sabato 17 settembre 2011

LIBRIAMO 2011 - racconti di incontri

Sono passati ormai tre settimane dal week end dedicato alla letteratura LIBRIAMO 2011 a Vicenza (vd. presentazione in precedente post 17/08). La memoria dei particolari è sfumata, ma è rimasta una visione di assieme che provo a descrivere. Ho già pubblicato un'immagine del palco visto dalla prima fila (vd. anticipazione in precedente post 08/09) e adesso allargo la visuale dal fondo della platea.

LIBRIAMO 2011 @ Santa Corona: l'ampio cortile in attesa del pubblico

Siamo arrivati presto a Vicenza io e Camilla. Ho approfittato per fare un giro per il centro. Sempre molto affascinante di notte, in quella pausa fra la frenesia lavorativa del giorno e quella festaiola della notte. Siamo entrati presto nel chiostro di Santa Corona. Con calma abbiamo guardato i libri in mostra sotto il portico e osservato tanti reperti di origine romana, fra lapidi di varia segnalazione e sarcofaghi non trasformati ad altro uso. Camilla si divertiva e intanto l'attesa saliva.

Arriva o non arriva il Simone PEROTTI? Alla fine si è concesso il quarto d'ora accademico per consentire l'accesso anche ai ritardatari. Avevo blocco e matita per prendere appunti, ma ho fatto l'errore di lasciarli a Camilla che ha segnato "il posto che siamo venuti a vedere è stupendo e poi è pieno di libri e adesso stiamo ad ascoltare". Brava! È pronta per tornare a scuola con un pensiero in più. Poi l'ho tenuta in braccio per ripararla dall'aria e conciliarle il sonno. 

Che senso ha andare ad ascoltare uno che scrive? Trovo Simone nei libri, lo trovo nel blog, posso confrontarmi con il suo pensiero senza muovermi da casa, dialogare a distanza via social network, via mail, ... Eppure mi sono mosso da Marostica e ne è valsa la pena, perché ho scoperto un autore strepitoso nel comunicare dal palco che ha messo quasi in difficoltà il presentatore per inserirsi e guidare un dialogo che rischiava di ridursi a un monologo degno di Marco PAOLINI (a proposito, ha fatto tre spettacoli in provincia di Vicenza in un mese). Si vede che Simone ha fatto altro nella vita prima di ritirarsi a vita semi eremitica: non gli manca la parola a volte ricercata, ha ritmo, coglie l'umore del pubblico, ha la battuta a effetto. Sembra avere tutti i presupposti per essersi guadagnato i vertici negli uffici di comunicazione fino al giorno in cui ha deciso di cambiare vita nella declinazione downshifting, come si dice in gergo (vd. breve riassunto autobiografico). Invidiato da molti, isolato da quasi tutti. Il perché è ampiamente descritto nel libro, che è un dettagliato piano di battaglia verso quella che Simone pensa essere la libertà, ovvero la meta di ogni anarchico come lui si dichiara. Un essere pericoloso per la società? Potenzialmente si, molto pericoloso, perché erode - con le parole e la pratica di vita - le fondamenta di tanto sistema in cui viviamo. Come si disinnesca la bomba? Presentandola come una simpatica anomalia, quasi una variante buffa nella comunità. Perché ascoltare o leggere Simone? Perché è un bravo narratore, appassionato, congruente; perché i pensieri hanno bisogno di igiene e sano confronto. Posso non essere d'accordo, soprattutto con l'estensione delle sue idee, ma lo spettacolo è travolgente e torno a casa con un messaggio: "posso vivere bene con meno" anche senza arrivare ai limiti praticati da Simone "posso vivere meglio con poco". E qui c'è tutto il margine per il dialogo.

Chi si è convinto ad avvicinare Simone? Per i miei conterranei ci sono due passaggi a breve in provincia di Venezia e molti di più in giro per l'Italia (vd. agenda). Altri si aggiungeranno di sicuro perché inizia la stagione in cui naviga di meno e Simone ha piacere di entrare in contatto con il pubblico, farsi toccare (vd. precedente post) e magari vendere qualche libro. Oltre a Simone ho avuto l'occasione di vedere in azione anche Alessandro ZALTRON, che di solito trovo fra le pagine del Giornale di Vicenza, abile e divertito a guidare Simone in un racconto che fosse gustabile dal pubblico. Avrei voluto essere presente anche sabato sera quando Alessandro ha presentato Dario FRANCESCHINI in coppia con Sebastiano ZANOLLI. Come è andata? Riempito l'ampio chiostro? Non ve lo so dire, deve essere stato uno spettacolo guardare tre professionisti della parola a parlare di parole, verificare se il politico avvezzo ai comizi si è lasciato addolcire verso temi e stili suggeriti dagli interlocutori, misurare la geometria di un equilibrio a tre, instabile per natura gravitazionale. Per quanto possibile (illusione?!) avrei voluto  vedere quanto Dario "ci è o ci fa": FRANCESCHINI sembra giovane (fra un mese compie 53 anni) e si mantiene molto bene, ma all'interno del suo partito ci sono giovani veri, quelli che hanno tre quattro lustri in meno, meno retaggi storici e un dialogo pratico in grado di superare le ideologie, quelli che sono cresciuti con gli strumenti che noi siamo stati costretti a imparare, nati un passo avanti e più vigorosi per fisiologico profilo ormonale.

