lunedì 11 giugno 2012

Geometria di Comunicazione: un incidente vale tre volte una città in festa

GdV - 11/06/2012 pag.19
Stamattina cerco nel Giornale di Vicenza i risultati della Caretera di ieri. Ero sceso in piazza con Camilla e Tommaso, poi li ho accompagnati alla festa di fine anno scolastico in Borgo Panica per tornare a vedere da solo la seconda manche. A quel punto mi sono fermato all'ingresso di porta Breganze e ho risalito poi via Cangrande della Scala fino a Parco Martini, in zona chicane e tempo intermedio marchiato TAG HEUER.

Che spettacolo! Era l'ora della partita di esordio della nazionale agli Europei e nessuno sembrava interessato al calcio: tutti presi e incantati dagli equipaggi che scendevano silenziosi, cercando di riconoscere pilota e acceleratore. Solo il fischio degli addetti al percorso avvertiva dell'imminente passaggio. Il parco era perfettamente attrezzato per l'accoglienza con tendone enogastronomico. Mancava solo un megaschermo su cui riportare almeno le classifiche di contrada. Ho visto più di un careto armato di videocamera compatta e penso che non costi molto rinviare le immagini in diretta, coprendo magari anche il percorso con quattro-cinque telecamere.

GdV - 11/06/2012 pag.18
Troppa fantasia? Lo spettacolo merita e quello che leggo nell'articolo del Giornale di Vicenza è limitante. Serena ha fatto il suo, niente da dire, ma non si capisce la dinamica degli eventi e le due foto non lasciano immaginare l'emozione del passaggio dei careti e il tifo dei contradaioli. I futuristi ci avrebbero fatto più di qualche composizione, letteraria e pittorica. (Lascio poi musica, parole e video a Vasco ROSSI.)

Verifico che la cronaca nera vince tre a uno nella pagina di Bassano che anticipa il resoconto della Caretera. La geometria non perdona, basta contare i moduli del ritaglio e della pagina intera che pubblico, anche per chi non conosce esattamente la foliazione del GdV. Mi dispiace per chi è deceduto e per chi soffre: sugli incidenti in moto avevo già detto la mia con la morte di Cosimo CALIANDRO (vd. post 18/06/2011), quando era stata palese l'ingenuità fatale del pugliese. Anche stavolta vedo un casco che rotola per la strada. Dove sta la soglia fra interesse e morbosità? Sicuri che interessi così tanto? Avevo fatto quel tratto di strada avanti e indietro alle pendici del Grappa domenica scorsa per arrivare proprio a Sant'Eulalia. Tutti sanno che è maledetto. Vado piano anche in bici.

4 commenti:

Chiara ha detto...

Per quanto riguarda la seconda parte del post... Più che strada maledetta bisognerebbe che la gente imparasse ad usare le distanze di sicurezza sopratutto in moto e sopratutto quando piove... La strada in quel punto di Crespano (mio paese d'origine) è bella dritta e anche larga! Danno sempre la colpa alle strade!

Enrico VIVIAN ha detto...

La strada è più insidiosa proprio quando "è bella dritta e anche larga"! Poi in moto si ha spesso la presunzione di passarci da qualche parte, sempre e comunque. Capita che non sia così. Allora si chiama in causa la fatalità.

DONNA! Ti saresti divertita un mondo alla Caretera. Il GdV mi ha fatto passare la voglia di pubblicare foto. Rimedierò!

Chiara ha detto...

Si Enrico, ma bisognerebbe iniziare a capire che non è mai colpa della strada! Le strade non fanno gli incidenti!

Enrico VIVIAN ha detto...

HAI RAGIONE!

Un'amica di Antonella ha capottato in un rettilineo qualche anno fa, perfettamente piano e visibile nella Valle della Morte. Se lo ricorda bene perché ci ha perso alcune falangi, ma non si ricorda come.

Quando leggo gli articoli di giornale mi domando sempre qual è il confine fra interesse e morbosità. Vedo anche tanta compassione, soprattutto quando muore un giovane neopatentato (vd. post 14/10/2011)

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