domenica 7 gennaio 2018

Alfieri d'Argento

Alfiere 2016 con Sammy è rimasto in bottega, ma ho fatto prendere aria ad Alfiere 1987 (che non si regge in piedi) e vino ad Alfiere 2010, gentilmente offerto da Alfiere 2017 ...


Al selfie senza filtri mancano mastio e merli sulla sinistra e l'albero sulla destra, comunque siamo in piazza con scacchiera per un premio marosticense che non passa Brenta o Astico.

La mia città ha preso molto spazio sui giornali per il commissariamento del Comune, così la cerimonia è stata presieduta dal Segretario con saluto del delegato prefettizio.


Tornano in carrellata l'esordio mio e del premio nel 1987, qualcosa di più maturo nel 2010 prima di quello più fresco (per me) nel backstage della preparazione.

Ho ben descritto la tripletta maratonetica di Luigi (Venezia, New York, Verona) e a rileggerla ancora mi stupisco della sequenza rara sui 2h30+, pronto per una prestazione unica.


Tanti concittadini si fermano alle foto, tanti runner dovrebbero entrare nei numeri: tanta buona volontà osannata da Bardelle spesso nasconde tanto analfabetismo atletico.

Così il presidente regionale del CONI ha cominciato a ripetersi dopo due minuti, mentre Giuseppe Falco ha dettagliato un secolo di storia dello sport scaligero (almeno per il castello).


Mi ha stupito Giuliana Minuzzo, prima donna a leggere il giuramento olimpico, e la memoria dei successi della Scuola Media, quando gli insegnanti erano in pista.

A noi resta Tatiana Guderzo, quattro Olimpiadi con bronzo nel ciclismo, prima che l'oro concittadino assurga ad Ambasciatrice dello Sport (anche) marosticense.


Tanti politici in prima fila, senza parola per il poco tempo, poi lo spazio resta agli atleti nelle molte discipline del firmamento pedemontano fin dalle campestri scolastiche.

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