venerdì 12 ottobre 2018

Lo Sport del Doping, lavoro per tutti

Mi ero perso questo lato della faccenda, evidenziato dalle ultime risposte di Francesco Botrè e Sebastien Gillot alla domanda finale sulla sfida doping vs. antidoping ...


Leonardo Galitelli si appella all'imprescindibile superiorità dell'antidoping e Guido Rispoli all'ineffabile patente del passaporto biologico (difendibile anche Lance Armstrong).

Ecco i moschettieri ben raccontati da Valerio Piccioni e Andrea Buongiovanni, che finalmente vedo dal vivo, in sala Falconetto di Palazzo Geremia a Trento.

Ognuno fa la sua parte e così c'è lavoro per tutti, buoni e cattivi: in questa sala solo buoni, in altre sale ex cattivi o cattivi mai scovati in periodi senza regole.

Ognuno a seguire le proprie e sentirsi a posto nel proprio lavoro, senza operare più di tanto per un mondo più giusto, visto che la 'morale' sta in molte parole.


O accontentarsi di positivi alla crema, buoni per le statistiche, solo perché i test sono più sensibili di 1000 volte, rilevando picogrammi di clostebol non solo nanogrammi.

O accontentarsi di sentenze in primo grado dopo 5 anni e mezzo (Schwazer 1 quando Schwazer 2?) e di liberare in ritardo chi voleva lavorare: spazio agli avvocati!

E con i russi è finita in brindisi alla faccia dei passaporti biologici: se gli autovelox sono ciechi (come a Marostica) tanto vale togliere le macchinette.

O lasciare le colonnine con i led che valgono solo per chi ci crede e vede di non stendere i passanti: tutto bene? Finché nessuno si fa male.


Chiudo altrimenti divento fastidioso e fazioso! Grazie a Giggi, a Trento e al Festival dello Sport che ha ben riempito una bella città: vi lovvo tutti!

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