Sono fortunati atleti e tecnici in campo a Vicenza perché possono assistere a lezioni magistrali libere, se mai avessero modo e tempo di osservarle. Fino a qualche tempo fa avrebbero potuto rimanere anonime, ma i recenti risultati della figlia Federica non lo permettono più: in un anno da buona allieva regionale è diventata una delle più promettenti junior nazionali, al primo anno di categoria. A stupire maggiormente gli esperti è stata la sequenza di personali ai meeting di Trento, dove ha stampato 2’06”-4’24”-9’28” negli 800-1500-3000m, quando era prevedibile un calo della condizione psicofisica dopo i Campionati del Mondo Under 20 a Barcellona di inizio luglio.
Papà Gianni non lo permette, facendola recuperare fra una gara e l’altra in sequenza quasi incessante da maggio, cercando nel frattempo di costruire la base aerobica e di forza su cui innalzare la carriera che Federica vorrà realizzare. Non è sufficiente essere figlia di due grandi mezzofondisti per avere il futuro garantito: nessuno sconto e nessuna raccomandazione quando si parla di fatica, che rimane una scelta e una pratica del tutto personale.
Sono passato a trovare Gianni e Federica con Camilla e Tommaso in campo a Vicenza il primo venerdì di agosto durante una sessione di ginnastica, forza e coordinazione a corpo libero, a cui sono state aggiunte andature. È stata subito corsa per i bimbi appena hanno preso la misura delle pedane che riempiono la prima curva per accompagnare Federica nei tratti di recupero. Poi hanno cominciato anche a mimare le sue azioni, aggiungendo qualcosa al campo di gioco. Alla fine tutti sudati, paonazzi e felici perché il movimento è gioia.
Avremmo dovuto incrociarci prima io e Gianni. Forse nella primavera del 1992 c'era ancora qualcosa da salvare (vd. post 30/04), ben poco nell'autunno 1994 (Federica era ancora nella pancia di mamma Rossella): nel mezzo il massiccio bombardamento ai tendini di Achille. Ci abbiamo comunque provato, ma il suo merito maggiore è stato quello di riorientare completamente il mio pensiero riguardo alla corsa e se sono ancora su questi temi e su queste strade è per lo più merito suo. Siamo stati presentati dall'allora presidente di Atletica Vicentina, ma è stata una sua atleta a convincermi (vd. post 01/02/2011), quando capitò di correre assieme a Padova. Le chiesi "Come è Gianni?". "Il Migliore!" non esitò a rispondere, senza aggiungere molto altro. E lei aveva conosciuto allenatori a ogni livello.
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