Cresciuto nel birrificio di famiglia, fra i motori della rivoluzione industriale, misurò con precisione la trasformazione di lavoro in energia, diventando unità di misura per entrambi.
Vicino a Faraday per spirito sperimentale, lontano per iniziative divulgative, amico di Thomson per la teoria e l'imprenditoria che gli mancavano.
Vicino a Faraday anche per spirito religioso, che gli impediva di accettare la distruzione di qualcosa creato da Dio, meglio in continua trasformazione.
Gli mancò solo di intuire che anche la materia potesse trasformarsi in energia, ma sarebbe chiedere troppo a un bambino cresciuto coi primi treni a vapore.
Anzi, fin troppo bravo a non perdersi d'animo in una vita non facile, benché agiata agli inizi, guardato quasi con sospetto dai filosofi della natura, forse troppo filosofi per guardare la natura.
Così si occupò di tutto quello che gli capitava sottocchio, purtroppo perdendo il ritmo del birrificio, sostenuto negli ultimi anni da sussidio regale.
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