p.zza dei Signori, VI ph. Elena VERGA |
p.zza Europa, S. Giuseppe-Cassola |
E il marmo è una garanzia! Soprattutto quando si passa da lastra liscia a quella bocciardata e poi ancora liscia, in discesa, con l'aggravante della caduta sul ciottolato al di fuori delle corsie per gli pneumatici. Ecco riesumato l'incidente di tre settimane fa (vd. post 03/03), ancora vivo nell'ematoma all'anca e nella contrattura intercostale.
Quello che mi ha preoccupato maggiormente è il dolore all'inguine che è cresciuto nella settimana successiva all'urto. Pensavo a un contributo degli adduttori nel frenare lo schianto sul lato sinistro, coinvolto dalla caviglia alla mano, invece ci ha pensato la magica coppia ileo psoas a stabilizzare il bacino e a far pagare dazio con sintomi simili alla pubalgia. Meritano rispetto quei due muscoli profondi perché sono i più forti flessori dell'anca senza farsi vedere, lavorando all'interno. Alberto ANGELA li ha presentati come gli attributi segreti dei grandi sprinter giamaicani: sono uguali in bianchi e neri, basta saperli usare e in particolare tenerli allungati altrimenti la retrazione può far soffrire all'inguine come ai lombi (vd. post 26/08/2011). Mi era già capitato di scassarli in modo simile, durante una gara di 3000 siepi nel 1989: una riviera troppo frenata, senza cadere, e furono fastidi per lunghi mesi. Al di là degli incidenti che possono capitare, a volte non ci si accorge quando si sedimentano i microtraumatismi, anche nella semplice corsa su terreni regolari: prevenire meglio che curare. Ad allungare non si sbaglia mai: keep on streching!
PS la mia famiglia e la StraVicenza sono nate insieme il 22/10/2000, prima data buona per entrambe alla fine di una lunga stagione in pista
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