martedì 10 gennaio 2012

w01/2012 - consegna dell'Alfiere, il ritorno dei Re, il Cavallo azzoppato, il Pedone bloccato

Colors Void @ Alfiere d'Argento 2011
cover dei Pink Floyd e RHCP
vd. pagina FaceBook
Comincio con un'immagine giovane, quella dei Colors Void, gruppo musicale marosticense che ha avuto l'onore di allietare l'Alfiere d'Argento - Un anno di Sport 2011. L'anno scorso non c'era spazio nella Sala Consigliare del Castello Inferiore (vd. post 07/01/2011), mentre quest'anno è stato dedicato loro un angolo altrimenti non utilizzabile dal tanto pubblico stipato nella sala dell'ex Opificio Baggio. Per il prossimo anno si pensa a un'area ancora più ampia, purché attrezzata come questa. Chi non può guardare da vicino i protagonisti, almeno vede la loro immagine riflessa sui grandi schermi.

Larga rassegna di politici locali a ogni livello, dal provinciale all'europeo, che hanno presenziato e premiato senza parlare molto, perché c'era una lunga fila di atleti in attesa della citazione e non era possibile dilatare i tempi. A me è stato concesso l'onore di consegnare il riconoscimento a parte dello splendido gruppo che seguo e mi accompagna in giro per il mondo, ovvero il magico trio che ha volato più volte al di sotto delle 3h00' in maratona (vd. foto iniziale nel post 26/10/2011). Non avendo migliorato i risultati 2010, mi è stato sufficiente questo passaggio per rinnovare la memoria ai miei compaesani. D'altronde anche la mia celeberrima compaesana Tatiana GUDERZO era presente con i tacchi e non con le tacchette, in veste di valletta dell'Assessore allo Sport Matteo MINUZZO, gran cerimoniere. Si è già prenotata l'Alfiere di Diamante per una prossima grande vittoria, magari un altro mondiale. Per me un obiettivo a lungo termine se mantengo la progressione aritmetica dei 23 anni: primo Alfiere nel 1987 a 19 anni, secondo Alfiere nel 2010 a 42 anni ... terzo Alfiere nel 2033 a 65 anni. Chissà cosa riuscirò a combinare di nuovo e simpatico!

Alfiere d'Argento 2011 - sala riunioni ex Opificio Baggio

Sabato 07/01 si è svolta una gara speciale a Edinburgo, dove sono stati riuniti molti campioni su una distanza anomala per un cross maschile, organizzando anche una classifica a squadre per aggiungere maggior interesse. Ecco la sintesi estrema nel titolo dell'articolo "Kiprop triumphs in race of champions, Bekele a distant 11th" (vd. report @iaaf.org).

GdV 07/01/2012 - pag.32
Sulla distanza di 3km si sono incontrati due atleti che difficilmente vedremo assieme in pista e Asbel KIPROP ha riscoperto antiche abilità che ho dovuto rinnovare anch'io nella memoria, essendomi dimenticato che fu campione del mondo junior sugli 8km di corsa campestre a Mombasa KEN nel 2007, addirittura al primo anno di categoria (vd. scheda @iaaf.org). Poi l'anno successivo è diventato campione olimpico sui 1'500m! Ed era ancora junior. A sto punto mi sembra quasi sprecato solo sulla distanza del miglio metrico. Con la resistenza che gli è naturale e ben allenata può salire decisamente verso i 5'000m e tentare l'accoppiata riuscita a Hicham EL GUERROUJ ad Atene 2004.

Nella seconda metà del titolo c'è il tonfo di Kenenisa BEKELE a fare notizia. Non aveva mai subito una sconfitta così cocente, soprattutto nel cross, dove per cinque anni di fila 2002-2006 ha fatto addirittura doppietta al mondiale [gara corta 4km al sabato - gara lunga 12km alla domenica; vd, scheda @iaaf.org]. Si è meritato un'intervista esplicativa, soprattutto in previsione delle Olimpiadi di Londra, per le quali rimane ottimista "in estate vedremo di nuovo il vero Kenenisa" (vd. report @iaaf.org). Ovviamente non può essere contento della situazione, non sta del tutto bene, ma in gara ha fatto quello che ha potuto e non è riuscito a correre più veloce. Cosa dovrebbe dire? Più di tante parole è stato rassicurante il sorriso con cui si è presentato in sala stampa. Meglio arrivare dietro, che non partire, ammettendo lui stesso di avere pensato al ritiro definitivo quando un anno fa non riusciva a risolvere gli infortuni a ripetizione.

