martedì 5 marzo 2013

Lo Sport del Doping, perché non ho partecipato

letto e riletto (*)
Forse non ero abbastanza forte, forse sono stato solo (s)fortunato. Sicuramente non ho raccolto quanto avrei potuto, quanto il mio motore mi avrebbe consentito. Peccato che gli ammortizzatori fossero stati minati appena maggiorenne con iniezioni ai tendini di Achille (vd. post 13/07/2012), rimedio che mi auguro estinto per risolvere le infiammazioni (vd. consigli Jill COOK nel post 04/03). Ho comunque rischiato almeno tre volte di avvicinare lo Sport del Doping.

La prima appena diplomato nel 1987, quando avrei potuto scegliere altra sede universitaria rispetto a Padova in abbinamento ad altri gruppi di lavoro, ma sono rimasto in Veneto perché ero in procinto di arruolarmi in Polizia per il servizio militare. Erano in ballo altre collocazioni, a ripercorrere le orme già cadute in una fossa ...

Poi nella primavera del 1989 fui protagonista di una prestazione particolare in un test del lattato (vd. post 09/08/2012). Altro che strisce reagenti e macchinari portatili! Allora si riempivano capillari messi diligentemente in fila su una base adesiva, da analizzare successivamente in laboratorio. Ricordo che il grafico intercettava 2mmol/L a 2'57"/km: peccato che il test, nella fretta, fosse stato eseguito su base 800m. A confortare quel risultato c'era anche un'esplosione di salute nel sangue (vd. post 13/02/2011), concentrato da dieci giorni di riposo dopo essermi scassato una caviglia al Cross delle Regioni a Fiera di Primiero. Ci furono tante insistenze perché volassi altrove, ma sono stato protetto e limitato.

Ultima chance nel finale di carriera, magari nel tentativo di risollevarla, ma sono rimasto a Padova perché avevo preso un ritmo negli esami che se fosse stato adottato fin dall'inizio mi sarei laureato in 2 anni e mezzo, altro che i 7 effettivi contro i 5 ufficiali dei corsi. A volte anche buttando si impara.

(*) il bel libro di Enrico ARCELLI è uno dei tanti testi (forse il migliore in italiano) che ho letto e riletto sperando di capirci qualcosa

14 commenti:

Siro ha detto...

Non sono un gran lettore, ma mi sa che buona parte dei nostri scaffali contengono gli stessi libri... un giorno potremmo provare a citarli con "go, manca, go, go, manca..."

Gianmarco Pitteri ha detto...

Molto interessante: la tua testimonianza diretta ("... tante insistenze...") fa capire quanto facilmente si poteva entrare nel "giro".

Devi essere orgoglioso della scelta! E bravi quelli che ti hanno "... protetto e limitato.")

Enrico VIVIAN ha detto...

@Siro: il libro di Enrico ARCELLI è una pietra miliare, per completezza e note a latere: magnifica l'intervista a Lucio GIGLIOTTI che spiega l'oro olimpico di Gelindo BORDIN

@Gianmarco: non ho fatto nomi, ma siamo ancora circondati; guardo avanti e penso sempre "i nostri figli possono salvarsi"

forse posso essere orgoglioso per non aver partecipato, come può essere orgoglioso chi ha partecipato e ci ha guadagnato

Gianmarco Pitteri ha detto...

Anche senza nomi, chi ha letto il libro (anzi, i libri, Internet aiuta...) ha capito chiaramente entrambi i riferimenti.

Non credo possa definirsi "orgoglioso" chi ha partecipato, SOPRATTUTTO se ci ha guadagnato, magari a scapito di altri!

Siro ha detto...

"orgoglioso"

Non lo so Gianmarco: io non sono nemmeno stato sfiorato (troppo scarso o troppo protetto?), ma viene facile, però, giocare sull'ambiguità, come anche Enrico fa spesso - (s)fortunato.

In effetti, guardando da fuori o da lontano, appare chiara e tragica la situazione. Però, al momento, quando il presente non è passato ma sembra più un futuro, può sembrare tutto naturale, progresso, nuove tecniche, nuove metodologie: agli inizi non si vieta e quindi perché non adottare metodiche innovative? (parlo ovviamente solo per alcuni casi di "doping"). E credo che in quei casi, quando "era lecito", chi era (s)fortunato nel partecipare in buona fede al "progresso" poteva anche provare orgoglio specie se portava frutti... poi... non so.

Enrico VIVIAN ha detto...

@Gianmarco: forse ti manca il riferimento più insistente, non nominato nel libro, ma ben contornato dai suoi atleti

non so quanti siano diventati ricchi (difficile in atletica), ma tanti ci hanno fatto una carriera

@Siro: grazie per il contributo!

Gianmarco Pitteri ha detto...

@Siro: "(s)fortunato" è il termine giusto, anche perché a 18 anni non si ragiona come a 40.

@Enrico: diciamo che ho capito "... altri gruppi di lavoro..." e "... cadute in una fossa...".

Tosto ha detto...

Col senno di poi son piene le fosse, ma direi che è stato meglio così! o no? vincere barando non è mai una cosa onorevole e poi ti sei comunque tolto le tue soddisfazioni anche senza aver vinto le olimpiadi

Enrico VIVIAN ha detto...

GRAZIE dell'APPROVAZIONE!

Il vero rammarico sono i buchi nei tendini. Per il resto si poteva ovviare.

Adriano ha detto...

Personalemnte non farò mai uso di sostanze proibite se non altro per timore. Io ho 55 anni e vorrei correre fino a 100.
E poi sono convinto che non sono utili per le corse di lunga distanza dove più che il fisico serve la testa.

Gianmarco Pitteri ha detto...

Perdonami, ma questa della "testa" è magnifica... ;-)

Per quanto mi riguarda, preferirei la parola "onestà" più che "timore"...

Enrico VIVIAN ha detto...

ci sono sostanze anche per la "testa", soprattutto nelle gare in cui si dorme poco

qui entro in un campo a me poco noto, personalmente

Adriano ha detto...

hai ragione Gianmarco ma intendevo anch'io onestà ci mancherebbe.
Come dicevo comunque stare sulle gambe fino a 48 ore senza dormire sono sforzi incompatibili con il doping.
La testa serve per contrastare il corpo che dopo un certo limite ti dice ti implora di fermarti ma tu che sai che supererai la crisi riesci ad andare avanti.
Eppure vi assicuro che durante le crisi gridi a te stesso "questa è l'ultima vola", ma poi quando finisce la tortura pensi. A quando la prossima? Mi sa che questo è doping o no?

Gianmarco Pitteri ha detto...

Mah... c'è chi si riempie di ibuprofene (per non citare gli antidolorifici effettivamente vietati) durante le ultra per sentire meno dolore.
Non sarà nelle liste delle WADA, però se parliamo di doping e "rischi"... giunture varie e reni NON ringraziano!

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