domenica 7 agosto 2011

w31/2011 - in hoc signo vinces

bravo chi decripta completamente
la simbologia retrostante alla grafica
Questo è il segno che rimane dell'incontro di lunedì scorso, quando ho avuto occasione di dialogare con Sebastiano ZANOLLI nel suo ambiente di lavoro in 55DSL e sono riuscito anche a disturbare la riunione tecnica-creativa per una delle prossime stagioni che si è interrotta per la pausa caffé. Quale posto migliore per mettersi a discutere in libertà se non di fronte alla macchina simbolo dell'aggregazione aziendale? Spazio ampio in angolo ben arieggiato con seggioloni e piano di appoggio degni di un bar. I collaboratori più avveduti utilizzano anche il frigorifero per mantenere al fresco i propri rifornimenti.
Sono arrivato attrezzato di tutto punto, come se dovessi avere sostegno per ogni argomento di potenziale discussione. Ho disatteso uno dei comandamenti che continua a ritornarmi per vie diverse "viaggia leggero!" e non che dovessi fare molta strada ... all'incirca un chilometro in linea d'aria! Io abito in centro a Marostica, 55DSL ha la sede all'imbocco di via Anconetta (vd. punto [2] nella cartina in precedente post), lungo una parallela della recente lottizzazione rispetto alla storica strada che ricalca la centuriazione romana della campagna vicentina. Allora Marostica stava al vertice nord del cardo massimo.

Dall'incontro ho intuito alcune cose. Ho forse capito perché Sebastiano, pur avendo competenze e abilità da coach di prima qualità, rimanga nel suo ruolo in azienda, orgoglioso dell'opportunità che si è guadagnato di guidare un marchio prestigioso, ruolo che gli offre applicazione della molta teoria che assorbe a saturazione della sua intensa giornata lavorativa, in continuo scambio sinergico.
Sebastiano legge tanto e si ricorda molto, anche di chi, come me, quasi lo interrompe nel suo flusso operativo; crede nel network e nel valore dell'insieme delle relazioni da sviluppare e condividere verso esiti comunque fecondi. Forse è questa disponibilità a renderlo così benvoluto, nell'interpretare quel ruolo di "manager atipico", come gli piace tanto definirsi.

la vallata dell'Alpago tagliata dal torrente Tesa che sfocia nel lago di Santa Croce; sullo sfondo il col Visentin

Trovo buon riscontro nel mondo dei coach. Forse perché incarno con discreta congruenza la metafora sportiva che molto spesso è portata come esempio nelle lezioni, fino a costruire intorno un intero seminario (vd. precedente post). A me risulta naturale parlare della mia attività, di quello che faccio e di quello che si potrebbe fare, non tanto nei campi di atletica quanto per le strade del mondo dove si raduna la maggior parte del movimento. A me risulta naturale anche cambiarmi la maglietta in pubblico (ne faccio di peggio in giro per il mondo!): se Andrea e Sebastiano mi regalano una maglia, io la provo subito, così non corre il rischio di rimanere nella confezione. Poi capita che Antonella prenda paura quando rientro in casa, come successo quando ha visto un fantasma aggirarsi per casa con la maglia "BASTA CHIACCHIERE" nella notte del cinque luglio scorso (vd. precedente post). Purtroppo non riempio bene col torace le taglie attillate di moda in tempi recenti. Addominali e glutei elaborati da core stability rimangono nascosti e dedicati alla corsa.

il bosco arriva fin dietro casa e viene tenuto a bada dall'azione tagliente di Carlo, che continua a vincere

Come dicevo ci siamo messi a parlare di fronte al crocevia nevralgico della socialità aziendale e ho avuto conferma della capacità di mettermi in relazione a persone del tutto nuove (o quasi) con un semplice passaggio o una presentazione. Vabbé, ero in buona compagnia e accreditato ai massimi livelli, comunque ho  verificato una volta in più che il running è un ottimo argomento e ho sicuramente sbagliato in passato a separarlo dalla sfera lavorativa, quasi segregandolo in un'area ludica e intima che rischiava esiziale interferenza con le competenze professionali. Parlavo comunque "di corsa", forse evidenziando quella cesura che la richiudeva in uno spazio limitato al risultato agonistico e non pervadeva invece la mia persona, diventando così un tratto peculiare della capacità di azione, struttur(azione), determin(azione). Ogni corsa comincia con un primo passo e io lo faccio volentieri ogni giorno. Ci sono molti che non ci riescono, pur volendolo almeno nelle intenzioni.

