Siamo fortunati a Scuola di Corsa: poca pioggia in questo primo anno di vita e vento regolare allo sbocco della Valsugana. È dura portare a casa il risultato quando i due elementi si combinano a raffiche e arrivano dopo un'estate prolungata fino a pochi giorni prima (vd. post 28/10), per quanto si stia bene e si abbia una collezione di esperienze ben più impegnative della Venice Marathon. Poi capita la difficoltà e si deve gestirla, mentre il crono scorre ... a voi Riccardo PAVAN!
Alle 6 la sveglia puntuale dopo 9 ore di sonno.
Colazione, barba e via. Il fisico è nelle condizioni ideali.
La bora fuori già si fa sentire, ma verso Mestre si vede un bel cielo.
Tempo di arrivare a Stra e le cose cambiano di brutto.
Tempo di depositare la sacca, riscaldamento e in gabbia trovo Claudio e un mio compagno di società.
Cercando calore nel sacco di nylon deciso di provare il PB, almeno finché riesco.
Gocce grosse prima della partenza, ma allo sparo la situazione si calma.
Il primo km lo passo a raggiungere i pacer delle 3h10.
La strategia era di stare con loro fino alla mezza e poi accelerare.
Con mia sorpresa le gambe vanno da Dio.
Rotonde, sciolte. Fiato e postura di corsa perfette.
Fino al 19° viaggio come un cronometro tra i 4'20" e i 4'22". Entusiasmo e voglia di correre e divertirmi. I gruppi lungo la strada e il pubblico sono una bella carica.
In proiezione sono sulle 3h07', infatti il vantaggio sul gruppone è notevole.
Ma dal 19° al 21° il vento inclemente e la pioggia battente mi segano i polpacci.
Da li fino al 25° perdo il vantaggio. Taglio la mezza in 1h35', perfettamente in linea con le 3h10'.
Provo a stare in mezzo al gruppo per riposare un po', ma come detto sopra, 4 km dopo i polpacci se ne vanno affanculo.
Posso solo dire che nei restanti 16 km perdo 20 minuti. Un disastro. Alterno numerosi tratti di cammino da circa 100 metri a tratti di corsa molto lenta.
San Giuliano passa abbastanza tranquillo, solo le gambe erano stanche, la testa e il resto del pacchetto motore era in perfetto stato.
Al 32° mi supera Claudio incitandomi, ma se vai a due cilindri non puoi puntare nemmeno a tirare la staccata.
Il Ponte della Libertà è una mazzata solo per il fatto che sono un ramo in balia della bora e della pioggia battente.
Per farmela passare guardo i treni sui 4 binari a destra: un regionale per Trento, due frecciabianca, un RV, un locale per Adria.
Trascinandomi arrivo alle zattere: altra acqua e vento.
Fino al 39° me la faccio a ritmo tapasciata. Tanto di più non potevo.
Il pubblico e il tifo mi fanno tirare fuori una non-so-quale-energia e con uno scatto corro a braccia aperte verso il traguardo, felice, sorridente e commosso.
Chiudere con quel crono e quel meteo valgono molto più della prestazione assai schifosa portata a casa.
Passo il traguardo e bacio il pavé.
Ritiro sacca, cambio al volo, sacco di nylon e via infreddolito verso Stra, riempiendo la misura di eresie tirate lungo il percorso.
Analizzando a mente fredda la delusione c'è tutta.
Questa gara me l'ero segnata da gennaio e l'ho preparata in modo esemplare.
Vabbè, la giornata oramai è andata così ... Devo aspettare Torino per riscattare questo smacco.
Magari sarò un po' pesante ma dentro sento che brucia.
Le capacità ho visto che le ho ma ho anche visto che il vento forte non fa per me. Ok, accettiamolo.
Devo però anche dire che gli allenamenti degli ultimi mesi si sono fatti sentire: zero crampi e gambe fresche già mezz'ora dopo. Niente mal di testa o stanchezza.
E questo è un carico da 10 per le prossime competizioni.
Il background ora posso dire di averlo tutto.
Per il resto?
Organizzazione perfetta, maglia un po' sottotono rispetto alle altre edizioni.
Tanto tifo nonostante l'acqua a secchiate...
So che era impossibile, ma un po' di the caldo ai ristori non sarebbe stato male.
4 commenti:
Non lo conosco, ma ricordo bene che fino alla mezza ha corso, e anche bene devo dire, dieci metri avanti il gruppone delle 3.10. In quel frangente sicuramente a "stare fuori" si sprecavano un bel po' di energie, ma vista la scioltezza con cui lo vedevo stare sulle gambe, gli auguro un tempone a Torino.
Stefano
GRAZIE del CONTRIBUTO!
A riguardare le foto mi viene in mente una soluzione: utilizzare crema riscaldante idrorepellente invece dei pantaloni lunghi per proteggersi ... acqua e freddo rimangono sulla pelle! E il vento amplifica la sensazione!
Guarda te chi si vede. Il buon Riccardo, a me noto col suo nick name di running forum. Conosciuto a vari trail, era già preparato il meteo avendo fatto una trans civetta in condizioni più o meno simili.
Venezia 2012 più dura del Trans Civetta ... forse perché la burrasca è arrivata all'improvviso, senza permettere adattamento.
Riccardo ti aspetta a Scuola di Corsa! È un assiduo frequentatore se non ha trasferte di lavoro.
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