orizzonte verso nuovi limiti.
La matematica è libertà e, inventando nuove forme, il matematico finisce con lo scoprire le strutture profonde del reale.
Così chiude il libro nella quarta di copertina, mai stanco di rileggere per trovare nuove strade agli angoli delle righe.
O fra quelli dei quasicristalli non più vincolati a simmetrie rotazionali di ordine 2, 3, 4 e 6: così s'infila anche il 5.
Vincenzo Barone insegna Fisica Teorica all'Università del Piemonte orientale. Giulio Giorello insegna Filosofia della Scienza all'Università di Milano e collabora con il Corriere della Sera (C) 2016 / 153 pagine
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