venerdì 3 luglio 2015

un saluto a Enrico Arcelli, RIP

letto e riletto e riletto
La Gazzetta è stata parca di parole, meno di 2'000 battute online trasposte anche onpaper, dimezzate da Michele Ferrari due giorni dopo nel forum

Ho conosciuto Enrico Arcelli all' inizio degli anni 70, quando ancora frequentavo le piste di atletica con ambizioni agonistiche. Ricordo che consigliava tecnici e atleti delle squadre nazionali su metodiche di allenamento e strategie alimentari per fondisti e marciatori.

Stretta fu la sua collaborazione con il prof. Conconi e il suo gruppo nello sviluppo e applicazione di quel test che mette in relazione FC e velocità e che ebbe tanta importanza nella evoluzione delle metodiche di allenamento in Italia ...

Collaborai direttamente con Enrico nella preparazione del record dell'ora di Moser nel 1984 per due settimane in Messico: ebbi modo di apprezzare i suoi metodi di lavoro e il suo approccio alle inevitabili problematiche che si presentano nella preparazione di atleti di alto livello.

Memorabile una sua battuta sulla opportunità di sottoporre Moser a continui test per verificare se potesse superare il record di Merckx : "se continui a sollevare il coperchio della pentola per vedere se l'acqua bolle, l'acqua non bolle mai".

Mi è capitato di ascoltarlo in qualche seminario, forse l'ultima volta a un raduno Ultra a Schio (inverno 2010): chiarezza e ponderatezza al top. Come nella sua conversione alla dieta a zona, dieci anni prima, e più recentemente nella prefazione al libro di Luciano Gigliotti, il Professor Fatica, senza dimenticare le molte pagine nella rivista Correre. RIP, Enrico!

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