venerdì 19 aprile 2013

Maratona di Boston 2013 - 4h10'

TV Marathon 2013 - post 06/03
L'anno scorso a Boston ha sfidato il terrore meteo e dalla vittoria sul caldo è nato il canto Running Pride (vd. post 27/04/2012). Quest'anno avrebbe rischiato di centrare la deficienza umana se avesse corso come un mese e mezzo fa alla Treviso Marathon (vd. post 06/03), rallentando con sé anche il fratello di solito molto più veloce e spesso accompagnato da famiglia, come alla Venice Marathon 2011 (vd. post 26/10/2011). Così un momento di gioia universale può trasformarsi in tragedia, tanto incomprensibile quanto assurda: lo scritto è di martedì notte e anche a mente fredda, passata l'onda emotiva, mette i brividi in queste ore di caccia all'uomo (*) ...

Ciao ragazzi,

se non avete voglia di leggere questa lunga mail lasciate pure perdere: non c'è niente di speciale o importante, solo qualche mia riflessione che voglio provare a scrivere, che mi aiuta a ragionare, e che voglio condividere con chi di voi ha voglia di leggere.

4:10
Lo scorso anno io c'ero, a Boston, con altri amici. Faceva così caldo che l'organizzazione aveva proposto, a chi non avesse voluto partire, di avere il pettorale garantito per quest'anno. Se avessi accettato ci sarei stato anche io, ieri. E avendo corso a Treviso esattamente in 4:10 avrei potuto essere proprio "in the line of fire"' tanto per citare il vecchio Clint. È vero che tutto dipendeva anche dallo scaglione di partenza, ma la coincidenza mette i brividi, no?

100
Voi sapete cosa vogliono dire gli ultimi 100 metri di una maratona, vero? Quando vedi il traguardo, lo striscione o i gommoni, il display con l'orario, gli addetti, è un momento magico per tutti, forti e deboli, una specie di sospensione del tempo. Non ce n'è uno, anche se sfinito, che non rida, o pianga, per la contentezza. Vi rendete conto che razza di choc deve essere stato? Ma lo avete visto il vecchietto cadere per la onda d'urto? E la carrozzina sbandare? E il runner che si toglieva la maglietta per fermare la emorragia di un ferito?

TV Marathon 2013 - ultimo km
12.000 (**)
Secondo i miei calcoli, approssimativi, a quell'ora erano già transitati almeno 12.000 runners, che però avranno per sempre il ricordo di una maratona di morte. Mi vengono in mente i tifosi che hanno visto la Juve allo stadio Heysel, non so neanche quanti anni fa, con i morti sugli spalti. Che cacchio di soddisfazione vuoi che ti resti?

10.000
Ma almeno 10.000 non erano ancora arrivati. Sei là che corri da quattro ore e ti fermano, senza capire perché. Perché ... (***)

1.000.000
A Boston c'erano un milione di persone lungo il percorso. E che persone! Per partecipazione e calore io, tra quelle che ho fatto, la metto dopo solo a Niu Iorc. Si corre nel Patriots Day, gli americani sono fierissimi di questa loro antica corsa, e partecipano. I più fortunati riescono a prendere i posti a 100 metri dall'arrivo. E la loro attesa, la festa, i colori e i suoni si sono trasformati  in tragedia. Io sono sicurissimo che si riprenderanno in fretta, vedrete. La gara sarà anche più bella di prima, la consiglio a tutti. E a questo punto sarà la prima che vorrò rifare, quando avrò finito il mio "giro" personale in giro per il mondo delle altre fare.

8
Otto anni. Richard aveva otto anni e aspettava l'arrivo del papà. Lui è morto, sua sorella di sei anni ha perso una gamba (sei anni...) e la mamma è tra la via e la morte. Tutto questo mentre un padre/marito orgoglioso correva verso il traguardo, felice, in attesa di medaglia e baci. Io non so cosa ne sarà di costui, William. E prego che il Signore lo aiuti. Oggi pomeriggio pensavo al bambino ed istintivamente mi sono messo a pronunciare la preghiera dei defunti, L'eterno riposo. Ma poi mi sono fermato e ho urlato mentalmente: ma quale eterno riposo per un bambino di otto anni! Un bambino di otto anni doveva vivere, correre, non era affatto stanco della vita, non aveva bisogno di riposo ... Si fa fatica ad accettare, Gesù.

80 e passa
Oggi è arrivato anche il terremoto in Iran, con 80 e passa morti, ma saranno certamente di più. Ma una tragedia legata ad un evento naturale non dico che si accetti, ma si spiega di più. Le catastrofi, le malattie, la fame nel mondo: a Boston le pentole a pressione invece che essere piene di cibo erano imbottite di esplosivo e chiodi ...


Io penso che solo chi corre può percepire appieno quanto male e' stato fatto ieri. Ma gli autori di questo scempio non hanno la più minima idea di chi hanno tentato di colpire. I runners sono il bene, non il male, e non hanno paura di niente, grandissime teste di cazzo. Chiunque voi siate e abbiate voluto dimostrare. Noi corriamo si questa terra, ci conquistiamo il paradiso, voi correrete all'inferno.

la veglia del giorno dopo @ansa.it

(*) vd. conclusione @ansa_20/04

(**) 17'600 arrivati su 23'000 partiti (conti tondi)

(***@RW un ottimo articolo di un fermato eccellente, Amby BURFOOT, che stava festeggiando il 45^ anniversario della sua vittoria (vd. post 21/11/2012)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Condivido ogni singola parola scritta da Beppe. La coincidenza di cui parla all'inizio fa veramente rabbrividire. Non era la sua ora? Non era destino che lui fosse lì? Non lo so ... Certo che morire in quel modo non dovrebbe essere il destino di nessuno al mondo!

Antonella

Enrico VIVIAN ha detto...

la cattura dei responsabili non restituisce vite cadute e arti tranciati, almeno risolleva una comunità

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