vista dall'abbaino in mansarda; col Visentin e apertura sulla valbelluna

Semino nel post le immagini dell'Alpago riprese dalla casa in cui i miei genitori Carlo e Marisa riescono ancora adesso a radunare gran parte della famiglia, dopo 35 anni di continua sistemazione e adeguamento degli ambienti. Qui sta bene chi non ha particolari pretese, chi apprezza la lenta e silenziosa vita del bosco (*) che abbraccia questo villaggio, mai cresciuto secondo le iniziali intenzioni dei costruttori. Qui siamo capitati e qui rimaniamo, finché Carlo e Marisa continueranno a curare gli ambienti che brillano per funzionalità e vitalità, con un ricambio generazionale che non si è esteso alle altre abitazioni.
Cosa fare a mezza costa dell'Alpago, in località Mont fra Chies e Tambre? Correre, mangiare, dormire, leggere, vivere in compagnia nella sana promiscuità degli spazi che da sempre caratterizza la casa.
Sebastiano si era anche interessato alla mia dieta e, se mi vedesse, prenderebbe forse paura. Appena arrivato ho cominciato con "pastin", specialità locale a base di carne di maiale, tanto cara a Clio (vd. precedente post) che ho già avvertito. Ho ammorbidito l'intenso gusto speziato con melanzane locali più saporite che mai e cappelli di Lepiota Procera che si elevano sui prati intorno.

vista dall'abbaino in mansarda; ricami di nuvole fra una pioggia e la successiva

Corro avanti-indietro sulle strade che tagliano la costa, se trovo supporto logistico entro da una parte ed esco dall'altra del bosco del Cansiglio (**). A suo tempo scendevo in pianura per eseguire i lavori specifici su pista, a Belluno o a Conegliano. Ora non lo faccio più, pur avendo la pista ben più comoda a Farra d'Alpago. Non mi serve. Di qui sono sempre sceso pronto per la stagione di settembre, anche quando al mattino, appena alzato dal letto, facevo fatica a scendere la stretta scala a chiocciola per l'acciacco del momento.

(*) anche a chi non piacesse il personaggio Raffaele MORELLI consiglio l'ascolto del podcast su RTL102.5 del 19/07 in cui dispensa alcuni consigli per le vacanze ... troppo tardi?

(**) il collegamento GPRS mi avvicina alla santità e mi impedisce di realizzare una cartina dei percorsi da Google Map; insisto nei prossimi giorni e magari la inserisco nel prossimo post di feedback; consiglio carta topografica TABACCO foglio 012 "Alpago - Cansiglio - Piancavallo - Valcellina"

PS forse porto fortuna agli atleti di cui parlo (vd. precedente post): Lauren FLESHMAN ieri ha vinto i 5'000m in 15'00" nella tappa di Londra della Diamond League con una bel chilometro finale in 2'50", quasi completamente ignorata dal cronista che si lamentava, a ragione, della scarsa regia della BBC; attendo resoconto nel suo blog

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Interessante il podcast di Morelli. Definisce la vacanza "luogo della creatività", periodo nel quale fare cose che non abbiamo mai fatto prima.Concordo! Anche un po' di relax comunque non fa male, anzi.
Morelli ci suggerisce ad esempio una passeggiata nel bosco, da soli, ad ascoltare i rumori del bosco e coglierne i profumi.
Tu Enrico con tutte le corse che hai fatto, avrai materiale a sufficienza per un futuro post sui boschi dell'Altopiano e del Cansiglio.

A.D.

Enrico VIVIAN ha detto...

Raffaele MORELLI può piacere o non piacere, di sicuro è un riferimento per la presenza in tv, radio, edicola, libreria; uno può lanciare il podcast e ascoltarselo in background mentre fa altro ... piace? può riascoltarlo; non piace? scivola nell'udito senza ferire oltre

di solito il runner parte per le vacanze con un grande dubbio: se ho più tempo mi alleno di più? risposta negativa: prima il riposo, evitando di saturararsi il tempo con la corsa

avevo già accennato all'esaltazione della sinestesia in precedente post http://enricovivian.blogspot.com/2011/07/qui-si-fa-il-formaggio-buono-qui-si-fa.html un tema non facile da sviluppare a parole se non si richiamano esperienze sensoriali; profumi e rumori del bosco sostituiscono volentieri quelli della pianura fra umidità dei campi di mais e auto che si inseguono nella campagna

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