venerdì 1 febbraio 2013

Lo Sport del Doping, la presentazione di Alessandro DONATI

BORIN intervista DONATI
Cominciamo dall'immagine a zoomare sul libro di Alessandro DONATI. Molti si aspettavano la sintesi della serata già dal post 28/01, invece il Maestro dello Sport ci ha regalato l'analisi allargata e approfondita partendo da un evento da me mal ricordato e mal trasposto nel post 18/01.

Eppure la base era pronta, perché già domenica mattina avevo inviato un report ai miei interlocutori societari per dimensionare una simile presentazione a Vicenza: se 200 persone arrivano a Sernaglia di sabato sera in un week end di fine gennaio impallinato da tante gare a ogni livello, quanti potrebbero arrivarne nel capoluogo berico?

Speriamo di stringere i tempi rispetto a quelli indicati dal moderatore Roberto BORIN, che nel post 28/11/2012 già annunciava la serata a cui ho avuto il piacere di assistere due mesi dopo. Nel successivo post 21/01 gli rimaneva in canna la domanda: "è possibile che nessuno dei dirigenti sportivi italiani fosse a conoscenza dell'uso di Epo da parte del marciatore olimpionico Alex Schwazer?"

Se a pag.282 del libro definisce "non credibile" la versione fornita a caldo dall'atleta, in pubblico Alessandro DONATI emette un più deciso "no", che poi argomenta alla stessa maniera: una positività intercettata dalla WADA e non dal CONI prima di un'Olimpiade sostanzialmente pulita nei campioni raccolti a Londra, un atleta lasciato solo a precipitare, mentre "i dirigenti, i tecnici e i medici che hanno beneficiato delle sue performance sono rimasti sul bordo ma fuori della voragine, a recitare il loro sbigottimento e la loro delusione, oltreché la vecchia storia della mela marcia" (pag.284) ...


" ... non so se tanti dirigenti sarebbero contenti di rivedermi, magari preferiscono vincere una medaglia in meno, ma non rivedermi più". Così Daria BIGNARDI tronca la recente intervista alle Invasioni Barbariche. Per chi non ha 23' (valgono l'impegno!) c'è un estratto con retrolink @gazzetta_30/01. Fino a prima Alex aveva ribadito di avere fatto tutto da solo senza avvertire nessuno. A chi credere? È possibile che la FIDAL gli sia passata sopra senza accorgersi? In sala c'era Francesco UGUAGLIATI, il DT della nazionale di atletica che ha accolto SCHWAZER con la medaglia d'oro di Pechino e non l'ha portato alla partenza di Londra, ma non è intervenuto. Intanto il procuratore CONI ha chiesto la massima pena (vd. post 23/12/2012), raddoppiata per gli aggravi, che pesa molto ad Alex, ritenendola ingiusta (vd. @YouTube).

Mauro FERRARO
@Gazzettino 28/01
L'amico Raffaele MOZ ha già sintetizzato la sua lettura nel post 30/12/2012 e il libro offre scorci a chiunque abbia memoria degli ultimi trent'anni di sport, in particolare atletica leggera. Capita che nelle prime 20 pagine ci sia molta provincia di Vicenza e gli Amici dell'Atletica erano in fila davanti a me per raccogliere l'autografo di DONATI e per sapere qualcosa in più sulla morte di Fulvio COSTA (vd. post 07/05/2012) perché non si accontentano di quanto già scritto. Mi ha commosso a pagina 18 la disperazione di Tommaso ASSI, allenatore federale anche lui agonizzante per motivi diversi un anno dopo Fulvio: si chiedeva in ospedale "ma che gli ha fatto a quel ragazzo?", riferendosi a Francesco CONCONI che non si è degnato di far loro visita sul letto di morte. Nella pagina successiva compare la mia compaesana campionessa olimpica l'anno successivo. Avremo modo di parlarne.

Perché ancora? Perché adesso? Mi chiedevo nel post 25/11/2012 e precedenti. Avrei dovuto comprare prima il libro perché la risposta è nella prima riga dell'introduzione "queste pagine sono nate per caso" come ha ripetuto all'inizio della presentazione a Sernaglia "questa battaglia è nata per caso" e forse solo ora Alessandro DONATI sta raccogliendo dal pubblico il supporto mai ricevuto prima in un ambiente sportivo che ha cercato di gestire la sua anomalia esiliandolo in angoli inoffensivi.

Perché ancoraPerché adesso? Perché tanti non sanno, altri hanno preferito dimenticare e comunque è più facile parlare del doping degli altri. Mauro FERRARO, giornalista del Gazzettino oltre che addetto stampa FIDAL Veneto, mi ha regalato il suo articolo uscito lunedì, sintesi magistrale. Ha solo 2'000 battute e la notizia è generalista, dove si parla poco della nostra atletica, laboratorio ideale in cui si può misurare con precisione gli effetti dei vari interventi: decimi nella velocità, secondi nel mezzofondo veloce, decine in quello prolungato fino ai minuti in maratona. Valutazioni degli anni '80: poi arrivò di peggio. Continua ...

9 commenti:

Gianmarco Pitteri ha detto...

Una settimana in montagna... quanti bei post da leggere al rientro!!!

Meglio di una rivista... ;-)

Enrico VIVIAN ha detto...

GRAZIE, UOMO!

È merito di apprezzamenti come i tuoi se reggo il ritmo: meno corro, più scrivo!

Spero di continuare a scrivere, almeno, perché ho finito di gareggiare!

Se il post di domenica scorsa non è stato sufficiente, abbi pazienza fino a domani sera!

Gianmarco Pitteri ha detto...

Ti auguro di riuscire a bilanciare nuovamente le due cose... mai scrivere la parola fine!!!

Enrico VIVIAN ha detto...

avevo smesso serenamente di gareggiare nel 1996, dedicandomi ad altro (magari ne scrivo domenica prossima)

poi ho avuto l'occasione di sistemarmi e rientrare: speriamo si ripresenti

vista la condizione attuale, bisogna avere il coraggio di dire ... basta!

Enrico VIVIAN ha detto...

a pagina 156 c'è il confronto DONATI-CONCONI sulla morte di Fulvio COSTA (10/09/1994)

Anonimo ha detto...

Nel libro si parla anche della Dorio..nemmeno lei è senza "peccato"?

Enrico VIVIAN ha detto...

non so cosa dirti: se passi a trovarmi a Marostica, fermati nella frazione di Marsan - vd. post 20/02

riassunto completo delle pubblicazioni nel post 09/03

Anonimo ha detto...

tutto questo dire e non dire..Lei promuove l'atletica ai ragazzi: verità e chiarezza farebbero un ottimo servizio ai genitori che si fidano..

Enrico VIVIAN ha detto...

caro Anonimo, ti ho segnalato quanto è stato scritto in libertà: sta alla protagonista aggiungere qualcosa di suo, soprattutto per il ruolo di tutor

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