mercoledì 23 maggio 2012

Scatto Fisso - storie di bici e fotocamere

Scatto Fisso made in Rossano V.to
Dalle mie parti non ha attecchito la moda. Troppo impegnative le ondulazioni per le bici a scatto fisso, benché i modelli in vetrina abbiano i freni, rifiutati dai puristi. Sono di un marchio delle mie parti, visibile a suo tempo per il color rame dei telai. Non è più stagione neanche per quello. Prima l'alluminio poi il carbonio hanno spianato tutto. Ormai tutti i produttori sono assemblatori. E la tradizione, anche recente, rimane solo nel marchio.

Trovo di tutto in giro per le strade e mi capita di infilarmi in qualche nobile scia. Recentemente sono sorpassato da un ciclista dal passo svelto, non così svelto da non essere inseguito. Guardo il colore del telaio (lasciato al naturale), guardo le saldature sul movimento centrale (non è acciaio, non è alluminio), alzo l'occhio sul marchio (vedo un cuore dentro la O) ... a questo punto mi affianco e chiedo "è titanio?". Ricevo la conferma e aggiungo "che sia stato saldato da Ugo l'originale?". Lui è un meccanico di bici e ne possiede otto: quella che cavalca è la sua preferita. Da un decennio. Poco dopo incrociamo un altro ciclista, stessa marca di bici, telaio in carbonio: il colore nero-blu fa emergere il cuore rosso, che batte ancora nei tempi che cambiano.

Scatto Fisso in Borgo Panica
Sono passato di notte a fare la foto alla vetrina. È rivolta a nord e di giorno c'è un terribile riflesso che limita la vista verso l'interno. Sono passato per sbaglio una domenica sera (vd. post 09/05), mentre tornavo a casa che era ormai buio. Ho estratto il cellulare dalla tasca posteriore e ho scattato. Così sono nate la maggior parte delle foto degli ultimi due mesi (vd. l'origine nel post 11/03). Odiavo le fotocamere dei cellulari, soprattutto per la fiducia che ci ripongono tanti ignari utilizzatori. Eppure se ne può cavare sempre qualcosa di buono senza soggetti in movimento, soprattutto in condizioni di omogenea illuminazione e quando funziona senza apparenti deformazioni l'ottica grandangolare (24mm equivalente, nel mio caso). Per il resto c'è poco controllo e può capitare di utilizzare una carenza, come il limitato range dinamico, per involontari effetti artistici. Così la sottoesposizione degli alberi a favore del cielo può ricordare un quadro di Magritte: basterebbe accendere il lampione (vd. anche post 11/05). Ogni giorno è comunque una lezione e un continuo confronto con l'ottica fissa che costringe a pensare come guardare e ritrarre la realtà, quando il mondo della fotografia è viziato da ottiche 10x e oltre che promettono di risolvere tutto (un'eccezione nel post 26/10/2011). Un po' mi ricorda la palestra di ottimi ciclisti allenati in pista con lo scatto fisso. Non so se sia ancora aperta.

"Papaveri nei campi e Neve sul Grappa" - scatto condiviso con un muratore meridionale, fermo sulla strada
fra Maragnole e Mirabella, abbagliato da tanta bellezza e cotto dal sole nei giorni precedenti (vd. post 16/05)

2 commenti:

Tosto ha detto...

Devo dire che sei bravo nel ritrarre paesaggi. Anch'io ho sempre con me il cell ma la pigrizia mi impedisce a volte di immortalare panorami che cmq rimangono nella mia testa (almeno così non sono sfocati). Ad ogni modo con un 3Mb di risoluzione puoi fare delle foto dignitose.

Enrico VIVIAN ha detto...

fa tutto la fotocamera: a me non resta che inquadrare nelle condizioni tali che il sensore non venga invaso da troppa luce

tu speri di ricordare! riguardando le foto vedo particolari che al momento mi erano sfuggiti: così avverto tutti i limiti della mia attenzione visiva, spesso sommersa dagli altri sensi o da altri pensieri

hai ragione! 3Mpixel sono più che sufficienti; pur avendo fotocamere da 10-12Mpixel scatto quasi sempre in formato medio, ovvero dimezzato

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...