Marostica 07/01/2012 - un inverno tiepido e anomalo
Negli ultimi anni Kenenisa ha imparato a esprimersi correttamente in inglese e questo lo ha favorito tantissimo. Prima sembrava quasi ombroso nel suo silenzio di fronte ai microfoni, fidandosi della traduzione e dei comunicati stampa del suo manager olandese Jos HERMENS, del quale mi era capitata sott'occhio un'intervista di presentazione alla gara di Edinburgo (vd. report @runningtimes.com by Sabrina YOHANNES). Parla dell'origine dei problemi di Kenenisa, risalenti all'autunno 2008 quando corse con una caviglia infiammata in una gara su strada di 15km a Nijmegn NED. Ci volle molto tempo per guarire e solo il suo eccezionale talento gli permise di recuperare per la stagione estiva 2009. Chi si accorse delle difficoltà dietro la doppietta 5-10'000m ai Mondiali di Berlino a ripetere quella olimpica dell'anno precedente? All'inizio del 2010 cominciarono i veri problemi che lo tennero lontano dalle gare per un anno e mezzo fino al rientro (con ritiro) ai Mondiali di Daegu, seguito dal 26'43" sui 10'000m a Bruxelles. Il re sembrava tornato!

Freddie @ Dominion, London 2011
Another One Bites the Dust - testo
A detta di HERMENS una delle cause sembra essere la pista della capitale etiope Addis Abeba, ricoperta di un manto in sportflex MONDO buono per le performance, ma troppo impegnativo per le caviglie. Quì Jos chiama a testimoniare anche le difficoltà di Tirunesh DIBABA (vd. scheda @iaaf.org), bicampionessa olimpica 5-10'000m come Kenenisa a Pechino 2008, anche lei presente a singhiozzo nelle recenti competizioni globali. Che fare? Kenenisa si sta costruendo la sua pista personale con la gomma giusta e tutte le attrezzature necessarie per ospitare gli atleti, alloggi compresi.

Passo quindi al racconto di un altro atleta, già citato nel post 02/01, ovvero Meb KEFLEZIGHI che già aveva poco tempo di recupero fra la maratona di NYC e i Trials olimpici di Houston, ma si è ridotto ulteriormente le 10 settimane utili fra una gara e l'altra. Come? Ferendosi a un piede e facendolo infettare. A me era capitato da bimbo, giocando al mare, di trovare un vetro tagliente nella sabbia. A Meb è capitato di scordare il-cerotto-che-fa-respirare-meglio all'interno della scarpa, ovvero il posto in cui lo lascia la sera precedente alla gara, giusto per non dimenticarsi. Si è accorto ben presto dell'intrigo, fin dal ponte di Verrazano, e del bruciore crescente di quartiere in quartiere, ma non si è fermato per rimuoverlo. Infatti zoppicava vistosamente dopo la gara, io pensavo per i crampi, ed è stato molto gentile a concederci un autografo prima di infilarsi nella sede del suo team NYAC. Ecco qui tutta l'intervista @runnersworl.com, ovvero come perdere 30 giorni su 70 e sentirsi comunque pronti per i Trials Olimpici. In più tante altre amenità, fino ai precedenti Trials in cui non si qualificò, nonostante fosse in buona condizione.


Ecco l'ultimo pezzo della scacchiera. Dopo l'Alfiere, i Re, il Cavallo, non mi resta che il Pedone: sono ancora in stallo. Tutto sembrava andare per il meglio dopo Natale (vd. post 30/12/2011), ma con i primi giorni dell'anno sono stato costretto a un nuovo stop. Ha ricominciato a farmi male la porzione interna del ginocchio sinistro in corrispondenza della parte superiore della tibia. Dalla radiografia si vede poco, tranne “discreta riduzione in ampiezza dello spazio articolare femoro-tibiale al versante mediale, dove si riconosce anche iniziale addensamento subcondrale del piatto tibiale interno”. Fra una decina di giorni una RMN mi dirà che niente si è rotto, nel frattempo si sarà riassorbita questa infiammazione e magari avrò pure ricominciato a correre. Ormai mancano tre mesi alla maratona di Boston e sto diventando nervoso.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Pedone, riguardo al tuo infortunio al ginocchio direi semplicemente "SHIT HAPPENS", come hai raccontato in uno dei tuoi tanti post. Tieni duro e abbi tanta pazienza, ne verrai fuori!!!
A.D.

Enrico VIVIAN ha detto...

più facile parlare che praticare! in un momento di sofferenza si comprendono meglio anche le difficoltà altrui

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