Lo Sport del Doping, la versione di Alessandro DONATI
Sernaglia della Battaglia 26/01
La ringrazio per l’apprezzamento e per la Sua generosità nello spendersi per la presentazione a Sernaglia ed ora anche per quella prevista a Vicenza ma La prego, anche, di mettere a posto i riferimenti sul Suo blog: 1) ho allenato Pavoni in una sola stagione (1987) che è stata di gran lunga la migliore della sua carriera: più volte record italiano sui 60 metri indoor, medaglia d’argento nei Campionati europei indoor, seconda prestazione mondiale sui 200 metri indoor, quarto posto nei Campionati mondiali indoor (primo Johnson), doppia finale nei Campionati mondiali all'aperto sui 200 metri e sui 100 metri; in quest’ultima gara Pavoni è l’unico sprinter italiano che abbia mai conquistato una finale mondiale;
moderatore Roberto BORIN
2) Pavoni, abbondantemente remunerato dalla Fidal partì per il Canada subito dopo i Campionati mondiali di Roma e si allenò per tutto l’inverno con il team di Ben Johnson; fu accusato di aver assunto gli steroidi anabolizzanti da diversi componenti di quel team, lui ha sempre negato; anche i suoi risultati nei Giochi Olimpici di Seoul furono disastrosi: non conseguì neppure il minimo sui 200 metri e sui 100 metri venne ripescato per i tempi in batteria ma malamente eliminato nei quarti … 4) la trasmissione di Giuliano Ferrara avvenne al ritorno dal Canada e Pavoni, con quella sceneggiata in trasmissione di venirsi a sedere sul bracciolo della mia poltrona, volle semplicemente mischiare le carte, far vedere che aveva ancora con me un rapporto (quando invece avevo chiuso con lui nel momento stesso in cui mi aveva comunicato di partire per il Canada) e buttare la faccenda sulla generica ricerca di aiuto. Io gli dissi, ironicamente, “lo vedo da come ti agiti, Pierfrancesco, che hai bisogno di aiuto”...
A voler approfondire la vicenda di Pavoni occorrerebbe specificare molti altri aspetti:
200 attenti uditori
a) che il sistema di allenamento che avevo ideato per lui era di elevata qualità (come lui stesso poi ha implicitamente ammesso); b) che, anche a voler escludere che si sia dopato durante la permanenza in Canada (ma allora perché andare ad allenarsi con un clan del quale conosceva perfettamente i “sistemi”?), si deve intanto concludere che quel sistema di allenamento era di qualità nettamente inferiore, direi grossolano e completamente inadatto a Pavoni; c) che il sistema sportivo, pieno di risentimento verso di me per la mia denuncia del doping, ha cercato di sminuire o negare la qualità di quel sistema di allenamento e che mai nessun responsabile della Federazione né i signori giornalisti che andavano per la maggiore hanno mai messo in rilievo il disastroso crollo di Pavoni da un anno all'altro; d) che quel sistema di allenamento da me adottato con Pavoni, in realtà, rappresentava una novità assoluta ed una rivoluzione tecnica nel modo di concepire la preparazione di un corridore (di velocità o di resistenza) che, da prescrittiva (stabilita a priori ed attuata come tale in dettaglio) diventava del tutto individualizzata, modulata e variabile, in modo da poter beneficiare delle risposte reali dell’atleta per essere auto corretta.
ripresa video continua
Mi chiedo quanti l’abbiano realmente compresa o fossero capaci di gestirla. Infatti, essa richiede: 1) capacità di osservare l’atleta nell'insieme e nei particolari essenziali; 2) comprenderne le caratteristiche salienti, sia in positivo che in negativo; 3) intuire quali possano essere i fattori sui quali è più vantaggioso lavorare; 4) applicare esercizi analitici ed esercizi riepilogativi (d’insieme); 5) combinare gli esercizi con gli opportuni carichi di allenamento; 6) correggere continuamente le ipotesi e i programmi; 7) in definitiva, quel sistema di allenamento richiede nell'allenatore un pensiero articolato e duttilità mentale. Non mi paiono, tutte queste, procedure adatte per una massa di desperados che si sono attaccati come sanguisughe alle emotrasfusioni, all'epo, al testosterone e ai barattoli di creatina. E’ vero che la spregiudicatezza spesso rende più della base culturale e dell’intelligenza, spesso ma non sempre.
Mi sono avvicinato ad Alessandro DONATI per farmi autografare il libro e per chiedergli i recapiti in modo da organizzare qualcosa di simile a Vicenza. "Enrico VIVIAN? Vuole che le risponda in pubblico o in privato?" mi ha detto estraendo la stampa del testo del post 18/01 e rileggendomi. Ho barrato il testo inesatto e ci ho aggiunto un link a questo post. Perché accontentarsi di una correzione a posteriori quando poi il Maestro dello Sport mi ha regalato una lezione magistrale? A pagina 111 del libro c'è tutta la storia di contorno.
Per chi vuole vederlo in azione, eccolo con Gian Paolo ORMEZZANO e Raffaele GUARINIELLO a una presentazione a Torino di un mese e mezzo fa, in attesa che sia resa disponibile quella di Sernaglia.
Chi si ricorda Pierfrancesco PAVONI? Ecco il fuscello diciannovenne, medaglia d'argento ai Campionati Europei di Atene 1982, un paio di mesi dopo essersi diplomato ai piedi del Grappa: in settima corsia, battuto da un figlio della DDR. Sembrava in discesa la sua autostrada verso il successo e Mennea non era lontano, solo 11 anni avanti.
2 commenti:
bellissimo post!
l'ho letto con molto interesse, e mi capire un pò alla volta chi è Alessandro Donati
fra poco arriva a Vicenza!
spero di avere lo stesso apprezzamento anche nei prossimi post ... GRAZIE!
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