sabato 16 febbraio 2013

Lo Sport del Doping, donne di casa (1)

l'ora del sole a Breganze
"Attaccare non è la mia vocazione" aveva detto verso la fine della presentazione "Lo Sport del Doping" a Sernaglia (vd. post 01/02). Lo spirito risulta chiaro a chiunque abbia letto il libro: Alessandro DONATI racconta la sua storia e di quelli che l'hanno in qualche modo incrociata. Non affonda i colpi, se non con chi gli ha fatto direttamente del male: l'elenco dei giornalisti è lungo quasi quanto quello dei colleghi al CONI, presidenti e segretari in testa.

Una prova della sua discrezione sta nel caso narrato da fine pagina 141 che coinvolge il gruppo di lavoro di un allenatore padovano che tentò di convincere una sua atleta ad assumere sostanze anabolizzanti. La ragazza, consigliata anche da DONATI, raccolse le prescrizioni sufficienti per lanciare un controllo mirato su tre atleti suoi compagni (vd. pag 146): uno positivo e due non reperibili. Tutti squalificati ...

Fra i due in fuga c'era anche una mia conoscenza della zona di Breganze e compagna di stanza nell'appartamento universitario con un'amica mezzofondista dalla Pustertal. Ci si allenava spesso insieme ai campi del CUS (vd. post 10/10/2011), anche con gli amici di Conegliano (vd. post 29/01 e 05/02), ma non ricordo un serio approfondimento, pur potendo interloquire, volendo, con la protagonista. Forse ci eravamo accontentati della versione vacanza-in-montagna-senza-telefono. Fuori campo. Era l'autunno 1993, i cellulari non erano diffusi e noi pensavamo a correre e a studiare.

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