A proposito di incontri mancati, riporto a memoria un pensiero che scrissi sul retro di un biglietto di Gardaland a una ragazza con cui non sono riuscito a incrociarmi in vacanza, lontani entrambi da casa propria, in un periodo in cui i cellulari erano grandi come valigie ed entrambe le abitazioni erano prive di telefono

l'attesa di un incontro mancato è modello perfetto di piacere perfetto:
è squisita e lascia insoddisfatti

È facile riconoscere la parodia di un insalubre aforisma di Oscar WILDE, uno dei tanti disseminati nelle agende che vogliono apparire sofisticate: peggiore del fumo che invade i polmoni è il crogiolarsi in una forma di malinconia autocompiaciuta spacciata per sublimazione del sentimento. Veleno per l'azione! Eppure funzionò! Tant'è che quando le fu rubato il portafoglio, all'interno del quale custodiva gelosamente il reperto, la ragazza pretese di avere una riproduzione del messaggio. Quindi ho recuperato un altro biglietto di Gardaland, ho trovato la stessa penna utilizzata precedentemente, ... una sfida vinta dalla mia paranoia.

5 commenti:

Tosto ha detto...

Simone Perolli sembra uno in gamba, non ho letto nulla di lui ma mi son ripromesso di darci uno sguardo.
Ma cacchio! sta gente cosa ha nel cervello? deve rovinarsi la vita per far carriera, quando la vita è così effimera? poi, come illuminati, si accorgono che la vita è anche ben altro ed il tempo che abbiamo a disposizione è troppo breve per sprecarlo in ufficio! capiscono che non ce cifra che paghi il tuo tempo libero e allora pensano bene di scrivere per insegnare agli altri come fare a cambiare vita ...
Ho un sacco di amici e colleghi che
hanno la domestica, che si fanno lavare l'auto, che si fanno tinteggiare la casa, gente di 30-40 anni in forze, ... una generazione di smidollati? comprano oggetti per appagare il loro stato di insoddisfazione ... sveglia!

scusa lo sfogo :)

Tosto ha detto...

nella foga ho scritto ce!!! ok perdona l'errore :)

Enrico VIVIAN ha detto...

Ciao Tosto, se vuoi ti presto ADESSO BASTA; un lettore vorace come te lo assimila in pochi giorni. C'è tanta gente che pensa ad alcune performance per avere il gusto di raccontarle più che di realizzarle. Da quanto ho capito Simone prima è cambiato, poi ha raccontato come/perché è cambiato. Liberi di crederci dopo averlo ascoltato.

Tu hai già individuato alcuni semplici aspetti della vita che facilmente deleghiamo per riservarci il tempo verso attività che pensiamo essere più nobili. Simone si è arrangiato anche a rifarsi il tetto della casa, affidandosi solo alle tegole e pensando di poter risparmiare sulla guaina. Lo stillicidio negli ambienti domestici in occasione delle piogge successive lo hanno fatto ricredere sulla necessità di uno strato ben impermeabilizzante.

Non c'è bisogno di scuse: l'ambiente di commento è completamente aperto e finora non c'è mai stato bisogno di moderazione. Con i miei errori di battitura puoi costruirci un post.

Tosto ha detto...

come dicevano i latini in "media stat virtus" direi che non è il caso di arrivare a quegli estremi, un po' di comodità e lavoro non guasta :)

mi sa che prima o poi ti capito a casa :)

Enrico VIVIAN ha detto...

già, i latini! l'importante è tradurre correttamente e non per assonanza

tanto per rimanere nelle frasi dello stesso poeta, sai come è stato tradotto in inglese "carpe diem"? in una scena de L'Attimo Fuggente leggi "seize the day"; vuoi confrontare con "carpe diem, quam minimum credula postero" cantilenato con il ritmo del verso? il rap non ha inventato nulla

porta anche le bambine se passi per Marostica zona Carmini: ci sono più di 40m² di parco giochi (Camilla e Tommaso hanno invaso tanta casa)

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