Sabato ho corso l'ormai rituale prova di 12km nella campagna a sud di Marostica, con leggero dislivello fra andata e ritorno: ritmo medio di 3'30"/km che mi è costato più del dovuto (= pulsazioni elevate a crescere da 146 a 164bpm) per l'anomalo caldo primaverile. Sono tornato a calzare le scarpe da gara che non indossavo dalla Montefortiana. Me ne sono accorto dai lacci lasciati ancora aperti per togliere il chip. In qualche modo un ciclo si è chiuso e sto tornando alla vita agonistica.
Domenica non ho avuto nessun problema a frequentare la soglia aerobica a 3'45"/km. Questi sono i segni di salute che mi aspettavo e mi confortano molto. Le grandi incognite di gara saranno mantenere l'assetto quando arriva la fatica dopo i 30km e verificare i serbatoi non più allenati su lunghe distanze.
2 fratelli Vivian alla Berlin Marathon 2008 orgogliosi prima della partenza |
Se mi riesce davvero significheranno due cose: [1] mi sono trasformato in un maratoneta come non avrei mai pensato di diventare; [2] devo tornare a semplificare gli schemi di allenamento. Su questo punto ho già in mente due post dal titolo "back to the basics" e "calcaterrite (5)", anche per festeggiare gli ottimi rientri agonistici del Giorgio nazionale.
Ci sono altre forti analogie con l'esordio a Padova del 2007. Oggi ho eseguito un test di Mader presso lo Studio RX e ho riprodotto gli stessi valori di quattro anni fa. Allora al trentesimo chilometro cominciava il territorio sconosciuto, ma non ebbi paura a transitare a metà gara sotto l'ora e un quarto. Poi fui rallentato da un disturbo intestinale, forse causato da un piatto di uova e asparagi del giorno precedente. Fui raggiunto quindi da Vincenza SICARI, che avevo staccato dopo Castelfranco, e il suo allenatore che la seguiva in bici la incitò a Cadoneghe urlandole "... puoi scendere sotto le 2h30'!". Provai un corto circuito mentale che mi portò a convincermi della possibilità di riuscita, in quanto avevo perso lucidità e riferimenti per elaborare un ragionamento. Mi svegliai dal torpore della fatica e mi lanciai senza troppo pensare lungo l'Arcella e sul cavalcavia della stazione. Conosco bene le strade del centro, ci giravo in bicicletta ai tempi dell'università, ma di quegli ultimi 2km ricordo solo le piante dei piedi che bruciavano su ciottoli e porfido. Dopo l'attraversamento delle piazze entrai nel tunnel di via Umberto I che non lascia intravedere il rettilineo finale fino all'apertura su Prato della Valle. Cominciò allora la lotta col cronometro vinta per pochi secondi (vd. foto nel precedente post).
Che la magia possa ripetersi a Londra? Stessa potenza, minor resistenza, maggior consapevolezza = ... a domenica il risultato dell'equazione.
5 commenti:
Auguroni per Londra, corri con il cuore...
grazie del pensiero! hai scritto bene: se non ci arrivano le gambe, può arrivarci il cuore
Hai già 2 Major Marathons sotto le 2:30' dovresti fare per forza anche questa!
UOMO,ISSA BANDIERA DELLA MUERTE,OCCHIO GUERCIO E LE 2E30 SONO LI CHE TI ASPETTANO! IN BOCCA AL LUPO
@ matteo: se mettessi in saccoccia anche Londra sotto le 2h30’, potrei lanciare lo slogan “World Marathon Majors Tour under TwoAndHalf” ... Chicago 2011 (fattibile se il meteo concede) e Boston 2012 (ardua come NYC) ... poi posso ritirarmi a vita sedentaria
@ bress: sono molto miope, per arrivare a guercio mi ci vorrà qualche tempo ... che io sia Fulminato sulla sponda del Tamigi! O Buckingham Palace o Morte!
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