Potevo chiudere in bellezza con il post su Roberto Cunico un mese fa (1'000+ visite contate da Google, 200+ da http://bit.ly/SdD_115), invece il test di Alex Schwazer e lo spiraglio verso Rio mi hanno svegliato dal torpore.
Già ieri con quella strana vicinanza fra la "breve" sulle nuove positività russe nel giorno fatale e poi il brillante resoconto odierno, sempre in box dedicato, arricchito già ieri sera di passaggi e video online ...
Alfio Giomi si è convinto a essere più cortese con Alex, forse per intercessione del presidente CONI, e non negare alla FIDAL una possibile medaglia, visto il repulisti a est e la pochezza della marcia maschile in casa. E magari io diventerò più pungente, come si aspettano i miei lettori dei giardinetti, o forse no, raccontando quello che posso raccontare e aspettando qualcosa da bordo campo.
Il test si è svolto in un'atmosfera molto poco agonistica: giornalisti e qualche decina di persone fuori dal recinto della pista come prescritto dalla procura antidoping del Coni (Schwazer è tuttora squalificato fino al 29 -aprile 2016), in campo solo lo staff. Naturalmente con Sandro Donati in testa, "armato" di cronometro. E all'inizio perplesso dopo l'1'25" con cui Schwazer ha cominciato a inanellare i 25 giri della distanza, sei secondi sotto la tabella di marcia. È probabile che ci sia stata un po' di voglia di strafare, che l'altoatesino sentisse il desiderio di dare tutto e subito. In ogni caso, è arrivato un momento di difficoltà fra il terzo e il quarto chilometro. Ma alla virata di metà gara, Schwazer viaggiava sui livelli della migliore prestazione mondiale, 18'54". Un altro scoglio è arrivato fra il sesto e il settimo chilometro, subito superato tanto da chiudere negli ultimi giri intorno agli 1'31". Il crono super (38'02"59 finale) ha scatenato l'entusiasmo nello staff, ma Schwazer è rimasto composto, sorridente ma in un certo senso distaccato.
IL COMMENTO — "La gara è un'altra cosa, non voglio esaltarmi, quella di oggi è una tappa in un programma". Inevitabili le domande su Rio, sulle Olimpiadi. "No, ora non ci penso, non è il momento e non voglio fare nessuna polemica, non sono il presidente della federazione, non sono il commissario tecnico, cerco solo di marciare". Schwazer dice anche di non pensare allo sconto che il Tribunale Nazionale antidoping potrebbe decidere il 5 ottobre (ma la procura antidoping e la Iaaf sono per il no): "Credo di aver offerto una collaborazione, ma ora il 5 ottobre non è nei miei pensieri, davvero". C'è invece il 4, quando a Roma, sulle strade del quartiere dove vive ormai da aprile, al Nomentano, il test si ripeterà su strada e sulla distanza dei 20 chilometri. Schwazer è anche convinto che il rapporto con l'ambiente sarà diverso da come si poteva immaginare. "Penso che incontrerò presto alcuni compagni di squadra, io capisco il fastidio di chi si trova a gareggiare con atleti che hanno fatto uso di doping, anche io l'ho provato. Ma questo programma è serio, credo che piano piano si supereranno molti scetticismi". Mario De Benedictis, il tecnico che affianca Donati, e che cura la pulizia tecnico del gesto, è rimasto favorevolmente impressionato, e nega che una maggiore velocizzazione di Schwazer, possa danneggiare le sue prestazioni sulla 50 chilometri: "Prima era un cinquantista, ora un marciatore".
APERTURA — Frattanto da Roma, arriva l'apertura del presidente della Federatletica nei confronti del marciatore, olimpionico a Pechino 2008. Giomi ha annunciato che la federazione fino a maggio lascerà "nell'ipotetica squadra per Rio 5 posti vuoti nella marcia, perché tranne uno nessun atleta ha dimostrato di essere all'altezza ai mondiali di Pechino, dove l'atletica italiana non è andata così bene". "Ma Schwazer deve dimostrare di essere forte e pronto" - ha aggiunto il n.1 Fidal parlando al convegno «L'impatto della riforma della giustizia sportiva sulle federazioni - perché appena sei giorni dopo il termine della squalifica l'ultima data utile per qualificarsi è quella del 7-8 maggio quando si terrà la Coppa del mondo di Marcia".
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