Non so quante persone possano capire veramente il libro di Simone. Forse qualche decina in Italia e qualche centinaio nel mondo. Descrive situazioni al limite delle capacità umane per difficoltà di vario genere in combinazione devastante durante ascese in stile alpino delle più alte montagne del pianeta nella stagione invernale: temperature basse, rarefazione dell'aria, venti furiosi, ostacoli fisici, alimentazione/idratazione acrobatiche. Una sola di queste sarebbe sufficiente per atterrarmi. Simone ci sguazza, felice di misurarsi con il superamento di nuovi confini, pur rimanendo su questa stessa terra.
Avevo conosciuto la sua voce durante gli interventi invernali @DJCI del venerdì verso mezzogiorno (e in replica notturna), quando veniva chiamato da Linus e Nicola in occasione dei passaggi di Aldo Rock. Il telefono satellitare avvicina molto, ma, al di là dei numeri, è difficile trasmettere le condizioni ambientali: Simone ha raccontato due mesi in ghiacciaia ventosa prima di rinunciare all'ascesa del Nanga Parbat a metà febbraio. Ecco in diretta, anche come intercalare fra i capitoli del libro, l'ultima delle spedizioni non riuscite. Come più volte successo in passato e che Simone racconta senza vergogna: il prossimo sarà quello buono, quando ci arriverà con maggiore esperienza.
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14 ottomila fra Himalaya (9) e Karakorum (4+1) |
C'è quasi tutto nella presentazione ufficiale
@PalazzoRoberti: vi regalo il gran finale, alla luce del quale interpretare ogni singola riga di questa eccezionale lettura ...
vorrei concludere questo libro augurando a ciascuno di voi di non credere mai che esista "l'impossibile", anzi, stimolandovi a lavorare sempre e sempre di più per dimostrare a voi stessi e al mondo che i limiti del nostro agire, sognare e realizzare stanno sempre e solo dentro di noi. L'impossibile è l'alibi della nostra resa.
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